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Voto Recensore: | 7,50 / 10 | ||
Uno degli ultimi esperimenti animati della Disney prima della lunga pausa a favore del 3D (messa da parte soltanto nel 2010, con il tenero azzardo de "La Principessa e il Ranocchio") ha come protagonista l'animale più brutto e antiestetico che si potesse scegliere: un lama.
È non è che la sua versione umana sia più attraente: Kuzco è un monarca viziato, egocentrico ed individualista dal principio fin - quasi - alla fine. Sarà l'incontro del principino col contadino Pacha a farlo rendere finalmente conto dei suoi limiti, prima di tutto umani (e delle sue qualità, dopotutto, umane).
A partire dalla prima riga di trama volutamente assurda e irriverente, "Le follie dell'imperatore" (ma il titolo originale dalla doppia valenza, "Il nuovo ritmo dell'imperatore", è parecchio più efficace) rimbalza da una situazione parodistica all'altra, prendendosi gioco prima di tutto di sé stesso: sballottola qua e là luoghi comuni cartooneschi (la caduta nella cascata - "Un classico" -, i cattivi che al momento clou arrivano sempre prima senza che se ne espliciti il modo, la linea del percorso che scorre su una grande mappa seguendo passo passo i personaggi) e citazioni cinefile (come non pensare alla candela per il passaggio segreto di Frankenstein junior di fronte a quell' "Abbassa la leva"?).
Il 40esimo lungometraggio della casa di Walt ha come assunto principale la leggerezza e come caratteristica fondamentale l'ingegno inventivo: è abile nel rovesciare di continuo la già precaria sospensione dell'incredulità, e si rivela un'inaspettata, rutilante, frenetica slapstick comedy, mischiata alle dinamiche che contraddistinguono un sano - ed inedito - buddy movie (solo che qui i due ‘amiconi' sono un uomo e un lama, un ricco e un povero, un buono e un inizialmente cattivo). Tra l'altro, è il primo (e ultimo, finora) film Disney venato da una sottile bromance, con Pacha costretto a fare al lama la respirazione bocca a bocca e, in seguito, Kuzco calatosi con disinvoltura in abiti femminili per poter pranzare indisturbato in una locanda, nella sequenza più divertente del film.
L'ambientazione, poi, è altrettanto nuova: ci troviamo nel suggestivo impero Inca, palcoscenico stilizzato, dai contorni aguzzi, e fortemente iconografico (riconfigurato con maggior ricercatezza ma minor intento parodistico da "La strada per El Dorado" della Dreamworks).
Operazione intelligente, divertita e divertente, a suo modo coraggiosa ma sottovalutata, la pellicola è inoltre avvantaggiata dal per una volta stratosferico doppiaggio italiano: il duo Luca (Bizzarri) & Paolo (Kessisoglu) non ha mai funzionato così bene pur se (proprio perché?) diviso. Luca è Kuzco, irresistibile nella sua oziosa antipatia, spalleggiato da Adalberto Maria Merli, il bonario ma dignitoso Pacha; Paolo dà la voce a Kronk, personaggio tanto iconico da essersi meritato un sequel a parte ("Le follie di Kronk", appunto), braccio destro della perfida Yzma, una scatenata Anna Marchesini.
Da parte sua, Yzma si classifica come una delle migliori villain animate: ossuta e zigomata come Crudelia De Mon e come la Medusa di Bianca e Bernie, strega malvagia con stile ("Queste erano le migliori scarpe che avevo!"), prontezza comica (a Kronk: "Si chiama crudele ironia, come la mia dipendenza dal tuo aiuto") e modernità di armamentario (altro che mela avvelenata o antro sotterraneo: al laboratorio segreto si accede con le montagne russe!). Un piccolo generare eredi (si veda la l'utilizzo della mappa ne I Muppet, e la nuova versione della leva utilizzata dalla regina Vittoria in Pirati! Briganti da strapazzo).
Progetto travagliato almeno quanto il recente "Rapunzel" (ma altrettanto riuscito), "The Emperor's new groove" si è perfino meritato l'inquadramento dell'odissea produttiva in un documentario a lungo oscurato dalla Disney, visibile per ora (per quanto?) soltanto in rete: "The sweatbox". L'altra faccia di una medaglia che è tra le più splendenti dell'Empireo disneyano.
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Recensione a cura di Fiaba - aggiornata al 27/04/2012 15.17.00
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