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Che in America le sceneggiature originali siano una merce rara ben si sa, e con l'andare del tempo la creatività autoriale sembra andare verso l'estinzione. Naturalmente ci sono le eccezioni, talvolta anche illustri, come il nuovo film del pluripremiato regista, sceneggiatore e produttore Francis Ford Coppola. Dopo un lungo periodo di tempo, Coppola porta sul grande schermo una sceneggiatura originale, scritta mentre terminava il suo ultimo film "Un'altra giovinezza".
"Segreti di famiglia" trae le sue radici dalla famiglia dello stesso regista. Non è certamente un film autobiografico, ma mentre scriveva l'autore si è basato su caratteri e situazioni che gliela ricordavano.
Il diciassettenne Bennie si trova a Buenos Aires. La nave sulla quale lavora, come "quasi cameriere", ha dovuto fermarsi qualche giorno in più per aggiustare un guasto ai motori. Il ragazzo va a bussare alla porta del fratello Angelo, che non vede e di cui non sa più nulla da oltre dieci anni. Nell'incontrare Tetro, così si fa chiamare ora il fratello, Bennie rimane deluso dalla fredda accoglienza e dal rifiuto di parlare della famiglia e del suo passato. Un passato che Bennie inizia a conoscere gradualmente attraverso un manoscritto autobiografico di Tetro, che non ha mai voluto terminare. Miranda, la compagna con cui vive il fratello, invece, lo accoglie maternamente e lo aiuta nel proseguire la lettura del manoscritto, anche quando Bennie finisce in ospedale dopo essere stato investito per strada.
L'attrito da parte di Tetro continua fino a quando arriva il momento della verità su un segreto di famiglia taciuto a tal punto da non esistere.
Diverse sono le tematiche che il film affronta: il regista scava nei meandri della psiche dei personaggi per farle emergere a poco a poco.
Prima fra tutte è il rapporto filiale, che si scorge tra Tetro e suo padre, un rapporto oramai spento che, anche quando esisteva, era sfibrante e competitivo, non c'era calore umano né un vero affetto da parte del padre, che pensava solo alla sua carriera.
Coppola mostra quanto sia difficile il confronto tra generazioni, quanto sia difficoltosa la comunicazione sia nei confronti di chi si vuol bene, che con chi ci fa del male. Tetro non riesce a comunicare il suo stato d'animo, il suo dolore neanche a Miranda, che lo ama incondizionatamente, non riesce a parlare delle sue ferite. Quando Bennie desidera che il fratello gli racconti del proprio passato, che comprende anche il suo, il ragazzo si trova davanti un muro impenetrabile di silenzio.
Il rapporto tra fratelli è un altro aspetto molto forte. Bennie vede la figura del fratello come un eroe, e, per tutti quegli anni, ha aspettato che tornasse a riprenderlo e portarlo con sé. L'affetto di Bennie non è scalfito dalla durezza del fratello e l'amore che Tetro ha cercato di soffocare, lentamente riemerge.
Il regista, inoltre, tratteggia la rivalità che si può venire a creare tra gli uomini di una stessa famiglia. La famiglia Tetrocini è una famiglia di artisti, in cui ognuno vuole primeggiare per il suo talento e con la propria personalità. Una personalità che schiaccia psicologicamente ed emotivamente chi gli sta vicino, pur di essere il solo a risplendere. Questa personalità così forte risiede nel padre dei due ragazzi, che non ha avuto alcuna remore a mettere da parte il fratello maggiore, che gli aveva insegnato tutto, scoraggiandolo e umiliandolo, come fa in seguito con Angelo. Cerca di sminuire la vocazione e il talento di suo figlio, perché deve essere il solo Tetrocini ammirato e venerato per la sua arte. La figura paterna è quella di un padre che non rispetta il figlio e i suoi affetti e distrugge il suo mondo, una persona dispotica e crudele.
Il tema del perdono, il senso di colpa e il non sentirsi mai all'altezza sono aspetti correlati che il cineasta delinea. Sono sentimenti che Tetro prova quotidianamente, è un uomo che non riesce a perdonare il padre e si punisce per il non sapersi perdonare.
Coppola ha deciso di girare il film in bianco e nero, ma rendendo i flashback a colori. Al regista è sempre piaciuto il bianco e nero, associandolo a un certo tipo di dramma poetico. Questa scelta richiede un'illuminazione molto diversa, dove è il dettaglio a fare la differenza, bisogna calibrarne l'intensità per separare i diversi piani. Un lavoro più impegnativo, ma entusiasmante sia per il regista che per il direttore della fotografia Mihai Malaimare Jr.
Il colore è utilizzato per scandire il passato, un passato ricco di aspettative e di speranze, poi tradite.
In molte sequenze viene enfatizzato il chiaroscuro, che conferisce eleganza. Elegante è la scena in cui Tetro e Miranda fanno l'amore. Lo stile visuale del film ne ha guadagnato, Francis Ford Coppola ha realizzato dei contrasti molto belli. La luce ha un ruolo predominante, quella di una lampadina nei titoli di testa introduce da subito la sua importanza e ripetizione ossessiva. Tutto scaturisce dai fari abbaglianti di un incidente stradale, che determina le vite dei componenti della famiglia. Sia Tetro che Bennie, in un secondo momento, sono ipnotizzati da quel tipo di sfavillio, questa ipnosi finisce quando Tetro riesce a svegliarsi dal suo incubo vissuto ad occhi aperti per tutti quegli anni e questo accade grazie a Bennie, che è entrato nella sua vita come un tornado scuotendolo da quel torpore.
Un lavoro particolare si è attuato per l'abbigliamento dei due fratelli, la costumista Cecilia Monti ha fatto in modo che il colore e i tessuti dei loro abiti riflettessero le loro personalità antitetiche, sottolineando così, anche attraverso i costumi, il gioco di contrasti che il regista voleva. Bennie è un ottimista, entusiasta della vita e curioso di ciò che lo circonda, vuole andare alla scoperta del mondo e indossa abiti colorati e il bianco della divisa ritorna spesso nell'arco dei giorni. Tetro è scorbutico, ostile, una parte di lui è morta oramai da tempo, si è messo in una posizione di rifiuto totale della propria famiglia e indossa abiti scuri, con la prevalenza del nero e tessuti più ricercati come la pelle o lo scamosciato.
Un elemento inedito per un film di Coppola è la presenza del balletto, creato da una delle più grandi coreografe argentine, Ana Maria Stekelman, utilizzato per raccontare in modo diverso il passato dei protagonisti. Questa è una forma d'arte saccheggiata da numerosi registi e messa nei propri film, per conferirgli un tocco più personale e artistico. Qui il balletto è perfettamente integrato nella storia ed è un piacere per gli occhi.
Per ciò che riguarda la location scelta, il regista ha voluto fortemente girare il film in Argentina, nella città di Buenos Aires, città che conosce e ama. La maggior parte delle scene in esterni è stata girata nei luoghi reali.
Il giovane attore Alden Ehrenreich, che impersona Bennie, non aveva mai lavorato in un vero film, (solo recite scolastiche), ma ha saputo rendere bene l'ingenuità e la freschezza del personaggio e la sua evoluzione successiva.
L'intento del regista è stato quello di dare corpo a un film che parlasse di sé attraverso la ricercatezza dell'immagine e il gioco di contrasti che Francis Ford Coppola propone nelle varie forme del linguaggio cinematografico.
"Segreti di famiglia" è un film abilmente diretto; la storia non è nuova, ma visivamente è resa egregiamente.
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Recensione a cura di Francesca Caruso - aggiornata al 28/12/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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