hereafter regia di Clint Eastwood USA 2010
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hereafter (2010)

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locandina del film HEREAFTER

Titolo Originale: HEREAFTER

RegiaClint Eastwood

InterpretiMatt Damon, Cécile De France, Joy Mohr, Bryce Dallas Howard, George McLaren, Thierry Neuvic

Durata: h 2.09
NazionalitàUSA 2010
Generethriller
Al cinema nel Gennaio 2011

•  Altri film di Clint Eastwood

Trama del film Hereafter

Il film racconta le storie parallele di tre persone, che in modi differenti hanno avuto a che fare con la morte. George Lonegan (Matt Damon) è un operaio ha una connessione speciale con la vita ultraterrena. Dall'altra parte del mondo, Marie (Cecile de France) è una giornalista francese sopravvissuta ad un'esperienza di vita e morte che ha sconvolto la sua realtà. Quando Marcus (Frankie/George McLaren),uno scolaro di Londra, perde la persona più vicina a lui, ha il disperato bisogno di risposte. Ognuno attraversa una strada per scoprire la verità, le loro vite si intrecceranno, e cambierà per sempre quello che pensano che esista – o deve esistere- nell'aldilà.

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Voto Visitatori:   6,73 / 10 (243 voti)6,73Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Miglior film straniero
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Voti e commenti su Hereafter, 243 opinioni inserite

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Chardy  @  06/01/2011 00:18:23
   10 / 10
Ennesima conferma del genio di Clint.

Cinema is Dead  @  06/01/2011 00:14:00
   5½ / 10
PICCOLO APPUNTO

Protesta per le continue e francamente scandalose pubblicità di marchi e aziende che ormai vengono sparate a ripetizione con le modalità più beceramente gratuite e visibili, ancora più sconce nel momento in cui riempiono un film di Eastwood già finanziato da una major colossale come la WB. Nell'ordine:
Google (4 volte), Virgin Atlantic, Blackberry (4 volte), Emerson, Apple, Youtube


TECNICA

-Regia a là Eastwood, buona qualità e costante attenzione al dettaglio.
-Fotografia ineccepibile e curata.
-Colonna sonora sufficientemente in tema.
-Ambientazioni molto curate.
-Scenografie ricche e calzanti.


CONTENUTI

-Attraverso l'elemento fictional della vicenda l'opera è incentrata interamente sull'aldilà e sulle possibilità umane di concepirlo filosoficamente e di poter comunicare con esso. Questi sono i contenuti e qui iniziano i problemi.
-La realizzazione visiva del mondo dei morti si limita a ricalcare lo stereotipo abusato del mare di luce dove si muovono incerte le figure sfocate dei defunti nel consueto brusio di suoni indistinguibili e ovattati mentre le sedute medianiche di comunicazione con i defunti (dopo un fulmineo contatto di mani con solito effetto scossa) sono prigioniere di uno stile semplicistico da quiz televisivo vero/falso, dove sembra che l'unico fine del regista in tali rappresentazioni sia dimostrare a tutti i costi allo spettatore quanto George (Matt Damon) sia dotato e bravissimo nell'indovinare descrizioni di persone e situazioni passate con profusione di ogni dettaglio materiale.
-Colpisce di contrasto l'assoluta penuria di dialoghi e riflessioni articolate che riflettano l'importanza concettuale di temi cosmici quali appunto la morte e ciò che ad essa seguirà. Sfortunatamente tutto ciò rimane in stand-by sullo sfondo con la mera funzione strumentale di accompagnare la vicenda fictional attraverso appunto un ''setting tematico'' inusuale e affascinante.
-La piattezza e l'incosistenza di una sceneggiatura blanda ed esile può essere riassunta impietosamente dall'unica (e francamente superflua) descrizione dell'aldilà: ''Qui puoi essere tutto, non c'è forza di gravità, è f!go ''
-Le tradizionali concezioni atee e religiose dell'aldilà sono appena abbozzate in particolare tramite il ridicolo e pretestuoso siparietto dei due video di youtube nei quali una sorta di autorità religiosa cristiana e uno pseudo imam snocciolano dieci secondi di slogan precotti.


STORIA E INTRECCIO

-La struttura è classica e caratteristica di un certo cinema moderno: l'intreccio parte con ordine presentando uno ad uno personaggi che non si conoscono e le loro storie in luoghi diversi e si risolve incrociandone i destini e le vicende. A differenza dello specialista Inarritu e dei suoi mirabili intrecci (Amores Perros e Babel) Eastwood non sembra completamente a suo agio:
il filo conduttore tematico e comune è, come abbiamo visto, un'anemica rappresentazione della morte e dell'aldilà, ma il film è strutturalmente troppo semplice ed abbozzato nelle singole trame e troppo forzato e sbrigativo negli incroci tra esse e negli snodi di sceneggiatura. Come se ciò non bastasse tutta la vicenda deraglia clamorosamente nella parte finale a Londra, quando si ha la netta impressione che la costruzione dell'inreccio non sappia più dove andare a parare in funzione di un interaction tra i personaggi sempre più farlocca e di un happy ending tanto fulmineo quanto inspiegabile e contraddittorio. Che l'amore a prima vista abbia rotto l'incantesimo? Suvvia.
-Non convince pienamente la casualità forzosa nell'incrocio delle vicende dei personaggi con lo Tsunami del 2004 e gli attentati nella metro di Londra del 2005. Tali tragedie appaiono infatti svuotate, decontestualizzate e sfruttate in funzione puramente scenografica al fine di colpire lo spettatore con agganci diretti (e gratuiti) alla realtà cronachistica.


PERSONAGGI E SITUAZIONI

-La psicologia e l'interiorità dei personaggi è poco approfondita, mentre nonostante delle buonissime prove attoriali le caratterizzazioni degli stessi per quanto di certo soddisfacenti e funzionali sono buoniste e monolitiche, mai sfumate nemmeno una minima sindacale da una qualche lontana parvenza di ombra o mezzo tono:
George è bello, bravo, modesto, buono, sensibile, comprensivo e maturo.
Marie è bella, ricca, sicura, in carriera, determinata e vincente.
Marcus è bello, povero, dolce, tenero, adorabile, simpatico e testardo.

Il film appare poco riuscito anche nel tratteggio manicheo e completamente privo di sfumature delle situazioni nel contesto dei nodi di sceneggiatura:
-nella vicenda di Marie si passa da una rosea vita di successo fatta ovviamente di carriera, potere, soldi, amore tutti simultaneamente legati e presenti ad una di caduta dove nel giro di una giornata tutto quanto sembra sparire di colpo e senza momenti di transizione (vedi le patetiche scene della rottura con il collega al ristorante o delle visioni durante il programma televisivo) prima della fulminea risalita fatta appunto di nuovi successi, nuove e lussuose suite d'albergo e nuovi amori.
-nella vicenda di George la struttura non cambia: tutto appare tranquillo fino alla delusione amorosa (ridicola e potenzialmente trash la scena in cui la splendida gnocca che lo aveva ovviamente puntato al corso di cucina gli salta dapprima in casa con evidenti intenzioni di predazione sessuale per poi mollarlo in tronco dopo cinque minuti ed eclissarsi nel nulla, e non vi dico per cosa) al telefonatissimo licenziamento e alla definitiva insofferenza verso il suo dono che lo porteranno in seguito a cercare appunto la riscossa, che anche in questo caso avverrà puntualmente e con pieno successo entro pochissimo.


ALTRE CONSIDERAZIONI

-Incomprensibile l'insistenza (o forse comprensibile solo alla luce del marchio Blackberry in bella mostra) sul cartellone pubblicitario con il volto sorridente di Marie vs odiata collega come squallida metafora del suo successo nella vita.
-Scene del corso di cucina (ennesimo stereotipo del panzone italiano tutto simpata, pastasciutta e opera lirica) inutili e assurdamente dilungate con velati ammiccamenti sessuali se vogliamo anche fuori luogo.
-Spettacolarizzazione dello tsunami in evidente computer grafica non certo essenziale o necessaria ai fini del film.
-Discreta colonna sonora di pianoforte con l'unico difetto di apparire puntualmente a sottolineare e suggerire i momenti più commoventi.


CONCLUSIONE
Hereafter punta altissimo ma spara a salve.
Il film non è affatto brutto o fatto male anzi risulta tecnicamente ben realizzato (regia e fotografia molto buone), forte di efficaci prove attoriali e piuttosto riuscito in ambientazioni ed atmosfere. Fallisce clamorosamente nei parametri che più di tutti ne giustificano la realizzazione e l'esistenza e nei quali dunque più di tutti non doveva fallire: profondità nell'analisi dei contenuti, spessore della sceneggiatura, caratterizzazioni e struttura dell'intreccio.
Dunque un lavoro a mio parere potenzialmente buono ma troppo superficiale nell'approfondimento tematico e troppo disunito nella struttura, che complici la lunghezza sopra la media e la lentezza della messa in scena legate ad una narrazione pedante e irrisolta si rivela una visione dall'incedere pesante e farraggioso che lascia un grande senso di incompiutezza.

23 risposte al commento
Ultima risposta 21/01/2011 23.19.58
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francis81  @  06/01/2011 00:11:36
   7 / 10
Adoro clint Eastwood ma in questo film sono rimasta un pochino delusa nonostante abbia dato un 7. ci ha abituati a pellicole di un certo tipo quindi mi aspettavo di dover dare un voto più alto.

il primo quarto d'ora di "hereafter", ti da i brividi, veramente un 'inzio bomba, per me già dai primi minuti si è propensi a credere che sarà un grande film purtroppo dopo la prima ora si perde un pochino per poi riprendersi in un finale che è oltre all'essere scontato , banale!

Il film è indubbiamente da vedere anche perchè c'è un messaggio di fondo non indifferente, solo che, ripeto , forse siamo abituati ad un clint E. che ti lascia senza parole alla fine della pellicola talmente i suoi film sono carichi di drammatici impatti emotivi.

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