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Come si può superare con un secondo capitolo una storia tanto geniale e rivoltante a livello di stomaco quanto "The Human Centipede"?
Le regole dei film horror e dei loro seguiti ce le ha illustrate per bene il buon Wes Craven in "Scream 2" quindi inutile stare qui a dilungarci, ciò che va detto per Tom Six, creatore e regista dei due artropodi, è che dopo l'incredibile invenzione del primo, riesce con piccole intuizioni a sorprenderci di nuovo anche nel secondo. Facciamo un passo indietro per capire la faccenda. "The human centipede" è la storia del dottor Heiter, interpretato da un immenso Dieter Laser (e con sto nome lui ha già vinto tutta la vita), che di punto in bianco decide di accoppare tre persone e unirle tra loro in modo da creare una sorta di, appunto, centipiede umano.
Ciò che realmente prende è la sua capacità fredda e scientifica di spiegare perchè e per come si possa fare un tale abominio, d'altronde lui è il personaggio più nazista che si sia mai visto sul grande schermo dai tempi di "Schindler's list".
Nel primo capitolo i tre poveracci - uniti tramite l'apparato digerente in un susseguirsi di ano e bocca - nel finale riescono a liberarsi, il buon dottore muore e così si chiudono le porte a qualsiasi secondo capitolo. Giusto? SBAGLIATO! Perchè ecco il colpo di genio del signor Sei: "The human centipede II" si apre con un omuncolo basso, brutto, schifoso più di quanto poteva essere il zio Laser, interpretato da tal Laurence Harvey che rievoca molto il fastidio creato da Peter Lorre in "M il mostro di Dusseldorf", il quale di mestiere fa il guardiano notturno di un parcheggio sotterraneo di Londra e come unico piacere nella sua squallida vita ha quello di vedere e rivedere un film, una passione trasformata in ossessione.
Quale? Facile: "The human centipede", of course!
Di lui sappiamo il nome, Martin, sappiamo che è stato violentato dal padre da bambino, che ha una madre che lo odia e che vuole suicidarsi, che ha l'asma, che il suo psichiatra (un uomo alto pelato e con la barba lunghissima) è innamorato di lui e vuole XXXXXXXX, e che non sa assolutamente nulla di chirurgia. Eppure tiene un libro, o meglio, un album fotografico del suo film adorato con tutte le "spiegazioni" del dottor Heiter, e ripete a se stesso quelle lezioni come fossero appunti di chissà quale luminare in un'aula di medicina della Sapienza.
Inutile stare a chiedersi perchè ha sempre con se una pistola, perchè possegga tutti quei proiettili e come faccia ogni volta ad accoppare qualcuno senza MAI lasciare tracce (la polizia questa sconosciuta). La sequenza in cui frantuma il cranio alla madre è da applausi a scena aperta. Per essere davvero superiore al suo mentore niente di meglio che servirsi di 12 persone per creare il centipede, d'altronde 3 erano pochine, perchè accontentarsi?
Siccome la sua ossessione non è solo verso la creatura di Tom Sei, ma anche per l'attrice Ashlynn Yennie (Jenny), ha la pensata di chiamare la sua agenzia per proporle di girare un film con Tarantino, lei OVVIAMENTE accetta e si presenta sola al provino...solo che il provino non è un provino... E così il brutto nano si affitta una baracca vuota per la sua creazione, non chiedetevi come paga il proprietario perchè indovinate un po'? Non lo paga proprio, anzi, lo usa per rendergli omaggio, e non dite che il buon Martin non è uno dal cuore grande, eh! Però a questo punto il piatto va ulteriormente arricchito, e siccome Tom 6, che non è scemo, si ricorda di aver creato un personaggio che chirurgo non è, come gli fa unire quei 12 cristiani è tutto da gustarsi. Prima ci prova, fa i disegni, insomma c'ha il santino del dottor Heiter sotto l'ascella, si mette pure il camice (e solo quello, lasciandoci ammirare la sua panza da nano brutto e schifoso per venti minuti), poi capisce che un conto è un film e un conto la realtà e allora usa quello che TUTTI USEREMMO PER CREARE IL CENTIPEDE UMANO: spillette, nastro da pacchi, martello, puntine da disegno e un buon lassativo per ottenere suoni poco onomatopeici e molto nauseabondi. Dimenticavo: il tutto è filmato in un grandioso bianco e nero. Perchè? Non è importante saperlo, è importante solo che funzioni. Il finale è tutto da vedere, soprattutto la fuga di una ragazza incinta che partorisce in macchina e ci immerge nella scena più politically scorrect della storia, forse seconda solo a quella di "The mist".
Decisamente è un film da non perdere per gli amanti del genere, uno dei pochi casi in cui il secondo non è poi troppo inferiore al primo, anzi sfuttandone la trovata geniale, ne aggiunge un'altra, autocitandosi di continuo ed in modo diverso da come visto nel filone di Wes Craven. Potremmo discutere all'infinito se è meglio il vedere così tanto o non vedere come nel primo capitolo, sicuramente più pulito e più squisitamente tecnico dal punto di vista chirurgico, ma tant'è: Tom Six ha fatto la scelta, e sicuramente raggiunge l'obiettivo di far rivoltare per bene qualsiasi stomaco.
La nuova domanda è: cosa si inventerà per il 2013 con il nuovo ed ultimo capitolo?
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Recensione a cura di marcoscafu - aggiornata al 01/03/2012 16.45.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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