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Tratto da una pièce teatrale e di estrazione prettamente tale, "Cena tra amici" (il titolo è una libera interpretazione dell'originale "Le prènom" cioè il nome di battesimo) ruota introno a un incontro tra amici di vecchia data che iniziano a discutere partendo dal futuro nome che Vincent, fratello della padrona di casa, docente come suo marito, colto e radical chic, intende dare al bambino che sta per avere. Che il "nome" sia il perno della vicenda si comprende sin dai titoli di testa, che escludono i cognomi di autori e registi.
La storia si apre seguendo un giovane addetto alle consegne a domicilio e alle curiose biografie dei titolari delle strade percorse dal ragazzo per poi proseguire con il fulcro della vicenda che si tiene nell'appartamento da intellettuali borghesi di Pierre, professore alla Sorbona e sua moglie Elizabeth, insegnante alle medie. Alla cena interviene anche l'orchestrale Claude che è considerato a torto omosessuale per i suoi modi poco "virili".
Film molto parlato, lungo ma mai noioso grazie alla capacità di tutti gli interpreti di gestire la scena con disinvoltura malgrado la scelta di disquisire esclusivamente di tematiche più o meno futili possa far correre il rischio di avere tempi morti, "Cena tra amici" per buona parte del tempo si occupa dell'importanza del nome da attribuire a un nascituro. Può un genitore impunemente dare un nome che un ignaro infante sarà destinato a portarsi per tutta la vita senza porsi l'interrogativo dell'opportunità di affibbiargliene uno anziché un altro; può il nome di battesimo influenzare l'esistenza di una persona?
La tematica, anche se apparentemente paradossale, finisce insolitamente con l'avvincere e far porre allo spettatore altrettanti interrogativi "esistenziali". Il "nome" è però poi la goccia che finisce col far cadere il castello di menzogne tipiche dell'ipocrisia medio-borghese che costituisce in realtà il vero tema della vicenda.
Attori tutti bravissimi anche se poco noti nel nostro paese (a parte Patrick Bruel, apparso in molte pellicole importate in Italia) soprattutto abilissimi a mantenere un tono sopra le righe, capace di suscitare spesso in chi guarda la risata malgrado essa sia in questo caso dolce amara. Doppiaggio perfetto capace di rendere la velocità del parlato tipica della lingua francese.
Si consiglia la visione in lingua originale per gustare meglio le interpretazioni degli attori.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 19/12/2012 18.10.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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