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Tedioso, scostante e banale. Con consueta storiella d'amore annessa. Ennesimo filmetto figlio del periodo Reaganiano di allora, non a caso, in una delle scene viene suonato l'inno americano.
Thriller/noir curioso ma incolore. Figgis ha uno stile narrativo interessante e sa ricreare abbastanza bene atmosfera ed attese nello spettatore (la colonna sonora jazz in questo gioca un ruolo fondamentale); peccato che nella prima ora ci sia troppa carne al fuoco, e che a seguire gli sviluppi siano deboli e molto poco appassionanti. I personaggi poi non sono caratterizzati bene, e il finale ti lascia con il classico "tutto qui?". Gli attori se la cavano, ma non lasciano il segno come da altre parti.
Si lascia guardare, ma sa tanto di occasione mancata.
Film da vedere questo di Figgis, non per la presenza di Sting o della Griffith, ma in quanto contenente una colonna sonora che, nel cd audio che personalmente possedevo dagli anni'90, e' spettacolare. Dal punto di vista della trama questa e' scarna e anche gli attori, in primis Lee Jones nei panni del negativo presunto boss di turno, non danno il meglio di se', forse in quanto opacizzati da una regia che voleva sottolineare le atmosphere da poche parole e sottese affermazioni e, certamente, dalla qualita' audio ( cosa curiosa, viste le musiche) e video che lasciano molto a desiderare. Ma certamente anche le pause e le inquadrature non eccellono, pertanto si stempera il pathos, a favore invece dell'ottima prova del co-protagonista piu' dinamico, che riesce a trasmettere una sofferenza cinetica, ossiauna rensione continua nel vivere una storia in cui i fili vengono tirati dal buono(Sting) e dal cattivo( Lee Jones) tramitei suoi sgherri. Notoriamente presentato in prima in Italia a Roma, questo prodotto non ha goduto della fama che meritava, comunque, come precursore diun genere che poteva decollare e affinarsi anche in varianti italiane, magari piu' interessanti di trame opache e piu' grezze. Non mancano le atmosfere notturne, ripeto, mortificate dauna qualita' che non aiuta a rendere visibili i pregi che comunque vi erano. Errori a parte, cioe', la base per gustare almeno il dinamismo di alcuni eventi esterni notturni vi era. Peccato per Melanie, poteva essere esaltata la sua sensualita'. Anche la vita di Sting poco mtratteggiataa, parlo del personaggio ovviamente.Insomma, i telefilm di Colombo sono tecnicamente 10, 100 spanne piu' su.
Strano film, contorto e forse superficiale, ma non privo di fascino, anzi. Il regista calca la mano su atmosfere retrò sfiorando la dark comedy, il noir, etc. forse dovrei rivederlo, in ogni caso ho il ricordo di un'opera per niente disprezzabile
Figgis continua ad incantare con le sue fumose e notturne atmosfere metropolitane e le avvolgenti musiche blues, dirigendo oltretutto un cast da urlo che assicura lo spettacolo. Ma la storia ha il fiato cortissimo e le probabilità di appassionarsi alle disavventure di Bean rasentano lo zero. Tanto fumo e poco arrosto, ma dall'indubbia forza suggestiva.