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Un regista (il mitico Shunji Iwai) tornando nel suo paese natale incontra una ragazza di cui si innamora...
Strettamente per gli amanti del cinema asiatico e della poesia, elemento pregnante del film. In molti tratti è infatti troppo, troppo lento. Impossibile non sottolineare la splendida fotografia del film, le inquadrature tipiche di Anno vanno a sfiorare l'irreale, le riprese sono impregnate di sentitmento, pura poesia visiva. Assai diverse dalle sperimentazioni di "Love and Pop". Oltre agli eccessivi dilungamenti, lo penalizza forse un pò il finale, in cui mi personalmente mi aspettavo di meglio. Un viaggio viscerale nell'animo umano ma anche nell'essenza stessa del cinema.