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"Citare è un continuo conversare con il passato per dare un contesto al presente."
Così disse Alberto Manguel riferendosi alle citazioni, molto spesso usate e altrettanto spesso abusate. Non è forse il caso di "Quella casa nel bosco", horror targato 2011 e diretto da Drew Goddard, al suo debutto dietro la macchina da presa.
Un gruppo di ragazzi parte per raggiungere un casolare isolato e passare una piacevole vacanza. Appena giunti, inizieranno ad affrontare una serie di situazioni spaventose guidate e ideate da una organizzazione che a loro insaputa li sta riprendendo, un po' come in un reality show.
Intrigante, inquietante, sexy, irriverente, divertente e "spietatamente" ironico. Gli elementi sembrano esserci tutti in questa opera prima di Goddard (sceneggiatore del film "Cloverfield" di Matt Reeves).
Il film all'inizio ci mostra subito (come in un "dietro le quinte") la preparazione del progetto ad opera di questa organizzazione sconosciuta che sembra voler portare sulla scena il vero terrore. Sin da subito scopriamo che il film si propone quasi come dark comedy, anche se comunque rimane pur sempre un'opera che mira ad entrare nella categoria horror a tutti i costi. Dopo il prologo ecco che ci vengono presentati i personaggi e sembra proprio non mancare nessuno all'appello per il classicone teenhorror da videoteca. C'è la protagonista caruccia dai buoni principi, il ragazzetto muscoloso e intellettuale che conosce un "po'" il latino e traduce un intero libro, c'è la figa un po' mignotta della compagnia tutta tette e gambe lunghe, c'è il fidanzato che all'inizio fa il grand'uomo ma che poi si "trasforma" in idiota maschilista per poi "ritrasformarsi" in una specie di Rambo e, dulcis in fundo, c'è lo jamba wamba fumato della comitiva che pur essendo perennemente "sballato" riesce a capire quasi in tempo di record cosa sta effettivamente succedendo.
Messa così sembrerebbe un film ridicolo (a tratti lo è) o, come dicono gli esperti, una trashata di proporzioni bibliche. Invece, è proprio questo aspetto a rendere il film un vero "colpo di genio". Il film è quasi una sorta di parodia, non vuole prendersi sul serio e il suo scopo, a quanto sembra, pare essere quello di omaggiare qualche classico del passato e qualche prodotto recente.
Oltre al riferimento chiaro e quasi tangibile a "La casa" di Sam Raimi, "Quella casa nel bosco" ci offre una serie di (già citate) citazioni ad altre pellicole. Infatti, si possono notare riferimenti a "La notte dei morti viventi", "Non aprite quella porta","Venerdì 13", "Pumpkinhead", "Hostel part III", "The Ring", "The Haunting - Presenze", "The Blair Witch Project", "Halloween - La resurrezione", "Il mistero della casa sulla collina", e infine, anche qualche mezza scena che ricorda decisamente "Hellraiser" di Clive Barker,"IT", "L'uomo lupo" e "Anaconda".
Il film riesce a mantenere, durante le scene con più "azione", una certa tensione grazie agli ottimi effetti di Joel Whist e all'ottima atmosfera creata ad arte da Peter Deming (direttore della fotografia già apprezzato nel film di Lynch "Mulholland Drive", ma anche in pellicole horror del calibro di "La vera storia di Jack lo squartatore", "Scream 2", "Scream 3" e "Scream 4"). Per quanto riguarda i dialoghi, è da apprezzare Joss Whedon (che è anche il produttore del film) e lo stesso Drew Goddard che riescono insieme a regalare ottimi dialoghi spassosi, con una banalità quasi voluta proprio per ricreare quell'atmosfera da parodia in piacevole contrasto con le scene horror e dal sussulto facile.
Così come i personaggi mutano nel corso della storia, anche il film cerca di cambiare rivelando (sempre grazia al duo Goddard/Whedon) una sceneggiatura duttile e solida. Il film in alcuni momenti passa dalla black comedy all'horror, riuscendo persino a passare per il genere action e catastrofico.
Il cast, che da un'occhiata superficiale potrebbe sembrare la solita manica di ragazzini da film horror, riesce ad essere convincente riuscendo a rendere il film abbastanza godibile. Fermo restando che non sono loro l'elemento di forza del film, si può riconoscere loro quella già citata duttilità che è utile per gli scopi del film. Richard Jenkins ("Wolf - La belva è fuori") e Bradley Whitford ("Robocop 3") si trovano abbastanza in sintonia nel ruolo dei due ingegneri che manovrano l'intero "sistema" che mira all'eliminazione dei ragazzi. Fran Kranz ("Il diario di una schiappa 2") nel ruolo del fattone rende bene e risulterà essere anche uno dei punti di forza del film, grazie al suo ruolo che da personaggio secondario riesce ad evolversi a protagonista. Il suo ruolo ricorda parecchio Ash nella trilogia de "La casa" di Raimi. Kristen Connolly ("Certainty") come protagonista convince poco, non riesce ad adattarsi alle varie fasi evolutive del film, rimanendo sempre lo stesso insignificante personaggio dall'inizio alla fine. Chris Hemsworth (il mitico Thor di "Thor" e di "The Avengers") è uno di quelli che più si è prestato al "gioco" del film, iniziando ad interpretare il suo ruolo da ragazzo intelligente e leader, fino a mutare nel cretino tutto muscoli e niente cervello, per poi passare infine al classico eroe da film action. Jesse Williams ("J.A.W.") e Anna Hutchison ("Rotting Hill"), sono rispettivamente il ragazzo intelligente (ma non troppo) e la ragazza dai facili costumi. Entrambi (insieme alla protagonista iniziale) sono l'elemento trascurabile del cast.
"Quella casa nel bosco" è un film che non può non dividere i pareri, alcuni lo definiscono geniale altri lo definiscono deludente. Inutile però non riconoscergli quella originalità (se di originalità si può parlare visto che è un film citazionista) che riesce a differenziarlo dalla massa di horror "made in USA" che puntualmente esce nelle sale. Non ha la sfacciataggine di voler essere un remake, non vuole provocare, è solo un film che sente il bisogno di farci ricordare come l'horror era un tempo ("La casa", "Non aprite quella porta", "Venerdì 13" ecc), senza pretese e senza voglia di prendersi mai veramente sul serio. "Quella casa nel bosco" non è (come l'hanno definito alcuni) il miglior horror degli ultimi 10 anni, ma non si può negare che davanti a noi potrebbe esserci uno di quei film che fra 30 anni potrà essere considerato un cult, così come lo fu per i film che cita.
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Recensione a cura di HollywoodUndead - aggiornata al 29/05/2012 15.47.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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