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A me questo Sleepaway camp (finale a parte) ha esaltato meno di quanto, come noto leggendo i commenti che mi precedono, abbia fatto con altri estimatori del genere… Slasher movie in perfetto anni 80 style con l’immancabile finale apertissimo che aprirà la strada ad un numero notevole di sequel tutti inediti da noi (se non sbaglio recentemente è uscito il sesto capitolo) parecchio derivativo in quanto copia molti elementi da Venerdì 13 (che già di suo ricordava Reazione a Catena di Mr. Bava) e che accelera solo nel finale… In tutta la prima ora il body count è basso e la sceneggiatura si regge in piedi a fatica… Ma dico, un killer si aggira per il campeggio, ha già ucciso tre persone e voi portate un branco di ragazzini a fare campeggio in mezzo al bosco? Mah!
Il cast è a dir poco pietoso, a parte la protagonista che riesce a far provare un sentimento misto di pietà e inquietudine quando fissa imbambolata le persone, la parte restante è formata da personaggi improbabili (il capo, il cuoco pedofilo, il cuoco nero che poi sparisce dal film, la “bella”, per modo di dire, Judy ecc) e un campionario di ragazzetti con la faccia da pirla e di ragazzette bruttarelle (ma sceglierne una carina pareva troppo?)… Il film qualche sorriso lo strappa pure ma perlopiù involontariamente e mi chiedo come cacchio sia venuto in mente a Hiltzik di mettere due baffi finti al poliziotto… A volte i processi logici di un regista/sceneggiatore sono strani…
Ma veniamo ai lati positivi che non mancano: gli omicidi sono ben congegnati e alcuni sarebbero originali anche se il film fosse stato girato oggi (e questo non è poco)… Quello mediante le api verrà poi ripreso da Lamberto Bava in Le Foto di Gioia ma con la Salerno nuda fa tutto un altro effetto… Hiltzik dirige bene malgrado il cast indecoroso ma i momenti di pausa tra una morte e l’altra potevano essere gestiti meglio; il film non mostra altro che storielle di persecuzione e d’amore da quarta elementare (ed è giusto così, visto che di questo parla) ma i momenti di pausa tendono a volte a rallentare fin troppo il ritmo… Gli ultimi venti minuti invece sono ottimi, il body count comincia ad innalzarsi, il film comincia a farsi interessante e stai lì in attesa del colpo di scena che sveli l’identità dell’assassino…
E arriviamo quindi al piatto forte della pellicola: gli ultimi secondi sono gestiti brillantemente, il colpo di scena stupisce (malgrado Hiltzik cerchi di farlo intuire durante tutto il film) e la scena finale è di quelle che si ricordano anche per anni dopo la visione…
Tra l’altro ricorda parecchio un vecchio albo di Nathan Never che consideravo geniale e che ora perde qualcosa visto che tutta quella genialità sembra presa da questo film…
Comunque nel complesso il film di per sé è decente ma non certo esaltante; è reso però imperdibile da questo finale… Obbligo di visione quindi per tutti gli appassionati del genere!