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"Ritorno al futuro parte III"comincia esattamente dove la parte II finisce: Marty è intrappolato nel 1955 dopo che Doc è stato colpito da un fulmine nella Delorean ed è stato trasportato nel 1885. Solo il Doc del 1955 può aiutare Marty a tornare nel presente.
Al cimitero di Hill Valley, nei pressi del quale è sepolta la Delorean lasciata dal Doc del 1885 per Marty, Marty e Doc scoprono che Doc, nel 1885, è stato ucciso da "cane pazzo" Tannen, uno dei più spietati e pericolosi criminali della zona, antenato di Biff, pochi giorni dopo aver scritto la lettera per Marty. Invece di tornare al presente, dunque, Marty decide di correre in soccorso dell'amico in pericolo. Giunto nel 1885, però, buca il serbatoio della Delorean, rendendo impossibile il viaggio di ritorno per mancanza di carburante.
In una Hill Valley che sta costruendo la torre dell'orologio Marty ha la possibilità di tenere in braccio il suo bisnonno neonato ed incontrare "cane pazzo" Tannen. Messo al corrente della situazione, Doc comincia ad ingegnarsi per trovare il modo di portare la Delorean a 88 miglia all'ora, velocità a cui avviene il salto temporale, e scongiurare il proprio assassinio. Nel frattempo, i due salvano da morte certa Clara Clayton, la nuova insegnante di Hill Valley ma Doc finisce per innamorarsene, al punto di decidere di rimanere nel vecchio west con Clara.
Una volta riportato Doc alla ragione in una curiosa inversione di ruoli rispetto ai precedenti capitoli, i due decidono di dirottare un treno e spingere la Delorean fino alla velocità desiderata.
I ripetuti incontri con "cane pazzo" Tannen alterano la storia nuovamente. Marty riesce a salvare la vita di Doc, mettendo pericolosamente in gioco la propria. La mattina della partenza Marty dovrà sfidare a duello Tannen. Salire sulla Delorean al momento giusto sarà tutt'altro che semplice.
La parte II e la parte III della trilogia in realtà sono due atti di un unico film, quindi giudicarli separatamente è piuttosto complicato, soprattutto nel caso del terzo film, che comincia in medias res. Non è questa però la debolezza del terzo atto, sebbene una visione che prescinda da quella degli altri due capitoli - anche per chi li conosce bene - risulta fortemente indebolita, in quanto priva della tensione accumulata dal ritmo delle vicende del secondo capitolo.
Gli unici salti temporali, infatti, sono all'inizio ed alla fine. La stessa cosa, in effetti, accade nel primo capitolo ma ovviamente le dinamiche sono ben diverse e i due film non sono paragonabili. Rispetto al secondo capitolo, però, il ritmo ed il numero dei viaggi, nonchè le implicazioni spazio-temporali, diminuiscono drasticamente. Se fosse un unico film, si direbbe che la prima parte ha un ritmo forsennato, la seconda è sostanzialmente statica.
Il terzo capitolo ha infatti un ritmo molto più lento e l'ambientazione del vecchio west offre pochi spunti per paradossi e gag come accade per i precedenti capitoli nei quali, per forza di cose, le situazioni intricate e divertenti sono molte di più.
Il futuro ultra tecnologico e gli anni '50 del rock and roll già di per sé offrono ambientazioni affascinanti e molti spunti per una commedia, indipendentemente dalla tematica del viaggio nel tempo, al contrario della Hill Valley dell'ottocento. C'è spazio per qualche siparietto divertente ma niente in confronto alle situazioni geniali viste nei primi due episodi, anche perchè per la prima volta il viaggio non riguarda l'epoca vissuta da Doc e dalla famiglia McFly, ma un più "comune" salto temporale di un secolo.
Quel che distingue "Ritorno al futuro" dagli altri classici del viaggio nel tempo è proprio l'intuizione di visitare epoche molto prossime, in un senso e nell'altro, a quella di partenza, rendendo possibili situazioni interessanti come conoscere i propri genitori da ragazzi o vedere il proprio futuro. "Ritorno al futuro parte III" tralascia quest'aspetto per concentrarsi su una storia diversa, in un'epoca casualmente scelta come scenario finale.
Per chi ama Marty e Doc questi, va detto, sono dettagli. La saga di "Ritorno al futuro" ci ha regalato due personaggi indimenticabili; al terzo episodio si vuole sapere soprattutto cosa accadrà loro, si riesce ad essere emotivamente coinvolti come se si trattasse delle peripezie di due vecchi amici. Da questo punto di vista, non si resta traditi.
D'altra parte la cura maniacale per i dettagli resta inalterata ed è un piacere scoprire richiami nascosti agli altri film ad ogni visione successiva. Il modo in cui Marty decide di affrontare "cane pazzo", la storia della Rolls Royce, il doppio cambio di nome del burrone Clayton. E' anche questo livello di dettaglio che rende "Ritorno al futuro" una saga così importante per il cinema e che continua ad essere un punto di riferimento per le pellicole di intrattenimento.
La storia deve arrivare a conclusione. Salutiamo i personaggi, la Delorean e le complicate inversioni di causa ed effetto che caratterizzano la saga. Il processo di maturazione di Marty giunge a conclusione e i viaggi temporali ce lo restituiscono padrone delle proprie scelte, del proprio futuro e molto maturato rispetto all'inizio della saga, non più bisognoso del suo mentore.
Alla fine del terzo episodio Marty e Doc non sono più scienziato e assistente, vecchio e giovane, ma veri "amici nel tempo", pronti a separarsi quadrimensionalmente ma uniti per sempre.
In ultima analisi, "Ritorno al futuro parte III" manca dell'originalità del primo episodio e del ritmo e della complessità del secondo, ma ha il tempo di svelarci finalmente qualcosa di Doc e dare un degno finale ad una delle saghe più amate e riuscite della storia del cinema.
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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 18/02/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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