Richard, un professore del college, riceve una diagnosi che può cambiargli la vita e decide di rinunciare a tutte le convenzioni e alle apparenze per vivere la propria esistenza nel modo più coraggioso e libero possibile. Con un senso dell'umorismo tagliente, coraggio e un pizzico di follia, attraversa ogni tipo di vizio: fuma, beve, fa sesso e rivolge insulti a chiunque gli dia fastidio, provando un piacere mai avuto in tanti anni.
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"Arrivederci professore" parte dal concetto di un plot assai impegnativo e struggente, la trama è già palese, il successo della produzione di Wayne Roberts dipende essenzialmente dai meccanismi della sceneggiatura.
Il film, in effetti, è un classico esempio di fatica cinematografica allestita pressappoco sull'attore e sulla situazione. Le risorse del film si spendono intorno ad un carismatico e celebre attore, Johnny Depp; ma non basta.
"Arrivederci professore" è baldanzoso ed effervescente, ma non si colloca precisamente da nessuna parte. Troppo leggero per distruggere e troppo pesante per esser assorbito come commedia. Dovremmo parlare di una commedia nera, fra umorismo sinistro e situazioni taglienti, poco altro. L'intenzione sarebbe pure dignitosa qui, ma come detto, scarseggia l'empatia con lo spettatore. Per noi si tratta di un feeling che fatica tremendamente a nascere. Fotografia e performance attoriali discrete, elegante anche la regia. Visione comunque evitabile con qualche cliché di troppo.