una lucertola con la pelle di donna (1971)

ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Bel giallo all'italiana di Fulci, col titolo che rimanda alla trilogia degli animali di Argento, probabilmente una scelta produttiva, è un film dove il regista continua sulla strada di "L'una sull'altra" e getta le basi anche per le sue future opere come "Non si sevizia un paperino" e "Sette note in nero", il film presenta molte caratteristiche care al regista a partire dall'erotismo preponderante, con diverse scene di nudo, ma anche una forte componente lisergica, specie nella prima parte del film con le visioni della protagonista ad anticipare i macabri omicidi che poi avverranno nella realtà, sequenze tra l'altro di gran valore, basti pensare a quella iniziale con la protagonista nuda, in uno sfondo nero sospeso nel vuoto e i vari specchi, allo stesso tempo Fulci procede con una narrazione tipica del giallo all'italiana, in questo caso leggermente labirintico e che prende dei risvolti prettamente psicologici a causa della presenza dello psicoterapeuta e delle sue teorie, con svariate sedute e una forte influenza nell'indagine che nel complesso sembrano creare più confusione che altro.

Con un intreccio non sempre chiarissimo, però Fulci dona comunque delle sequenze di ottima fattura, mi viene in mente quella in clinica, colma di tensione, dove la protagonista finirà in quella stanza con i vari cani crocifissi, agghiacciante, o ancora la scena dell'omicidio stessa con quei due tizi strafatti che fanno una paura boia, è un giallo fortemente contaminato dalla poetica macabra che Fulci stava sviluppando, con un'atmosfera sospesa tra sogno e realtà, data anche la tematica psicoanalitica, non risparmiando scene cruente, con una tecnica registica di gran livello che riserva soggettive, un saltuario uso del power zoom e della panoramica a schiaffo, oltre ad una buona fotografia, tendente al pop, per contestualizzare la Swinging London del periodo e una buona colonna sonora del grande Morricone, tetra e tesa al punto giusto.

Malgrado il titolo in odore argentiano, Lucio Fulci concepisce un giallo dall'intreccio dotato di un temperamento hitchcockiano ancor più marcato che nel precedente, bellissimo, Una sull'altra. Qui il regista di Trastevere sembra sfruttare i canoni del giallo morboso per attuare un forte atto d'accusa contro certa psicanalisi a tal punto ossessionata dalle impalcature freudiane più cervellotiche da non riuscire a smascherare la banalità del male, diventandone a tutti gli effetti l'alibi.
Le maglie alimentari di un thriller più canonico rispetto a Non si sevizia un paperino non impedisce comunque a Fulci di premere il pedale su sesso saffico, droga e splatter. Le atmosfere di carnalità perversa vengono evocate da sequenze la cui psichedelia si deve all'uso alienante delle musiche morriconiane e di colori fluo avvolgenti. Suggestive le location londinesi, che regalano un tocco internazionale in grado di rendere il tutto ancor più affascinante.

Un gran bel thriller di Fulci che a dispetto del titolo argentiano si ispira al maestro inglese Hitchcock.
Prepotentemente erotico ed ipnotizzante,Fulci dimostra di divertirsi non poco nel farsi beffe della psicanalisi,che costruisce astruse teorie ma è incapace di vedere una verità semplice e banale.
Registicamente ottimo ( uno degli apici di Fulci), suggestivo ed affascinante nelle sequenze oniriche/psichedeliche, splendidamente fotografato e con un cast valido ( nel quale spicca la Bolkan).
Buone anche le musiche di Morricone.
Forse la soluzione è un po' troppo arzigolata ( come era comune nel giallo italiano) però siamo davanti ad un prodotto di altissimo livello,da vedere.

La sceneggiatura inizialmente è stuzzicante, in dirittura di arrivo diventa un pochino scialba e la soluzione finale presenta una falla evidente. Si fa piacere per le immagini oniriche e alcune visioni disturbanti sollecitate dalle belle musiche di Ennio Morricone e una buona scelta dei volti, tutti elementi che aiutano una regia traballante. 44° posto in classifica nella stagione 1970/71. Ci sono tante versioni diverse: io ne ho viste 5!

A metà tra il thriller neo-gotico britannico e il malsano giallo all'italiana, UNA LUCERTOLA CON LA PELLE DI DONNA miscela mistery e paranormale per esplodere in un grande amplesso di scene oniriche carnali che lo rendono diverso e memorabile rispetto ad altri gialli all'italiana a tinte rosse che sarebbero andati in voga in quel periodo.
Lucio Fulci spaziava a convenienza da un genere all'altro ma specialmente in questo campo sapeva essere un grande autore.

Un discreto giallo, senza grossi colpi di scena, anche qui nel titolo è presente l'animale di turno dell'epoca (lucertola), purtroppo non è collegabile a nessun oggetto tangibile del film, è una metafora, e neanche troppo convincente (una "visione" conseguente all'assunzione di allucinogeni da parte di due involontari testimoni del primo delitto). Il movente non è originalissimo (alla fine, si sa, i moventi sono sempre i soliti 3, ma cambia il modo in cui ci si arriva), c'è un -puerile- tentativo di depistaggio da parte dell''assassino, ma alla fine non ci credeva nemmeno lui (non era certamente un killer coi controcaxxi). Non ricordo particolari o situazioni molto originali, nessun dramma umano, nessuna lacrima, le musiche di Morricone sono discrete ma non così eccelse come in altri gialli (si è dovuto adeguare al contesto morboso del film). Sorel e la Bolkan all'epoca erano molto "gettonati", ma in questa pellicola non mi hanno trasmesso particolari emozioni (la donna ha fatto di meglio In Non si sevizia e Sorel non mi ha mai entusiasmato particolarmente, bellissimo sicuramente quello si). Godibile, lo metterei al quarto posto tra i gialli di Fulci, dopo il paperino, le 7 note e lo squartatore.

Discreto thrillerino

Giallo dalle forti tinte oniriche che si inserisce in quel grande filone di cinema italico di genere degli anni '70. Tecnicamente ottimo, con Rambaldi agli effetti speciali e Morricone alla colonna sonora, e con un Fulci in gran forma alla regia, dove firma un paio di sequenze memorabili. Imperdibile per gli appassionati di un certo tipo di cinema.

Contrariamente a quanto suggerisce il titolo, non ci troviamo di fronte ad un copia-incolla del primo Dario Argento. Lucio Fulci è un regista con una storia, una sua poetica, e al tempo di questo film si trovava al massimo della sua forma. Firma un'opera assolutamente pregevole dal punto di vista tecnico, e per una delle poche volte in carriera può contare su un buon cast (su tutti le interpreti femminili) e budget dignitoso. Rimangono impressi l'eccezionale fotografia, soprattutto nelle sequenze oniriche, e gli effetti speciali. Insomma, uno dei migliori Fulci.

Allora, perché solo 7 e mezzo? Perché nel finale si rivela 'soltanto' un giallo, e anche piuttosto cervellotico, ed in molti punti risente di una mancanza di ritmo tipica di molto cinema anni '70, purtroppo invecchiato malamente. Comunque da vedere per gli amanti del cinema di genere nostrano.

buon triller, ma con molte parti morte, forse per il tipo di narrazione molto vecchio stampo e la recitazione molto anni 60/70.
è comunque un film girato benissimo (è sempre fulci) con alcune scene memorabili che meritano comunque una visione.

film ineccepibile e validissimo da un punto di vista registico, con tecniche pregevolissime e trovate mirabilanti.
Basti pensare alla scena dei pipistrelli (a dire il vero ricorda molto uccelli del maestro inglese!), o alla vivisezione dei cani. alcuni campi lunghi e carrellate mettono in luce la maestria di Fulci in questo che - secondo la critica - è uno dei suoi migliori film.
La trama è elaborata al punto giusto ma non si può dire lo stesso della sceneggiatura che rischia di far perdere la bussola. Alla fine alcune parti fondamentali rischiano di sfuggire (mi sono dovuto rivedere un paio di parti per capire bene l'intreccio).
Ci sono diverse citazioni ai film di hitchkock; la recitazione è discreta e l'atmosfera inglese (anche questa ricorda parecchio hitchkock) crea la giusta atmosfera.
Fulci ci mette del suo, oltre che nella regia, nella rappresentazione onirica (forse ispirato da Dario Argento), nelle scene in cui ci sono i due drogati che assistono all'omicidio ma sono troppo "fatti" per poterlo capire. Invenzione questa che non ho riscontrato in altri film e che, insieme ad altre scene, sembra preludere ad un Fulci "apripista" di un nuovo genere triller.
Purtroppo così non è stato o almeno non l'ho riscontrato nei film successivi che ho visto.
In ogni caso un buon triller.

Tecnicamente impeccabile, alcune sequenze(inseguimento nella chiesa) oppure la sequenza frammentata iniziale con la Bolkan sono di rilevanza, eppure il film a livello di narrazione strutturale non ha nervi.Benchè la trama non è assolutamente scontata, ma la rende tale proprio per questo motivo,che, a parere mio ovviamente rende il film passivo.Allorchè, poi arriva la scena dei lupus in fabula( un po' a random)e ti rendi conto quanto Carlo Rambaldi è stato un genio creativo/macabro. U.L.C.L.P.D.D= Idoneo.

Questa seconda incursione di Fulci nel giallo mi è piaciuta anche meno della prima, nonostante alcune belle scene di effetto ( quella dei pipistrelli soprattutto ).
Di tensione non c'è traccia, anzi ho trovato il film piuttosto noioso; la trama è interessante ma abbastanza arzigogolata e la componente erotica, figlia del tempo ed infatti presente anche nel precedente "Una sull'altra", la trovo spesso pretestuosa.
La recitazione è mediamente scadente, almeno per quanto riguarda Florinda Bolkan e Jean Sorel, che sembra un attore da fotoromanzi. Anche la regia non mi ha convinto: sono buone le scene oniriche, ma altrove l'uso della camera a mano con conseguente movimento repentino ed irregolare delle inquadrature, visto che non si trattava si soggettive, toglie qualità al risultato finale.
Infine le scenografie "profondamente" primi anni settanta datano ulteriormente la pellicola.
Il film si avvale delle musiche di Morricone, comunque sottotono rispetto ai suoi elevati standards.
Sebbene goda di parecchie critiche positive, per me "Una lucertola con la pelle di donna" ( titolo tra l'altro che non c'entra niente col film e che sfrutta, come tante altre pellicole del periodo, il successo dei film di Argento con nomi di animali nel titolo ) raggiunge a stento la sufficienza.

Fulci era davvero un grande regista di thriller (e non solo). Questo va visto sicuramente, insieme a "Non si sevizia un paperino" e "Sette note in nero" è uno dei suoi più belli.

Giallo all'italiana clamoroso questo di Fulci ,uno dei migliori realizzati.
Si parte subito forte con dei sogni erotico/visionari che palesano il talento in regia di Fulci in tutto il suo splendore. Dopo questo super incipit scatta l'intreccio , e anche sotto questo aspetto (a differenza di altri lavori) Fulci non delude: il film copre e mischia continuamente le carte tenendo col fiato sospeso lo spettatore fino al finale tanto sobrio quanto indovinato. La sceneggiatura regge senza particolari sbavature , il che impreziosisce la storia di molto.
Il titolo come detto riserva tante sorprese , sia per i colpi di scena sull'identità dell'assassino sia per la grande tensione che rimane alta per tutta la durata. Straordinari gli innesti horror , fra cui la scena dei pipistrelli (lodata anche da Bava senior) e la pazzesca sequenza del laboratorio di vivisezione , una scena che fa impallidire metà degli horror moderni.
Buone le location e ficcante e acuta la critica sociale al ceto borghese che Il regista romano lancia.
Gli attori sono tutti in parte , dalla protagonista Florinda Bolkan (tuttavia non al meglio ) al sempre sul pezzo Jean Sorel.
Dunque un giallo di grande valore,uno dei migliori in assoluto e ingiustamente dimenticato.

Questo film dimostra la mia teoria che Fulci si sia sempre trovato meglio con questo genere di di film piu' che con gli horror.
Il soggetto sembra essere un antipasto di quello che sara' il suo miglior film ("sette note in nero"), anche in questo caso si parte da una specie di sogno premonitore.
Indagine intrigante e finale convincente.

ottimo film , coinvolgente e pieno di suspence, la fine e spettacolare e degna di nota, un buon film come non se ne vedono più......guardatelo senza indugi.
ottime le attrici che emanano una femminilità che hai nostri giorni e difficile trovare, ottimo film.
sicuramente uno dei film di fulci meglio riusciti.

pensavo chissà cosa, e alla fine si scopre che...

SPOILER

Thriller/giallo dai risvolti visionari diretto da un Lucio Fulci non troppo a suo agio. Il film è confuso e non si capisce dove vuole andare a parare anche se le scene particolari con gli effetti speciali dell'ormai scomparso Carlo Rimbaldi, fanno il loro effetto. Mi piace molto Florinda Bolkan e ritengo buona la sua prova. Tranne però qualche momento interessante questo film non mi ha convinto appieno.

Il giallo di per se non è forse da 8, ma lo stile, i colori, le inquadrature e l'inizio visionario e con un finale per niente banale lo sollevano decisamente ad un giallo più che godibile! E' il secondo su tre di Fulci che riesco davvero ad apprezzare (dopo Non si sevizia un paperino), al contrario dell'orrendo "L'aldilà - e tu vivrai nel terrore. Penso che Fulci mi piaccia solo per i gialli, anche se si vede che c'ha la mano per fare l'horror, solo che poi tira fuoi dei *****j splatter...

Bel giallo ben recitato e con una trama originale. Tolgo mezzo punto per qualche nudo di troppo (acalappia spettatori) e la scena dei cani (fuori contesto).

Carol sogna quasi ogni notte di assassinare la libertina e provocante vicina di casa per la quale prova attrazione fisica e avversione al tempo stesso.Con sommo stupore apprenderà che le sue inquietudini oniriche si sono materializzate in quanto la dissoluta signora è stata realmente ammazzata.Le modalità dell'omicidio sono identiche a quelle del sogno e a complicare ulteriormente il tutto c'è il rinvenimento di alcuni suoi oggetti personali sul luogo del delitto.
Un bel rompicapo che Fulci tiene in piedi fino alla fine con mestiere tra deliri allucinati e divagazioni a carattere horror.Notevole la scena con Florinda Bolkan aggredita da un branco di pipistrelli e soprattutto quando si ritrova in un laboratorio all'interno del quale alcuni cani vengono tenuti in vita in modo aberrante.Scena che cagionò a Fulci grattacapi di varia natura e una denuncia poi finita nel nulla perchè il regista dimostrò la natura artificiale degli animali,nient'altro che trucchi ideati da quel genio di Carlo Rambaldi.
La pellicola è un lungo gioco di specchi deformanti in cui la realtà viene manipolata di continuo.La capacità di sorprendere,l'inserimento di sequenze caricate di una psichedelia impetuosa sostenuta dalle martellanti note di Ennio Morricone,un intreccio compatto con sporadiche e perdonabili cadute di tono, fanno di "Una lucertola con la pelle di donna" un ottimo esempio di giallo all'italiana.Conquistano i vari depistaggi,intriga il modo composto con cui viene svelata l'identità dell'assassino, in modo non certo convenzionale per il genere e per l'epoca, in cui epiloghi brutali erano preferiti a spiegazioni verbali.
C'è un sottotesto pessimista facilmente individuabile che attacca certi ambienti borghesi denunciandone il falso perbenismo e l'ambiguità,allo stesso modo esce un ritratto giovanile deplorevole,perso tra droghe e assenza di valori.
Il titolo bizzarro, ma non privo di logica, strizza l'occhio alla cosiddetta Trilogia degli animali di Dario Argento cercando di ricalcarne le fortune.

Bellissimo giallo firmato Lucio Fulci che dimostra che il giallo fosse il suo genere, sicuramente non lo era l'horror.
Storia davvero bella ed avvincente con continui capovolgimenti e quando si pensava di essere arrivati alla soluzione ecco che cambiava tutto di nuovo. Consigliatissimo.

Il più bel thriller di Fulci, un capolaroro un po' sottovalutato, tra ipiù belli della cinemtografia thriller italiana.

"Una lucertola con la pelle di donna" è un riuscitissimo lavoro thriller di Fulci. La trama messa in piedi dal regista è molto interessante, ma il meglio arriva dopo, infatti la storia diventerà col tempo sempre più varia e misteriosa, la narrazione dunque sarà esposta a diverse ed ingarbugliate diramazioni che inoltre porteranno lo spettatore ad apprezzare il tutto, quasi sempre.

"Una lucertola con la pelle di donna" inoltre si butta nella psicoanalisi e quindi cerca di congiungere l'orrore con i sogni, il tutto se ben fatto non può non essere apprezzato. "Tutto" che viene ben messo in scena dalla buonissima regia di Lucio Fulci, ad esempio indimenticabile il sogno a sfondo Horror dove compaiono in scena personaggi inquietanti senza però scordare il suggestivo uccello bianco che vola fra il cielo.
Come detto lo spettatore è ben presto trasportato appieno nella storia, la tensione e l'interesse, in linea di massima sempre presenti.
Gli adattamenti sono eccezionali, i personaggi alle volte si trovano in ambientazioni isolate (come quella dell'organo), ottimo lavoro di regia che riesce a fotografare, a sintetizzare l'essenza di questo determinato genere cinematografico tutto italiano.

Con la regia di Fulci oltre a notare, ad apprezzare un bellissimo film e una compatta e coinvolgente storia è facile ricordare lo splatter che in alcune parti è davvero fenomenale, impeccabile.
La sequenza della vivisezione, ad esempio, seppur un tantino fuori contesto, è inquietante.

"Una lucertola con la pelle di donna" merita moltissimo, apprezzamenti che si elencano dal campo tecnico ricordando le notevoli interpretazioni, passando per la fotografia per arrivare poi ad una sceneggiatura originale ove fra enigma e pillole di psicanalisi gli applausi diventano dovere.
Fulci impeccabile.

Assieme a"non si sevizia un paperino"il miglior Fulci che abbia visto, non interessato al particolare macabro/truculento che caratterizzerà le sue opere future(anche se i cani squartati lasciano prevedere qualcosina...)
Trama abbastanza complessa e ben sviluppata, con dei minuti finali avvincenti ed interessanti.
Un film che non deve mancare nella collezione dell'appassionato di giallo/thriller all'italiana che a cavallo tra gli anni '60/'70 del 1900 ha empito le sale del nostro paese.
Assolutamente da vedere IMHO.

Bel giallo di Fulci con un'inizio a forti tinte erotiche e con sequenze oniriche ben fatte e inquietanti. Non mancano scene splatter (I cani vivisezionati), ma il film è più concentrato sull'intreccio e sul buon grado di ambiguità dei personaggi che contribuisce a fuorviare con una certa abilità fino alla soluzione finale piuttosto sorprendente. Non trai più famosi titoli di Fulci ma certamente da riscoprire.

Si discosta dai "soliti" thriller di quegli anni, anche per via delle scene gore e di nudo, ma a parte le scene oniriche, veramente molto belle, il resto si mantiene su un livello discreto.

Era molto tempo che non lo vedevo..., per quello che ritengo uno dei migliori thriller del periodo d' oro. Certo è vero che un pò tutti si somigliano, persino nei titoli ( per numerologia o per zoonomia, introdotte dal grande Dario Argento) ed in questo caso Fulci è abilissimo nel costruire un' avvincente trama ( quest' ultima quasi dissacrata nelle sue future opere horror) per poi smontarla forse un pò troppo frettolosamente, ma comunque efficacemente, nell' insolito e tranquillissimo finale.
Qualche velatura orrifica ( data dagli incubi della stupenda ed inquieta protagonista), supposizioni, investigazioni, "piste" che sembrerebbero svelare la verità ed invece risultano vane, situazioni adrenaliniche con la vittima (?) che cerca di scappare dall' assassino, spettacolarizzazzione del macabro nell' omicidio della bella Strindberg a cui fanno da contraltare alcuni momenti ingenui e dialoghi forse un pò banali ( a dire il vero non molto in questo caso anche se il continuo fischiettare nervoso dell' ispettore delle volte stona).
Non mancano inoltre alcuni virtuosismi registici del regista romano, soprattutto nell' iniziale sequenza della cena e "sapienti" primi piani che mettono bene in evidenza lo stato d' animo dei protagonisti.
Il film è ottimamente interpretato, soprattutto dal bel Jean Sorel e dalla Bolkan che è veramente TOP sia per "come mamma l' ha fatta" ma anche per le sue espressioni tormentate che la rendono veramente ( in questo caso) una meravigliosa "lucertola con la pelle di donna" come dice il ragazzo tossicomane. Pure i personaggi di contorno forniscono una buona prova.
Eccellenti come sempre le musiche dell' Ennio nazionale anche se come già detto un pò ripetitive nel fischio stupidi*o dell' ispettore.

Più giallo ( cioè che da spazio alle cervellotiche investigazioni) e senz' altro meno orrorifico e sanguinario confronto a La casa dalle finestre che ridono o Profondo Rosso, diciamo sugli stessi livelli del successivo Non si sevizia un paperino , lo ritengo comunque un gioiello, quasi al pari dei tre titoli sopracitati. Il 9 qui è leggermente più tirato.

Discreto giallo fulciano che non si discosta molto dalle produzioni argentiane d'epoca.molto buono l'inizio,sequenze oniriche davvero niente male,c'è ne una in particolare,quella dell'uccello,che per qualche secondo mi ha fatto rabbrividire.una trama intricatissima come d'obbligo nei gialli seventies all'italiana e splatter praticamente assente,quindi non lo definirei un prodotto tipicamente fulciano,a parte qualche ottima sequenza surreale.
come giallo nostrano un'occhiata la può valere sicuramente,specialmente per gli appassionati.

Pensavo di averlo votato!cmq per gli amanti del regista un film da recuperare perchè qualitativamente superiore a molti suoi lavori successivi e ben più noti,tuttavia l'ho trovato cmq meno appassionante questo puro giallo molto d'atmosfera e allucinato con la scena dei cani nel laboratorio che rimane impressa come autentica chicca!

Mica male questo film di Fulci. Per ora siamo a 2 buoni su 2 visti (l'altro è "Non si sevizia un paperino").
La trama magari è esageratamente contorta e non sono ancora sicuro che tutti i pezzi tornino a posto, ma il finale è piuttosto sorprendente.
Convincenti gli interpreti tra i quali spicca la Bolkan.

SPOILER

Bello questo film di Fulci, che almeno la metà delle volte, non è affatto un regista del *****. Girato a Londra, "Una Lucertola con la Pelle di Donna" è fulciano al 100%: erotico, (pseudo)psicoanalitico, confuso e onirico/surreale. Ero restio a dare la sufficienza perché tutto si svolge un po' troppo "da manuale", forse con una ventina di minuti di troppo, ma in questo giallo all' italiana ho apprezzato la scelta del regista di disseminare elementi fini a se stessi che nulla hanno a che fare con la risoluzione del caso (ad esempio il fischio alla "M" dell' ispettore), prendendo in giro, anche intelligentemente, lo spettatore. Eccellenti gli effetti di Rambaldi.

tratti confuso, trama molto intricata , però haquel gusto particolare per chi, come me, ama il giallo all'italiana. Bella la prima parte onirica e il finale. Nel mezzo c'è un po di noia ma non è poi così male.
unica scena un po angosciante: l'inseguimento nella chiesa
scena che si poteva evitare : quella dei cani , fatta bene, ma cosa centra?
buone le musiche, la fotografia, le ambientazioni e buonissima la regia. peccato solo che come il 90% di questo genere (tralasciando argento) di film diventi confuso e non si capisce bene cosa accade.
il titolo non centra molto ma è curioso e invoglia a vedere il film.

Un discreto giallo dall'aspetto tecnico non esaltante ma con buoni SFX di Carlo Rambaldi e buone musiche di Morricone.

Dire che la trama è intricata è dire poco, ma c'è comuqnue da sottolineare che il tutto verrà più o meno chiarito nella sequenza finale.
L'innocente non è mai innocente quindi...

Molto buono l'inizio onirico e weird, poi il film ritorna discretamente sui binari del giallo canonico.

Scena dei cani vivisezionati (ovviamente finti per fortuna) ben realizzata e d'effetto, ma di cattivo gusto ed esploitativa.

Quindi un film interessante e ben diretto, attori ok,ma come già ho detto fotografia e aspetto visivo totalmente sballati, mal fatti.

Ad ogni modo merita una visione questo giallo Fulciano.

Un film veramente sorprendente, non mi aspettavo di assistere ad un giallo di Fulci realizzato così bene, anche se gli effetti sonori non mi sono piaciuti per nulla. Devo aggiungere anche la grandissima atmosfera, che crea uno stato di tensione e di suspance permanente in tutto il film, anche se il finale era un'pò scontato.

bah!! i gialli fulci nn è capace di dirigerli, chi si crede di essere argento? la scena dei cani smembrati che aveva fatto tanto scalpore nn è poi cosi impressionante. per me un brutto film

Buon film, la cui idea di partenza non brilla per originalità ma è ben sviluppata. Finale insolito. Il titolo di ispirazione argentiana (aspetto che ho notato in molti film di Fulci) è decisamente fuori luogo.

deve nn molto, moltissimo ai gialli di dario argento. e poi perche si chiama "una lucertola con la pelle di donna2?

Buon giallo firmato Fulci, un po’ lento in certi frangenti ma nobilitato da una sceneggiatura interessante e ben riuscita che porta al finale dopo aver confuso le idee su come siano andate le cose…

Buon giallo onirico e psicanalitico. Il terzo film di Fulci che mi piace, si aggiunge a 'Non si sevizia un paperino' (il mio preferito), e 'Sette note in nero', a dimostrazione del fatto che i gialli anni '70 costituiscono il meglio della sua produzione.
Il film è costruito abbastanza bene, la trama è molto "furba", i sospetti passano da un personaggio all'altro disorientando lo spettatore, e il finale non è per nulla scontato, come invece accade in molti gialli. Bisogna cmq dire che, se alla fine cerchiamo di ricostruire la storia, ci sono della evidenti inconguenze e lacune, ma pazienza.
Tra le scene, è da menzionare quella in cui la Bolkan è attaccata dai pipistrelli, scena che richiama chiaramente 'Gli Uccelli' di Hitchcock. Il film nel complesso è abbastanza sobrio, tranne la scena del cane squartato, scena inutile che si poteva francamente evitare. E infine bisogna dire che il titolo è davvero brutto.

Uno dei migliori Fulci di sempre, ma attenzione, abbandonate l'idea di splatter e di grottesco. Qui siamo di fronte ad un giallo allo stato puro. Girato interamente a Londra, con qualche rilascio, un pò kitch a dire la verità, della swing London post anni '60, si riscatta pienamente nella buona sceneggiatura e nell'inedito quanto anti-fulciano, finale. Da non perdere.