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Agli inizi degli anni '60, durante i lavori di una nuova linea della metropolitana di Londra, alcuni operai, scavando in un tunnel, trovano teschi, scapole, scheletri e figure intere ben conservate di ominidi risalenti a circa cinque milioni di anni fa.
Successivamente nelle vicinanze viene scoperto qualcosa che getta nello sconcerto il quartiere, un oggetto misterioso, una specie di grosso tubo metallico che fa pensare a un missile inesploso. Il metallo di rivestimento del grosso pezzo è insensibile alle calamite, non si lascia scalfire dalla fiamma ossidrica né perforare da trapani montanti punte anche più dure del diamante.
Il potere militare, per voce del colonnello Breen (Julian Glover), massimo esperto inglese del settore missilistico della difesa, sostiene trattarsi di un razzo tedesco di segreta tecnologia, caduto nella zona durante la seconda guerra mondiale.
Lo scienziato Bernard Quatermass (Andrew Keir) invece sostiene che si è in presenza di una nave spaziale aliena. Bernard è addetto con il colonnello Breen al programma spaziale inglese, ma, a differenza dell'alto ufficiale, egli tiene conto di quanto di strano continua ad accadere nel sotterraneo di Londra.
Il professor Quatermass sostiene la tesi della nave spaziale sulla base di tre importanti elementi. Primo, l'apertura di un ingresso nella nave compiuta da entità ignote, con conseguenti apparizioni di figure mostruose morte, dalla forma di giganteschi insetti, riconducibili a simboli tramandati dalla storia delle culture religiose del mondo raffiguranti, in forme diverse, il demoniaco.
Secondo, una ricca documentazione della storia di quel quartiere, ricco di fenomeni spiritici, paranormali, demoniaci, che hanno portato diversi abitanti ad abbandonare dallo spavento le case.
Terzo, le visioni di raccapriccianti alieni apparse ad alcuni operai calatisi all'interno della nave spaziale per lavori.
Nel frattempo, anche un paleontologo inglese dottor Mathew Roney (James Donald) si interessa alla situazione, analizzando i fossili rinvenuti, e stringe amicizia con il professor Quatermass di cui condivide la tesi degli alieni, confermando con gli studi l'origine antichissima di quanto estratto dagli scavi.
I politici, consapevoli della sconvolgente portata mediatica e sociale che una notizia sul ritrovamento di un'astronave aliena avrebbe comportato, appoggiano la tesi del missile di guerra sostenuta dal colonnello Beer. Intanto, un operaio che agiva all'interno della nave spaziale racconta con un'espressione di terrore di aver visto, come se stesse avendo delle allucinazioni, uno sciame di insetti mostruosi e un cielo rosso- nero.
Il professor Quatermass con il paleontologo Roney riescono a scoprire, con un registratore di immagini psichiche e attraverso delle reminiscenze inconsce prodotte da una ragazza sensibile di nome Barbara (Barbara Shelley), assistente alla ricerca scientifica, in una forma del tutto onirica, la vita su Marte di milioni di anni fa presa nella sua fase di
estinzione.
Successivamente la teoria che Quatermass e Roney azzardano è che i marziani, quando il loro pianeta stava per morire, abbiano cercato di trasbordare sulla terra ma, non potendo vivervi a causa delle loro caratteristiche morfologiche e fisiologiche, del tutto incompatibili con la vita terrestre, siano riusciti, attraverso operazioni di ingegneria genetica sul proprio DNA, a creare esseri-parenti in grado di sopravvivere sul pianeta Terra. La loro evoluzione nel nostro pianeta è la storia stessa del genere umano dalle origini al presente.
Riuscirà Quatermass ha svelare il mistero racchiuso nell'astronave? E a fronteggiare potenti fenomeni di origine inconscia legati al risveglio archetipico di forze ignote?
Terzo film della serie britannica su Quatermass, probabilmente il migliore per suggestione della trama e originalità dell'idea fantascientifica di fondo.
Promosso dai critici e dal pubblico il film di Roy Ward Baker del 1967 brilla e incanta per sequenze memorabili, come la scena onirica dello sterminio di massa dei marziani finalizzato a riequilibrare le razze a misura delle effettive risorse del pianeta; sequenze divenute un cult cinematografico di estrema avvenenza.
Tutto nel film funziona a meraviglia, sia le attese degli spettatori rispetto allo scioglimento delle tensioni narrative, sempre costantemente tenute a livelli alti, alimentate da numerose idee-scena tali da farle giungere alla fine con il massimo della corda tirata, sia le eccitazioni più legate alle orrifiche immagini degli alieni che si fondono splendidamente con la simbologia religiosa del male tentatore trapassata nei nostri libri di storia.
Da sottolineare anche il contrasto tra il potere politico e la sensibilità scientifica espressa dagli scienziati rispetto all'evento in corso, contrasto tipico degli anni '60 in occidente, quando la politica tendeva ad esaltare la scienza esclusivamente per fini propagandistici che servivano a orientare l'opinione pubblica attraverso i media, nella direzione di un ottimismo illusorio della risoluzione dei problemi, giustificato da un presunto progresso scientifico che però rimaneva, a fronte dei fatti che avvenivano, regolarmente disatteso, inutilizzato perché in realtà ancora troppo indietro rispetto alle esigenze risolutive complesse richieste dal problema in causa.
Nel film la scienza, pur diventando una sorta di istanza etica oggettiva, scevra da opinioni contrastanti preconcette che poteva conferire all'azione politica una credibilità sopra le righe, potendo essa rimediare anche a molte mancanze umane o a errori analitici nella valutazione degli eventi più sconvolgenti veniva vista, in quanto istituzione terza, con ostilità.
In questo film la politica guarda alla scienza con diffidenza, anche quando l'incalzare degli eventi comprovano certe ipotesi avanzate dal professor Quatermass e il dottor Roy, anche quando tutto sembra perduto per la città di Londra, perché la scienza che risolve alcuni problemi creati quasi improvvisamente da eventi straordinari mette a nudo, con il potere delle leggi oggettive, che sa usare i limiti della soggettività umana che domina la politica.
Il confronto politico-scienziato nel film diventa allora, nella situazione più d'emergenza, drammatico: nessuno dei due poteri vuole cedere, quello scientifico avanza pretese di autorità nell'analisi e intervento sui fatti, quello politico pensa alla sua conservazione che si regge solo sul consenso delle masse, su una opinione che si cerca di condizionare in ogni modo pena la perdita dei privilegi acquisiti.
Nel film solo l'etica scientifica può diventare istanza salvifica del problema della nazione, sola essa riesce a portare avanti l'interesse di tutti gli inglesi, senza particolarismi o divisioni paralizzanti. Le etiche della politica governativa, numerose e contraddittorie, giacciono inerti nel fondo nero della propaganda mediatica in suo potere.
La razionalità della politica nel film appare come una logica complessa, lenta nell'agire, incapace di cogliere l'essenza del male in corso, di capire la profondità del fatto e dare le risposte operative necessarie. La razionalità politica deve tener conto di una molteplicità di relazioni istituzionali, basate su un equilibrio tra i poteri che non è più possibile, perché annullato dal tipo di evento che richiede risposte urgenti cogliendo tutti impreparati, gettando nello sconcerto più buio i rappresentanti autorevoli del mondo amministrativo.
La razionalità scientifica è invece ciò che consente di cogliere le associazioni più profonde, segrete, insite nelle cose che accadono, grazie a ipotesi teoriche che trovano nell'evento stesso, nel suo evolversi, conferma o smentita della validità dei teoremi usati.
La questione etica quindi che il film trasmette è ben attuale, e tuttora radicata senza risposte nel mondo sociale e istituzionale della post modernità. Come può il potere politico esercitare il suo mandato senza un controllo scientifico terzo del suo operato più sensibile, quello che richiede un'altra formazione e specializzazione, un'altra etica? Come può fare scelte di fronte a ciò che non conosce, a eventi enigmatici, senza un potere autonomo degli scienziati in grado di dare risposte, un potere disciplinato in uno statuto in grado di allarmare, imporre maggiori attenzioni alle miriadi di quegli eventi negativi trattati di solito dai politici con metodi che rispondono a logiche e interessi sempre particolari e mai generali?
Questo film ci fa capire quanto poco si è andati avanti nell'evoluzione democratica delle società occidentali. Quanto sia apparente la divisione dei poteri vantata da ogni democrazia nel mondo.
Se la scienza finalmente venisse propagandata per quello che è, senza enfasi o ideologie di sorta, forse si ristabilirebbe un equilibrio andato perduto con il mondo industriale, quello tra verità dei fatti e rimedio, analisi del negativo e giuste risposte, alla luce del sole dell'opinione pubblica.
Il professor Quatermass e il dottor Roy, sono sempre tra noi, perché l'etica che la scienza avanza è la stessa, immodificabile: cercare la verità, le leggi di un fenomeno, o in attesa di conoscerle formularne correttamente l'enigma, e dimostrare prima al pubblico poi alle istituzioni politiche, le prove della verità o la validità dell'ipotesi.
Film intramontabile, unico per valore visivo e filosofico, poco conosciuto in Italia.
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Recensione a cura di Giordano Biagio - aggiornata al 03/05/2011 17.00.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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