Recensione l'amore e il sangue regia di Paul Verhoeven USA 1985
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Recensione l'amore e il sangue (1985)

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locandina del film L'AMORE E IL SANGUE

Immagine tratta dal film L'AMORE E IL SANGUE

Immagine tratta dal film L'AMORE E IL SANGUE

Immagine tratta dal film L'AMORE E IL SANGUE

Immagine tratta dal film L'AMORE E IL SANGUE

Immagine tratta dal film L'AMORE E IL SANGUE
 

In un luogo non ben definito dell'Europa occidentale, nell'anno 1501, il nobile Arnolfini, cacciato dalla sua città, tenta di riconquistarla ingaggiando a supporto dell'esercito capitanato da Hawkwood un gruppo di mercenari a cui promette il saccheggio delle famiglie più ricche per 24 ore.
In questa prime sequenze vengono già introdotti e accennati alcuni dei principali personaggi della vicenda. Tra le file mercenarie vi sono Martin e la sua allegra compagnia di tirapiedi che comprende un farneticante cardinale, la sua compagna Celine, la prostituta Polly, gli amanti Miel e Orbec e i guerrieri Kars e Summer, inoltre viene introdotto un ulteriore protagonista che vestirà i panni del figlio di Arnolfini, l'aspirante scienziato Stephan.

Si avverte il lettore che la recensione di qui in avanti contiene spoiler; si suggerisce di interrompere la lettura qualora non si sia visto il film.

Dopo aver fatto breccia nelle mura e aver liberato il luogo, i mercenari si lasciano andare a stupri e omicidi, prosciugando quasi tutte le ricchezze della città. Assistendo a ciò, Arnolfini capisce che se non fa qualcosa la sua città verrà praticamente devastata e distrutta. Nel frattempo il capitano Hawkwood, per pure errore, con un colpo di spada ferisce una fanciulla che si nascondeva dietro una tenda. Rammaricato per il gesto la vuole salvare e Arnolfini ne approfitta per conquistare il suo favore per cacciare i mercenari dalla sua città, offrendogli la ragazza, un ricompensa in denaro, un terreno e la libertà.

E così, con l'inganno, i mercenari cadranno in una trappola e saranno pertanto costretti ad andarsene senza alcuna ricompensa.

Delusi e affranti dall'epilogo della vicenda, i mercenari affronteranno diverse difficoltà nel loro cammino, senza denaro e senza riparo. Celine, compagna di Martin, perderà il figlio durante il parto. Il cardinale che li segue nel frattempo trova una statua. E' la statua di San Martino. Il Cardinale lo percepisce come un segno del destino e Martin coglie al volo l'occasione per influenzare la sua brigata facendo credere di essere un prediletto, sostenendo che san Martino è il suo santo protettore. Il cardinale a questo punto, come un veggente profeta, indica Martin come la guida che li farà arricchire.

Con questa nuova fede la brigata di mercenari trova una nuova grinta. Nel loro percorso assaliranno e ruberanno una carrozza di nobili dove involontariamente rapiranno Agnes, futura promessa sposa di Stephan, che si era ben nascosta. Per il resto del film si assisterà alla contesa della ragazza tra Martin e Stephan.

"L'Amore e il sangue" è uno dei film più violenti di Paul Verhoeven. Del realismo cinico di questo film se ne può quasi sentire l'odore. Il film è caratterizzato da molte scene carnali e da sanguinose battaglie e in più la trama riserva diversi colpi di scena che però non compromettono lo svolgimento narrativo, il quale rimane sempre molto fluido e avvincente. Ovviamente va considerato il tempo in cui è stato realizzato e di certo, con l'avvento di nuove tecnologie sempre in continua evoluzione, non sarà in grado di stupire un pubblico più giovane abituato a ben altri livelli di realismo cinematografico. Nonostante tutto, non si può di certo dire che questo sia un film per i deboli di cuore (o di stomaco). Nel suo complesso è da considerarsi un ottimo prodotto, molto curato nei dettagli, sia nei costumi che nelle ambientazioni. E' tutto talmente curato da farlo sembrare fin troppo realistico. Paul Verhoeven cala la sua macchina da presa in situazioni incredibilmente violente (e anche sgradevoli) senza mostrare alcun tipo di pudore o remora morale. Anche se questo potrebbe infastidire o sconvolgere alcuni spettatori, altri apprezzeranno molto i dettagli della sceneggiatura, della scenografia, dei costumi e delle ambientazioni.

Rutger Hauer, come già visto in altre opere di Verhoeven, sembra completamente a suo agio nei panni di un personaggio dalla forte personalità. Martin tuttavia gioca con l'essere un mercenario violento e spietato, ma al contempo desideroso di elevarsi a uno stile di vita nobile, fatto di buone maniere e galateo. Jennifer Jason Leigh eccelle nei panni di Agnes, che giocherà con astuzia il ruolo della maliziosa volpe mascherata da fanciulla indifesa. La sua avventura inizia mostrandosi al pubblico come un'innocente e capricciosa vergine, ma grazie al suo precoce spirito di adattamento, riuscirà a trasformare un atto di violenza in un atto passionale conquistando il favore del suo carnefice che in seguito la proteggerà dal resto della banda. La sua trasformazione è del tutto credibile, e sarà percettibile in ogni istante del film la sua ambiguità fatta di trasgressività erotica per Martin e devozione per il principe Stephan, suo promesso sposo.

Lo schema narrativo descrive uno stato sociale in cui sono ben distinguibili quattro ruoli sociali dominanti che caratterizzano ogni epoca dal passato fino ai giorni d'oggi. Tali ruoli possono essere così descritti: padrone, schiavo, mercenario, parassita. Tutti collegati tra loro da un unico filo conduttore che è l'avidità per il denaro. La differenza tra il passato e oggi consiste semplicemente nell'evoluzione sociale e tecnologica che ha consentito all'umanità, perlomeno a quella del mondo occidentale, di ridurre povertà, fame, guerre e malattie. Ma potremmo affermare che nonostante tutto viviamo ancora seguendo lo schema citato. Dove una volta c'era un re ora c'è un governo. Dove c'era un padrone e uno schiavo ora c'è un datore di lavoro e un operaio/impiegato. Dove c'era un mercenario c'è un libero professionista e al posto della peste la S.A.R.S.
Quello che descrive il regista olandese in questo film è semplicemente la realtà della vita sociale dell'uomo, ma calata in un epoca più ostile e brutale in cui non c'erano molte vie per sottrarsi alla scarsità di risorse. Giocando su questo aspetto, Verhoeven riesce a confezionare un film dalle atmosfere crudeli e realistiche del tutto credibile, capace di coinvolgere.

Come avvenuto per altri film cult degli anni 80, questa pellicola ha svolto il ruolo di musa ispiratrice per un noto manga giapponese "Berserk", nato dalla mano di Kentaro Miura. Il manga ha per protagonista Gatsù, detto il "guerriero nero".
Anche se non c'è alcun nesso con il personaggio protagonista di questo manga, sono ben distinguibili alcuni riferimenti nelle ambientazioni e nei personaggi. Ad esempio: la scena in cui Stephan e Agnes si promettono reciprocamente, mangiando una radice di mandragola sotto un albero con dei cadaveri impiccati, richiama fortemente l'iniziazione del personaggio di Gatsu. Difatti egli nasce dal corpo di una donna morta impiccata ad un albero. Cadendo a terra ai piedi dello stesso albero, immerso in liquido amniotico e sangue, verrà poi trovato da una coppia di mercenari che lo alleverà. Un altro dei protagonisti più di rilievo del manga, Grifith, mostra notevoli similitudini con Martin. Difatti veste anch'egli i panni di un "predestinato", sono entrambi biondi, ambiziosi,audaci, astuti, spietati e a capo di una brigata di mercenari (in "Berserk" corrispondono alla "Squadra dei Falchi"), che combattono per l'alta nobiltà in sanguinose battaglie in cambio di denaro. Successivamente, anche se si sviluppa in maniera totalmente differente rispetto al film di Verhoeven, si assiste alla contesa di una donna tra i due amici di battaglie Gatsu e Grifith, che diverranno inevitabilmente rivali. La storia del manga poi prenderà una piega del tutto diversa indirizzandosi più verso il vero e proprio fantasy.

Forse non è il miglior lungometraggio di Verhoeven, ma "L'amore e il sangue" è un film che può essere considerato un vero e proprio cult anni '80, che farà immergere completamente lo spettatore in questa era dannatamente ostile e affascinante.

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Recensione a cura di Fulvio Baldini aka peter-ray - aggiornata al 28/09/2012 17.13.00

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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