sei gradi di separazione regia di Fred Schepisi USA 1993
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sei gradi di separazione (1993)

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locandina del film SEI GRADI DI SEPARAZIONE

Titolo Originale: SIX DEGREES OF SEPARATION

RegiaFred Schepisi

InterpretiStockard Channing, Will Smith, Donald Sutherland, Ian McKellen, Mary Beth Hurt, Bruce Davison

Durata: h 1.52
NazionalitàUSA 1993
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1993

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Trama del film Sei gradi di separazione

Un giovane di colore, Paul, ha la capacità di suscitare l'interesse delle persone trattando un qualsiasi argomento. Grazie a questa sua capacità, incanta alcune famiglie benestanti riuscendo così a farsi ospitare nele loro belle case..

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Voto Visitatori:   7,20 / 10 (40 voti)7,20Grafico
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Voti e commenti su Sei gradi di separazione, 40 opinioni inserite

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JOKER1926  @  22/01/2013 01:48:44
   6½ / 10
Si basa su una caratteristica teoria il film del 1993 di Fred Schepisi, regista certamente non famosissimo, "Sei gradi di separazione" oltre ad essere il titolo del prodotto richiama l'omonima dottrina.
Il plot di Schepisi non brilla di una sconfinata genialità ma è lo sviluppo di esso che porta lo spettatore a vivere una storia interessante.
La curiosità che pervade l'animo de "Sei gradi di separazione" è notevole, le vicende sono inoltre divertenti e il ritmo (fattore importante) è sempre alto.
Ovviamente in tutto ciò a far la differenza è la sceneggiatura; in film come questo è molto importante allestire un sistema di dialoghi nutrienti, allettanti.
La regia, tramite la sceneggiatura, riesce nell'intendo.
Prende dunque forme un film molto dialogato con le sue baldanzose ondate di filosofia e di spruzzi di vita, questi ultimi rei di un finale non perfetto.
La nostra critica intorno al prodotto, come fatto capire, tocca, in modo particolare, l'epilogo del film impostato troppo sul filosofico e sul vago.
Si ha l'impressione che "Sei gradi di separazione" non sia altro che una commedia (nera) che diletta il pubblico, certamente, ma che alla fine non sfrutti l'occasione per restare indimenticabile. Si vive, insomma, più sulla circostanza, imprevedibile ed esilarante, che sulla proiezione, sulla sostanza della storia.

Nel complesso la regia si lascia applaudire per un buonissimo montaggio delle scene, interessantissimo il meccanismo dei flashforward, ovvero la tecnica di anticipare visivamente una scena, che nella fattispecie del film si verifica o e raccontata dopo.
Sempre sulla scia tecnica da ricordare le prove degli attori; esplosiva ed egocentrica la prova di Smith, come copione pretende!

2 risposte al commento
Ultima risposta 04/05/2013 00.09.06
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Alexiel  @  19/03/2009 18:25:44
   1 / 10
Trovo questo film orrido, veramente orrido. Non solo è poco scorrevole, privo di senso come fosse un esercizio cinematografico e totalmente abulico; ma tutta la vicenda si conclude in modo così sciocco e talmente idiota negli episodi e nelle considerazioni dei protagonisti, che finita la visione l'unico desiderio che rimane è quello di affacciarsi alla finestra ed accorgesi che il mondo non somiglia per nulla a quello descritto nel film, che è solo fantascienza sociale.
La banalità e la mediocrità che doveva contraddistinguere i personaggi della pellicola in contrapposizione al protagonista, finisce col soffocare anch'esso in un susseguirsi di siparietti che tendono unicamente a mostrare i vari spunti razzisti, omofobi, superficiali, materialisti dei vari individui presenti nel racconto, in una visione che mette su un piedistallo la "purezza" del folle e sensibile Will Smith che tuttavia non è tale, perchè non vi è nulla di puro o di positivo in lui come non vi è negli altri. Anzi, si ritrova ad essere al centro di vicende che lo vedono totale carnefice di sè e di chi ha intorno.
Non è possibile apprezzare film come questi, non è proprio possibile. Si scambia la stupidità con la quale viene avvolto lo spettatore durante tutto il film con chi sa quale vento filosofeggiante proveniente dalla pavoneggiata genialità dell'autore, che genio non è.
Non basta la presenza di attori di un certo calibro a sollevare le sorti di questa indecenza cinematografica. E non bastano gli sciocchi intenti di penetrare l'animo umano, una certa visione sociale, o solamente il voler donare delle considerazioni che siano limitatamente profonde su qualcosa o qualcuno.
A questo aggiungo la personale constatazione sulla frase presente nel film che fa anche da titolo alla pellicola, ossia i 'sei gradi di separazione' che dividerebbero/legherebbero ogni uomo da qualsiasi altro.
Bè c'è da dire che tralasciando l'irrealtà della tesi espressa, i sei gradi di separazione che dividono un individuo dall'altro diventano infiniti gradi. Questo perchè se l'obiettivo è raggiungere il sesto grado e risalire la ragnatela sino al primo, allora questo stesso sesto gradino verso chi cerchiamo diventa a sua volta obiettivo che è distante da noi - appunto - sei gradi di separazione. E questo non solo vale per ogni 'grado di separazione', ma vale per il grado di separazione necessario all'avvicinamento ad ognuno dei sei gradini, che quindi vedono un aumentare esponenziale da un grado all'altro di un obiettivo all'altro portando ad un moltiplicare per sei all'infinio, cosa limitata unicamente dal numero di esseri umani viventi sul pianeta terra.
Insomma, tanto per definire ulteriormente l'assennatezza di tutta l'opera.

E' un film insensato, e proprio per questo riconosciuto erroneamente da molti come pellicola profonda che viene accostata a importanti riflessioni ed elitarie considerazioni sull'uomo e la società. Ma così non è.

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Ultima risposta 01/07/2009 14.53.42
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  04/04/2007 07:41:45
   8 / 10
Meraviglioso, il film di Schepisi è uno dei piu' interessanti spaccati sociali sull'America Wasp attraversata dalle convenzioni e dai parametri (quella sulla presunta celebrità, o comunque sulla dipendenza dal successo) razziali: pensiamoci, le famiglie accettano Paul unicamente perchè si finge figlio del famoso attore Sidney Poitier...
straordinario il modo in cui viene rappresentata l'ipocrisia celata nel benessere sociale e nell'apparente serenità delle famiglie, pronte ad assolvere o condannare Paul, e pure lo stesso Paul quando semina dolore e laceranti ferite con un cinismo, oserei dire, che è tipico dell'opportunismo americano (e non solo).
Grande esordio di Will Smith, un attore di notevoli risorse, molto migliore dei ruoli a cui successivamente (con qualche eccezione v. il grandioso Alì di Mann) viene affidato

1 risposta al commento
Ultima risposta 01/07/2009 14.54.45
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