star wars: episodio iii - la vendetta dei sith regia di George Lucas USA 2005
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star wars: episodio iii - la vendetta dei sith (2005)

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locandina del film STAR WARS: EPISODIO III - LA VENDETTA DEI SITH

Titolo Originale: STAR WARS: EPISODE III - REVENGE OF THE SITH

RegiaGeorge Lucas

InterpretiEwan McGregor, Hayden Christensen, Natalie Portman, Ian McDiarmid, Samuel L. Jackson, Christopher Lee, Anthony Daniels, Kenny Baker, Peter Mayhew, Frank Oz, Jimmy Smits

Durata: h 2.20
NazionalitàUSA 2005
Generefantascienza
Al cinema nel Maggio 2005

•  Altri film di George Lucas

•  Link al sito di STAR WARS: EPISODIO III - LA VENDETTA DEI SITH

Trama del film Star wars: episodio iii - la vendetta dei sith

Mentre la Guerra dei Cloni continua, Anakin Skywalker si ritorva pericolosamente affascianto dal lato oscuro della Forza, entrando così in confilitto con Obi-Wan Kenobi.

Film collegati a STAR WARS: EPISODIO III - LA VENDETTA DEI SITH

 •  GUERRE STELLARI, 1977
 •  L'IMPERO COLPISCE ANCORA, 1980
 •  IL RITORNO DELLO JEDI, 1983
 •  STAR WARS EPISODIO I - LA MINACCIA FANTASMA, 1999
 •  STAR WARS EPISODIO II L'ATTACCO DEI CLONI, 2002
 •  STAR WARS: IL RISVEGLIO DELLA FORZA, 2015
 •  ROGUE ONE: A STAR WARS STORY, 2016
 •  STAR WARS: GLI ULTIMI JEDI, 2017
 •  SOLO: A STAR WARS STORY, 2018
 •  STAR WARS - L'ASCESA DI SKYWALKER, 2019

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Voto Visitatori:   7,69 / 10 (312 voti)7,69Grafico
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Voti e commenti su Star wars: episodio iii - la vendetta dei sith, 312 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento montypython  @  02/09/2005 12:02:17
   7 / 10
È finita. Dopo ventisette anni la favola è finita. Ero piccolo quando per la prima volta venni trasportato “tanto tempo tempo fa, in una galassia lontana lontana…; ero poco più di un bambino quando per la prima volta nel buio del cielo stellato un rombo improvviso annunciava la comparsa di quella grande scritta gialla, quando quei caratteri anch’essi gialli si allontanavano piano piano nel profondo dello spazio, accompagnata da quella musica epica, ispiratrice di tanti momenti della mia vita, di tanti miei sogni. Anni dopo l’inquadratura che si sposta in basso, come un immaginario sipario che apre la scena dove la mia immaginazione, finalmente libera, recita, dà l’inizio alle danze per l’ultima volta. Per l’ultima, indimenticabile volta lo spettacolo, la grande favola, è iniziata.
Non è esprimibile, a parole, il susseguirsi delle emozioni che piano piano queste visioni suscitano, un misto di felicità e melanconia, di gioia e precoce nostalgia.
Ma ogni favola, ogni saga ha una fine (che è anche un inizio) e “ La vendetta dei Sith” è la più giusta, bella, straordinaria ed epica fine che questa grande favola potesse meritare. Il momento tanto atteso, la caduta della Repubblica, la formazione dell’Impero, lo sterminio dei Jedi, la nascita di Luke e Leia, il passaggio, lento e doloroso, di Anakin al lato oscuro che finalmente giunge al termine, il male che trionfa sul bene, è arrivato. Il cerchio si chiude, ma Lucas sapeva bene che questo capitolo, il più dark e terribile della serie, sarebbe stato il più complesso da gestire, non solo per la enorme quantità di materiale e di perché rimasti irrisolti, ma soprattutto per il travagliato dissidio interiore di Anakin. Quello che crea Lucas è un film di parellilismi, richiami, dejà vu contornato da una atmosfera cupa, soffocante: la conspevolezza del trionfo del male da parte dello spettatore fà il resto. Lucas gioca su questa conspevolezza, imbrigliandola per i suoi scopi amplificando a dismisura le emozioni che il suo film suscita. Lo spettatore non può far a meno che provare un senso di frustrante impotenza di fronte all’inevitabile destino di Anakin, degli Jedi e della Repubblica completando in qualche modo il film, volontariamente lasciato aperto, che più che spiegare ciò che realmente accade con dialoghi contorti si limita a dare poche, decisive e forti pennellate, tasselli di un grande mosaico che solo all’occhio dello spettatore partecipe appare chiaro. Tutto viene spiegato e al contempo lasciato aperto per lasciare all’immaginazione quello che la nuova trilogia sembrava negare. Ed è in questo continuo gioco tra film e spettatore che si sviluppa quello scontro interiore tra bene e male che Anakin vive durante tutto il film: ma il passaggio non è un semplice passaggio dal bene al male, da un assoluto ad un altro assoluto; è nel chiaroscuro che questo passaggio al male si attua e anche quando è definitivo non siamo sicuri che Anakin sia totalmente malvagio. Il futuro Darth Vader è per acquisire i poteri necessari ad impedire che Padme muoia che passa al lato oscuro della forza, per proteggere ciò che ama. Ma, inevitabilmente, questo desiderio di protezione non potrà coesistere a lungo con l’altruismo cui Anakin si è votato nel momento in cui ha deciso di diventare Jedi. È una sorta di egoismo altruistico in cui Anakin si ritrova imprigionato, del cui stato non si capacita, forse incapace di vivere di assoluti, da una parte quello di Obi Wan, dall’altro quello di Palpatine. È dunque un Anakin dal volto più umano, dominato non più da valori ideali e metaforici della prima trilogia, ma da una ambiguità umana, più complessa rispetto a quella più ingenua, ma non meno coinvolgente e commovente, del Ritorno dello Jedi o dell’Impero colpisce ancora. Fino all’ultimo l’esisto dello scontro interiore è incerto e non lo sarà neanche quando anakin compirà azioni efferate come lo steriminio dei giovani bambini Jedi e non lo sarà neanche quando diventerà il Darth Vader che tutti conosciamo. È infatti sempre Padme il suo primo pensiero. La scena una delle più drammatiche del film non può che richiamare il mostro creato dal dottor Frankeistein: Vader, saputa della morte di sua moglie per causa sua, ingannato da Sidius, travolto dal senso di colpa di non essere riuscito a proteggere neanche questa volta la persona che amava, si libera dalle maglie della piattaforma in cui il “mostro” è stato creato e con incedere goffo e pesante, proprio come il mostro di Frankeinstein, e lascia libera di sfogarsi la sua rabbia che lo acceca definitavemente; ci vorrà poi Luke perché Anakin possa ritrovare sé stesso e rimediare ai suoi errori. Vader è un mostro, creatura artificiale creata dall’imperatore, un “ mostro incomprensibile” distrutto dai sensi di colpa, dal peso dei suoi efferati assassini che per sfuggire alla coscienza si rifugia nella rabbia, nel lato oscuro, per evitare un confronto con sé stesso inevitabile, che viene solo rimandato.
La vendetta dei Sith è uno continuo susseguirsi di momenti epici a momenti maliconici pur nella semplicità d’azione delle scene: ecco come quelli che possono apparire come punti deboli, quali la facilità con cui i Jedi cadono uno dopo l’altro, o l’assalto stesso al tempio che appare sbrigativo, sono in realtà i veri punti di forza del film. È l’atmosfera del momento che si vuole ricostruire, non l’azione in sé, è la caduta ineluttabile di un mondo che all’improvviso con una velocità incredibile, dopo mille anni di stabilità crolla su sé stesso come un castello di carte,come un gigante dai piedi d’argilla che si vuole mostrare. Gli avvenimenti sono talmente repentini da non rendersi conto di quello che realmente stia succedendo, avvenimenti che anche a noi spettatori vengono nascosti, per aumentare in qualche modo questasensazione di catastrofedi cui non si sa nulla dove il panico è l’unica cosa di cui si è certi: Anakin che entra nel tempio, un incendio, in lontananza, un silenzio che vale più di mille urla; dell’assedio al tempio solo questo ci viene mostrato, nient’altro: sappiamo che al’interno si è compiuto un efferato assassinio, ma quasi non ce ne capicitiamo, e forse la reale gravità della situazione si comprende solo quando il classico rumore della spada laser. Invece di preannunciarci un nuovo ed epico duello, questa volta ci spaventa e diventa più esplicativo di tante immagini o tanti discorsi. Ancor più drammatica appare la scena dello sterminio degli anziani Jedi sparsi per i vari pianeti:nonostante stupisca che dei membri del consiglio vengano abbattuti così facilmente con qualche colpo di fucile alle spalle, le scene appaiano più forti e dense di emozioni per la semplicità e velocità del gesto che appare agghiacciante nella sua efferatezza quasi ingenua e da film di serie B: eppure il momento è il più triste ed evocativo del film in cui non muiono soltanto dei jedi del consiglio, ma muore con loro lepoca delle spade e dei duelli individuali, dei gesti cavallereschi per lasciar spazio alla cruda immediatezza delle armi e degli eserciti schierati, tutti uguali, irriconoscibli, privi di qualsiasi identità. Quello che resta è l’immagine del vecchio Yoda che si accascia a terra per i continui colpi al cuore in una immagine realistica e struggente per essere un modello digitale, e nient’altro.
Ma la vendetta dei Sith è un film che gioca molto sui colori: è un film scuro in tutti i sensi, la maggior parte delle scene è in ombra o in penombra, persino di giorno, ma l’atmosfera che dal giallo dominante del pianeta di Tatooine si è via via scurita fino al rosso porpora di episodio due, in questo film viene tramutata in un rosso fuoco del pianeta vulcanico, pianeta che sembra quasi inghiottire la luce rendendo ancora più epico lo scontro finale tra Anakin e Obi-wan fatto di silhouette e ombre di luci soffuse e soffocanti, quando ci sono., il tutto impegnato da una colonna sonora spettacolare che riesce sapientmente a giustapporre i temi della nuova trilogia con quelli della vecchia, creando un effetto ancor più stupefacente. Da notarsi poi il graduale passaggio dai colori vivaci e vari della prima trilogia al bianco accecante dell’interno delle astronavi e del grigio e nero delle navi imperiali. Da qui in poi è un piacevole gioco di citazioni e parallelismi con la vechia trilogia, che non può che far piacere, fino alla bellissima scena finale che ci ricorda che ci sarà sempre un nuova speranza.
Così si conclude ed inizia la grande ed epica favola di Guerre Stellari: Lucas ha aperto il grande libro di quella galassia lontana lontana e ci ha raccontato la storia di un ragazzo, che per amor dei suoi cari si è perso per strada per poi riportare l’equilibrio nella forza, riscoprendo il suo lato buono, riparando ai suoi errori, Lucas ha finito di racconater questa storia, ma quel libro resta aperto per la nostra immaginazione libera di agire su quel grande palco che è l’universo di Guerre Stellari ogni qualvolta che avremo voglia di rifuggere da un mondo troppo sretto per i sogni, troppo stretto per qualsiasi fantasia, all’infinito e per sempre.
Grazie Lucas

2 risposte al commento
Ultima risposta 14/11/2005 20.15.19
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