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Attraverso lo sfondo di una critica verso un certo tipo di stampa gossippara, Kurosawa mostra come la verità o presunta tale possa essere distorta a proprio piacimento o per puro tornaconto personale. Ciò che conta quindi è solo l'apparenza del visibile assunta a verità assoluta che in qualche modo anticipa le tematiche di Rashomon. Da affresco corale della prima parte, in maniera fin troppo repentina, Scandalo diventa un racconto intimo non appena la figura dell'avvocato Hiruta, intepretato da uno Shimura non sempre misurato, irrompe nel film. Se da un lato Kurosawa è coerente nel descrivere il percorso umano di quest'uomo caratteristica comune di molte sue pellicole, dall'altro perde il contesto iniziale, sacrificando sull'altare gli altri personaggi che vengono tralasciati. Pur essendo un minore della filmografia del regista giapponese rimane comunque un film interessante e purtroppo fin troppo attuale.