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Un Murnau abbastanza atipico, lontano dallo stile che lo ha reso famoso, qui realizza una commedia intrisa di critica sociale, tratta da un'opera di Molière, è un film dal linguaggio fresco, che fa un ottimo utilizzo del mezzo, tra metacinema con addirittura la rottura della quarta parete - in realtà evento non rarissimo ai tempi del muto - allo stratagemma del film nel film, col pretesto del nipote di mostrare questo film al nonno come avvertimento sulle intenzioni della governante che lo accudisce con lo scopo di accaparrarsi i suoi beni, mostrando la storia di Tartuffe, uomo manipolatore che finge una stretta e sincera amicizia con Orgone per impadronirsi dei suoi beni, denunciando tutta l'ipocrisia di fondo dell'uomo - in realtà ha anche un certo collegamento col periodo storico, dato il difficile momento della Germania, o Repubblica di Weimar, post Prima Guerra Mondiale, ma come vedremo andrà molto peggio rispetto agli eventi del film - con questo personaggio a suo modo iconico, dalla recitazione sopra le righe, spesso gigioneggiante, col sorrisetto malvagio e questo linguaggio del corpo particolarmente meccanico, enunciando una certa brama e avidità nascosta da buoni sentimenti ed adulazione, ma il film funziona molto bene anche sotto un punto di vista visivo, con queste scenografie imponenti, come quelle della villa, in cui i personaggi sembrano sperduti, un'illuminazione colma di luci e ombre, quella sì con i dovuti debiti nei confronti dell'espressionismo e una composizione del quadro spesso ricercata, con qualche saltuaria simmetria.
Cinico, sopra le righe, buon film di Murnau, che non raggiunge i livelli di eccellenza delle sue opere di punta ma funziona bene nel trasporre il messaggio.
Beh anche Murnau non può aver fatto solo Capolavori. Ho dovuto vedere la versione originale in tedesco e non ho capito una sola didascalia (a parte Ich liebe dich), ed il film non si capisce solo con la forza delle immagini come riesce invece a fare "L' Ultima Risata".
Un film nel film per raccontare l'ipocrisia attraverso quell'ironia sottile e pungente che caratterizza i dialoghi delle opere di Molière (da una delle quali la pellicola è tratta).. questa volta, però, resa attraverso altri mezzi quali il sonoro e la mimica, nonchè la gestualità, dei personaggi. Ad ogni modo, benchè particolarmente innovativo in alcuni punti - come quando l'attore si rivolge direttamente allo spettatore - non sempre il film risulta scorrevole e quindi il mio personale voto non va oltre il 7.