l'uomo illustrato (1969)

Un film che sfrutta poco il materiale di Bradbury, complice una verbosa messa in scena, fin troppo teatrale per essere facilmente assorbita dallo spettatore senza andare nella noia più profonda, complice una regia piatta e non all'altezza del compito. Un vero peccato perchè il materiale a disposizione era pregevole e le storie, pur molto interessanti, si spengono come candele per colpa di una messa in scena non all'altezza ed uno Steiger che non riesce a far decollare un film che rimane impanato fino alla fine.

E' fin da quanto ero piccolo che covavo la curiosità di vedere questo film; tratto dalla fervida penna di uno dei maestri del fantastico quale Ray Bradbury è una pellicola molto particolare in cui domina il contrasto tra la cornice ambientata all'inizio del '900 in un posto rurale e le tre storie nel profondo futuro (dove in una si anticipa il ponte ologrammi di Star Trek). E' però una fantascienza cupa, drammatica e triste che ben si amalgama con l'atmosfera straniante ed in più punti inquietante della storia di questo uomo tatuato da una misteriosa donna (una strega? una aliena? una visitatrice dal futuro?) e della sua perenna, vana ricerca. La realtà e la finzione si confondono e chi è la vittima? Il suo giovane ascoltatore o lui stesso? Tutta la narrazione è costantemente impregnata di questa aura delirante ed onirica. Il problema, però, è che forse viene viene dato troppo spazio alla cornice piuttosto che ai racconti -uno dei quali, ovvero il secondo, anche alquanto insipido- e tutto è oltremodo verboso tanto che si perde di vista il punto focale della vicenda...se ve ne è davvero uno e rimane un senso di incompiuto. Un film indubbiamente originale e fuori dai canoni, ma che io personalmente non rivedrei. Essendo tratto da un libro con ben venti racconti potevano anche fare qualcosa di meglio.