charlot vagabondo regia di Charles Chaplin USA 1915
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charlot vagabondo (1915)

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locandina del film CHARLOT VAGABONDO

Titolo Originale: THE TRAMP

RegiaCharles Chaplin

InterpretiCharles Chaplin, Fred Goodwins, Edna Purviance, Lloyd Bacon

Durata: h 0.32
NazionalitàUSA 1915
Generecorto
Al cinema nel Giugno 1915

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Trama del film Charlot vagabondo

Il vagabondo, con fagotto d'ordinanza, si imbatte in una bella fanciulla molestata da tre malfattori che la vogliono derubare del denaro affidatole dal padre, il fattore, per una commissione; non esita a prenderne le difese e, colpendoli con una pietra, a farli desistere dal losco proposito. Per ricompensa il padre della ragazza gli offre lavoro come bracciante nella sua azienda affidandolo al suo uomo di fiducia col compito di istruire Charlot nelle molteplici attività della fattoria. Compito che scoprirà sovrumano e che lo vedrà soccombere diventando a sua volta vittima dell'ingenuo quanto maldestro vagabondo, che invece eccelle nelle smancerie per la bella figlia del fattore.

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Voto Visitatori:   7,36 / 10 (7 voti)7,36Grafico
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Voti e commenti su Charlot vagabondo, 7 opinioni inserite

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Oskarsson88  @  27/11/2012 19:36:08
   7 / 10
Carino, soprattutto nello svolgimento del finale, anche se i film successivi son certo di tutt'altra caratura. Ancora acerbo qui il nostro Charlot...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  21/12/2011 17:13:44
   7 / 10
Corto di Chaplin fondamentale nella sua carriera e tra i più significativi del periodo Essanay.
Qui il Vagabondo acquisisce uno spessore di tutt'altro genere, non quello fisico ormai già forgiato e conosciuto (bombetta, baffetti e bastone roteante) ma quel tocco di malinconia e speranza imprescindibili se si parla del cinema di Chaplin.
E se per quasi tutta la sua durata The Tramp è un corto gradevolissimo con una trama semplice ma che regala attimi di divertimento, gli ultimi tre minuti sono invece una meraviglia che non ti aspetti: Charlot si guarda, prende coscienza della sua condizione di diverso e poveraccio e con una dignità enorme si allontana triste e solitario sulla strada di campagna dove lo abbiamo trovato all'inizio... quando all'improvviso ecco che qualcosa si rianima in lui e ritrova la camminata solita, felice. è un messaggio semplice ma nuovo di un Chaplin che smorza così l'amarezza nel segno della speranza e con la sicurezza che al Vagabondo ne capiteranno altre, certo, ma avrà pur sempre la speranza di andare avanti nonostante tutto.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  18/05/2009 17:16:53
   7 / 10
Un buon corto. Divertente grazie ad alcune gag molto carine.
Corto come tanti altri, anche un po banale fino a circa tre minuti dalla fine. Bello il finale che alza il voto a questo lavoro.
Per quel che riguarda Chaplin, la visione è sempre consigliata !!!

pinhead88  @  18/05/2009 13:30:14
   7 / 10
d'accordo con i commenti sottostanti,questo è uno dei migliori cortometraggi di Chaplin per la Essanay,se non altro per i pochi minuti finali.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  23/01/2009 23:43:03
   7½ / 10
Questo è uno dei corti fondamentali di Chaplin, importante perchè il suo personaggio subisce una svolta nella propria caratterizzazione. Fin dall'inizio Charlot viene spogliato da quella patina di cinismo che lo rendeva più attaccabrighe ed approfittatore. Le gag pur rimanendo nei canoni classici delle slapstick sono scaturite da un personaggio maggiormente maldestro nelle sua azioni. La scena finale diventerà un classico d'ora in poi.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  12/10/2008 18:40:54
   8 / 10
Fino a tre minuti dalla fine abbiamo il solito Charlot dei primi anni in cui girava brevi corti fatti solo di pugni,inseguimenti e ruzzoloni che oggi non fanno più ridere...
Ma da qui in avanti,anzi dai tre minuti finali di "the trump" in avanti,avviene la trasformazione...Il vagabondo viene riconosciuto da tutti e questo è il suo film manifesto!
Il primo che oltre ai soliti ruzzoloni possiede un pò ri rimpianti e malinconia!
Splendidi i tre minuti finali...da soli valgono il voto "8" perche segnano un cambiamento radicale nell'arte di Chaplin!
Da qui in avanti si farà sul serio!

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  03/10/2008 08:24:08
   8 / 10
Dopo 35 cortometraggi girati per la Keystone, Chaplin nel 1915 cambia casa di produzione e viene ingaggiato dalla Essanay. Stavolta non è uno sconosciuto qualsiasi. Si è già fatto un nome e può pretendere una discreta somma di denaro, oltre a carta bianca su tutto quello che decide di fare. Ormai ha capito che il suo futuro è il cinema. Si è innamorato di questo mezzo d'arte, che gli dà la possibilità di lasciare libero corso alla fantasia. E' da questo periodo che diventa la vera passione della sua vita: "mi troverete al lavoro con la stessa alacrità anche fra 50 anni. Il denaro non è tutto. Si può trovare più felicità nel lavoro che in qualunque altra cosa".
In realtà è una persona assetata anche di sentimento. Alla ricerca di una partner femminile per le sue comiche, s'imbatte in una bella bionda che aveva studiato per fare la segretaria; una bionda dal carattere semplice, serio ma spontaneo e spiritoso. Oltre a ingaggiarla per le sue comiche, non poté fare a meno di innamorarsi. Nacque così il sodalizio scenico e sentimentale con Edna Purviance. L'amore era destinato presto a finire, non così il sodalizio artistico e soprattutto la grande amicizia che rimase fra i due fino alla morte di Edna nel 1958.

Senza rinnegare la base stilistica delle comiche Keystone, Chaplin introduce in questo periodo importanti novità. Prima di tutto le comiche adesso sono tutte lunghe 2 bobine e durano circa 25-30 minuti. In genere se ne producono 2 al mese. All'occhio moderno mostrano tutti i loro 90 anni e quindi non riescono forse a fare ridere come una volta. Se guardate criticamente rimangono comunque delle visioni piacevoli e qualche volta divertenti.
Rispetto alle comiche precedenti, sono molto più elaborate dal punto di vista scenico e soprattutto narrativo. Gli ambienti sono assai più caratterizzati, grazie alla cura con cui si prepara la scenografia. Il carattere del vagabondo è più sviluppato psicologicamente. Esprime i sentimenti in maniera naturale e spontanea, ma soprattutto ricopre un ruolo sociale ben preciso. Si rende conto di essere povero e che lavorare significa essere sfruttato.
Una parte importante la assumono le didascalie, in genere molto ironiche, le quali contribuiscono ad aumentare l'effetto comico o di polemica sociale. Il vagabondo ormai non è più una semplice maschera, ma un essere umano ben delineato, amante della libertà anche se deve lottare ogni giorno con la fame. Nonostante il duro ambiente in cui è costretto a vivere riesce lo stesso a conservare i suoi nobili sentimenti di onestà, fedeltà e tenerezza – la vera ricchezza del vagabondo. Questa è la sua vittoria: essere onesti dentro, nonostante l'ambiente difficile.

Dopo avere girato 5 comiche, nell'aprile del 1915 esce il primo cortometraggio di Chaplin di grande valore artistico: The Tramp (Charlot vagabondo). La prima scena ritrae il vagabondo con il suo fagottino, che procede baldanzoso con la sua caratteristica camminata per una polverosa strada di campagna. Alcune automobili lo rasentano in velocità buttandolo per terra. Senza perdersi d'animo, si rialza e si spolvera a lungo con una piccola scopetta dandosi il contegno di una persona di rango. Si siede all'ombra di un albero per consumare il pranzo, composto da un semplice panino. Un ceffo lo ha notato e gli ruba il panino di soppiatto. Senza fare una piega, il vagabondo prende un ciuffo d'erba e, buttandoci un po' di sale sopra, se lo mette in bocca e lo mastica con una faccia un po' schifata ma soprattutto dispiaciuta.
A questo punto entra in scena l'ingenua figlia di un agricoltore (Edna Purviance), la quale si reca a fare compere facendo sfoggio incautamente di un rotolo di banconote. Il ceffo di prima, insieme ad altri compagni, cerca di molestarla ma viene messo in fuga dal provvidenziale intervento del vagabondo (intervento comunque comico e ironico, tanto per non far diventare il vagabondo un "eroe"). Una volta solo con Edna, si accorge del gruzzolo che ha in mano e non può resistere alla tentazione di appropriarsene. Vedendo Edna triste e derelitta, combattuto con se stesso, si commuove e decide di restituirle i soldi. Una scena molto breve, recitata con espressioni semplicissime, ma che dice tanto sul carattere del vagabondo. E' una persona con pregi, ma anche con difetti; al fondo di tutto ci stanno però i sentimenti di soccorso per chi chiede aiuto, nonché di sensibilità affettiva per le persone semplici.

Edna, riconoscente, fa assumere il vagabondo come operaio presso l'azienda agricola del padre. Da ora in poi è tutta una serie di gag ispirate all'ambiente agricolo e alla scarsa voglia del vagabondo di sgobbare. Forconi, scale di legno, sacchi di farina, uova, mucche, piedi sudati, tutto va bene per imbastire situazioni, una più spiritosa dell'altra. La vicenda ha una svolta quando i ceffi decidono di derubare il padrone dell'azienda e chiedono l'aiuto del vagabondo, il quale finge di partecipare all'impresa. Il tentativo di furto è sventato e ne nasce una sparatoria (comica) in cui il vagabondo viene ferito per sbaglio. Curato da Edna, si innamora e pensa ormai di restare.
All'improvviso si fa vivo però il fidanzato di Edna, un giovane fine ed elegante. La scena che segue è una delle più belle e sentimentali create da Chaplin. Il vagabondo osserva i propri vestiti; in pratica si rende conto della differenza sociale che lo separa dal bel fidanzato perbene di Edna. Una triste realtà che ha sempre cercato di esorcizzare in società, ma che gli pesa tremendamente nel proprio intimo quando si tratta di sentimenti amorosi. Si mette a sedere e scrive un bigliettino, il tutto recitato con alcune espressioni semplici ed intense di dolore. Si alza affranto, riprende il suo fagottino e poi esce a salutare Edna (attonita) e il suo fidanzato (che gli allunga un po' di soldi, come si fa con i "vagabondi"). La comica si chiude con un'altra scena magistrale. La stessa strada dell'inizio viene percorsa al contrario dal vagabondo ripreso di spalle in campo lungo. Anche con questo tipo di ripresa, Chaplin riesce a esprimere benissimo tristezza e scoraggiamento. Poi all'improvviso scatta qualcosa nell'animo del vagabondo, si riscuote tutto e baldanzoso più di prima prosegue zampettando la propria strada, mentre lo schermo si chiude a iris.

Questo è il primo di una lunga serie di finali simbolici, apparentemente semplici ma pieni di tanti significati. In questo caso, dal punto di vista stilistico, serve a smorzare il sentimentalismo delle scene precedenti e in fondo vuole dire che nonostante tutto la vita continua e a consolare c'è sempre quella cosa preziosissima che si chiama libertà. Ognuno però può vederci quello che vuole.

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