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Tutti i post per la categoria: Cinema riflessioni sparse

Aspettando Tony Stark

Pubblicato il 24/04/2013 12:15:51 da foxycleo


Oggi, mercoledì 24 aprile, approda finalmente nelle sale italiane Iron man 3. L'attesa per questo nuovo capitolo della saga che vede protagonista Tony Stark è stata tanta. Ciò si evince dagli incassi ottenuti proprio nel nostro paese da Iron Man, Iron Man 2 e anche da The Avengers, in cui il personaggio di Stark brilla di luce propria; tutti ovviamente prodotti targati Marvel Studios. Al di là dei giudizi di merito su questi lungometraggi il loro appeal sul grande pubblico è innegabile: il merchandiasing è vario e ricercato, inoltre a partire dall'inizio del mese in corso si susseguono maratone in onda su canali a pagamento televisivi o in multisala, che offrono sconti per chi sceglie di ubriacarsi con l'intera saga in quattro giorni di fila, per poi proseguire con feste a tema oraganizzate in vari locali e cocktail ideati ad hoc.

Ecco gli ingredienti per un cocktail per supereroi:

1 shot Bacardi
1/2 shot Jack Daniels
1/2 shot Vodka
150 ml powerade berry & tropical

Buono o no questo beverone è opinabile ma un fatto è che una volta il fumetto era nerd mentre oggi è diventato cool. Merito forse anche dell'attore che interpreta il supereore, il fascinoso e bad boy Robert John Downey Jr., newyorkese classe 1965 candidato a due premi Oscar per Charlot nel 1993 e per Tropic Thunder nel 2009.

Cronache di una giurata

Pubblicato il 02/04/2013 15:01:43 da peucezia
Conclusa il 22 marzo l'esperienza da giurata del Panorama Internazionale, sezione dedicata del Bif&st, è d'uopo rendicontare (giusto per usare un termine commerciale).
Anzitutto il giurato deve avere una totale disponibilità di tempo e di denaro in quanto non ha la possibilità di beneficiare di auto o autobus blu (alcuni giurati hanno speso una fortuna in grattini) e deve permanere nelle sedi di proiezione film (leggi "cinema" e "teatro") dalle cinque alle sette ore quotidiane entrando nel primo pomeriggio e rincasando quasi a mezzanotte. Ma cosa non si fa per la decima musa... E non si aggiunge la corsa tra due diverse sedi distanti tra loro a quindici minuti di deambulazione né l'obbligo di uscire tra una proiezione e l'altra con esposizione all'aere sia che il tempo sia sereno, o freddo o nuvolo o piovoso..
Sul piano squisitamente tecnico i film in concorso sono stati eterogenei; accanto a pellicole fruibili dal pubblico o a futuri sicuri "kolossal" si affiancano storie di nicchia, deliri estetici e lavori sicuramente destinati a non apparire in sala perlomeno nel nostro paese.



Un film che merita di trovare un distributore italiano è senza dubbio "Road North", un road movie finlandese diretto da Mika Kaurismaki (il fratello maggiore di Aki) che non a caso ha fatto vincere il premio come miglior interprete maschile al corpulento Falstaff finnico, il barbuto e simpaticamente politically uncorrect Vesa-Matti Loiri (protagonista del suo film).

"Paulette", il film francese di Jerome Enrico che ha dato un premio alla grande Bernadette Lafont come migliore attrice, arriverà sicuramente da noi; la storia della vecchietta che si mette a spacciare può ricordare un po' la mitica britannica Grace ma questo film ha dalla sua un quid differente e sprizza simpatia.

Di matrice diversa è "The girl and Death". Girato in varie lingue, in costume, il film ha molte pretese ma non riesce a prendere. A metà tra "Cime tempestose" e "La traviata", elegante e raffinato, potrebbe essere importato ma non rendere a pieno a causa del doppiaggio che falserebbe la natura multilingue della storia.



"Soldate Jeannette" e "Annelie", due pellicole made in Germany, incontrerebbero difficoltà nella distribuzione nel nostro mercato: il primo film è una pesante denuncia della società consumistica portato avanti però con estrema lentezza e tedio e riscattandosi solo a fine storia, il secondo, ambientato in un ex albergo occupato da persone problematiche e interpretato per la maggior parte da attori non professionisti, è un film di denuncia con scene e situazioni forti, droga, trans, prostitute; potrebbe essere distribuito in poche copie e ritirato dopo pochi giorni.

"When I saw you" e "Krugovi" (conosciuto anche con il titolo "Circles"), che ha vinto il premio come miglior film, invece appartengono a cinematografie minori e parlano dei conflitti irrisolti. Il primo è un film realizzato in Giordania, il secondo mostra quanto sia vitale la cinematografia slava.



Bello il greco/albanese "Agon" che entra nel vivo della problematica dei flussi migratori. Visionario e un po' ispirato a Freaks "Las mariposas de Sadournì", un piccolo film argentino con una splendida fotografia che però resta solo un preziosismo estetico e non ha numeri per essere fruibile in Italia.

Divertente l'iraniano "Meeting Leila" che narra le disavventure di un poveruomo che per amore vuole smettere di fumare dando un interessante sguardo sull'Iran di oggi.

Infine "Hannah Arendt" di Margarethe Von Trotta, il "film" per eccellenza che di sicuro riceverà premi e riconoscimenti a iosa.



Pellicole tra le più varie che ci si augura non rimangano solo da festival, in quanto la vitalità di una kermesse cinematografica è proprio data dall'uscire fuori dal suo ambito per darsi a tutti, senza restare solo nel diario di una giurata sia pur affannata dal tour de force imposto dal calendario di proiezioni.

Se fa schifo, fa schifo.

Pubblicato il 26/03/2013 11:25:41 da cash


Altra questione della quale non se ne può fare a meno; rivedi un film che hai amato alla follia nella tua infanzia, ma non ti fa più lo stesso effetto. Perché allora eri puro e le sfrenate e fantastiche visioni erano allineate con la gaia spensieratezza della tua infanzia (infanzia = tutto ciò che precede la masturbazione), mentre adesso vedi quel dato oggetto d’amor perduto per quello che è, ovvero una merda, perché non sei più bambino. Ecco, a me ‘sta cosa non ha mai convinto fino in fondo. Poi ho capito perché: perché è un po’ una minchiata. Il proustismo applicato al cinema è una cosa che non si può sopportare, anzi, aiuta a diventar nazisti. Non posso negare che ci sia un lato emotivo congenito e naturale dal quale è difficile separarsi, ma permettere che adeschi lo spettatore sino a fargli tralasciare i meriti di un film in sé mi pare un tantino superficiale. Ciò accade perché non si sta valutando un film che abbiamo visto nel, poniamo, 1984, bensì come eravamo noi nel 1984 (i più furbi di voi avranno capito che mi sto riferendo agli ultratentenni). “Io sono cresciuto, il film no”. E grazie al cazzo, che deve fare il povero film, crescere ed evolversi? Questo vuol dire utilizzare l’oggetto film come contenitore per le proprie emozioni e tralasciare meriti estetici e registici che forse non si era in grado di comprendere - ovvio. Ma non va mica bene che non lo si possa comprendere ora; tutti i conti in sospeso s’hanno da saldare. “Navigator”, “Legend” e roba varia non sono risibili (ora) perché noi siamo maturati; fanno schifo perché fanno proprio schifo. Ecco. Opinione insindacabile mia personale che però è vera (classica asserzione soggettiva che ha la pretesa di essere oggettiva, ed oggettivamente lo è – soggettiva). “Grosso guaio a Chinatown” ha segnato la mia infanzia facendomi venir voglia di lanciare coltelli a tutto spiano, ma era un gran film allora ed è un gran film adesso, al netto di quello che era il mio sguardo. “La storia infinita”, forse il film che ho visto di più nella mia vita, era essenziale prima ed è necessario ora. Forse un pelo invecchiato a causa del make up da cartoleria, ma ci può stare. “Explorer” sembrava un capolavoro, ma rivisto fa cacare perché fa cacare, adesso come prima. E, badensi, non è che da piccolini si accetta tutto passivamente per difetto di cultura e sintomatica sublimazione del fanciullo interiore di pascoliana memoria, che se Pascoli non avesse sdoganato questa terribile espressione io ero pure più contento; no, è che da piccolo uno è proprio scemo. Non ci si può far nulla, è una cosa correlata ai nostri geni; buttate un cucciolo di labrador in acqua e quello nuota, buttate un bebè e vi affoga. Ma non si può nascere direttamente a sedici anni?

Parte il Bif&st 2013

Pubblicato il 19/03/2013 09:53:31 da peucezia
Dal 16 marzo e fino al prossimo sabato Bari sarà il centro nevralgico dell'ennesimo festival di cinema voluto dalle varie commissions e dai fondi europei che finanziano.
Festival interessante e importante, festival che presenta anteprime di sicuro impatto (inaugura "Benvenuto Presidente", un film di satira politica di un'attualità sconvolgente) ma come tutte le manifestazioni, festival anche un po' legato a vari ingranaggi che non sempre sono comprensibili ai poveri mortali. Così il farraginoso meccanismo burocratico blocca legittime richieste per far spazio ai soliti noti e a chi ha avuto la ventura di conoscere il fantomatico "Picone" più o meno direttamente.
Auspicare un mutamento e una virata è un po' utopico ma nel bene o nel male questo festival vale la pena di seguirlo e vale la pena fare il punto delle varie giornate man mano che andrà avanti.

Di seguito alcune interviste di presentazione del festival:




Al prossimo resoconto.

Categorie: Cinema news, Cinema riflessioni sparse, Cinema approfondimenti

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Shokuzai

Pubblicato il 04/03/2013 09:43:24 da The Gaunt
Innanzitutto un trailer (spiacente, ma è solo in nippo senza sub):



Una domanda che potrebbe sorgere spontanea è "Si vedrà mai questo miniserial in Italia?". Alquanto improbabile a meno di miracoli dell'ultima ora causati da improvviso impazzimento di qualche canale digitale che di punto in bianco vuole rischiare con un prodotto simile. Qui non siamo di fronte a personaggi famosi come Lynch (Twin Peaks) o Von Trier (The Kingdom), che solo con il loro nome unito alla qualità del prodotto possono garantire il cosidetto "rientro" da tale investimento.
Kyoshi Kurosawa non è certo un esimio sconosciuto, ma se usciamo dall'ambito prettamente cinefilo e in fondo neanche da quello, se si conosce poco o nulla del cinema orientale, ci troviamo un lavoro che avrà una distribuzione pressoché nulla a livello televisivo.
Di cinema non se ne parla proprio, considerata la durata considerevole di quattro ore e mezza (cinque ore circa quella televisiva) e decisamente anticommerciale a livello distributivo. Rischiare per un prodotto con una durata simile e spettacoli giornalieri ovviamente molto limitati, perdipiù per una pellicola orientale, è impensabile.
In vita mia ho imparato che non bisogna mai stupirsi di nulla, quindi sarei piacevolmente sorpreso se un distributore rischiasse i propri soldi per Shokuzai aka Penance (titolo internazionale per aiutare gli utenti). Non stupitevi però se al tizio in questione verrà applicato successivamente un TSO seduta stante.



Kyoshi Kurosawa con Shokuzai dimostra che se un regista ha talento e qualità lo può dimostrare anche in campo televisivo. La televisione non corrompe un bravo regista, anzi riesce ad essere ugualmente malleabile allo scopo prefissato senza snaturare le caratteristiche o le tematiche a lui collegate. Ed è questo anche il caso di Shokuzai.
Kurosawa è noto in Italia soprattutto per i J-horror come Kairo o lavori molto raffinati come Cure o Tokyo sonata. Shokuzai non si mostra come un lavoro a sè stante della carriera di questo regista, bensì molto coerente con la sua filmografia.
Shokuzai è il dramma esistenziale di cinque vite, cinque donne segnate da una tragedia, un peso opprimente che viene perpetrato nel tempo che annulla la vita di ciascuna di esse e le condanna ad una solitudine in cui lo squilibrio fra la colpa e il castigo rende l'espiazione un percorso doloroso ed angosciante. Kurosawa depura dalla componente horror questo suo lavoro televisivo arrivando all'essenza stessa del suo cinema, ai lati oscuri e nascosti dell'animo umano.

Questo è il link per leggere lo speciale, se siete interessati.

Buona visione.

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