Alto, ruvido, sexy, "mozzafiato" come lo ha definito JULIA ROBERTS che lo ha visto da vicino in "CLOSER", Clive Owen è molto più bello dal vivo che sullo schermo.
Diventato famoso dopo aver interpretato il ruolo del cinico dermatologo, questo aitante quarantenne "sexy e imprevedibile" (così lo ha definito Mike Nichols, regista di "CLOSER"), fino a poco tempo fa era popolare soltanto tra le donne inglesi che, all'inizio degli anni '90 non si perdevano una puntata del telefilm "Chancer", di cui, nei panni di Stephen Crane, era la simpatica canaglia protagonista.
Nato nel villaggio inglese di Keresley, vicino a Coventry, nel Warwickshire, il 3 ottobre 1964, Clive è il quarto dei cinque figli di Jess Owen, un popolare cantante country, che ha abbandonato moglie e figli nel 1967, quando il ragazzino aveva solo tre anni.
Allevato dalla madre e dal suo nuovo compagno, un ferroviere con pochi soldi, Clive rivide suo padre sedici anni dopo l'abbandono, per perderlo nuovamente di vista subito dopo: ("è dal 1985 che non sento mio padre" dichiara l'attore).
Compie gli studi a Coventry presso la Binley Park Comprehensive School, e all'età di tredici anni veste i panni di Artful Dodger in una messa in scena di "Oliver Twist".
Inizia da allora il suo amore per lo spettacolo e soprattutto per il teatro, un amore mai sopito che, confessa lo stasso Owen, ciclicamente torna a farsi risentire.
Nel 1984, all'età di venti anni, dopo il primo rifiuto e nonostante tutti gli consigliassero di lasciar perdere, riesce a farsi ammettere alla Royal Academy of Dramatic Art, la famosa RADA, che frequenta per tre anni insieme a RALPH FIENNES.
Diplomatosi nel 1987, si unisce alla compagnia del Young Vic Theatre, e nel 1988 interpreta il suo primo ruolo importante in "Romeo e Giulietta" di Shakespeare.
Clive era Romeo, mentre Giulietta era interpretata da una giovane attrice alle prime esperienze come lui, Sarah-Jane Fenton.
Inevitabile che i due si innamorassero.
E infatti si innamorarono, e la loro relazione, pur tra alti e bassi (a un certo punto sembra che la Fenton avesse intrecciato una nuova relazione con il ben più anziano attore Richard Harris), nel 1995 si concretizzò con il matrimonio.
Adesso Sarah-Jane ha rinunciato a recitare e fa la mamma a tempo pieno dello loro due figlie, Hannah di sette anni e Eve di cinque.
Il 1988 è anche l'anno in cui Owen inizia la sua carriera cinematografica con un ruolo importante nel film "Vroom".
La commedia dolceamara di Beeban Kidron, sulle frustrazioni della middle class della piovigginosa provincia britannica, è la storia di un giovane, di un suo amico un po' fuso di testa e di una quarantenne in crisi coniugale che, stanchi della monotonia della vita quotidiana, a bordo di una vecchia Chrysler viola, partono senza una meta, alla ricerca di loro stessi, verso una fallimentare avventura, che aggiungerà altre disullusioni alle loro vite.
Il film, pur non banale, non regala al giovane attore lo sperato successo, tanto che decide di lasciar perdere il cinema e di dedicarsi alla televisione, dove diventa il protagonista del citato serial Tv "Chancer", che si rivela un successo e lo fa diventare famoso tra le telespettatrici britanniche.
Contemporaneamente continua a lavorare anche in teatro, esibendosi a fianco dei maggiori attori britannici come Alan Rickman, Miranda Richardson, Laura Linney, David Thewlis e Helen Mirren.
Deve attendere il 1991 e il film "Close my eyes" per ottenere il suo primo ruolo di una certa importanza. Nella pellicola di Stephen Poliakoff, che ottiene un buon successo di pubblico, Clive interpreta il ruolo di un ragazzo invischiato in una torbida storia incestuosa con la sorella maggiore.
Nel 1996 è accanto ad HALLE BERRY nel thriller "La moglie dell'uomo ricco", di Amy Holden Jones, nel ruolo dell'amante di una donna sospettata dell'omicidio del marito miliardario, e nel 1997 è protagonista del drammatico "Bent", di Sean Mathias, un film sugli orrori del nazismo, tratto dalla pièce teatrale di Martin Sherman, in cui interpreta il ruolo di Max, detenuto nel campo di concentramento di Dachau perchè gay, il quale cerca di negare la sua identità per tornare libero, ma si innamora di un suo compagno di prigionia che non nasconde la sua omosessualità.
Poi torna a calcare il palcoscenico, ottenendo un grosso successo con la moderna pièce teatrale di Patrick Marber "CLOSER", che più tardi il regista Mike Nichols porterà sullo schermo.
Nel 1998 viene scelto dal regista Mike Hodges come protagonista del film "Croupier", dando prova delle sue capacità interpretative che suscitano l'interesse di Hollywood.
Nel 2001 Robert Altman gli offre una grande opportunità affidandogli un ruolo minore (è uno dei valletti di Sir William Mc Cordle e della sua infedele moglie, Lady Sylvia, nella cui tenuta, durante una partita di caccia, avviene un delitto che fa venire alla luce le tensioni sopite tra servitù e padroni) nel giallo in costume, " GOSFORD PARK".
Durante le riprese del film Clive ha avuto modo di sorprendere il regista pretendendo che gli fossero tagliate alcune battute ritenute da lui supreflue, tanto da far dichiarare ad Altman: "In questa professione tutti lottano per avere più spazio sul set. Clive è il primo attore che abbia chiesto di parlare di meno".
L'attore britannico, d'altra parte, ha imparato molto presto a non fare la primadonna. Da giovane, dopo aver ottenuto un buon successo sul palcoscenico recitando "Oliver Twist", l'insegnante di recitazione invece di elogiarlo e incoraggiarlo a proseguire su quella strada, gli consigliò di lasciar perdere, giudicandolo 'troppo proletario' per quella professione.
Dopo l'esperienza con Altman, per Clive Owen inizia pian piano un periodo di grandi successi professionali che lo proiettano alla ribalta del cinema internazionale
Nel 2002 ha un ruolo, seppur da comprimario, nel thriller ad alto budget di Doug Liman, "THE BOURNE IDENTITY", adattato dal romanzo "L'uomo senza volto", di Robert Ludlum, in cui è il silenzioso killer, dal nome in codice 'Il professore', che bracca MATT DAMON, amnetico agente della CIA, di cui il governo non si fida più e per questo oggetto di una spietata caccia all'uomo.
Il successo del film è enorme e, di riflesso, fornisce a Owen un'ottima visibilità, tanto che ottiene finalmente il suo primo ruolo da protagonista in una produzione ad alto budget: è re Artù nel kolossal di Antoine Fuqua, "KING ARTHUR", imperniato sulle gesta del mitico re medievale e dei cavalieri della tavola rotonda, impegnati a difendere le loro terre dalle tribù ribelli dei Sassoni.
Un ruolo difficile in un film difficile per l'attore che non sapeva cavalcare, ma che ha rifiutato di essere sostituito da una controfigura perchè convinto che se un altro sa fare una cosa meglio di lui, allora tanto vale che reciti al posto suo.
"KING ARTHUR" è il film che gli regala il successo, ma è "CLOSER", nel 2005 che gli dà la possibilità di mostrare tutto il suo valore di interprete, la sua ironia e la versatilità che contraddistingue le sue scelte.
La versione cinematografica di Mike Nichols, in cui sostiene lo stesso ruolo sostenuto nel suo primo grande successo teatrale, gli dà la possibilità di conquistare i primi riconoscimenti ufficiali. Vince infatti il Golden Globe 2005 come miglior attore non protagonista, il BAFTA 2005, e ottiene la candidatura, nella stessa categoria, al premio Oscar 2005, in cui, a detta di molti, ha sfiorato la vittoria.
"CLOSER" racconta di due uomini, uno spregiudicato dermatologo (Clive Owen) e un aspirante romanziere (JUDE LAW), che si contendono l'amore di due donne, la ex spogliarellista americana Natalie Portman e la fotografa JULIA ROBERTS, in un crescendo di tradimenti incrociati, consumati senza esclusione di colpi e senza pudore, tra rabbia, gelosie e vendette.
Il successivo "AMORE SENZA CONFINI", di Martin Campbell, che Owen gira al fianco della bellissima ANGELINA JOLIE, è un fumettone romantico e patinato. L'attore vi interpreta il ruolo di un rude medico senza frontiere che, ad un ballo di beneficienza per perorare la causa dei bambini africani, conosce una irreprensibile americana trapiantata a Londra, moglie e madre dell'alta borghesia, la quale ne rimane talmente affascinata da abbandonare tutto per abbracciarne la causa e seguirlo nelle sue pericolose missioni umanitarie nelle zone devastate dalle guerre.
Molto più complesso il ruolo sostenuto in "SIN CITY", un successo che ha diviso la critica mondiale, che Frank Miller, aiutato da Robert Rodriguez con Quentin Tarantino, ha tratto dal suo ciclo di fumetti dedicato alla 'città del peccato', BaSIN CITY.
Nell'episodio che lo vede protagonista, Owen è Dwight McCarthy, un fuorilegge che aiuta una prostituta ad evitare le conseguenze dell'uccisione di uno sbirro.
Ormai lanciatissimo e sempre più sulla cresta dell'onda, Clive Owen nel 2005 è accanto a Jennifer Aniston nel thriller "DERAILED - ATTRAZIONE LETALE", di Michael Håfström.
Nel film l'attore è un pubblicitario newyorkese che un giorno per sbaglio prende un treno diverso da quello che è abituato a prendere quotidianamente e conosce la donna dei suoi sogni. Tra i due, entrambi sposati, inizia una relazione clandestina che sfocia in una notte di passione nella camera di un motel, bruscamente e violentemente interrotta dall'irruzione di un sadico criminale che, dopo averli terrorizzati, comincia a ricattarli.
Il film è un flop al botteghino, ma Owen si rifà subito dopo con il poliziesco, di Spike Lee, "INSIDE MAN", una pellicola che mescola sapientemente suspance, ironia e colpi di scena, e costituisce un'amara riflessione sul mondo contemporaneo, in cui il confine tra 'buoni' e 'cattivi' è molto labile, e in cui domina incontrastata una profonda indifferenza per i problemi razziali e sessuali, da sempre motivi conduttori del cinema di Spike Lee.
Nel film l'attore è il capo di una banda di malviventi che, con un colpo memorabile, tentano di rapinare la Manhattan Trust. Salvo scoprire che non sono i soldi che interessano la banda, ma un segreto, celato tra le cassette di sicurezza, che coinvolge il mondo degli affari. Non solo un fatto di cronaca nera, quindi, ma la malavita in colletti bianchi e i suoi inconfessabili segreti, che potrebbero diventare di dominio pubblico.
Nel 2006 abbiamo ammirato Clive Owen nel futuristico "Children of men", di Alfonso Cuarón, fantascientifica storia ambientata in una Londra del 2027 in cui gli uomini non possono più procreare, in cui è un disilluso agente governativo che, scoperta per caso una donna miracolosamente incinta, decide di portarla in un monastero in riva al mare dove potrà aspettare la nascita del bambino, e dove alcuni scienziati tentano di evitare l'estinzione del genere umano.
Nonostante la fortuna che sta ottenendo attualmente ad Hollywood, l'attore non ha nessuna intenzione di diventare americano, nè tantomeno di mettere su casa a Los Angeles.
"Los Angeles", dichiara, "è una città che ti divora l'anima, va bene per lavorare ma subito dopo è meglio andarsene via". E poi la sua famiglia continua a vivere nella capitale inglese, ed è lì la sua cultura e la sua storia.
Per Clive, infatti, è fondamentale stare con le sue figlie, per non commettere gli stessi errori che suo padre ha commesso con lui.
Quando è libero da impegni professionali, l'attore trascorre volentieri con loro il tempo libero, ama accompagnarle a scuola e andarle a riprendere all'uscita.
Riguardo al loro futuro, Clive non si pone dei limiti, se un giorno vorranno fare le attrici ne sarà felicissimo: "è un mestiere meraviglioso", dichiara, "con o senza Oscar".
L'attore è stato tra i più accreditati candidati a rivestire i panni di James Bond dell'era post Brosnan, ruolo poi andato al suo connazionale Daniel Craig.
Associare il suo nome a quello dell'agente 007 è stato automatico e naturale, dopo averlo visto in azione a bordo di un'auto veloce in una serie di otto spot pubblicitari per la BMW, girati quando ancora non aveva raggiunto il successo, e diretti da famosi registi del cimena, come Ang Lee, John Frankenheimer, John Woo, Wong Kar Wai. In ogni episodio Owen faceva il pilota misterioso che, alla guida della famosa auto tedesca di volta in volta si trova invischiato in una serie di avventure altamente spettacolari e adrenaliniche.
In "Chosen", ad esempio, lo si vede impegnato a sfuggire a dei terroristi armati fino ai denti; in "BEAT THE DEVIL" invece, deve aiutare un uomo a recuperare la propria anima venduta al diavolo in cambio di fama e denaro, ma per riuscirci deve batterlo in una gara di corsa a folle velocità nel deserto.
Ma non è stato secondo nemmeno il suo physique du rôle, basta immaginarselo vestito in smoking a sorseggiare un Martini per avere l'idea del perfetto agente segreto al servizio di S.M. britannica.
Peccato non sia possibile ammirarlo in azione.
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Biografia a cura di luisa75 - ultimo aggiornamento 17/08/2007
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