shining regia di Stanley Kubrick USA 1980
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shining (1980)

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locandina del film SHINING

Titolo Originale: THE SHINING

RegiaStanley Kubrick

InterpretiJack Nicholson, Shelley Duvall, Danny Lloyd, Scatman Crothers, Philip Stone

Durata: h 2.00
NazionalitàUSA 1980
Generehorror
Tratto dal libro "Shining" di Stephen King
Al cinema nel Febbraio 1980

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Trama del film Shining

Lo scrittore Jack Torrance accetta, assieme alla moglie Wendy ed al figlioletto Danny, di fare da custode invernale ad un hotel deserto, l’Overlook Hotel, dove anni prima un suo predecessore era impazzito ed aveva sterminato la famiglia. L’hotel è attraversato ed abitato da strane presenze ed in esso le leggi spazio temporali sembrano sovvertite. L’isolamento, sommato al fallimento letterario – Jack non ha idee e non riesce a scrivere – faranno impazzire Jack, che tenterà di uccidere la sua famiglia.

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Voti e commenti su Shining, 877 opinioni inserite

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Jack Torrence  @  14/01/2012 14:51:42
   10 / 10
Forse è il più "commerciale" dei film di Kubric, ma non per questo lo considero inferiore agli altri.

Si può facilmente intuire dal mio nickname che il protagonista del film è in assoluto uno dei miei personaggi cinematografici preferiti. Magistralmente interpretato dal miglior Nicholson che si poteva trovare.

Film immenso, la massima rappresentazione del cosiddetto genere "horror".

L'orrore non è dato dal sangue, dalle budella e da litri e litri di sangue. No. Qui ci troviamo di fronte ad un istinto. Un istinto presente in tutti noi, che può scaturire in varie forme e in vari modi.

La follia. Espressa magistralmente da un attore magistrale. Una delle migliori interpretazioni in assoluto.

Ma il film non è solo Jack Torrence. Il film è l'Overlook Hotel. Il film è Danny Torrence. Il film è Wendy Torrence.

Si possono spendere migliaia di parole per analizzarlo a fondo. Ma una sola parola basta per sintetizzare l'opera di un grandioso regista/fotografo come lo è stato Kubric:
Capolavoro.

2 risposte al commento
Ultima risposta 02/04/2013 22.40.20
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  17/03/2010 16:04:52
   10 / 10
Il mio nick (che un mero errore materiale, e invece di a, ha trasformato ai miei occhi in un vezzo tipo "inglourious bastErds") esigeva un mio commento a questo immenso film.

Shining mette in scena una vicenda che, se da un lato ha in sé la propria compiutezza e le proprie allusioni di “senso”, è anche un’allegoria molto complessa e stratificata.
Le esperienze del protagonista appartengono a un universo mediano tra il reale e l’onirico, un universo che riesce a essere al contempo sia reale, sia onirico.
Le visioni di Jack hanno inizio nella Golden Room (la prima visione - l’apparizione del cameriere Lloyd - è per così dire “contenuta”, mentre la seconda - la festa - è barocca, eccessiva, segno di una mente sempre più squilibrata).
Le visioni di Jack, anche la loro progressione, entrano solo apparentemente nelle coordinate del film di genere (la casa infestata da fantasmi). Se si presta attenzione alla struttura narrativa del film, scopriamo che le due relative sequenze non sono affatto scisse da quanto le precede: anzi ne costituiscono l’esito. In entrambi i casi abbiamo Jack, un padre di famiglia che si rifugia al bar, a bere, per sfuggire alle pressioni familiari divenute a un dato punto eccessive. La prima volta, infatti, Jack si “rifugia” nella Golden Room appena dopo essere stato accusato dalla moglie di esser lui la causa dei misteriosi segni sul collo di Danny (e che noi spettatori riconduciamo, invece, alla “visita” compiuta dal bambino nella stanza 237, sulla quale però è stata pur sempre operata un’ellissi. Ciò, da un lato, è uno dei fattori di ambiguità di cui è costellato il film, e d’altra parte ci fa propendere per l’innocenza di Jack, e quindi, nella circostanza, parteggiare per lui, anziché per la moglie).
La seconda visione (quella in cui Jack riceve il “mandato” da Mr. Grady), segue la sequenza in cui Jack afferma di non aver trovato nulla nella stanza 237, ma -stavolta - ci sembra mentire, alla luce di quanto visto (in un trionfo di ambiguità, assistimano Halloran mentre vede - forse - Danny (oppure entrambi vedono insieme), Danny vede - forse - il padre, nella stanza 237, il quale vede una ragazza nuda uscire dalla doccia, baciarlo, e trasformarsi in una vecchia in putrefazione la quale, contemporaneamente, avanza verso di lui e se ne sta distesa nella vasca, iniziando ad emergerne), e subire intanto sempre più sia il peso del proprio crescente isolamento all’interno del nucleo familiare (che vorrebbe invece tenere in pugno), sia il peso della decisione di restare all’Hotel, a dispetto della volontà della moglie, della propria inettitudine …e dei propri fantasmi.

Dunque: entrambe le visioni che hanno luogo nella Golden Room possono spiegarsi agevolmente come prodotto della mente di Jack, il quale, sotto il peso dello stress e della tensione, elabora proiezioni delle proprie pulsioni di distrazione (nel primo caso - la comparsa di Lloyd) e di controllo sulla famiglia. Il discorso di Mr. Grady, infatti, esplicita una vera e propria rivendicazione del ruolo di padre di famiglia autoritario che “mette in riga”, disciplina moglie e figlio. Ma Jack, oltre a essere debole e frustrato, non conosce l’essenza di dominio e potenza (e di violenza) di questa pulsione: ha dunque bisogno che gli venga “proposta” da qualcuno.
(Può essere interessante ricordare come, a complicare la rete di ambiguità di cui è intessuto Shining, c’è lo sdoppiamento del nome di battesimo di Mister Grady (un errore compiuto dalla mente di Jack?). Uno sdoppiamento scomparso nel doppiaggio italiano, mentre, nell’originale, il Delbert Grady della sequenza del bagno rosso viene inizialmente chiamato Charles Grady, da Ullman, nel colloquio di assunzione. Quello che i traduttori italiani avevano probabilmente ritenuto una svista di sceneggiatura, è invece un indizio ulteriore della germinazione fantasmagorica che ha luogo nella mente di Jack).

Sembra plausibile perciò leggere le visioni di Jack come creazioni del suo inconscio – un inconscio che traduce e mette in scena ciò che, razionalmente, Jack non sarebbe in grado di elaborare da sè. Occorre sottolineare però che il valore e l’efficacia di questa messa in scena sta nella sua assoluta realtà. Le due scene sono inverosimili in un contesto normale, ma presi per mano dalla finzione, come spettatori che hanno già accettato la sospensione della credulità, siamo posti di fronte a una situazione che ci sembra realmente realizzarsi, lì all’Overlook Hotel. E’ questo che intendo, sostenendo che l’universo di Shining si colloca in una dimensione al contempo onirica e reale: le visioni di Jack non sono presentate come visioni, ma come esperienze reali. Al contempo, sono visioni, si spiegano come visioni - pur restando, ambiguamente, …del tutto reali.

Le proiezioni effettuate all’esterno di sé da parte di Jack, sono di due specie.
La prima è la proiezione, su qualcun altro, della colpa delle proprie frustrazioni, della responsabilità del proprio scacco. In Shining, Jack vede nel figlio Danny e nella moglie Wendy un ostacolo per il proprio lavoro (di custode e di scrittore): egli sostituisce alla propria inettitudine il peso costituito dalla famiglia e dalle responsabilità familiari, troppo gravose per la realizzazione della sua individualità.
(E' significativo che il tentativo di strangolamento di Danny, che la madre attribuisce a Jack, sia avvenuto proprio mentre Jack era addormentato davanti alla sua macchina da scrivere, e lì - in una sorta di traslazione - ha sognato di fare a pezzi la famiglia – incubo che lui stesso aveva rivelato alla moglie, sconcertato e angosciato, appena prima che apparisse Danny con i segni sul collo).
Esiste poi una seconda specie di proiezione-fuori-di-sé: quella delle forze che dirigono e sovrintendono alle pulsioni interiori. Jack si crea Mr. Grady, da cui viene spinto a concretizzare l’annientamento del nucleo familiare.

----

Appendice cabalistica-massonica.

Premessa: Kubrick era di origini ebraiche; la cabala è ebraica; non ne so assolutamente nulla ma credo che sia lecito instaurare un rapporto quantomeno teorico fra elementi della cabala ed elementi della massoneria.
Si può ipotizzare che Kubrick appartenesse a una massoneria? Non sarebbe poi una cosa scandalosa. E' stato già sostenuto da qualcuno?

Dunque. Dalla monografia sul film di G. Cremonini, estrapolo la seguente allusione al numero 12 e al suo inverso 21.
Il numero 12, nella cabala, leggo, starebbe a indicare "olocausto".
- Stanza 237: la somma di 2, 3 e 7 dà 12.
- La stazione dell'Overlook Hotel è KDK 12.
- la foto che si vede alla fine del film ritrae la festa del quattro luglio del (19)21.
- quella foto è una delle 21 foto presenti su 3 file di 7 foto ciascuna.
- Danny e Wendy guardano alla tv "Summer of '42" di R. Mulligan: 42 è il doppio di 21.

Ovviamente, le "coincidenze" riguardanti il 12 e il 21 tornano anche in "2001: Odissea nello spazio":
- nel titolo.
- HAL dichiara di essere stato progettato il 12 (dodici) gennaio del 1992.
- 1992 è in curiosa opposizione con 2001, con l'inversione della prima e l'ultima cifra e la sostituzione di 00 a 99.
- La somma di 1, 9, 9, 2 dà 21.
- HAL: la H è l'ottava lettera dell'alfabeto inglese, la A la prima, la L la dodicesima. 8 + 1 + 12 = 21

...

credo che i riferimenti non siano finiti

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Ultima risposta 20/09/2010 02.42.57
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