I progetti faciloni di ascesa sociale di un immobiliarista, il sogno di una vita diversa di una donna ricca e infelice, il desiderio di un amore vero di una ragazza oppressa dalle ambizioni del padre. E poi un misterioso incidente, in una notte gelida alla vigilia delle feste di Natale, a complicare le cose e a infittire la trama corale di un film dall’umorismo nero che si compone come un mosaico. Paolo Virzì stavolta racconta splendore e miseria di una provincia del Nord Italia, per offrirci un affresco acuto e beffardo di questo nostro tempo.
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Un bel quadro da vedere, una storia interessante con un modo di essere guardata (quello della divisione in capitoli secondo i punti di vista dei vari interpreti) che gli da quel pizzico in più. Mi è piaciuta la fotografia e la cura per i vestiti, gli allestimenti, le location. E' un film fatto con molta attenzione è che quindi emerge dalla medietà dei film italiani. Bravi gli attori, tutte interpretazioni da elogiare. Tra loro in particolare ho apprezzato Fabrizio Bentivoglio che col tempo sto imparando ad apprezzare come attore poliedrico.
Il soggetto è un romanzo di uno scrittore americano, Stephen Amidon, ambientato in Connencticut. E' ciò si avverte tantissimo. Diverse scelte di sceneggiatura come la scuola d'elite, la premiazione di fine anno, i ragazzi in divisa, il villone con campo da tennis sono cliché più tipici del cinema d'oltreoceano che nostri. La tematica del mondo malsano dell'alta borghesia sta diventando decisamente forte nel nostro tempo. Letteratura, film, serie tv, ne sono piene. Forse in una fase di crisi economica c'è bisogno o di sognare osservando vite magiche di persone che possono permettersi tutto, oppure demonizzarli facendone vedere la miseria morale dietro il velo di opulenza. Virzì sceglie per l'appunto di raccontare la disperazione e la vuotezza delle vita di questa "classe dirigente" oppure il malsano appeal che essa ha sulla gente normale, che farebbe l'impossibile per poter essere accostata a quel mondo. Le giurie hanno scelto di presentarlo come candidato italiano all'Oscar per il miglior film straniero. Tuttavia penso che sia troppo "americana" appunto come storia. Niente di nuovo per loro. Non credo avrà molto spazio, poi vedremo…
Complessivamente l'ho trovato un buon lavoro, anche se non troppo originale. Un noir fine. Tutto molto bello e molto curato, bella la satira, ma la cosa che mi è mancata è che non sono riuscito ad entrare nei panni di quella gente e il film mi è rimasto un po' "freddo" anche nei momenti drammatici.