come un padre (2022)

Meraviglioso.
E' raro, quasi incredibile che un documentario italiano sia fatto così bene.
Da pelle d'oca

Un racconto di un personaggio in un calcio nostalgico che non c'è più,divertenti gli aneddoti raccontati dai vari protagonisti

Carlo Mazzone racchiude in una sola persona il calcio di una volta, quello fatto di passione, dedizione, sudore, umiltà (lo stesso Totti nel documentario dice che il calcio dei suoi inizi era molto più bello rispetto a quello di oggi, anche per gli stessi giocatori), senza dimenticare l'ironia che lo contraddistingueva. Racchiude anche il calcio delle provinciali, dove le caratteristiche sopracitate sono ancora più fondamentali in quanto in qualche modo bisogna sopperire alla carenza di talento. Ed è un peccato che colui che detiene il record di panchine in serie A non abbia mai calcato i grandi palcoscenici del calcio, non abbia praticamente vinto alcun trofeo in decenni di carriera (i suoi trofei sono stati le numerose salvezze), ma d'altronde Carlo Mazzone oltre ad essere un grande competente in materia era l'allenatore del popolo, colui che tirava fuori tutto dai proprio giocatori i quali trovavano energie e risorse che mai avrebbero pensato di avere, quello che stava sempre dalla parte del tifoso e soffriva con lui. Non che non fosse in grado di allenare i campioni, Baggio, Signori, Pirlo, Totti sono qui a testimoniarlo (gli ultimi due in particolare devono moltissimo a Mazzone se sono diventati quello che sono), ma credo che nonostante le capacità la sua dimensione non fossero i grandi palcoscenici, ve lo vedete Mazzone allenare il Real Madrid?? Ci ha pensato uno dei più grandi allenatori di oggi a portarlo con sé sul tetto d'Europa, quel Pep Guardiola che per sua stessa ammissione non sarebbe l'allenatore che è oggi senza gli insegnamenti di Carlo Mazzone.

Il documentario è molto interessante, ripercorre soprattutto gli inizi da calciatore, i primi anni da allenatore, e l'ultimo decennio di carriera, dalla Roma in poi, attraverso le voci dei suoi figli, sia quelli biologici che quelli calcistici, che vedevano questo allenatore come un padre. Mazzone compare solo negli ultimissimi minuti, vecchissimo e incredibilmente magro, fa quasi tenerezza: vederlo poi palleggiare con estrema scioltezza mi ha fatto completamente ricredere e capire la grinta e caparbietà che contraddistinguono ancora questo uomo.

"Non avrei mai pensato che sapesse correre" (Dario Hubner, in riferimento alla celebre corsa di Mazzone sotto la curva dell'Atalanta nel 2001).

Buon documentario sul grandissimo Carletto Mazzone.
Allenatore record in serie A quasi 800 panchine nella massima serie con tante squadre( Roma, Napoli, Cagliari, Brescia,Bologna, Ascoli, Lecce ,Fiorentina, Perugia e Catanzaro)amato da tutti anche da molti avversari per il suo carattere sanguigno e schietto.
Viene raccontata tutta la sua carriera dagli esordi come calciatore della Roma e dell' Ascoli alla carriera lunghissima da tecnico.
Intervistati i suoi ex giocatori più importanti come Baggio , Totti e Signori
Un bel ritratto solo mi dispiace abbiano dimenticato la sua breve esperienza a Napoli dove si dimise dopo solo 4 partite( unico signore a farlo in Italia capendo che non c'era speranza per una salvezza impossibile per una squadra poco competitiva)
Altri tempi per fortuna il Napoli viaggia oggi alla stragrande!!!!
Da vedere.

Discreto documentario...piu' che altro mi sono emozionato nel rivedere alcune immagini della Roma anni '90. Carletto non si puo' comunque non amare.

"Ahó, n'avemo vinto niente, però ammazza 'e risate che se semo fatti". Sarebbe un peccato che un moderno Mazzone fosse un allenatore fuori dal tempo, in cui il denaro ha praticamente seppellito l'umanità del calcio. Un personaggio come Mazzone era più di un allenatore di calcio. Semplicemente era umano, con i suoi pregi ed i suoi difetti. Pur essendo profondamente romano (e non lo nascondeva di certo) riusciva comunque a trasmettere valori universali. Basta vedere i giocatori intervistati, quasi uno spaccato dell'intera Italia ed anche giocatori stranieri cui ha lasciato una traccia profonda nel prosieguo delle rispettive carriere. Forse il calcio attuale ha bisogno di uomini così.

Sarebbe potuto essere un bellissimo documentario su una figura unica del calcio italiano, se solo ci fossero state più scene di repertorio oltre alle interviste e, soprattutto, se non ci fossero state le incomprensibili scene recitate malissimo relative all'infanzia del sor Carletto, veramente imbarazzanti. Rimane godibile, soprattutto perché Mazzone è forse l'unico allenatore amato trasversalmente dai tifosi di qualsiasi squadra, ed è diventato maschera popolare. All'inizio non capivo perché si fosse scelto di far parlare tutti tranne lui, ma poi la scena finale, così emozionante, mi ha convinto della bontà di una scelta così atipica. Peccato, peccato veramente per le scene recitate.