Una pagina di storia vera. Un gruppo di fucilieri americani è in lotta con le truppe giapponesi, durante la seconda guerra mondiale, per la conquista dell'isola di Guadalcanal.
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Ritengo sia un film eccellente, per quanto riguarda gli aspetti umani e la tragedia personale interiore che ogni uomo si porta con sè, prima latente ma che in seguito esplode e si manifesta in modo drammatico. Il professore di filosofia e regista, Malick, lavora sull'introspezione dei personaggi, staccandoci dalla realtà di film bellico e addentrando lo spettatore in un mondo sospeso fatti di ricordi, passione, pensiero. Proprio queste divagazioni, rendono il film in certi frangenti d'una lentezza estenuante, un pò prolisso, con un cast eccellente che forse compensa il vuoto che avrebbero lasciato i vari personaggi dei combattenti, di diverso impatto, addirittura anonimi se non fossero stati interpretati da attori di prim'ordine. Sicuramente un film atipico per quanto riguarda il genere bellico, che ci offre comunque scene avvincenti e spettacolari, in un'ambientazione naturale unica.
Splendidamente lento e dilatato. Un film incidentalmente di guerra. Un film senza un vero protagonista ma con una serie di personaggi intensi e potenti, magari solo per alcune scene. Una dolente corale sull'uomo; la guerra è il luogo dell'estrmo, sia fisico che dell'anima, dove tutto questo risalto con maggio chiarezza. Questo film si presta, secondo me, a diversi profili di lettura a seconda delle proprie sensibilità. Dal punto di vista tecnico, poi, lo trovo semplicemente strepitoso.; in particolare la fotografia.
Impagabile! A mio modesto modo di vedere, nel suo genere, è il miglior film mai girato; capace di adombrare i grandi capolavori del passato. Un film non di guerra ma sulle motivazioni della stessa e le reazioni che scatena. Malick è un maestro.
molto bello! sicuramente non banale o scontato! un film di guerra molto introspettivo e molto poco superficiale! il bello e il brutto di questo film sono o momenti lenti che effettivamente sono utili per "inquadrare" la mente e la psicologia del personaggio, ma d'aòtra parte creano sonnolenza e disagio! cmq un buon film con un cast eccezionale!!con un grande "cazzutissimo" nolte!! fotografia e scenografia favolosi!
Più che un film di guerra è un film sulla filosofia della guerra. Bello e introspettivo, da voce ai pensieri interiori dei soldati . Uomini resi come animali scagliati contro altri uomini, ma in nome di chi e di che cosa. Questa è la logica assurda e inumana della guerra e della sopraffazione. La lentezza, come la chiamano alcuni, è d'obbligo e se volete azione truculenta fine a se stessa conviene indirizzarsi altrove. Altanelante tra citazioni, flash-back, visioni, riflessioni resta nel suo genere un capolavoro assoluto con un impareggiabile messaggio di pace e di amore. Messaggio evidentemente irritante e fastidioso per gli yankee che hanno deciso di non premiarlo!
Un film di guerra insolito in cui i combattimenti non sono quasi mai motivi di spettacolo ma spesso occasioni per comunicare alcuni pensieri etici e filosofici dei soldati. Protagonisti del film sono i pensieri indicibili dei componenti del reparto, riflessioni soffocate dallo stridore cupo della lunga battaglia. Pensieri udibili nella loro associazione con un visivo della natura disposto al dialogo. La maggior parte delle emozioni che il film suscita nascono dalla comuni-cativa magistrale del dialogo interiore dei combattenti con se stessi, la natura e la vita che sta per fuggire. Un’introspezione dal tono religioso. Solenne. In un contesto di combattimento colorato di orrori, percepito dai soldati sempre più come qualcosa di paradossale e straniante. Il film evidenzia alcuni aspetti fondamentali della conquista nel 1942 dell'isola di Guadalcanal nel pacifico da parte degli americani, lungo una scacchiera di guerra mondiale che dopo il trionfo americano sui giapponesi nella battaglia di Midway vede gli Stati Uniti imporsi come protagonisti nella lotta per la liberazione dal nazismo e dai suoi al-leati imperiali. Nell’isola le motivazioni di guerra dei soldati americani appaiono psicolo-gicamente un po’ logore. Aleggia negli sguardi il terrore per un imminente scontro con i giapponesi. Si prevedono perdite ingenti di vite umane. In questa situazione la psicologia dei ruoli di alcuni ufficiali si incrina mentre in altri il desiderio omicida si esalta. Nascono da una parte riflessioni introspettive e critiche sempre più incontenibili e dall’altra, forti dell’alibi della discolpa che dà la guerra, si manifestano spinte all’annullamento di ogni pensiero umanista. In alcuni soldati morte e poesia si abbracciano in un ultimo e disperato dialogo etico con il mondo, in altri la paranoia dell’istinto di sopravvivenza denudato di ogni elemento di razionalità prende il sopravvento. La lentezza delle sequenze visive (70 minuti la scena di guerra) e l’irrompere visivo e significante di una natura viva ferita anch’essa dalla guerra consente una narrazione a tre istanze soggettuali che dà efficacia e profondità al dialogo. Narrazione priva di quella forma comune di spettacolo verbale tendente all’insinuazione enigmatica del male o al dettaglio evocativo forzato che caratterizza il film classico di guerra. I dialoghi interiori sono ricchi di un vero indicibile che può essere solo pensato. Acquistano proprio per questo significazione poetica e psicologica mettendosi in contrasto con tutte le linee di condotta del film tipico di guerra. Lontano quindi da quelle sceneggiature fondate su intrecci di racconto sempre più prevedibili perché prelevati da una gamma di modelli precostituiti basati sul lieto fine. Il film evidenzia bene anche l'assurdità delle motivazioni psicologiche pri-vate che stanno spesso dietro alle decisioni di arruolarsi da parte dei soldati e degli ufficiali. Sottolineando come questo assurdo possa infiltrarsi con varie forme di stranianza in momenti decisivi della scena di guerra, condizionando anche gli esiti di una mossa di combattimento. Ad esempio nel film ciò accade nel momento più inopportuno: quello che precede l’attacco alla batteria di fuoco situata in cima alla collina. In un momento di debolezza psicologica, dopo l’uccisione di molti soldati, in un contesto di sbando tattico si manifesteranno defezioni comportamentali gravi e inaspettate. Il colonnello Tall (Nick Nolte) analizza freddamente le stranezze poetiche dei suoi soldati. Stranezze più intuite che rilevate dai dialoghi. Egli correggerà le proprie valutazioni errate che hanno portato ad un primo scacco nei combattimenti, ma difenderà il suo ruolo con un eccesso di autorevolezza che lo porta al di là dell’umano. Tall riporterà i soldati al senso tradizionale della guerra che riguarda la ricerca della vittoria con ogni mezzo. Tollerando senza scrupoli ciò che nella logica della guerra compare puntualmente dopo il raggiungimento di un importante obiettivo: la crudeltà nei confronti dei nemici sopravvissuti. I suoi soldati si accaniranno ripetutamente contro i giapponesi superstiti. Con quella rabbia vendicativa colma di un odio abissale e priva di ogni rispetto dovuto che rende la guerra particolarmente orribile e carente di regole affidabili. Prende il sopravvento un impulso omicida ceco per chi ci ha procurato in combattimento il terrore di una possibile fine della nostra vita. Conquistata la meta il colonnello Tall riflette su quanto accaduto e inter-preterà magistralmente le pecche comportamentali dei suoi uomini. Le analiz-zerà profondamente, sotto la spinta del potere conferitogli. L’intelligenza e l’arguzia meditativa, potenziati dal suo imminente successo di carriera frutto di calcoli, metteranno le cose a posto. Con cinismo e diplomazia allo stesso tempo proporrà per alcuni punizioni dure ma velate agli occhi della burocrazia militare, per la quale tutto deve apparire normale, e prometterà per tutti riconoscimenti pubblici onorevoli nonché promozioni di carriera. Film grandissimo. Emoziona e coinvolge perché riesce a dar vita ai buoni pensieri e sentimenti all’interno di un quadro di guerra drammatico e atroce. Un film che ridà fiato all’idea di un’etica pacifista credibile e rilancia una filosofia della natura finalmente fertile anche di dialogo. La sceneggiatura si avvale di una verosomiglianza scenica e verbale di incredibile fattura. L’erba in primo piano macchiata di sangue, la foglia che si chiude quando viene toccata dal militare, i delicati e variopinti uccelli uccisi dal mortaio danno un’idea di distruzione totale operata dalla guerra con il suo potere sull’uomo e la natura. Un potere via via assoluto e incontrollabile che cerca in Dio il suo alibi per divenire morte necessaria. Gli intrecci psicologici e culturali tra le persone in scena sono privi di ogni influenza classica basata sul linguaggio visivo della spettacolarità di guerra. I codici linguistici pescano con disinvoltura da generi filmici diversi. In questo film l'introduzione troppo estesa di linguaggi di guerra già collaudati avrebbe dato un ritmo stonato al racconto ponendolo fuori dalla possibilità di effetti poetici ed estetici così cari al regista Terrence Malick. Sette nomination all’oscar ma nessuna statuetta in un’America che pare prendere la guerra troppo sul serio non apprezzando alcuna forma espressiva cinematografica che indebolisca con delle verità insolite la credibilità dei ruoli del soldato americano.
A mio avviso il miglior film bellico di sempre. Filosofico come Apocalipse Now, con in più una delle battaglie più crude, emozionanti e meglio girate della storia del cinema. Un cast straordinario in una grande storia corale dove nessun personaggio prevale sugli altri e dove emergono finalmente paure e domande dei soldati che non sono più visti solo come eroi e superuomini. Tanto di cappello a Malick che firma un capolavoro.
Questo film è poesia pura. L’ho rivisto dopo diversi anni e ancora una volta l’ho trovato meraviglioso, commovente, lirico, senza quell’apologia dell’eroismo e della “bandiera” che troppo spesso abbondano nelle pellicole di guerra. Fotografia splendida, attori spettacolari e perfettamente nella parte. Un capolavoro..
Film originalissimo (guerra e filosofia che vanno a braccetto), cast esagerato (mai visto cosi' tanti bravi attori tutti assieme) pero', quanto e' lungo?! scusate ma non vedevo l'ora finisse... andy
Il trionfo della natura, il golfo del Pacifico... la terra presto logorata dalla mano dell'uomo, della guerra... Introspettivo, il miglior film bellico di tutti i tempi, almeno dall'epoca di bastogne di wellman.Un'opera che assurge a testimone dello stupore, la mano di chi ferisce e il volto di chi perisce... Lo stesso percorso, follia di un conflitto Nolte superlativo. Malick, un genio assoluto.
La guerra è orribile sempre....nessuna bandiera, nessuna partigianeria questo CAPOLAVORO è poesia pura, da cineteca...Grandissimi tutti gli interpreti, Nick Nolte su tutti il quale sembra sentire particolarmente il ruolo che copre tanto è efficace...Bravissimi Sean Penn e Caviziel! Guardarlo almeno 10 volte perchè alla prima visione può interdire e forse annoiare
Film molto suggestivo e poetico, grandi ambientazioni e grandissimi attori, non metto un voto più alto perchè, secondo me, il film risulta troppo lungo e in alcune scene il "ritmo" sembra fermarsi; non che mi aspettassi un film d'azione :) ma qualche scena o dialogo (o monologo) si protrae per troppo tempo.
Se si "sopporta" questa scelta (probabilmente voluta) di lentezza si vedrà un grande film...
Uno dei film più profondi e magistrali degli ultimi anni. Il capolavoro di un regista particolarmente controverso, che si serve di un cast di altissimo livello per firmare un grande sigillo della storia del cinema di guerra.
Commento questo capolavoro a distanza di parecchi anni dalla visione del film. Ricordo che mi colpì profondamente, un film di guerra fortissimamente contro la guerra, un film che fa riflettere in modo davvero profondo. Malick è un genio, fa un film gni vent'anni ma quando li fa è sempre CAPOLAVORO
La guerra vista con gli occhi di un soldato. Letteralmente. Malick, che di film ne fa uno ogni morte di papa, dimostra il proprio talento, la propria spaventosa capacita' di far entrare lo spettatore nella testa del soldato, tanto da farlo sentire anch'egli in prima linea, una volta giunti finalmente a quel fronte che sembra non arrivare mai. Questa e' la grandiosa capacita' di questo film: proietta dentro l'azione lo spettatore, senza dare giudizi, senza stereotipi, senza patetismi. Non viene spiattellato di comodo il tema della guerra che e' brutta perche' ci sono brutte scene di violenza (non bastano un po' di cadaveri crivellati per fare un buon film antimilitarista, vero Steven?) ma si va molto piu' in profondita', scavando nella psiche del soldato, che mentre e' al fronte pensa costantemente a casa, che durante l'azione si distrae per vedere le meraviglie della natura (azzeccatissima la scelta di ambientare l'azione nel teatro piu' che lussureggiante della battaglia di Guadalcanal), che diventa insensibile ad ogni violenza. Un soldato che umilia il vinto, uccide il prigioniero, ma che si rende conto che l'uomo dall'altra parte e' ESATTAMENTE come lui (vero Steven?). In questo film non ci sono le figure classiche dei vari fanatici che si sentono investiti dalla Patria o da Dio di una sacra missione (vero Steven?), ma solo degli uomini (e tanti, troppi ragazzi) che prima dello scontro, ed anche durante, sono letteralmente terrorizzati (sensazione resa in maniera strabiliante dal regista) dalla piu' che umana paura di morire. Malick riesce a far comprendere, quando non a far provare, le emozioni dei fanti di Guadalcanal, e per questo e' riuscito a fare uno dei migliori film antimilitaristi della storia, forse superiore addirittura a Full Metal Jacket: la mirabile architettura di Kubrick, assolutamente affascinante a livello cerebrale, si trova difatti in questo caso di fronte ad un film che, oltre ad essere ottimo (sebbene inferiore) da quel punto di vista, ha una grandissima potenza emotiva. Solamente il fatto che questo lavoro di Malick sia paragonabile a quello del piu' grande regista di ogni tempo, comunque, e' sufficiente a far capire che ci si trova davanti ad un Capolavoro Assoluto.
P.S.: nell'intero film non compare mai, nemmeno per sbaglio, una bandiera; ne' giapponese, ne statunitense: al fronte non esistono ne' buoni ne' cattivi, ma solo uomini contro altri uomini.
La sanguinosa battaglia di Guadalcanal raccontata dagli occhi, dalle emozioni dei protagonisti. Un'introspezione psicologica sulla crudeltà della guerra, sui valori dell'amore, dell'eroismo, supportata da un cast fenomenale di attori, tutti in palla, tutti all'altezza. Straordinario Nolte nei panni del fanatico colonnello, grande Sean Penn (capelli un pò lunghi?) e la rivelazione Caviezel dallo sguardo che taglia in due lo schermo nei panni dell'eroe Witt. Rigorosamente per riflettere, è un film meraviglioso. Un consiglio: guardarlo anche in lingua originale
Uno dei più bei film di guerra mai visti...non so se si possa definire "un film di guerra",o un drammatico,è difficile da restringere ad un genere.Toccante,poetico,mai retorico,esteticamente sublime,originale...
Apprezzabile, ma non si confà con alcuni miei modi di pensare il cinema, indubbiamente il consenso che ha ottenuto da personaggi che ritengo degni di considerazione mi spinge ad una seconda visione... Per ora solo un 7.
Questo è cinema da grandi maestri, veramente stupendo! Una poesia su pellicola, da grandissimi intenditori. Un cinefilo dovrebbe assolutamente guardarlo, è un tassello essenziale per il suo bagaglio!!!
Molto spesso sono scettico sui film degli ultimi anni...Raramente do i voti più alti... Con "la sottile linea rossa" sono rimasto a dir poco sorpreso... Terrence Malick, che in trent'anni ha girato tre film bellissimi, è tornato dopo anni di assenza con questo film, stupendo, e al tempo stesso insolito. Qualcuno ha detto che questa è una pellicola non "di guerra", ma "sulla guerra"..... Non assistiamo infatti alle solite scene d'azione, intrise di finti eroismi, o a un polpettone retorico, ma a un film fatto di riflessioni e pensieri dei vari protagonisti, in cui la battaglia - che pure c'è- fa da sfondo... A mio avviso, è uno dei film appartenenti al genere bellico più belli della storia del cinema, non esiste il minimo paragone con il film m di spielberg che era uscito contemporanemente...
Piano piano sto noleggiando tutti i film che da questo sito sembrano essere i migliori. Non sono appassionata di film di guerra, anzi, ma questo è mi ha davvero colpito al cuore. Un capolavoro!
Quando un film vuole per forza essere introspettivo e profondo, spesse volte ci riesce e quello che ne viene fuori è un esercizio di stile ricco d'anima artistica. Film molto pieno di se,che dispensa filosofia e psico/teorie a piene mani. L'opera di un artista ti fa riflettere e giungere a conclusioni soggettive,intime. Questo film dice tutto lui... La pellicola è riflessiva e profonda.
Uno dei film più belli sulla guerra, sicuramente uno di quelli che fa riflettere di più. Girato splendidamente da un genio del cinema, fin troppo assente. Alcune sequenze rimangono negli occhi e nell' anima.
Un bel film bellico non propriamente convenzionale. Terrence Malick ha girato un pugno di film ed e` considerato uno tra i piu` grandi registi della storia del cinema. E sulla falsariga del Soldato Ryan, il film del regista tornato dopo 20 anni, ci offre uno spettacolo d'indubbio impatto visivo. Ma forse e` stato proprio il maggior tempismo di Spielberg (il suo film usci` qualche mese prima) a rappresentare un ostacolo a questo film. Che ad ogni modo e` risultato un po` sopravvalutato dalla critica. Carrellata di star in piccoli ruoli.
Non si ha a che fare con la massa di soldatini ed eroi o con ideali troppo stereotipati, ma con un'analisi del conflitto ineteriore di ogni soldato. Colpisce perchè obbliga a riflettere, non si può non immedesimarsi, anche se non si è mai presa un'arma in mano. In questo film per la prima volta non si sa in quale parte ci sia il bene e in quale parte il male... per la prima volta la guerra è un male in se stesso. Il regista parla con immagini potenti, bellissime. Lo sfondo naturale della storia è rappresentato da una natura che si impone con tutta la sua forza, e la pellicola è accompagnata da una colonna sonora che mozza il fiato.
Questo è un film che merita di essere visto, adatto per chi è stanco dei soliti filmoni celebrativi, intrisi della solita retorica. E' l'urlo più forte contro la guerra che sia stato mai girato. Ed è il film più bello, che io abbia mai visto.