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Capolavoro dell'animazione ai tempi del muto, il più antico lungometraggio del genere che è sopravvissuto fino a noi, è una perla di raro valore, tremendamente affascinante nelle ambientazioni, con la tecnica di animazione in silhouette semplicemente straordinaria che riesce a creare un mondo splendidamente suggestivo, il soggetto prende spunto da varie storie contenute ne "Le mille e una notte" e ne eredita l'ambientazione arabeggiante, ma anche una componente fantasy, romantica e avventurosa che lo rende uno splendido viaggio tra stregoni, animali stranissimi di stampo mitologico, demoni, luoghi reconditi pericolosissimi e numerose prove che il principe Achmed, protagonista della pellicola, dovrà affrontare, ma è sorprendente come queste sensazioni vengano veicolate bene da dei semplici cartoncini ritagliati e ripresi con una rudimentale tecnica di stop motion, in cui tutto il genio della Reiniger emerge prepotentemente dando un forte respiro epico alla pellicola.
L'incipit mostra questo terribile stregone africano che arriva nella città del Califfo per partecipare ad una festa in suo onore, in cui rapisce la figlia del Califfo e manda il figlio, che sarebbe appunto il principe Achmed, su un cavallo che inizierà a volare e lo porterà nell'isola della regina Pari Banu - tra l'altro in una scena straordinaria, quella del volo del cavallo, in cui la regista mischia sapientemente le silhouette con degli splendidi effetti di sovrimpressione delle nuvole e del cielo, momento grandioso - da qui inizierà il viaggio del nostro eroe che si innamorerà di Pari Banu, che poi verrà rapita anch'essa dallo stregone africano, e il principe Achmed farà di tutto per salvarla, superando diverse prove, dall'incontro con gli stessi demoni dell'isola di Wak-Wak, fedeli alla regina - straordinario l'arrivo del principe sull'isola, che viene accolto in questa sala in cui le servitrici se lo contendono, ma è incredibile l'ambientazione che viene creata, con questo sfondo rosso e i bordi merlettati con una scenografia particolarmente arabeggiante che trasmette anche una certa pulsione sessuale ma anche mistica, data dalle forme, dalle silhouette di queste avvenenti servitrici che sembrano voler saltare addosso al principe da un momento all'altro, un momento particolarmente ipnotico, ispiratissimo visivamente - fino ad arrivare ai confronti con mostruose creature, dal serpente gigante che poi utilizza per uscire dalla cava in cui l'aveva rinchiuso lo stregone all'incontro con Aladdin e la sua lampada magica, incastrato anch'esso dallo stregone che lo aveva ingannato con la falsa speranza di farlo sposare con la principessa, fino ad arrivare alla strega che sarà una sorta di deus ex machina che inizierà a menare tutti, dallo stregone ai demoni a varie creature che spuntano.
Sorprendente la messa in scena e la precisione che viene applicata, alcune sequenze sono da antologia, mi viene in mente, forse una delle scene più belle del film, il primo incontro tra Achmed e Pari Banu, nell'isoletta in cui la regina fa il bagno, con un uso preponderante del blu notte e le acque dettagliatamente descritte dai pezzi di cartoncino animati a creare una suggestione incredibile, da scena al chiaro di luna, o ancora lo scontro tra la strega e lo stregone africano in cui si trasformano continuamente in animali diversi per menarsi, da serpenti a draghi, leoni, scorpioni e via dicendo, creando anche bellissime coreografie date dalla sinuosità dei movimenti, tra l'altro scena che potrebbe aver influenzato la Disney in quel famoso scontro tra Merlino e la Maga Magò, lì proposto in chiave più comica ma insomma avviene qualcosa di simile.
Film che fa respirare un'atmosfera magica, incantata come le avventure tra il medio oriente e la cina del principe Achmed in un'epoca arcaica, minuziosissimo nella cura dei dettagli che favorisce una messa in scena molto espressiva, dai personaggi - ad esempio, i tratti spigolosi dello stregone già fanno intuire la sua natura malefica - a delle ambientazioni ritagliate al millimetro con un talento visivo impagabile, straordinario.
Questo film è secondo solo a Biancaneve per importanza storica nel cinema. Lotte Reiniger, una donna avanti nel tempo per la sua epoca (parliamo della Germania degli anni 20!) è destinata a diventare la prima regista donna del primo lungometraggio d'animazione della storia. Ben due primati per un unico film che purtroppo non viene sempre ricordato come merita! La Reiniger era un'artista a tutti gli effetti, e soltanto questa splendida tecnica d'animazione poteva fungere da giuntura tra la sua arte e il cinema, ma qui si superano le barriere della bidimensionalità della carta. Per tre lunghi anni di lavoro ininterrotto, Lotte ha pazientemente mosso in movimenti quasi impercettibili sottili sagome di carta nera su un piano di vetro retroilluminato, a cui si sovrapponeva un altro e un altro ancora per ricreare un effetto multipiano innovativo per l'epoca, che ha reso unica l'iconica scena del volo tra le stelle in sella al cavallo magico. Questo film designa cura per ogni singolo dettaglio, proprio perché la cura non poteva affatto mancare! Tutto, anche le sottili piume che ornano il cappello del principe, è passato sotto le abili mani e gli occhi attenti di questa donna straordinaria. La storia trae spunto da una novella delle mille e una notte, e non c'era atmosfera migliore che questa tecnica cinematografica potesse rendere. Una fiaba pura e tutti gli effetti, e con essa tutte le sue infinite simbologie. C'è un motivo per cui ho deciso di assegnare un voto come 10 a questo film, a principi e principesse e a Biancaneve, tutti film che, visti oggi, potrebbero strappare un sorriso per la loro ingenuità. Ma questi film sono fiabe, e le fiabe hanno tutt'altro schema narrativo e vanno soprattutto interpretate nei loro molti piani di lettura. Frozen voleva sdoganare i cliché, il che ci stava, ma a tratti il film mantiene i soliti elementi tipici di una fiaba, dall'altra tenta di essere verosimile giustificando le cose come si farebbe in un film fantasy. Ma quando assisto alla messa in scena di una fiaba l'incredulità dovrebbe sospendersi perché mi rendo conto di trovarmi di fronte ad una storia che va vista in modo diverso. Guardando film come Frozen invece ti sorgono delle domande che non ti dovresti porre davanti ad una fiaba: PErché Anna può sposare Kristoff che conosce da tre giorni ma non Hans che conosce da un giorno? Perché Elsa riesce a costruire un palazzo di punto in bianco senza aver mai studiato architettura o altro? Perché ci viene detto che Elsa non sa controllare i suoi poteri? Quando è piccola si vede bene che li utilizza alla grande! Dopo aver colto l'occasione per smontare Frozen (non me ne vogliate, non odio Frozen, odio solo che gli vengono dati meriti che non ha per niente), posso dire che questo film utilizza gli archetipi della fiaba con maestria somma ed invidiabile persino dalla stessa Disney! Il film che ne esce è quindi perfetto, un tentativo di avanguardia tecnica e artistico che ancora oggi si rivela un prodotto egregio a dir poco. Splendido
Bellissimo ed affascinante malgrado i molti anni sulle spalle. Silouhettes cariche di espressività su sfondi che formano un'atmosfera realmente magica come la storia raccontata, tratta da Le mille e una notte. Considerato il primo lungometraggio d'animazione della storia del cinema