Theodore "Theo" Decker aveva 13 anni quando sua madre è rimasta uccisa in un attentato al Metropolitan Museum of Art. La tragedia ha cambiato il corso della sua vita: dolore e senso di colpa segnano la sua odissea personale di reinvenzione, redenzione e amore. Tuttavia, c'è sempre qualcosa che da quel terribile giorno gli infonde speranza: il dipinto di un uccellino legato al suo trespolo, Il Cardellino.
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Già "Brooklyn" (2015) er'un'elaborazione del lutto per il passaggio della protagonist'a una nuova realtà spaziotemporale: transoceanica e adulta. Con "The Goldfinch" Crowley replica la solfa con medesima lezios'affettazion'e acquiescente arrendevolezza: "le cinque fasi del lutto vengono mostrate attraverso delle peculiari location in cui naviga il film: l'impenetrabilità di New York è la negazione, l'aridità del deserto di Las Vegas la rabbia, la lontana Londra il patteggiamento, la criminalità di Amsterdam la depressione e nuovamente New York che, con il negozio di antiquariato diventa una casa sicura, per l'accettazione finale"; "la discontinuità narrativa è il caos della vita" (Roberta Loriga). I Radiohead forniscono il loro contributo all'esito avvilente.