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9 è un pupazzo di tela con un corpo meccanico che si sveglia nella casa del suo creatore, che giace senza vita sul pavimento. Uscito fuori, 9 si ritrova in un mondo devastato dalla guerra tra uomini e macchine, in cui nessuno è sopravvissuto, ad eccezione degli altri otto pupazzi suoi predecessori. L'incontro con l'amichevole 2 è subito funestato dall'arrivo della Bestia, un mostro meccanico, che rapisce 2 davanti agli occhi di un'inerme 9. Con l'aiuto di 5 e degli altri, 9 prova a liberare l'amico, ma finisce col risvegliare un pericolo ancora maggiore della Bestia, una Macchina da guerra che mette in serio pericolo la vita degli ultimi, piccoli abitanti della Terra. Per far tornare la vita sulla Terra, 9 deve sconfiggere la Macchina e svelare il mistero celato dietro la propria mistica origine.
Quando Tim Burton vide, qualche anno fa, il corto in CG di Shane Acker su un pupazzo di tela animato che in un mondo post-apocalittico tentava di sopravvivere ad un mostro meccanico, riconobbe un'affinità e una scintilla che lo portarono a dare fiducia al giovane regista e ad aiutarlo a realizzare la versione cinematografica di quel corto.
Quel corto era "9" e, in embrione, conteneva tutti gli elementi grafici e narrativi che si ritrovano nel film omonimo, uscito l'anno scorso. Purtroppo, una volta fatto il confronto, ci si rende conto che qualcosa manca proprio alla versione lunga: tutti gli elementi non spiegati, misteriosi o ambigui che in qualche modo davano fascino ed originalità al corto, diventano i difetti di un lungometraggio perché – allo stesso modo- o non sono spiegati o le spiegazioni sono poco soddisfacenti.
Se l'idea di fondo è comunque molto originale, la trama si sviluppa in maniera estremamente poco coerente. Quando 2 incontra 9, all'inizio, si ha l'impressione che lo attendesse, così come le facoltà di 6 lasciano presagire qualcosa che in realtà non avviene mai. Non è chiaro, in fondo, a quale scopo l'inventore abbia preso una decisione così estrema per dare vita ai nove pupazzi, così come non si capisce il motivo per cui solo a 9, tra tutti, venga lasciato un messaggio così importante . Inoltre, se il creatore muore nel costruire 9, perché gli altri otto sono già dispersi nel mondo e sembra che non lo abbiano mai conosciuto? In ultima analisi, nessuno tra gli elementi narrativi aggiunti al corto è, a prima vista, coerente o concorre ad arricchire la storia in maniera organica, conferendo spessore a quello che poteva essere un primo capitolo di una saga. L'elemento magico, poi, non sembra funzionare a dovere, mischiato alla tecnologia senza una vera logica di fondo né spiegazioni adeguate.
L'impressione, per due terzi di film è che non accada nulla, che la storia non espanda mai i propri confini: la meravigliosa sequenza sulle note di "Somewhere Over the Rainbow" introduce poi l'ultima, drammaticissima, parte in cui invece le cose avvengono in maniera affrettata e confusa.
Manca, evidentemente, il cuore della storia e lo sviluppo delle dinamiche tra i personaggi: "9" fallisce là dove "WALL-E era riuscito, nel dare un'anima a personaggi non umani e a far entrare lo spettatore, emotivamente, nella storia.
Il finale, abbastanza criptico, suggerisce in effetti delle risposte: l'acqua riporta la vita, quindi forse lo scopo ultimo dell'inventore di 9 e degli altri è quello di dare un'ultima possibilità al pianeta, dopo essere stato egli stesso l'involontaria causa della sua devastazione. Il ruolo di 9 e degli altri, però, è davvero tutto da intuire e non si capisce neanche quando e se 9 lo abbia capito davvero. Le troppe domande senza risposta fanno sembrare "9" più un episodio pilota per una serie che un prodotto autoconsistente, indebolendolo eccessivamente.
Lo stupefacente impianto tecnico e il gusto per il dettaglio, la cura dei particolari grafici e l'originalità del character design pongono "9" almeno al livello dei colossi dell'animazione CG americana. La versione originale inoltre, vanta un cast di prim'ordine: Elijah Wood, Martin Landau, John C.Reilly, Jennifer Connelly, Christopher Plummer e Crispin Glover, più le musiche del Tim Burton della colonna sonora, Danny Elfman. Troppo superficiale per conquistare gli adulti, troppo dark per i piccoli, "9" ha deluso le (forse eccessive) aspettative e, infatti, in Italia non ha trovato una distribuzione cinematografica, uscendo direttamente in home video (peccato, perderà molto nel passaggio dal grande al piccolo schermo). In ogni caso, Shane Acker ha un gusto che ricorda il primo Burton e questo fa ben sperare: ha solo bisogno di un migliore aiuto per le sceneggiature.
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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 24/09/2010 12.10.00
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