sei gradi di separazione regia di Fred Schepisi USA 1993
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sei gradi di separazione (1993)

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locandina del film SEI GRADI DI SEPARAZIONE

Titolo Originale: SIX DEGREES OF SEPARATION

RegiaFred Schepisi

InterpretiStockard Channing, Will Smith, Donald Sutherland, Ian McKellen, Mary Beth Hurt, Bruce Davison

Durata: h 1.52
NazionalitàUSA 1993
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1993

•  Altri film di Fred Schepisi

Trama del film Sei gradi di separazione

Un giovane di colore, Paul, ha la capacità di suscitare l'interesse delle persone trattando un qualsiasi argomento. Grazie a questa sua capacità, incanta alcune famiglie benestanti riuscendo così a farsi ospitare nele loro belle case..

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Voto Visitatori:   7,20 / 10 (40 voti)7,20Grafico
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Voti e commenti su Sei gradi di separazione, 40 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Jokerizzo  @  02/02/2020 10:38:47
   9½ / 10
Splendido nel suo genere!

topsecret  @  05/06/2019 14:50:44
   6½ / 10
Film dicreto, fondato per quasi tutto il tempo sui dialoghi, imbastiti in maniera acuta e di spessore, impreziositi da una performance attoriale degna di nota.
Non ha, a mio parere, un grande ritmo narrativo ma sopperisce a questa mancanza con un plot interessante e una caratterizzazione abbastanza coinvolgente, anche se forse un po' enfatica, capace di intrattenere senza grosse incertezze. La retorica di certi argomenti forse è giustificata dai tempi in cui si girò, ma SEI GRADI DI SEPARAZIONE riesce a non scadere nella banalità offrendo anzi qualche spunto critico e riflessivo.

dagon  @  19/08/2018 10:48:57
   7 / 10
Il cast è il punto di forza di questo adattamento cinematografico di una piece teatrale. Film un po' statico, data anche la fonte, ma pieno di spunti intelligenti.

Goldust  @  25/01/2016 15:01:18
   7 / 10
Un trattato sociologico sull'arte dell'apparire e sull'importanza della comunicazione sullo sfondo di una aristocrazia annoiata e di una metropoli in un certo senso tentacolare. Lo script, un pò naif e filosofeggiante, è di sicura presa grazie alla sua costruzione ad incastri; Schepisi, dal canto suo, ne tiene vivo l'interesse imponendo un ritmo sostenuto e giostrando a meraviglia il cast a disposizione, in cui spicca la bravissima Channing. Ogni tanto c'è qualche corto circuito bizzarro ed il finale è un pò spuntato ma comunque è da considerarsi una pellicola molto interessante, se non altro per il linguaggio che utilizza.

Invia una mail all'autore del commento bart1982  @  27/10/2015 23:32:52
   7 / 10
Uno dei migliori Will Smith di sempre, forse il film che lo ha fatto esplodere nel grande schermo.
Il ritmo delle conversazioni è piacevolmente forsennato per tutto il film, non cala mai di ritmo.
Ricorda il talento di Mr Ripley...

Dick  @  30/08/2014 13:54:01
   8 / 10
L' esordio cinematografico di Will Smith, che in precedenza aveva sfondato come si sa come cantante e attore televisivo con Willy, è una brillante commedia originale giocata praticamente sui dialoghi e sulle situazioni che si vengono a creare causa l' ammaliante dialettica del protagonista. Divertente, ma che sa essere anche decisamente amara. Oltre a Smith in forma anche Donald Sutherland e Stockard Channing.

DogDayAfternoon  @  04/05/2014 12:38:52
   6½ / 10
Film piuttosto controverso e originale, che inevitabilmente trova dei giudizi spaccati e ha il suo pubblico di riferimento. Io mi posiziono nel mezzo, mi è parso un film gradevole con buone trovate ma alcune ridondanze che, soprattutto verso la fine, ne hanno appesantito la visione. La prima parte infatti è quella più frizzante, la tensione è tenuta alta dal particolare montaggio del regista e dalla parlantina frenetica di Will Smith, anche se a meno che non siate dei Pico della Mirandola inevitabilmente buona parte delle citazioni e dei riferimenti vi sfuggirà (e non so dire nemmeno io se sia un pregio o un difetto, perché sicuramente qualche pulce nell'orecchio e curiosità di andarsi ad informare la mette).

Il problema è che un film fatto in questa maniera, se ad un certo punto non vi è un cambio di registro, può alla lunga stancare. Infatti nella seconda parte, una volta assimilato lo stile, il tutto diventa ripetitivo e noioso, anche perché la storia perde un po' di fascino e i protagonisti diventano via via meno interessanti. L'idea di fondo è buona, ma sembra che ad un certo punto non si sappia più come concludere la vicenda, il finale infatti è abbastanza ambiguo e deludente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  31/01/2014 12:35:05
   5 / 10
Visto per la prima volta dieci anni fa e, aspettandomi una semplice commedia, ne rimasi altamente deluso. Non ci capii nulla ed era completamente diverso da come l'avevo immaginato.
Prima di commentarlo ho voluto ridargli una seconda chance ma dopo dieci anni, nonostante ne abbia compreso meglio contenuti e significati, rimango comunque della stessa opinione.
Non colpisce nè la drammaticità della vicenda nè lo humour di sottofondo che la compone; i personaggi sono talmente fuori dal mondo da non risultare mai credibili, lo stesso vale per i dialoghi ed i comportamenti stessi dei protagonisti. La regia anche è troppo piatta al punto che risulta molto difficile farsi coinvolgere minimamente.

Le uniche cose che alla fine rimangono impresse sono primo l'aspetto elegante della confezione, e secondo la buona interpretazione di Will Smith (che rimane impressa più che altro per il suo distaccarsi dallo scemotto del principe di Bel Air).
Per il resto il film è una palla, poco da fare. Materiale del genere è buono per il teatro, non per il cinema.

Non comprenderò mai il suo successo di critica e pubblico.

CyberWYX  @  30/08/2013 01:57:55
   7 / 10
Visto con un amico: i primi minuti ci hanno colpito per la dinamicità dei dialoghi, l'inutile ricchezza di linguaggio e il personaggio di Will Smith, travolgente, in modo esagerato. Il film poi ci mostra il significato di tutte queste chiacchiere in una delicata critica della classe borghese americana e non: il riempirsi di paroloni e belle spiegazioni, episodi da raccontare e soprammobili da mostrare non è che il palliativo delle esperienze mancate nella vita persa a rincorrere il più ricco e il più elegante.
PIacevole la trovata finale che azzittisce il tanto inutile chiasso, a dimostrazione che la semplicità è la ricchezza più difficile e dura da ottenere.

ferzbox  @  26/08/2013 17:45:09
   7 / 10
Film dalle tematiche interessanti che mette a confronto "la ricchezza",o le varie forme di "ricchezza",che possiedono le persone appartenenti a classi sociali differenti.
La storia è un analisi sull'ingenuità ed emotività dell'alta borghesia,che solitamente è nascosta,per dar spazio prevalentemente ad una forma di cultura "accademica"a discapito delle esperienze di vita.
Il personaggio di Paul(interpretato da Will Smith),è un ragazzo dalla straordinaria capacità di interazione con gli altri,che riesce, a suo modo,ad entrare in contatto con persone dell'alta società,stregandole e abbindolandole grazie al suo impressionante carisma.
Al di là della storia vera e propria,che vede questi ricconi cercare Paul perchè presi per i fondelli a causa delle sue menzogne,tutto il film si concentra(tramite dialoghi piuttosto ideologici e filosofici) sullo scoperchiare la mancanza di vere emozioni della gente altolocata.
Molte volte,la vera ricchezza risiede in coloro che si aggrappano alle piccole cose o,come dice Paul,sulla capacità di immaginazione,necessaria per poter guardare in faccia gli altri e se stessi....

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Questo ragazzo entra nelle loro vite,li ammalia come un incantatore di serpenti,e poi sparisce nel nulla...ne rimane solo il suo ricordo,marcato a fuoco nell'aria....
Più si va avanti e più l'alta borghesia fa la figura della vera gente povera...per una volta che hanno trovato qualcuno di interessante,questi quasi si burla di loro lasciandoli nel solito mondo mediocre a cui appartengono.......

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Poi c'è la teoria dei sei gradi di separazione....

Ogni persona è in grado di entrare in contatto con qualunque essere umano della terra(Il presidente degli stati uniti-un aborigeno del Sud america...è indifferente) tramite una ipotetica catena di sole sei persone;basta capire quali sono le sei persone giuste e il gioco è fatto(teoria dello scrittore ungherese Frigyes..a quanto pare..)....bhè,sarà anche vero,ma dal momento che queste ipotetiche sei persone non si sa chi siano,diventa logico pensare che a sua volta,trovare ognuna di queste sei,ne richiede altrettante sei....o no?....insomma,concetto teoricamente valido,ma praticamente utopistico(altro esempio che mette in mostra "l'ignoranza" dell'alta borghesia,che si attacca a cose accademiche,piuttosto che al proprio ingegno...o almeno io l'ho vista così)...

Tuttavia non ho gradito molto lo stile narrativo....non so spiegarlo bene,ma per tutta la visione sentivo un senso di pesantezza che non era dettato dalla tematica,ed in fondo nemmeno dai dialoghi....forse il montaggio?....o forse il ritmo?...non lo so bene,ma facevo una gran fatica a seguirlo....anche se ammetto che la regia e la fotografia erano discrete...ciò nonostante,dopo un oretta cominciavo ad essere saturo....quell'argomento non mi interessava più,o perlomeno non raccontato in quel modo....
Dopo un pò mi sono stufato...il concetto si era capito,ed il film andava troppo per le lunghe;stava cominciando a diventare un pizzichino pretenzioso(ma è un impressione che ho sentito io,puramente soggettiva)...

In conclusione ho ritenuto il messaggio interessante,ma non così interessante da rivedermelo una seconda volta.....il ritmo era lentino,e alla fin fine queste cose mi coinvolgono fino ad un certo punto....ma di discreta fattura...

chem84  @  18/08/2013 16:05:36
   8½ / 10
Davvero una piacevole sorpresa.
Film molto intrigante ed originale, ottimamente diretto ed interpretato.
La figura del Paul Smithiano merita senz'altro una grande considerazione.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  01/06/2013 17:52:52
   8½ / 10
Una riflessione che esce dalle pareti dei salotti (culle intellettualoidi à la Woody Allen) e fluttua dalla razionalità per scendere poi fino all'emotività. Schepisi riesce a evitare la fissità dell'origine teatrale con una messa in scena movimentata, uno scritto fervido e un montaggio incalzante.

luca156a.r  @  03/05/2013 21:14:12
   8 / 10
Merita soprattutto per la ricercatezza dei dialoghi. Devo dire la verità, quello iniziale sul giovane holden l'ho rimandato indietro due volte eppure qualche passaggio mi è sfuggito. Al di là della mia cultura teatrale (che non è certo esemplare) mi pare che l'effetto stordimento sia anche molto voluto. Insomma, non vi sentite dei cretini se vi sfugge qualche passaggio.

Merita molto comunque.

L'unica vera nota negativa è il doppiatore di smith che non è il solito. Stavo per cambiare solo per questo.

pinnazza  @  17/03/2013 08:04:13
   6½ / 10
feroce critica all'ambiente dell'annoiata borghesia newyorkese.
il giovane Paul la rivolta come un calzino dall inizio alla fine...

JOKER1926  @  22/01/2013 01:48:44
   6½ / 10
Si basa su una caratteristica teoria il film del 1993 di Fred Schepisi, regista certamente non famosissimo, "Sei gradi di separazione" oltre ad essere il titolo del prodotto richiama l'omonima dottrina.
Il plot di Schepisi non brilla di una sconfinata genialità ma è lo sviluppo di esso che porta lo spettatore a vivere una storia interessante.
La curiosità che pervade l'animo de "Sei gradi di separazione" è notevole, le vicende sono inoltre divertenti e il ritmo (fattore importante) è sempre alto.
Ovviamente in tutto ciò a far la differenza è la sceneggiatura; in film come questo è molto importante allestire un sistema di dialoghi nutrienti, allettanti.
La regia, tramite la sceneggiatura, riesce nell'intendo.
Prende dunque forme un film molto dialogato con le sue baldanzose ondate di filosofia e di spruzzi di vita, questi ultimi rei di un finale non perfetto.
La nostra critica intorno al prodotto, come fatto capire, tocca, in modo particolare, l'epilogo del film impostato troppo sul filosofico e sul vago.
Si ha l'impressione che "Sei gradi di separazione" non sia altro che una commedia (nera) che diletta il pubblico, certamente, ma che alla fine non sfrutti l'occasione per restare indimenticabile. Si vive, insomma, più sulla circostanza, imprevedibile ed esilarante, che sulla proiezione, sulla sostanza della storia.

Nel complesso la regia si lascia applaudire per un buonissimo montaggio delle scene, interessantissimo il meccanismo dei flashforward, ovvero la tecnica di anticipare visivamente una scena, che nella fattispecie del film si verifica o e raccontata dopo.
Sempre sulla scia tecnica da ricordare le prove degli attori; esplosiva ed egocentrica la prova di Smith, come copione pretende!

2 risposte al commento
Ultima risposta 04/05/2013 00.09.06
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BlueBlaster  @  07/08/2012 01:35:55
   6 / 10
Strano...non saprei come altro descriverlo...però non lo consiglio con il cuore

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  15/09/2011 10:13:39
   7½ / 10
Film interessante che smaschera il perbenismo, l'ottusità, la mediocrità dell'America Wasp.
Fred Schepisi dirige bene un film colto e brillante nei dialoghi con il valore aggiunto di un grande cast.
Convincente e bravo Will Smith.

Schizoid Man  @  04/06/2011 11:33:14
   8 / 10
"Sei gradi di separazione" è un film sorprendente, soprattutto se si considera che lo ha diretto un regista, Fred Schepisi, che certamente non è mai stato un granché. In questo film, però, tutto appare perfetto, o quasi. La storia ha per protagonista un ragazzo di colore, Paul, che una sera di un giorno qualsiasi si presenta di punto in bianco in casa di Flan e Ouisa Kittredge, ricchi mercanti d'arte residenti in un lussuoso appartamento in quel di New York. Paul dice loro di essere stato aggredito da un ladro, il quale, sempre a suo dire, gli ha sferrato una coltellata nel tentativo di derubarlo, proprio davanti alla casa delle persone presso le quali si è appena presentato. I Kittredge, dopo aver superato un attimo di smarrimento, dovuto alla sorpresa di vedersi piombare improvvisamente in casa propria un perfetto sconosciuto, provvedono a curarlo, e mentre fanno ciò, Paul comincia a parlare. E quanto parla il ragazzo: arte, letteratura, cinema; una volta che ha cominciato, Paul non finisce più di chiacchierare. Sembra quasi che sappia tutto di qualsiasi cosa. Inoltre - tra un'irresistibile dimostrazione dell'immoralità del "Giovane Holden" di Salinger e un'illuminante tirata sull'immaginazione e il potere che essa può avere sulla gente, al punto che l'immaginazione dovrebbe, parole sue, "essere il perno della nostra esistenza" - Paul dice anche di essere figlio di Sidney Poitier, e afferma altresì di conoscere molto bene i figli dei Kittredge, dei quali sostiene di essere un grande amico. Dal canto loro, Flan e Ouisa paiono completamente rapiti dalla brillantezza e dalla disinvoltura mostrate dal giovane. Pare un ragazzo modello, Paul: intelligente, serio, spiritoso e amichevole. Insomma, il figlio che tutti i genitori (o quasi) vorrebbero avere. Il mattino successivo a quel fortuito incontro, però, i Kittredge scopriranno a loro spese che spesso l'apparenza inganna.
Nonostante qua e là si noti l'origine teatrale (lo spunto, infatti, è preso da una commedia scritta da John Guane, che ha firmato anche la sceneggiatura del film), "Sei gradi di separazione" scorre via che è un piacere: i dialoghi sono arguti e pungenti, il ritmo spumeggiante, lo humour raffinato e sottile, grazie ad una sceneggiatura pressoché perfetta, che ha inoltre il grande merito di delineare i personaggi e le situazioni in modo impeccabile. Schepisi, sorprendentemente, asseconda il tutto con una regia brillante, destreggiandosi tra flashback e flashforward con una facilità disarmante e un'eleganza quasi impressionante, cosa che gli permette di garantire allo spettatore la possibilità di comprendere, senza troppa fatica, i molteplici sviluppi imprevedibili che la pellicola offre man mano che la storia procede.
Ottimo anche il cast, con Stockard Channing e Donald Sutherland - entrambi magnifici - una spanna sopra a tutti gli altri; ma bisogna ammettere che anche Will Smith - altrove attore solitamente mediocre - se la cava piuttosto egregiamente. L'unico difetto del film, forse, è quello di tirare un po' troppo per le lunghe il finale: ma è un difetto che si perdona volentieri, perché a quel punto il meglio è già stato fatto. Non c'è che dire: "Sei gradi di separazione" è una commedia brillante, ricca di ironia pungente, che mette alla berlina i rapporti tra le persone di classe sociale differente, dimostrandoci che nella vita l'unica cosa che conta veramente è sempre e comunque il denaro, con il quale si può comprare tutto. Tranne la felicità, ovviamente (come ci dimostra il finale nel quale tutti, chi più chi meno, escono sconfitti). Un film divertente, ma dal retrogusto assai amaro.

e 82  @  03/02/2011 17:44:54
   5 / 10
Il mio parere sul film si avvicina molto a quello che ha espresso Alexiel nel suo commento.
Una parodia, basata su stereotipi di inizio anni ‘90 riguardo ai "borghesi".
Le uniche parti che ho trovato interessanti sono le analisi artistico-letterarie: ad esempio la tesi sul romanzo Il giovane Holden.
Per il resto, l'omofobia della coppia borghese, il distacco tra loro e i figli, le insoddisfazioni, la superficialità che riempie le loro vite… le ho trovate davvero stereotipate, quasi come nei film alla Eddie Murphy!

ilcippo  @  20/01/2011 18:38:34
   6 / 10
Film un po' difficile da apprezzare ad una prima visione secondo me, dialoghi un po' troppo pesanti, un film non per tutti..

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  11/11/2010 22:30:29
   7½ / 10
Un cast praticamente perfetto riesce a ripagare uno Schepisi in stato di grazia, il film che ci ha consegnato infatti, è molto acuto e si basa su una critica alla famiglia borghese americana ma non solo. "Il fascino discreto della borghesia" diceva un certo Brunel e si vede che Schepisi ha voluto tornare sopra l'argomento marcando il lato più cinico e asettico della classe sociale in questione utilizzando come capro espiatorio un Will smith impegnato in un ruolo insolito ma pungente. Un pò ripetitivo nella sequenza delle scene giusto per imputargli qualcosa. Interessante.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  31/05/2010 16:23:06
   7 / 10
Schepisi decide di effettuare un analisi feroce della borghesia Americana parlando del perbenismo di una comune famiglia adagiata di Manhatthan che si prendera' cura di un ragazzo di colore che nasconde svariati segreti!
Il modo di fare del personaggio di Will Smith è allo stesso tempo amabile e odioso,una sorta di profeta dell'impossibile che vuole mostrare al pubblico il marcio della societa'!
Inutile dire che tutto il cast è perfetto!
Curiosita'...Smith inizialmente parla del romanzo "il signore degli anelli" rivolgendosi a Ian Mckellen futuro Gandalf nella serie di Peter Jackson!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  18/01/2010 18:51:31
   7½ / 10
Dialoghi curatissimi per un film che smaschera l'ipocrisia della classe Wasp americana dove il successo e soprattutto i soldi sono i valori che contano. Molto bravo Will Smith in un film che lo valorizza come attore e lo purifica dalle scorie delle situation comedy televisive di provenienza.

paride_86  @  19/12/2009 18:21:10
   6½ / 10
Paul è un ragazzo che vive d'immaginazione e cerca così di dare un altro senso alla sua vita. Si ritroverà in mezzo all'alta società americana innescando meccanismi imprevisti e irreversibili che ne smaschereranno tutta la superficialità e l'ipocrisia.
Pur con buoni propositi, "Sei gradi di separazione" non centra il bersaglio. La critica sociale è sferzante ma il film si perde in episodi collaterali che poco o nulla hanno a che vedere con il plot principale, contribuendo così ad aumentare la confusione di un impianto narrativo fatto di flashback e scaglie di storia.
Ottima prova degli attori.

Invia una mail all'autore del commento Gondrano  @  28/10/2009 10:03:48
   7½ / 10
Concordo pienamente con il commento di Kowalsky, ottimo e particolarissimo film di critica alla società bene americana, in cui l'apparire è più importante dell'essere.
Bravissimo il giovane Smith, ed in generale tutti gli attori sfoderano una prestazione di livello eccellente.
Poco conosciuto, ma vale assolutamente la pena di vederlo.
Il mio preferito di Schepisi insieme a L'ultimo bicchiere.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  16/10/2009 23:29:47
   8 / 10
Film poco noto e mal pubblicizzato, merita assolutamente di essere ripescato. Script geniale, andamento sinuoso e affascinante e squadra di attori ai massimi livelli, su tutti la grandissima Channing e uno sbalorditivo Smith. Schepisi dirige, forse senza volerlo, un piccolo cult movie!

Alexiel  @  19/03/2009 18:25:44
   1 / 10
Trovo questo film orrido, veramente orrido. Non solo è poco scorrevole, privo di senso come fosse un esercizio cinematografico e totalmente abulico; ma tutta la vicenda si conclude in modo così sciocco e talmente idiota negli episodi e nelle considerazioni dei protagonisti, che finita la visione l'unico desiderio che rimane è quello di affacciarsi alla finestra ed accorgesi che il mondo non somiglia per nulla a quello descritto nel film, che è solo fantascienza sociale.
La banalità e la mediocrità che doveva contraddistinguere i personaggi della pellicola in contrapposizione al protagonista, finisce col soffocare anch'esso in un susseguirsi di siparietti che tendono unicamente a mostrare i vari spunti razzisti, omofobi, superficiali, materialisti dei vari individui presenti nel racconto, in una visione che mette su un piedistallo la "purezza" del folle e sensibile Will Smith che tuttavia non è tale, perchè non vi è nulla di puro o di positivo in lui come non vi è negli altri. Anzi, si ritrova ad essere al centro di vicende che lo vedono totale carnefice di sè e di chi ha intorno.
Non è possibile apprezzare film come questi, non è proprio possibile. Si scambia la stupidità con la quale viene avvolto lo spettatore durante tutto il film con chi sa quale vento filosofeggiante proveniente dalla pavoneggiata genialità dell'autore, che genio non è.
Non basta la presenza di attori di un certo calibro a sollevare le sorti di questa indecenza cinematografica. E non bastano gli sciocchi intenti di penetrare l'animo umano, una certa visione sociale, o solamente il voler donare delle considerazioni che siano limitatamente profonde su qualcosa o qualcuno.
A questo aggiungo la personale constatazione sulla frase presente nel film che fa anche da titolo alla pellicola, ossia i 'sei gradi di separazione' che dividerebbero/legherebbero ogni uomo da qualsiasi altro.
Bè c'è da dire che tralasciando l'irrealtà della tesi espressa, i sei gradi di separazione che dividono un individuo dall'altro diventano infiniti gradi. Questo perchè se l'obiettivo è raggiungere il sesto grado e risalire la ragnatela sino al primo, allora questo stesso sesto gradino verso chi cerchiamo diventa a sua volta obiettivo che è distante da noi - appunto - sei gradi di separazione. E questo non solo vale per ogni 'grado di separazione', ma vale per il grado di separazione necessario all'avvicinamento ad ognuno dei sei gradini, che quindi vedono un aumentare esponenziale da un grado all'altro di un obiettivo all'altro portando ad un moltiplicare per sei all'infinio, cosa limitata unicamente dal numero di esseri umani viventi sul pianeta terra.
Insomma, tanto per definire ulteriormente l'assennatezza di tutta l'opera.

E' un film insensato, e proprio per questo riconosciuto erroneamente da molti come pellicola profonda che viene accostata a importanti riflessioni ed elitarie considerazioni sull'uomo e la società. Ma così non è.

1 risposta al commento
Ultima risposta 01/07/2009 14.53.42
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tabularasa  @  16/03/2009 23:01:27
   6 / 10
trama originale ma non scorrevole.buona la recitazione di tutti i protagonisti.diciamo che è una commedia che scruta l'animo umano.

kalin_dran  @  23/01/2009 17:12:40
   8 / 10
Una sceneggiatura davvero bella con dialoghi perfetti.
Un film che porta inevitabilmente con se diversi spunti di riflessione e che sarà difficile da dimenticare.
Seppur giovane Will Smith è davvero bravo nel suo difficile ruolo.
Ottima anche l'interpretazione di Donald Sutherland.
Eccezionale quella di Stockard Channing, che per questo ruolo ottiene la nomination all'oscar come miglior attrice protagonista. Secondo me avrebbe meritato di vincerlo.

rensu  @  23/12/2008 18:01:52
   8½ / 10
una gradevolissima sorpresa.

Cardablasco  @  14/07/2008 08:57:40
   7 / 10
Enigatico,molto bello

france  @  03/06/2008 11:16:21
   7½ / 10
piacevole sorpresa... sisi

Gruppo STAFF, Moderatore Lot  @  19/02/2008 08:44:47
   8½ / 10
Riedizione in chiave sociologica di Teorema di Pasolini, uno dei film meglio scritti da molti anni a questa parte, dialoghi brillanti ed una formula con molti spunti, Kandinskij e Salinger, arte e vita, affermazione e fallimento.

Invia una mail all'autore del commento Rana c'è!  @  26/01/2008 04:02:05
   8½ / 10
Sei gradi...
...bastano sei gradi di separazione e ogni persona è legata a qualsiasi altra persona.
Ma non Paul, nessuno sa chi è realmente, ma ognuno lo riconosce per quello che lui stesso vuole apparire.
E quando forse decide di cambiare oramai è troppo tardi, puoi avere anche il mondo intero che pende dalle tue labbra ma per Paul non puoi più far nulla.
E probabilmente ti accorgi di aver trattato allo stesso modo addirittura i tuoi figli;
Non puoi che sentirti come un quadro bifronte di Kandinskij, da un lato confusa e disordinata dall'altra parte invece ordinata e metodica.

Da tutto ciò ne risulta un opera teatrale (trasformata alla grande per il cinema) senza precedenti per intelligenza e acutezza di pensiero.
Una commedia drammatica (ebbene non trovo altro modo di catalogare questa pellicola) che merita una visione molto attenta per poter essere recepita e che porta ad una riflessione sui comportamenti delle classi sociali borghesi e sulle coscienze delle persone che ne fanno parte.


Per concludere, bellissimo film (concordo col fatto che non è stato riconosciuto per quanto probabilmente vale) e grandissime interpretazioni, Will Smith compreso (dovrebbe andare più spesso alla ricerca di ruoli come questo). Invito tutti a guardarlo perchè merita veramente.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  04/04/2007 07:41:45
   8 / 10
Meraviglioso, il film di Schepisi è uno dei piu' interessanti spaccati sociali sull'America Wasp attraversata dalle convenzioni e dai parametri (quella sulla presunta celebrità, o comunque sulla dipendenza dal successo) razziali: pensiamoci, le famiglie accettano Paul unicamente perchè si finge figlio del famoso attore Sidney Poitier...
straordinario il modo in cui viene rappresentata l'ipocrisia celata nel benessere sociale e nell'apparente serenità delle famiglie, pronte ad assolvere o condannare Paul, e pure lo stesso Paul quando semina dolore e laceranti ferite con un cinismo, oserei dire, che è tipico dell'opportunismo americano (e non solo).
Grande esordio di Will Smith, un attore di notevoli risorse, molto migliore dei ruoli a cui successivamente (con qualche eccezione v. il grandioso Alì di Mann) viene affidato

1 risposta al commento
Ultima risposta 01/07/2009 14.54.45
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davil  @  28/02/2007 11:51:41
   8 / 10
storia originale e con un incredibilmente - visto poi cosa ci riserverà in futuro, ahimè - bravo will smith.
a mio parere avrebbe meritato più considerazione. assolutamente da vedere

CarlitoBrigante  @  09/04/2006 13:25:09
   9 / 10
Il voto ke si merita nn è forse 9, xkè di certo nn rientra nella categoria capolavori. Ma sono davvero pochi i film come questo ke usciti dalla sala mi hanno dato quel senso di spaesamento e di confusione come questo. Finito di vedere il film, si è infatti assaliti da una marea di domande, riflessioni, dubbi, incertezze.... Tantissimi i punti interrogativi ke rimangono a fine pellicola, uno su tutti "KI DIAVOLO E' PAUL???".
Il film inizia con ritmi a dir poco lenti, ma tutto ciò nn è altro ke il prologo ad una storia da i ritmi elevatissimi, tanto da nn lasciar tempo di pensare a cosa stia accadendo, ma lascia spazio solo ai nostri occhi. Il film si presenta inizialmente con la tesi ke ognuno di noi è diviso dal mondo intero da sole 6 persone (6 gradi di separazione), e per tutto il film la storia nn fa altro ke contrastare tale tesi, mostrando di come un gruppo di persone, nonostante le loro innumerevoli conoscenze nn riescano ad arrivare alla persona di Paul e capire ki sia davvero.
Altro argomento centrale della pellicola è la parlatina del protagonista (il nostro Paul), della sua mente brillante, e di come con pochissime parole riesca a passare dall'essere un delinquente alla persona più amabile del mondo.
Il montaggio è assolutamente originale, così come la sceneggiatura. Ottima l'interpretazione di un Will Smith agli esordi.
Senza alcunissimo dubbio è un film da vedere assolutamente.

Jumper  @  15/02/2006 23:25:45
   6 / 10
Scusate se abbasso un po' la media ma a me non e' piaciuto molto. Secondo me si merita appena la sufficienza perche' la storia e' originale.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  01/05/2005 19:49:59
   8 / 10
Concordo con Aenima.
Il film è indubbiamente interessante, raffinato, colto, piacevole.
Da vedere.

Gruppo COLLABORATORI Aenima  @  29/11/2004 17:30:33
   9 / 10
Filosofia e cinema: un connubio che dopo aver visto "Matrix" ritenevo quasi improponibile...E invece ecco spuntare dal nulla questo "Sei gradi di separazione": uno schiaffo dritto in faccia a tutto il mondo borghese; un pugno nello stomaco ai "Ricchi Benpensanti", rifilato però, sempre con "MOLTO STILE".
Anche se Will Smith non è proprio "il mio attore preferito", devo ammettere che in questa pellicola dimostra una grande maturità e un talento strepitoso.
Un film "di razza", ricco di simbolismi e metafore da cogliere tra le righe, passato chissà perchè troppo inosservato.

Guardatelo assolutamente e "R I V A LU T A T E L O".

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