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Film del 2007 distribuito in Italia solo nel gennaio 2009, "Vuoti a rendere", terza pellicola nata dalla collaborazione tra regista figlio (Jan Sverak) e padre sceneggiatore-attore (Zdenek Sverak) tratta con garbo e ironia una tematica cara ai tempi moderni: la vita dopo la pensione.
In Italia già dal lontano 1963 il nostro Totò si occupò di un tema simile interpretando il ruolo di un colonnello intristito e annoiato dal congedo alle prese con delle attività da intraprendere per passare il tempo in maniera attiva.
Il professor Joseph di Praga, analogamente, uomo alquanto originale, dopo la pensione si accorge di essere quello del "bentornato" e per tener fede a quest'idea inizia a cercare delle occupazioni. In un supermercato di quartiere finirà con l'occuparsi della resa dei vuoti ma non solo...
La storia ruota così non soltanto sullo stravagante protagonista ma sugli altri personaggi che Joseph cerca di aiutare a suo modo, quasi come un novello Amélie Poulain; dalla vecchietta sola al bisbetico "collega" di lavoro - che riesce con il suo intervento a impalmare una bella cliente - alla figlia in crisi matrimoniale e preda di un rigurgito mistico, aiutata indirettamente a conoscere e frequentare il giovane preside della scuola di Joseph.
Non altrettanto rosee sono le relazioni che Joseph intrattiene col gentil sesso e soprattutto con la consorte, insegnante in pensione saggia e incupita dallo scorrere degli anni.
Nei sogni del vecchio professore si susseguono ex colleghe e belle clienti trasfigurate fellininianamente in maliarde con vesti più o meno succinte, sogni svaniti miseramente all'alba per l'intervento della moglie, donna severa, asciutta e segaligna, fisicamente e mentalmente contrapposta al marito più grasso e più "voglioso".
La curiosa relazione tra i due coniugi quasi sull'orlo della crisi matrimoniale passa dalla gelosia di lei a quella di lui, quando la donna comincia a frequentare più assiduamente un impiegato a cui dava ripetizioni di tedesco.
I piccoli drammi della vita quotidiana si mescolano continuamente all'ironia di cui tutta la storia è permeata e al grottesco, rigenerando l'esistenza pigra della terza età: gli anziani non sono dei vuoti a rendere, come recita il titolo, ma sanno essere pieni di paradossale fantasia e irresistibile voglia di vivere.
Finale aperto a metà, tra il surreale e il film d'azione insegna a saper arginare le crisi di coppia imparando a volare e tutto sembra volgere al bene...
La cinematografia del'Europa dell'Est offre un prodotto agile e interessante, appesantito un po' dall'eccessiva verbosità e da qualche lentezza a cui forse lo spettatore è poco abituato ma, grazie allo humour ogni ostacolo e è superato.
La carta turistica non viene giocata dal regista: Praga è la città in cui i protagonisti vivono e si muovono ma risulta anonima; intento di tutti catturare la quotidianità di ognuno e non fare un film con sfondo cartolina.
Da vedere per sorridere, per pensare.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 27/01/2010
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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