tokyo! regia di Joon-Ho Bong, Leos Carax, Michel Gondry Francia, Giappone 2008
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tokyo! (2008)

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locandina del film TOKYO!

Titolo Originale: TÔKYÔ!

RegiaJoon-Ho Bong, Leos Carax, Michel Gondry

InterpretiYu Aoi, Jean-François Balmer, Ayako Fujitani, Teruyuki Kagawa, Ryo Kase, Denis Lavant

Durata: h 1.50
NazionalitàFrancia, Giappone 2008
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2008

•  Altri film di Joon-Ho Bong
•  Altri film di Leos Carax
•  Altri film di Michel Gondry

Trama del film Tokyo!

Film è diviso in tre episodi: Interior Design racconta la vicenda di una giovane coppia che si trasferisce a Tokyo per motivi di lavoro: lui in qualche modo troverà una strada e un modus vivendi, lei… finirà con il trasformarsi in una sedia. In Merde una sorta d’incrocio tra un folletto e Godzilla emerge dalle fogne di Tokyo emerge per gettare il panico in città. Shaking Tokyo racconta la storia di un uomo che da dieci anni ha scelto di vivere in totale isolamento all’interno del suo ordinatissimo appartamento, ma che deve rivedere le sue convinzioni quando s’innamora della ragazza che ogni sabato gli consegna la pizza a domicilio.

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Voto Visitatori:   7,41 / 10 (11 voti)7,41Grafico
Voto Recensore:   6,50 / 10  6,50
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Voti e commenti su Tokyo!, 11 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

DarkRareMirko  @  01/02/2023 00:06:26
   8 / 10
Forse l'episodio migliore è quello di Bong Joon-ho, più a fuoco, realistico e maturo degli altri (il fenomeno dell'isolamento e dell'accumulazione c'è anche al di fuori del paese asiatico, comunque).
Carax può contare sul sempre fenomenale Lavant ma si fatica un pò a capire il senso di un corto satirico comunque interessante ma leggermente sottotono riguardo al regista.
Nella media Gondry, che mette finezza, simbolismo (la sedia...) e poesia nel contesto umano.
Un film corale riuscito, un pò altalenante, vario e sentito, che omaggia la famosa città con più stili e più approcci.

Signor Wolf  @  19/11/2022 10:26:27
   7 / 10
film divido in 3 mediometraggi con tre registi diversi,

il primo godibile, di Micheal Gondry parla dell'inserimento in una megalopoli dagli esiti... allucinanti

il secondo terribile, di Leos Carax, citando boris e' un'm'pepata di cozze, cioe' un film allusivo, metaforico da spacciare come storia universale...

il terzo di Boon Joon-Ho e' un piccolo capolavoro che da solo vale l'intero film.

Jokerizzo  @  31/03/2020 16:42:46
   10 / 10
Semplicemente meraviglioso e sottovalutato!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  07/09/2019 23:29:38
   7 / 10
Tre autori stranieri nella megalopoli di Tokyo. Tre diverse sensibilità che si sposano bene con le tematiche di una città tentacolare ed alienante nei rapporti umani oppure pronta a far emergere dal suo interno la barbarie pura che distrugge la struttura stessa della sua società. Sono riuscito ad apprezzarli tutti e tre: Gondry in questa sua rilettura particolare della metamorfosi kafkiana, Carax nel mettere in crisi un modello sociale con questa creatura completamente anarcoide e priva di etica, Bong joon-ho con un racconto poetico di isolamento sociale. Un po' sottovalutato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  13/03/2018 16:27:16
   7 / 10
La forza di Tokyo! è senza dubbio quella di tirar fuori un ritratto convincente di una megalopoli complessa e multiforme, anche a chi come me non ha forse gli strumenti per comprenderlo davvero.
Il primo episodio è letteralmente fulminante e colpisce più di un trip in lsd. Purtroppo, il secondo capitolo smorza ogni entusiasmo o tensione emotiva nella ricerca di una cripticità eccessiva di cui francamente non si sentiva il bisogno (malgrado qualcuno potrebbe affermare il contrario, e cioè che sia proprio questa la sua forza).
L'episodio finale corregge il tiro con successo ritrovando il sottile equilibrio fra verosimile e irreale.

Filman  @  11/12/2016 16:05:36
   8 / 10
Stili diversificati per storie indipendenti, ma legate tra loro secondo un'anima artistica instaurata nella pellicola stessa, sono la spina dorsale di ogni film collettivo. TÔKYÔ! non fa eccezione nella sua struttura concepita su un fondo surrealista e diretto con sfumature drammatiche e cinematografiche. Tuttavia il secondo episodio intitolato "Merde" non sembra in linea con la profondità sociale, che individua una comunità nell'esistenzialismo dei singoli soggetti appartenenti alla capitale giapponese, degli altri due episodi: il segmento di Leos Carax sembra un concentrato di essenza grottesca derivata dalla cultura pop del paese del sol levante, che però non esamina alcun contesto sociale e propone una metafora favolistica dei terrorismi, idea di base presente appunto in molte altre opere folkloristiche e di genere. Di tutt'altra caratura i rimanenti due episodi, talmente attuali che avrebbero valenza sociologica e urbanistica. Nello specifico: "Interior Design" di Michel Gondry ritorna sui passi dell'autore francese premendo su quello che è il giudizio estraneo che si tramuta in negativa autoconsiderazione, ma soprattutto, prima di scivolare nel meraviglioso assurdo, esprime con fascino e realismo una società persa e in frantumi, alla ricerca di speranza e ideali; "Shaking Tokyo" di Joon-Ho Bong, pura poesia cinematografica, esprime mediante un'estetica paurosamente emotiva l'isolazionismo degli utenti metropolitani, inquadrando paure e infelicità, senza accennarle minimamente, che accomunano gli abitanti dei grandi agglomerati urbani.

leonida94  @  08/01/2015 13:10:32
   7 / 10
Quello che più delizia di questo progetto è sicuramente l'originalità.
In passerella sfilano tre registi che sono uno più forte dell'altro.
Il primo a darci prova della sua genialità è Gondry, che come sempre si dimostra abile a stupire e incantare. Tocca con delicatezza vari temi: dalle difficoltà lavorative, al bisogno di realizzazione, alla necessità di avere obbiettivi per cui vivere. Il corto è un miscuglio agro-dolce, una fiaba malinconica, capace di trattare angoscia e sofferenza con un linguaggio sognante e fanciullesco. Non può non impattare con i sentimenti dello spettatore, perciò si merita un 7.5

Il secondo corto del francese Carax sembra avere tutte le carte in regola per risultare un lavoro brillante. Ma appena svelate tutte le carte, dopo aver accuratamente predisposto il terreno per edificare qualcosa di grande, il regista sembra mancare di coraggio, lasciando un lavoro incompiuto e inconcludente. Impossibile non rimanere con l'amaro in bocca, ma comunque si merita un 6.

Last but not least il lavoro del regista sudcoreano. Ottima l'idea e la caratterizzazione del personaggio principale. Anche in questo caso sembra percepirsi qualcosa di non risolto, ma basta una piccola riflessione per scacciare questo pensiero. Il tema è incentrato sulla figura di un hikikomori (persona che per diverse cause decide, isolandosi, di ritirarsi dalla propria vita sociale), argomento molto sentito in una città come Tokyo.

Tuonato  @  27/01/2010 18:21:48
   6 / 10
L'annullamento di una persona fino a diventare inanimata. Libera da quei pesanti modelli morali d'ambizione che la società attuale ci impone. Libera finalmente di fare quello che ha sempre desiderato di fare. Libera d'essere utile nella sua inutilità.
Visionario. Del resto è di Gondry.
7.5

Uno strano gollum dai tratti occidentali e la sua pazzia di uccidere i disgustosi giapponesi.
Insignificante e inutile.
3.5

E cosa accadrebbe se diventassimo tutti hikikomori? Cosa ci potrebbe salvare?
Interessante e reale.
7

Ciaby  @  15/06/2009 14:31:13
   7 / 10
Progetto ambizioso e affascinante.
Tre registi di nazionalità diverse (il francese e visionario Gondry, il coreano e talentuoso Bong e l'altro francese Carax) realizzano tre corti per raccontare le loro impressioni e i loro deliri visivi sulla splendida capitale giapponese, Tokyo, con attori giapponesi.

INTERIOR DESIGN: MUTAZIONE INTERIORE

Il film inizia con l'imprescindibile "Interior Design" di Gondry, un delirio filosofico di mutazione e dolore (una sorta di mix tra il TETSUO di tsukamotiana memoria e L'ARTE DEL SOGNO).

Storia di una ragazza che, con il fidanzato cineasta si trasferisce nella frenetica capitale e condivide l'appartamento con una ragazza esuberante e simpatica, in attesa di una nuova sistemazione. Ma la vita in una grande metropoli sembra più difficile di quanto previsto e alla fine, la protagonista subirà una lenta e angosciante mutazione che la trasformerà in una sedia, il suo malessere e il suo desidero interiore.

Un vero e proprio capolavoro visivo, in linea del miglior Gondry, che sa miscelare con sapienza realtà e surreale, toccando vertici artistici che si avvicinano, e ora sparo sulla croce rossa, a Bunuel.
Superba la messa in scena, così vitale e frenetica, così dolce e screziata, così diretta, allarmata da continue invenzioni artistico-visive che distruggono l'angoscia celata per lasciar posto all'interiorità più onirica, ma più vera della vita. La colonna sonora sembra parlare da sola: assolutamente bellissima, in bilico tra sogno o son desto. Il finale è pura poesia.
Superba anche la recitazione, in particolare l'attrice protagonista , la dolcissima e realistica Ayako Fujitani, già vista in "Ritual" e nell'horror "Pyrokinesis".


M.ERDE: UNE M.ERDE D'ARTISTE, MAIS DE TOUTE FAçON UNE GROSSE M.ERDE.

Dopo aver toccato il cielo con un dito con il corto precedente, ecco la catastrofe. "M.erde" è un disastro totale e privo di alcun senso. Diretto dall'altro regista francese del trittico, Leos Carax, il frammento è un incompiuto, caleidoscopico delirio non solo senza spiegazioni, ma anche senza significato.

Un uomo orribile esce da un tombino di Tokyo e comincia a dar fastidio ai passanti: mangia (!) i loro soldi, distrugge fiori, ruba stampelle e fa altre finezze di questo tipo.

Carax vorrebbe essere onirico, catastrofico e autocritico allo stesso tempo, ma finisce per fallire in un delirio che delirio riesce ad essere, ma è puramente fastidioso, irriconoscente e senza un motivo d'esistere.
Un vero escremento insomma, una pena corporale (e no, non esagero) oltre il limite del possibile. Possiede qualche tecnica registica infallibile e una superba recitazione, ma non salvano questo pezzo dal baratro, con un finale che pare originale, ma che in realtà è copiato spudoratamente da "L'Impiccagione" di Nagisa Oshima. Bocciato senza pietà.

TOKYO SHAKING: IL RUMORE E LA SCOSSA DEL CUORE

Un timido hikikomori (una persona che si rinchiude nella propria stanza tagliando i ponti con la società), passa il tempo a collezionare cose improbabili (carta igienica, cartoni di pizza) catalogandoli secondo un ordine preciso. é solo, ma felice, finchè un giorno non si innamora di una bizzarra ragazza che consegna le pizze.

Il corto finale, ad opera di Bong è poetico e conciso.
Un film che arriva dritto al punto e non esagera, non abbonda e non è ridondante. Girato benissimo, con movimenti di macchina decisi e splendidi, avvolgenti, una recitazione sublime e una fotografia folgorante e calda.
Un piccolo dramma melò romantico in grado di scaldare il cuore, che sa essere tenero e surreale allo stesso tempo, con un finale davvero spiazzante.
Non il migliore dei tre, ma un ottimo film.

INTERIOR DESIGN: 10
M.ERDE: 4
TOKYO SHAKING: 7.5

VOTO FINALE: 7

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1 risposta al commento
Ultima risposta 15/06/2009 14.31.47
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benzo24  @  24/05/2009 19:21:58
   8 / 10
bel progetto questo tokyo. dei tre episodi il meno riuscito è sicuramente quello di gondry, quello di carax è fortissimo con uno straordinario dennis lavant. quello di joon -ho bong è un piccolo capolavoro, è incredibile il talento di questo regista, nel sapere raccontare le storia e nello svelare la bellezza.

Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento fabrizio dividi  @  29/05/2008 14:27:23
   6½ / 10
  Pagina di 1  

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