Voto Visitatori: | 8,43 / 10 (21 voti) | Grafico | |
"Godzilla" (nome di un famoso Dio marino) di Inoshiro Honda, uscito nel 1954, contribuì all'affermazione a livello mondiale del genere Kaiju eiga" (film di mostri), dando al cinema giapponese la supremazia nella qualità della serie.
Il film, in bianco e nero è straordinario per coinvolgimento emotivo. Molto valorizzato dalla critica sia per coerenza espositiva del messaggio etico che per suspense e recitazione.
Di grande rilievo sono anche gli effetti speciali: artigianali ma di un realismo sorprendente grazie alla ricchezza dei particolari seguiti dalla macchina da presa. Nel cinema di una volta si usava indugiare sui particolari con il risultato di dare più credibilità alla scena, oggi con gli effetti speciali virtuali si tendono a condensare blocchi-visivi più legati alla grandezza iconica e iperbolica dell'immagine rinunciando a ciò che contiene effettivamente, ciò richiama uno statuto significante e visivo più vicino allo stupore. Come dire forse che oggi l'immagine sembra rimanere borghese e aristocratica (nel senso semplicemente di un'altra dimensione, seduttiva) nel suo insistere a trascurare i dettagli a vantaggio del sogno stupefacente.
Questo film mette perentoriamente sotto accusa l'uso non pacifico dell'energia nucleare ricordando, attraverso il susseguirsi degli intrecci del racconto in stile metaforico, ciò che le stragi di Nagasaki e Hiroshima hanno rappresentato per il mondo civile. Il film critica i numerosi esperimenti nucleari avvenuti con devastanti esplosioni in posti, anche belli, come l'atollo di Bikini: evidenziandone gli effetti distruttivi non immediatamente percepibili.
Il film prende spunto per la sua narrazione da un esperimento nucleare avvenuto vicino all'isola di Odo in Giappone. La pellicola mostra le gravi conseguenze specifiche cui porta l'insistenza sugli esperimenti nucleari. Le radiazioni dell'esplosione di Odo sono infatti penetrate profondamente nel mare raggiungendo l'Habitat di un grosso e sconosciuto animale sottomarino: poi soprannominato Godzilla.
I danni all'ecosistema della zona sono stati tali da costringere l'animale marino (Godzilla) a cercare fuori dal mare ciò che gli occorre per sopravvivere. Il cosiddetto mostro ha sembianze simili a una sorta di incrocio tra un coccodrillo e un tirannosauro. Probabilmente è un essere sopravvissuto come specie al periodo giurassico: due milioni di anni fa.
A seguito della distruzione del suo eco-sistema l'animale diviene per necessità di sopravvivenza un mostro assassino. Esce in superficie, al solo fine di cercare, in un modo caotico e con tante paure, elementari soddisfazioni ai suoi bisogni primari. Questa opera di Honda circola in Italia in lingua originale dando una maggiore impressione di realismo visivo.
Il film inizia mostrando diversi nubifragi di navi in una zona di mare circoscritta intorno all'isola di Odo in Giappone; i disastri sono misteriosi, apparentemente dovuti a cause accidentali come incendi ed esplosioni.
In un primo momento le istituzioni preposte alla protezione civile e sociale indicano nel risveglio di un vulcano sottomarino la causa più probabile degli incidenti.
Successivamente, a seguito di un forte nubifragio nell'isola di Odo, con distruzioni di numerose abitazioni e animali, il famoso paleontologo Yamane (Shimura Takashi attore simbolo delle opere di Kurosawa: con 17 film) si reca con una propria spedizione nell'isola per esprimere solidarietà alle vittime e anche per capire le cause vere di quanto accaduto; la forza della tormenta abbattutasi sulle case non è stata tale da creare, da sola, la serie di danni riscontrati sul luogo.
Nell'isola il modo con cui si sono presentati alla vista i resti sparsi della distruzione desta negli abitanti un altro tipo di preoccupazione: paure fobiche legate all'ignoto in cui si avverte una nuova forza oscura.
Prima che il gruppo parta per l'isola di Odo, veniamo a conoscenza del ménage à trois", vero meccanismo psicologico della narrazione, tra Emiko (figlia di Yamane il paleontologo), il marinaio Ogata e lo scienziato Serizawa.
La spedizione di Yamane sull'isola porterà il gruppo a vivere direttamente una prima esperienza visiva con Godzilla. Il mostro apparirà all'improvviso durante la scalata escursionistica di una collina, e verrà anche fotografato dal paleontologo. Yamane arriverà a conclusioni analitiche molto precise. Lo scienziato conferma pubblicamente ciò che non si era anche ipotizzato perché se ne temeva l'orrore: l'esistenza di un mostro che vive nei pressi del mare dell'isola di Odo.
Inoltre il paleontologo avendo scorto tra la sabbia dell'isola un trilobite (un crostaceo estinto due milioni di anni fa), probabilmente portato inavvertitamente da Godzilla, elabora una tesi che svela una scoperta storica eccezionale, quale la presenza viva" di un essere giurassico" che mette sotto accusa ogni esperimento nucleare sottomarino.
Per Yamane, Godzilla è una creatura marina sopravvissuta sorprendentemente a ogni mutazione evolutiva della materia vivente; si ipotizza che questo sia stato possibile grazie alla protezione offerta dalla profondità dell'oceano, una zona lontana da ogni presenza umana.
Ma Godzilla è stato costretto successivamente, dall'intervento umano, a uscire dal suo Habitat radioattivo per cercare modi nuovi di rapportarsi con le cose: una nuova capacità relazionale che gli consenta di vivere.
Gli anziani isolani, quelli più legati alle tradizioni raccontano che molti anni addietro avvenivano nella zona strani fenomeni: si vedevano affiorare dalla superficie del mare enormi creature marine. Tra queste appariva con una certa frequenza un essere simile a Godzilla che usciva sempre dal mare con espressioni forti che denotavano pesanti rancori. Secondo gli isolani ciò accadeva quando il mostro non trovava più pesci per nutrirsi nel fondo del mare in cui viveva. L'ira veniva placata offrendo all'animale marino, su una zattera alla deriva, una ragazza. Gli abitanti dell'isola forti di questa tradizione battezzano il mostro Goijra".
Contemporaneamente a questi eventi, uno scienziato di nome Serizawa, il cui personaggio è interpretato da Hirata, mette a punto un'arma potentissima, l'Oxygen Destroyer (distruttore di ossigeno) in grado di uccidere e liquefare tutti gli esseri viventi situati nelle profondità del mare per una vasta zona. La sua fidanzata Emika con l'amico Ogata cercano di convincere lo scienziato a usare l'arma contro Godzilla che continua a fare stragi avvicinandosi a Tokyo.
In un primo momento lo scienziato rifiuta di usare la sua arma perché teme che se l'umanità conoscesse un tale segreto e ne assimilasse la formula chimica che la costituisce, potrebbe arrivare ad usarla per scopi di potere. Serizawa teme che l'invenzione possa essere utilizzata dal potere umano al solo scopo di distruggere altri esseri: senza preoccupazioni di mantenere la pace e costruire bellezze sociali.
Nel frattempo, Gojira scatena la sua furia su Tokyo.
Solo gli sforzi in comune di Ogata ed Emiko (2° fidanzato di Ogata) riescono a convincere lo scienziato a usare l'Oxygen destroyer, Serizawa persuaso dai suoi amici, ha in mente di usare l'arma in modo particolare: distruggendo prima la formula chimica e lasciandosi poi morire insieme a Godzilla colpito dall'arma nel fondo del mare.
Il piano entra in esecuzione, Gojira viene attirato in alto mare e poi distrutto dall'arma di Serizawa. Quest'ultimo, come previsto, muore insieme al "mostro" tagliando con un coltello il tubo di ossigeno della sua tuta da sub.
Honda affresca uno spaccato del Giappone tutto proiettato nell'epoca moderna, intriso com'è di Occidente (design di vestiti, navi, comportamenti, linguaggi, etc).
Ciò nonostante, il film mostra come il Giappone è pur sempre una nazione ancora incapace di dimenticare le profonde ferite di una guerra segnata dall'atomica.
Un cast eccellente ci regala emozioni profonde. Oltre a Shimura, un plauso va anche a Hirata, interprete di uno straordinariamente umano Serizawa.
L'equipe che coadiuva il regista è composta da nomi illustri, che lavoreranno insieme a Honda in altre produzioni di rilievo, come per gli effetti speciali di Tsuburaya Eiji e la mitica colonna sonora di Ifukube Akira. Infine, inquietante e realistica è la fotografia di Tamai Masao.
Una pellicola che rompe le barriere dell'arte, per porci domande sconvolgenti e ammonirci sul futuro. Significativa, la battuta di Yamane che chiude il film: "questo non sarà l'ultimo Goijra"; preannuncia un filone commerciale, ma anche racconti come questo molto ricchi di etica. Un genere che segnerà profondamente la storia del cinema mondiale di fantascienza.
Da notare in questo film anche la massiccia presenza dei media televisivi degli anni '50, già all'epoca molto aggressivi e pronti a riprendere televisivamente le azioni più nefaste, in diretta, di Godzilla.
Commenta la recensione di GODZILLA (1954) sul forum
Condividi recensione su Facebook
Recensione a cura di Giordano Biagio - aggiornata al 28/07/2006
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
Ordine elenco: Data Media voti Commenti Alfabetico
in sala
archivio