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Carlo, affermato dermatologo, è un ansioso padre solo (più che solo un padre) di una bambina insonne di dieci mesi, Sofia. Se la cava bene, anche con (o forse nonostante) l'aiuto di amici e genitori. Un giorno incontra Camille (Diane Fleri), studentessa francese, che si offre di fare da baby sitter alla bambina. Tra Carlo e Camille nasce un rapporto di amicizia e complicità che risveglia in qualche modo Carlo dall'immobilità emotiva in cui si trova da quando è rimasto solo.
L'arrivo di Camille nella vita di Carlo sembra dunque poter chiudere il cerchio del dolore e far andare avanti la vita, ma le cose non sono semplici come sembrano.
"Solo un padre" di Luca Lucini ("Amore, Bugie e Calcetto") sorprende e convince. Sorprende perchè la scelta del protagonista (ma anche di molti attori "prestati" dalla televisione) potrebbe far pensare ad un prodotto di basso livello preconfezionato per la prima serata televisiva, quando invece non è così.
Luca Argentero merita di liberarsi dal doppio marchio infamante di "reduce del Grande Fratello" e "bello senz'anima", perchè stavolta è bravo davvero, credibilissimo sia nel registro drammatico che in quello comico, sostenendo sulle proprie spalle l'emotività del film. Al suo fianco, Diane Fleri regala un personaggio magico ma inverosimile, la donna perfetta al momento giusto, di cui non si può non innamorarsi all'istante, così come Anna Foglietta riesce a tratteggiare in un ruolo secondario una irresistibile spasimante un po' schizzata di Carlo. La scena della cena tra i due è divertentissima, le disavventure con il gatto Giulio (triste surrogato di un uomo per lei) benché telefonate e non proprio originalissime, molto piacevoli e riuscite.
Un merito del film è quello di discostarsi finalmente dai cliché della commedia all'italiana (che non funzionano ormai più, trapiantati nella borghesia benestante contemporanea, al contrario di ciò che credono Muccino e la Comencini) per quanto riguarda le scene dai toni più leggeri e invece ispirarsi apertamente alla commedia moderna americana o inglese (le gag di Carlo con il gatto richiamano i pezzi di Ben Stiller o Hugh Grant), senza per questo perdere di credibilità, anzi.
D'altra parte, neanche Lucini riesce a creare un'ambientazione per la storia che non sia, come da qualche tempo sembra inevitabile, quella della borghesia molto alta, con lavori, case e macchine sempre di primissimo livello, come se in Italia si potesse raccontare solo e unicamente di persone dal tenore di vita molto sopra la media.
La casa di un trentenne solo con una figlia di dieci mesi è un po' troppo pulita e in ordine per essere credibile: sono dettagli, ma non per questo sono di minore importanza per la riuscita di un film.
Il film viaggia sul filo del patetico e del facile sentimentalismo senza mai cascarci (anche se "Everybody Hurts" è una scelta banale, per quanto efficace) e riesce miracolosamente a non incagliarsi sul rapporto nascente tra Carlo e Camille, restando fortemente incentrato sulle implicazioni di quello tra Carlo e Sofia. Emblematica ma un po' troppo inverosimile la totale assenza dalla vita di Carlo dei parenti della moglie (Claudia Pandolfi): l'effetto in ogni caso è che Carlo è tormentato da un ricordo che non deve far svanire, quello della madre di sua figlia, e di cui è unico testimone, ma che allo stesso tempo non fa rimarginare ferite molto più profonde di quelle che tutti pensano, ma che solo gli spettatori, grazie ad un sapiente uso dei flashback, possono piano piano scoprire.
"Solo un padre" non è un film romantico, non è un film nostalgico del Grande Fratello in libera uscita. È un film sul dolore che non se ne va, sugli scherzi infami che a volte la vita tira, sui rimorsi e sui blocchi mentali che ci costruiamo, innalzando barriere intorno a noi pur di trovare uno straccio di equilibrio pur di andare avanti.
A parte qualche ingenuità nella narrazione, qualche scelta di comodo e qualche interpretazione di contorno non proprio riuscitissima, "Solo un Padre" è quindi una bella sorpresa, che riesce a divertire e far pensare, cosa non banale, meritando di essere visto senza pregiudizi.
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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 15/01/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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