Durante la notte, le due fazioni si scontrano in una rivolta sanguinosa. A questo punto Gi-hun raccoglie un numero ristretto di giocatori ed elabora un piano: nascondersi sotto i letti durante la rivolta e aspettare l'arrivo delle guardie per poi prendere le armi e incominciare la ribellione contro il sistema.
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Nella sostanza la seconda stagione non cambia le carte in tavola, semmai alcuni elementi vengono estremizzati non tanto nei giochi stessi che si dividono fra "classici" (un, due, tre..stella) ed alcuni nuovi interessanti come il "girotondo", quanto nelle pause fra un gioco e l'altro dove si evidenziano più i personaggi. La cosa più interessante sono le votazioni fra chi vuole uscire dal gioco e chi vuole rimanere. Avidità contro senso di sopravvivenza come due partiti politici dove la divisione tra due fazioni crea non avversari, ma nemici giurati (vedi l'America attuale, per esempio) da togliere di mezzo. La classica guerra fra poveri in cui non esiste condivisione se non a piccoli gruppi. La sceneggiatura, visto che i personaggi sono tanti, adotta la filosofia del racconto. Una volta che un personaggio esaurisce la sua funzione viene fatto fuori in senso letterale. i primi due episodi sono un po' lenti a carburare ed indubbiamente il secondo troncone, quello del poliziotto impegnato nella ricerca, è alquanto sacrificato quasi come un riempitivo. Essendo la prima parte di quella che forse sarà la stagione conclusiva ci può stare.