Ignazio Oliva appartiene a quella esigua categoria dei giovani attori italiani dotati di autentico ed innato talento recitativo, che esplica con uno stile sobrio e sommesso, e di quella straordinaria capacità di saper trasferire nei suoi personaggi i tratti peculiari della sua personalità, umanamente straordinaria e della sua sensibilità di artista. Un bello con l'anima, insomma.
Alto, magro, un fisico asciutto e nervoso, il viso dolce e gli occhi grandi e profondi, che un'espressione tra il timido e il riservato fa apparire ancora più luminosi, Ignazio Oliva è nato a Genova il 26 settembre del 1970, da padre genovese e madre pugliese di Bari.
Il giovane Ignazio ha trascorso i primi anni della sua giovinezza nella città della lanterna, dove ha studiato e si è laureato in scienze politiche con indirizzo sociologico, con una tesi sull'organizzazione ambientalista Greenpeace.
Attualmente vive a Roma, insieme alla sua compagna e al figlioletto di due anni, Orlando.
Molto oculato nelle sue scelte artistiche, che lo hanno portato a non lavorare moltissimo; ciononostante, tra i registi che lo hanno diretto spiccano alcuni grossi nomi di autori italiani e stranieri come Bertolucci, Peploe, Campiotti, Grimaldi.
Dodato di una forte personalità eclettica, che si riverbera nel suo amore per l'arte, Oliva è attore ma anche regista e produttore.
L'interesse per la recitazione lo porta, ancora studente universitario, a frequentare un corso di tre anni presso il Teatro Cinque di Milano ed un altro di un anno presso il Teatro di Campopisano di Genova.
Successivamente si trasferisce in Inghilterra, a Londra, dove segue un corso di un anno di teatro Post Graduate nella East 15 Acting School, e successivamente negli Stati Uniti per un Workshop con Philip Breese del Living Theatre, poi ancora in Inghilterra per un Workshop con Trevor Stewart della Lumiere Company.
Rientrato in Italia comincia una intensa carriera teatrale prendendo parte a diversi spettacoli di grande successo: tra gli altri è stato Vanzetti in "Sacco e Vanzetti" per la regia di B. Bracco; Cleante ne "Il malato immaginario", regia di P. Tomlinson; Yepikhodov ne "Il giardino dei ciliegi", regia di T. Scannel; Saint Euxpery ne "Il piccolo principe", regia di E. Musso; Steve in "Un tram che si chiama desiderio", regia di M. Lopez.
Il debutto come attore cinematografico avviene nel 1982 con un piccolo ruolo in un film per la televisione di Gianni Amelio, il drammatico "I VELIERI", che non gli apre, però, le porte del successo.
Nel 1994 arriva un'occasione un po' più consistente con il ruolo di un ragazzo, Gabriele (che da adulto avrà il volto di Fabrizio Bentivoglio) con una infanzia infelice alle spalle, segnata dal sospetto di essere frutto della relazione adulterina del padre, nel film "COME DUE COCCODRILLI", di Giacomo Campiotti.
Sempre nel 1994, a soli 24 anni, mentre è ancora studente universitario, viene scelto da Bernardo Bertolucci per interpretare nel suo film "IO BALLO DA SOLA" un personaggio che caratterialmente gli somiglia molto, Osvaldo Donati, un ragazzo toscano, timido e innamorato, a cui si concede per la prima volta LIV TYLER, una ragazza americana mandata in vacanza in Italia dal patrigno dopo la morte della madre, ospite nella villa di alcuni amici nel Chianti, dove scoprirà l'amore e chi è il suo vero padre. Con questo ruolo, piccolo ma molto significativo, Ignazio ha l'occasione di lavorare con JEREMY IRONS e Sinéad Cusak e di farsi conoscere anche in ambito internazionale.
Nel 1995 è fra gli interpreti del film "L'OSPITE", di Alessandro Colizzi, un dramma familiare in un ambiente alto borghese, tratto da un romanzo, "La vergogna", di Silvia Cossu, che è anche la sceneggetrice del film.
Successivamente torna a lavorare con Giacomo Campiotti nel bel "IL TEMPO DELL'AMORE", una produzione italiana, ma con attori internazionali, ad episodi. Tre storie che hanno come filo conduttore l'amore e il mare che campeggia persino dai manifesti. Ignazio è protagonista, assieme a NATACHA RÉGNIER del secondo episodio che narra, in una Parigi occupata dai nazisti, dell'amore tra un violinista russo e una flautista francese.
L'anno successivo lavora con Fabio Rosi nel film "L'ULTIMA LEZIONE", che rievoca la vicenda di Federico Caffè, l'economista svanito nel nulla nel 1987. Ignazio è lo studente che, insieme ad una collega di cui si innamorerà, cercherà di venire a capo del mistero, prendendo coscienza che "gli uomini vivono finchè vive il loro pensiero". Nel 1999 l'attore dirigerà il backstage del film dal titolo "Senza salutare".
Anche con il biografico "NORA", di Pat Murphy, del 1999, Oliva ha l'opportunità di lavorare con artisti di grido, come EWAN MCGREGOR e Susan Lynch. Il film è la storia del tormentato rapporto tra lo scrittore irlandese James Joyce e la moglie Nora Barnache, durante il loro soggiorno a Trieste, durante il quale, tra il 1904 e il 1907 Joyce cominciò a scrivere i racconti di "Gente di Dublino".
Dopo "HERMANO", di Giovanni Robbiano, girato nel 2000, ma uscito in pochissime sale soltanto nel 2006; Clare Peploe (moglie di Bernardo Bertolucci) gli fa vestire i panni di un coloratissimo Arlecchino ne "IL TEMPO DELL'AMORE", tratto dall'omonimo lavoro teatrale del 1973 di Marivaux. Nel film, accanto al nostro Oliva, recitano Ben Kingsley e Fiona Shaw.
Nel 2001 la curiosità di accumulare sempre nuove esperienze lo porta a fare l'operatore di macchina di due documentari, girati al tempo del G8 di Genova, "Un altro mondo è possibile" e "Genova per noi", coordianti da Citto Maselli e altri numerosi registi.
Ambientalista convinto, appassionato di politica con un'attenzione particolare verso i problemi sociali, nel 2002, Oliva ha cominciato ad occuparsi personalmente di documentari molto apprezzati in vari festival del settore. Il più conosciuto, una vera e propria esperienza di vita, è "Young Satellite - Amani Yassets FC", un progetto realizzato in Africa, in collaborazione con l'Organizzazione non governativa Ong Amani, che segue la vita della squadra di calcio di ragazzi di strada che vivono in una baraccopoli di Nairobi. Sempre a Nairobi, per la Ong World Friends, ha girato anche il documentario "Healt & Education" sulle realtà ospedaliere e ambulatoriali del villaggio.
Successivamente ha anche girato alcuni documentari di caratteri sportivi, il primo dedicato al Genoa Calcio (la sua squadra del cuore) al tempo dell'allenatore Franco Scoglio, il secondo alla prima volta in serie A del Siena Calcio.
Attualmente sta girando un documentario a Tricase (Lecce) su come un paese di provincia vive la vigilia delle elezioni politiche. Aspettative, delusioni, speranze, candidati, gente comune; un lavoro sociologico ed antropologico insieme.
Sul grande schermo come interprete torna nel 2002, con il film d'esordio di Maria Sole Tognazzi, "PASSATO PROSSIMO", una sorta di "Il grande freddo" all'italiana, su cinque amici trentenni (tre uomini e due donne) che si ritrovano nella grande villa di una di loro, dove hanno modo di riflettere sulla vita, il passato, il futuro. Ignazio interperta il ruolo del giovane figlio d'arte e aspirante attore, Edoardo, schiacciato dalla personalità del padre e in competizione con l'emergente e amico Andrea.
Subito dopo è protagonista di una esperienza molto stimolante con il film "AMORFU", di Emanuela Piovano, in cui è un ragazzo con problemi psichici, di cui si innamora una giovane dottoressa alle prime armi. Un ruolo difficile e straniante, perchè molto lontano dalla sua personalità, così lineare e pacata.
Il 2004 è, forse, l'anno più importante della sua ancora giovane carriera: escono infatti due tra i suoi film migliori, che, come tutte le piccole produzioni, soprattutto se di registi esordienti, hanno avuto una distribuzione travagliata e una visibilità non all'altezza del loro valore artistico.
Il primo ha il titolo significativo "TU DEVI ESSERE IL LUPO", di Vittorio Moroni, in cui Ignazio è Carlo Arrigo, un giovane padre premuroso, tassista a Sondrio per necessità e fotografo per passione, di una quattordicenne cresciuta con la convinzione che la madre, che non l'ha saputa amare, sia morta, ignorando che invece vive a Lisbona e sta tornando per cercare di riallacciare quei rapporti familiari che volontariamente aveva spezzato.
Nel secondo, "ONDE", esordio registico del fiorentino Francesco Fei, Oliva interpreta un giovane musicista non vedente, che si innamora, ricambiato, di una ragazza con una grossa voglia sulla guancia che non riesce ad accettare il suo handicap fisico e finisce col rovinare quel legame sentimentale che, faticosamente, avevano costruito.
Nel 2005 fa parte del cast internazionale del film di John Irvin "THE MOON AND THE STARS - E LUCEAN LE STELLE", con Jonathan Price e Alfred Molina, su una troupe che tenta di girare, a Roma, una versione cinematografica della Tosca mentre fuori cominciano a soffiare i primi venti della guerra fascista; mentre nel 2006, per Aurelio Grimaldi, si porta in Brasile per interpretare il film "ANITA", in cui è Luigi Rossetti, braccio destro e amico fidato di Garibaldi, un intellettuale considerato la mente dell'intera vicenda storica.
Nel 2007 gira "SE CHIUDI GLI OCCHI", dell'esordiente siracusana Lisa Romano, su una disgrazia automobilistica che si rivela molto di più di un semplice incidente d'auto; poi è uno degli interpreti dell'anestetizzante adolescenzial-mocciano "SCUSA MA TI CHIAMO AMORE", che Federico Moccia ha tratto dal suo libro omonimo e in cui è uno degli amici del 37enne che si innamora di una ragazza molto più giovane di lui. Una scelta non molto condivisibile, che considerimo una fugace parentesi nella sua filmografia di tutt'altra qualità.
Oliva ha lavorato molto anche in Televisione ed ha interpretato diversi cortometraggi: in Tv nel 2007 è stato Elia in "Chiara e Francesco" e Gioacchino ne "La buona Battaglia - Don Pietro Pappagallo" del 2006, oltre che Fabrizio Ripanti nella miniserie "Avvocati" del 1998.
Tra i cortometraggi, da ricordare "Rosa Rosae" di Chiara Bondì del 1999; "Stesso posto stessa ora" di Fabio Rosi (1999); "Ritorno a Ghotam" di I. Ranzato (2000); "Un uomo indietro" di Laura Bispuri, e "Punto di vista" (2005) di Michele Banzato.
Con queste ottime performace, tutte interpretazioni di rilevante intensità emozionale, Ignazio Oliva si conferma interprete di notevoli potenzialità, che aspettano ancora di essere pienamente valorizzate da quel cinema di qualità e di ricerca a cui ci ha abituati e a cui, ci auguriamo, continui a dedicarsi con quel successo che la sua personalità e le sue doti meritano.
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Biografia a cura di luisa75 - ultimo aggiornamento 21/04/2008
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