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Da vent'anni Harry (Jeff Daniels) fa visita ogni settimana a Lloyd (Jim Carrey) nella casa di cura in cui è ricoverato dopo esser precipitato in uno stato catatonico a causa della delusione d'amore patita alla fine del primo film. E' solo l'ennesimo scherzo assurdo di cattivo gusto: quando Harry rivela a Lloyd che non potrà più venire a trovarlo, per un grave problema di salute, Lloyd non può fare a meno di dire la verità e tornare a casa con l'amico di sempre. I due partono alla ricerca di una soluzione al problema di Harry e sulla loro strada troveranno vecchie amanti, figlie che non sapevano di avere, e criminali senza scrupoli...
Nel 1994 "Scemo e più Scemo" dei fratelli Farrelly consacrò Jim Carrey al termine di un anno fenomenale che lo aveva visto già protagonista con "The Mask" e "Ace Ventura". Un nuovo tipo di comicità basata sull'assurdo e sulla capacità di spostare progressivamente l'asticella del disgustoso s'imponeva nel vuoto che stavano lasciando gli astri della commedia anni ottanta, tutti in parabola discendente (Woody Allen era in pieno scandalo Soon-Yi, Eddie Murphy stava esaurendo il tocco magico) o proiettati verso nuovi percorsi artistici (Bill Murray). L'effetto dirompente del primo Scemo e più Scemo è superiore alle qualità obiettive del film, ma è innegabile. Da "American Pie" a "Una Notte da Leoni", tutta la comicità americana degli ultimi vent'anni discende in qualche modo dalla formula proposta dai fratelli Farrelly. Dopo uno sfortunato prequel senza Carrey e Daniels e una serie infinita di epigoni dalle alterne fortune, il ritorno di Lloyd e Harry sembrava, soprattutto, fuori tempo massimo. Rivedere Jim Carrey e Jeff Daniels, invecchiati e pluripremiati, con lo stesso look di vent'anni fa, mettersi una mano nel sedere per la gag del "Culo Libre" farebbe quasi tenerezza... se non facesse così tanto ridere. Il segreto di "Scemo e più Scemo 2" è infatti quello di non avere alcun segreto. Il candore dei due protagonisti è completamente irreale e irresistibile. Non si può non ridere, anche se più la trama prende tempo alle gag più il film arranca. C'è una manciata di gag divertentissime ed altre nobilitate solo dalla bravura di Carrey e Daniels, che rientrano alla grande nei panni dei due idioti, invecchiati solo fisicamente, ma stupidi esattamente come vent'anni fa.
Lo scherzo iniziale di Lloyd (spoilerato dal trailer) è quanto di più stupido mente umana possa immaginare, ma non sarà il peggiore del film, mentre le scene con Kathleen Turner (molto coraggiosa ad accettare un ruolo del genere) o a casa di Pistolino e dei genitori di Harry sono da applausi. La formula del road movie, come nel primo film, consente ai due protagonisti di trovarsi in situazioni sempre diverse in cui causare qualche disastro, benché la metafora del viaggio, che solitamente simboleggia una maturazione in colui che lo intraprende, nel caso dei due scemi non ha alcun effetto. Praticamente inconsapevoli della metà delle cose che accadono intorno a loro, Lloyd e Harry non hanno alcun margine di miglioramento, nessuna speranza di maturazione, ma nemmeno alcun bisogno di cambiare: la loro natura è fondamentalmente buona, a parte qualche scherzo più pericoloso che cattivo, e il loro candore immutabile è una forza della natura che li protegge dalle cattiverie della vita.
Per apprezzare questo genere di film bisogna aver accettato, vent'anni fa, di dare sfogo al cinismo più becero, alla risata ai danni di qualcuno (lo scemo, il disabile...), di scambiare il divertente con il ridicolo. E' come se decenni di evoluzione dell'umorismo si siano azzerati per tornare alla buccia di banana: essenziale, ma irresistibile, la risata di fronte alle altrui disgrazie è una reazione naturale che il buon senso ci imporrebbe di sopprimere. Rifiutare questo tipo di comicità primordiale come nucleo di un'opera cinematografica è lecito, ma i fratelli Farrelly sono lì a ricordarci costantemente che siamo peggiori di quanto vogliamo far credere. Jim Carrey, dal canto suo, sembra quasi godere nel farlo. Vent'anni fa, senza Youtube, senza Jackass, senza le decine di trasmissioni televisive che ci mostrano quanti scemi e più scemi esistano intorno a noi, l'arrivo di Harry e Lloyd è stato qualcosa di incredibile. Il loro ritorno muove da altre premesse, e non potrà in alcun modo avere lo stesso effetto. Se Carrey e Daniels avessero rivestito i panni di Harry e Lloyd per uno sketch del Saturday Night Live o per un cameo in un altro film, o se avessero lavorato a un'altra formula di ritorno, avrebbero forse potuto ricoprire nuovamente un ruolo importante nel panorama della comicità. E' stata scelta la strada più semplice, la meno memorabile, per riportare in scena due ottimi personaggi. I fan saranno comunque contenti, gli altri non se ne cureranno. Raramente le operazioni revival di questo genere funzionano, ma grazie a due grandi attori, il film strappa una meritata sufficienza.
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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 15/12/2014 11.53.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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