comizi d'amore regia di Pier Paolo Pasolini Italia 1964
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comizi d'amore (1964)

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locandina del film COMIZI D'AMORE

Titolo Originale: COMIZI D'AMORE

RegiaPier Paolo Pasolini

InterpretiCesare Musatti, Alberto Moravia

Durata: h 1.30
NazionalitàItalia 1964
Generedocumentario
Al cinema nel Febbraio 1964

•  Altri film di Pier Paolo Pasolini

Trama del film Comizi d'amore

Film inchiesta composto di varie interviste su sesso e dintorni (rapporti, matrimonio, divorzio, prostituzione, deviazioni, eccetera) girate in tutte le regioni italiane e in diversi ambienti sociali. Le risposte (sono centinaia!) sono inframezzate da interventi dello scrittore Alberto Moravia e dello psicologo Cesare Musatti.

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Voto Visitatori:   7,73 / 10 (20 voti)7,73Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
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Voti e commenti su Comizi d'amore, 20 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

alex94  @  31/07/2020 13:35:11
   7 / 10
Visto oggi fa quasi tenerezza ma è indubbio che per l'epoca in cui è stato realizzato sia un lavoro di una certa importanza, in quanto primo documentario/inchiesta a trattare di sessualità, omosessualità e prostituzione.
A Pasolini va dato atto di aver azzeccato il modo con cui trattare l'argomento e cioè mescolare le opinioni di intellettuali a quelle di vip e persone comuni.
Un po fuori luogo alcune prese di posizione del autore sulla legge Merlin ma nel complesso un documento sul la mentalità del epoca interessante.

Light-Alex  @  27/08/2019 10:00:32
   7½ / 10
Documentario dalla struttura semplice e lineare ma sicuramente potente ed innovativo, considerando l'anno di uscita.

Pasolini interroga sul tema della sessualità gli italiani spaziando nelle varie categorie sociali, economiche, geografiche del popolo italiano.
Interessante vedere come da un lato a distanza di 50 anni il nostro paese ha fatto passi avanti, ma allo stesso tempo constatare che il retaggio culturale che ci portiamo dietro è sempre quello, che piano piano si va a spegnere, ma che in fondo ancora un po' persiste. Triste notare come quel divario nord-sud non si sia ancora superato.

Interessantissimi gli interventi di Moravia, Ungaretti e degli altri pensatori. Piccole perle di sociologia e filosofia estemporanee.
Regia di Pasolini in realtà semplicissima, domande lineari per cercare di captare anche l'intervistatore meno acculturato. Ma nonostante la semplicità ho colto un certo dolore, disillusione e rammarico nel vedere che non solo l'Italia operaia ma anche quella borghese era in realtà estremamente bigotta e conformista, forse anche in maniera più grave del proletariato. Ho sentito in alcuni istanti come Pasolini in fondo si sentisse respinto dal suo paese.

GianniArshavin  @  06/12/2016 21:17:41
   7½ / 10
"Gli uomini di profondo spirito religioso non si scandalizzano mai. Insomma, non credo che Cristo si scandalizzasse mai, anzi, non si è mai scandalizzato. Si scandalizzavano i farisei" - Alberto Moravia
Interessante, divertente e sconsolante documentario sulle sessualità firmato Pier Paolo Pasolini, uno spaccato di come eravamo e di come in parte siamo ancora (o non siamo più?).
Il film evidenzia alcune clamorose differenze sul modo di vivere e considerare la sessualità fra i cittadini del nord e quelli del sud, anche se il regista sottolinea in particolar modo l'imbarazzo generale degli intervistati e la loro quasi totale chiusura verso determinati argomenti.
Balza all'occhio il coraggio di Pasolini, che si mette in gioco in prima persona e viaggia da nord a sud cercando di colloquiare con le persone su tematiche scottanti per il periodo. Degno di nota il modo in cui il poeta italiano riesca a mettere all'angolo gli intervistati con semplici ragionamenti sui temi trattati.
Comizi d'amore inoltre possiede alcuni tocchi degni del Pasolini intellettuale e poeta, come la frase riportata, alcuni interventi di Ungaretti e Musatti e infine la chiosa/augurio finale del regista.
Dunque un titolo da recuperare, a mio parere un documentario di grande qualità che ancora oggi può fornire spunti molto attuali.

Filman  @  06/05/2016 22:39:56
   7 / 10
Lasciato come un documento attendibile nel suo tema, COMIZI D'AMORE ha per tutta la sua durata una forma documentaristica simile ad un lungo servizio sondaggistico o telegiornalistico, ma diventa autonomamente un rilevante apripista per molte considerazioni intellettuali ed attualistiche di Pier Paolo Pasolini, oltre ad essere un gran bel collage di pensieri relativi alle pratiche tra uomo e donna nella società, l'omosessualità, la differenza tra i sessi e via dicendo, propri dello Stivale nel periodo a cavallo degli anni 60'. Le dichiarazioni emerse dalle molteplici, casuali ed improvvisate interviste alla gente del posto descrivono una situazione chiara, oramai lontana dalla presente realtà, ma comunque consequenziale ai vari concetti partoriti da un sottostrato culturale composto da tradizioni e bigotti insegnamenti, che lasciano intravedere nelle allora giovani generazioni una crescente dissolvenza.

benzo24  @  01/04/2014 10:26:03
   8 / 10
bellissima testimonianza.

ulisseziu  @  12/04/2012 19:48:53
   10 / 10
Ci sono dei film che possono essere definiti dei capolavori, a seconda, magari, dei gusti, o dei punti di vista. Altri film, per l'importanza delle testimonianze, per l'analisi, per il valore di un documento da rivedere oggi e negli anni a venire, sono necessari; ecco, Comizi d'Amore è un film necessario.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  29/12/2011 18:58:20
   7 / 10
Interessante documento di come eravamo. L'impressione generale che si riceve vedendo questo film è che l'Italia è certamente cambiata come costumi ma non come mentalità. La linea di demarcazione fra quello che è lecito e quello che è illecito si è alzata notevolmente (e questo sinceramente è un bel progresso), rimane però sostanzialmente inalterato e molto diffuso un modo di rapportarsi ai costumi, alla morale, di tipo conformista, pigro e superficiale. Molto diffuso negli anni '60, uguale oggi.
Bisognerebbe far vedere questo documento filmato a chi ha "nostalgia" del "bel tempo passato", dei mitici anni '60. Io li ho vissuti per un pezzetto e sinceramente non ho molta nostalgia. C'era tanto pressapochismo, tanta ignoranza, tanta superficialità, accompagnata da pregiudizi, chiusure, moralismi. Quest'ultimi si sono oggi per fortuna un po' allentati (soprattutto le donne ci hanno guadagnato, un po' meno gli omosessuali), ma come detto, la gente continua anche oggi a giudicare per partito preso. Quindi i problemi, le difficoltà si ripresentano lo stesso anche oggi, magari con un volto diverso (vedi i nuovi tabù di natura razziale). La base culturale non è cambiata molto da allora, nonostante il deciso miglioramento delle condizioni di vita e l'ampia possibilità di accedere all'istruzione e alla cultura.
Come eravamo/siamo, sarebbe quindi più giusto dire.
Una persona mi ha particolarmente colpito ed è Alberto Moravia. I suoi interventi su scandalo e conformismo sono da incorniciare, da diffondere e tramandare ai posteri. E' certamente la parte universale del film, quella che è e sarà sempre valida e importante.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  27/06/2010 11:34:26
   8 / 10
Alla ricerca di volti per il suo Vangelo secondo Matteo,Pasolini decide di filmare un'idea che aveva in mente da tempo, ovvero un documentario sulla sessualità, e lo fa chiedendo nell'ambito a gente comune di tutta Italia.
Visti con l'occhio odierno forse i Comizi d'amore sono ancora più interessanti perché se al giorno d'oggi è normale sentir parlare di sesso in tv o nella vita di tutti i giorni,all'epoca quello che Pasolini fece fu un vero e proprio esperimento in quanto questioni del genere erano tabù.
Dalle interviste si evince esattamente ciò che ci si può aspettare,almeno all'inizio: una differenza enorme tra Nord e Sud con un'arretratezza culturale nel meridione,ma al contempo è un pò difficile dire se questi Comizi d'amore rappresentino davvero tutta l'Italia del periodo.
Come espresso nello stesso documentario molti italiani dicono ipocrisie diffuse,probabilmente bugie dettate dalla paura dello scandalo (meraviglioso l'intervento di Moravia su cosa sia lo scandalo) e non la verità e chi parla sono le persone più spigliate mentre i "timidi"decidono di non dire nulla.
Si nota l'imbarazzo della gente nel sentir parlare di divorzio o di deviazioni sessuali: queste ultime sono sempre compatite e fanno ribrezzo, mentre la risposta di Ungaretti sulla normalità e l' anormalità sembra perfetta. Anche per quanto riguarda i divorzi c'è molto scetticismo e negazione,anche da parte di qualche donna.
Quasi a sorpresa (ma non tanto) l'ultima fase,la più scottante riguardante la prostituzione e in particolare la famigerata legge Merlini,trova tutti d'accordo sulla inutilità della stessa e sui danni che potrebbe apportare. Dopo tanta reticenza,dopo aver esaltato i valori della famiglia e della donna,dell'onore e del matrimonio non si fanno problemi a difendere la prostituzione (e le case chiuse) perché "è sempre esistita". Il ritratto di un'Italia bugiarda,ignorante e divisa è l'unico che può venire in mente alla fine.
Di sincero rimangono i timidi accenni di qualche giovane ragazza sulla parità dei diritti tra uomo e donna e soprattutto i bambini interrogati all'inizio,molto particolari nelle loro risposte. La curiostià più grande sarebbe vedere lo stesso documentario fatto oggi.
L'augurio di Pasolini nel finale riassume tutto il documentario: dietro la facciata (del matrimonio) augura ci sia vero amore tra i due sposini.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  28/01/2010 11:56:10
   8½ / 10
Interessantissimo documentario che mostra l'Italia degli anni '60, l'Italia del boom economico.
Pasolini chiede di di "invertiti", di "prima volta", di "prostitute", di "divorzio",ecc.
Quello che ne esce è un paese chiuso e ignorante, oltre che profondamente diviso tra nord e sud.
Interessanti gli interventi di Moravia e Ungaretti.
Un documentario di grande importanza storica, merita senz'altro una visione.

carriebess  @  25/08/2009 18:52:06
   7½ / 10
documentario da vedere. Da ammirare il coraggio di quest'uomo nell'affrontare tematiche scomode e nel cercare costantemente un contatto con la gente, col popolo, nell'intervistare un pubblico sconsolante ma genuino nella sua ignoranza.

bulldog  @  16/07/2009 16:28:56
   7 / 10
Documentario datato di Pasolini,interessante.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  03/06/2009 11:23:39
   7½ / 10
Un documentario semplice, lineare ed efficace, che ha il merito di mettere in luce un’Italia spaccata e parcellizzata, nella sua contrapposizione tra nord, sud e centro; ma che nel contempo mostra il suo denominatore comune nel conformismo e nell’ignoranza diffusi, ad onta del boom economico e del progresso industriale degli anni sessanta e, soprattutto, della suddivisione in ceti. Sfila una serie di volti fortemente caratteristici del luogo di provenienza (molto bello il momento iniziale, in cui Pasolini si rivolge a dei “malandrini” napoletani, traendone l’innocenza della fanciullezza), che si alternano alle interviste agli intellettuali illuminati dell’epoca (Musatti, Moravia e Ungaretti).
Il cuore dell’opera può ravvisarsi nelle parole di Moravia, che enuclea il concetto conformismo, da cui origina lo scandalo:
Pasolini: “Sono reduce da un mondo di scandalizzati. Tu, Moravia, ti scandalizzi o no?”
Moravia: “No, mai, assolutamente mai, l’unica... Insomma, potrei dire che mi scandalizza la stupidità, ma poi non è vero neanche. Io penso che bisogna sempre cercare di capire, che c’è sempre la possibilità concreta di capire le cose, e le cose che si capiscono non scandalizzano. Tutt’al più vanno, vanno riferite ad un giudizio, e il giudizio è legittimo, non lo scandalo”.
Pasolini: “Senti, ma tu riesci ad immaginare, a concepire, a raffigurare dentro di te il fenomeno dello scandalizzarsi?”
Moravia: “La persona che si scandalizza, il personaggio che si scandalizza è il personaggio che vede qualche cosa di diverso da se stesso e al tempo stesso di minaccioso per se stesso; cioè non soltanto è una cosa diversa, ma minaccia la propria persona, sia fisicamente, sia nel senso dell’immagine che questa persona si fa di se stesso. Lo scandalo, in fondo, è una paura di perdere la propria personalità, è una paura primitiva”.
Pasolini: “In conclusione, chi si scandalizza è psicologicamente incerto, cioè praticamente un conformista”.
Moravia: “Effettivamente è vero. La persona che si scandalizza è una persona profondamente incerta”.
Pasolini: “Lo scandalo come elemento dell’istinto di conservazione, dunque. Tu cosa diresti, Moravia, per concludere?”
Moravia: “Ecco, io direi questo, che una credenza che sia stata conquistata con la ragione e con un esatto esame della realtà è abbastanza elastica per non scandalizzarsi mai... Se invece è una credenza ricevuta senza una analisi seria delle ragioni per cui è stata ricevuta, accettata, sì, per tradizione, per pigrizia, per educazione passiva è... un conformismo...”.
Pasolini: “Il conformismo, insomma, come testarda certezza degli incerti”.
Il film si chiude con le immagini di una giovane coppia di sposini e con la voce-off di Pasolini, che commenta questo evento augurando che al diritto di perpetuare una tradizione, quella del matrimonio, si unisca anche la consapevolezza del sentimento che ha condotto al matrimonio stesso (“al vostro amore si aggiunga la coscienza del vostro amore”).

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  20/12/2008 18:52:17
   7 / 10
Dopo aver analizzato attentamente il crudo universo del sottoproletariato romano, Pier Paolo Pasolini ispirandosi ad un documentario etnografico e sociologico di Edgar Morin e Jean Rouch ( cronaca di un'età ) del 1960, si immerge in una sorta di cinema varietà realizzando un viaggio da nord a sud nell'italia degli anni sessanta invitandola ad esprimere un'opinione su argomenti fino all'ora considerati tabù.
Sesso, prostituzione, omosessualità sono temi che i suoi interlocutori ( che si tratti di contadini calabresi o emiliani, operai milanesi o studenti intellettuali, divi della canzone o calciatori ) approcciano con difficoltà. L'ignoranza ed i pregiudizi si mescolano con l'ingenuità e l'ipocrisia, ai discorsi di Oriana Fallaci e Camilla Cederna si contrappone la ritrosia delle ragazze siciliane che si vergognano anche soltanto di farsi riprendere dalla macchina da presa; "un altro pianeta" dichiara la scrittrice/giornalista fiorentina, nonostante dalle interviste emerga una sana autenticità del sud che il falso progressismo del nord sembra non avere.
Il film non riscosse il successo di pubblico e di critica che Pasolini immaginava, il regista attribuiva il modesto esito commerciale proprio al fastidio che la fedeltà con la quale era stato ritratto il paese creava. La pellicola venne vietata ai minori di diciotto anni tanto che la maggior parte dei giovani protagonisti che vi partecipò ( i diciassettenni di allora sembrano dei trentenni ) alla sua uscita non potè assistere alla proiezione.
Ora, ogni volta che assisto ad un film/documentario di questo genere, con interviste alla gente comune più o meno sincera ( probabilmente più per ingenuità e paura che per malizia ) è ricorrente in me un modesto conflitto interiore, che mi porta a pormi sempre la stessa domanda: lo stesso documentario, oggi, che risultato otterrebbe? le stesse domande fatte ai bambini, ai contadini, agli operai ed agli intellettuali del 2008 che risposte avrebbero? l'atteggiamento che il popolo degli anni '60 aveva verso il diverso, verso la prostituzione e verso tutto ciò che non riguardava la sua condizione, dopo 50 anni è cambiato? in meglio o in peggio?
Non lo so, di fronte a queste realtà la cosa che fa più paura ( e anche più danni ) è l'ignoranza, ma chissà se il bombardamento mediatico a cui siamo costantemente sottoposti oggi, dopo mezzo secolo, dalla televisione, dal cinema, dal Web, ha portato a qualche risultato in questo senso o il nostro giudizio è sempre lo stesso?.

paride_86  @  13/10/2008 15:54:19
   8 / 10
Interessantissimo excursus tra gli usi e costumi sessuali degli italiani, condotto con piglio giornalistico e documentaristico, senza scivolare nel sensazionalismo gratuito o nel pruriginoso. Questo film è ormai un documento storico, va visto per capire come eravamo ma anche per riprendere alcune discussioni molto attuali, come la legge Merlin sulle case chiuse. Complimenti a Pasolini, molto molto avanti per l'epoca.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Aliena  @  16/09/2008 15:37:14
   8 / 10
vidi questo film in una rassegna dedicata a Pasolini presso l'ex ospedale psichiatrico paolo pini
(il cui stupendo e grande giardino [c'è anche la statua di una ******* girata] ospita eventi teatrali e funge da cinema all'aperto)
un sacco di anni fa
eppure ricordo ancora con tanta ammirazione questo documentario
veramente notevole
bellissime immagini ed ingenuità di un Italia che non c'è più (?)
dovrebbero trasmetterlo in tv
annualmente come fanno con gli stomachevoli film natalizi americani
(che poi gli americani oltre alle lucine e all'alero sanno cos'è il natale?)

come manchi pasolini..

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  10/02/2008 22:14:16
   7½ / 10
Questo film d'inchiesta, in un certo senso, è coraggioso se si considera sia l'argomento trattato, la sessualità, sia l'anno in cui è stato girato, un periodo in cui certe tematiche erano considerate tabù. Pasolini riesce a fare le domande giuste come un consumato giornalista e la spontaneità di molte risposte (specie quelle dei bambini), rendono quest'inchiesta una delle migliori di quel periodo.

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  11/04/2007 21:24:06
   8 / 10
Questo giudizio è smaccatamente di parte, avendo io amato i "comizi d'amore" pasoliniani come estrema espressione di onestà e libertà intellettuale; mi si conceda quindi di votare col cuore più che con la ragione.
Il maestro d'orchestra Pasolini si immerge tra la gente che più ama per portare a galla emozioni, sensazioni, reazioni e curiosità su temi per l'epoca ritenuti tabù; la delicata armonia con cui dirige il variopinto sottobosco che si espone curioso davanti alla macchina da presa è incantevole ancora oggi, presentando un dolce scenario di un italia ormai scomparsa.

1 risposta al commento
Ultima risposta 11/04/2007 21.26.18
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  11/04/2007 21:13:03
   6½ / 10
Per quanto spesso ci diciamo un pò tutti che "film di questo tipo non si fanno più", che però tra Nanni Loy e Borat esiste una forte affinità, il film di Pasolini è un documento interessante ma non molto di più.
Innovativo, per l'epoca, ma fino a un certo punto: Cukor aveva diretto due anni prima un film dal titolo "sessualità".
Resta però un buon spaccato dell'Italia di allora, capace di mettere a nudo i moralismi e i tabù della mentalità corrente, e per questo un classico in questo senso.
Molte apparizioni degne di nota, nei panni di se stessi, fra cui la pasionaria (non ancora reazionaria) Oriana Fallaci

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  08/12/2006 09:42:41
   8 / 10
Film inchiesta sul tema del sesso nell'Italia anni '60.
Un'opera coraggiosa del testardo Pasolini, che attraversa con un microfono in mano la penisola dalla Sicilia fino al Veneto, fermandosi, di quando in quando a commentare con Moravia e Musatti le impressioni raccolte o commentando le speranze che riservava a tale progetto.
L'Italia che si vede nel film è uno stato alienato dalle tradizioni e dai pregiudizi. Molto ignorante ed arretrato riguardo la sessualità, ma c'è da scommetterci, anche riguardo a molto altro. Studenti universitari che stentano a rispondere su cosa sia per loro la "morale"; operaie del nord Italia che sono confuse riguardo al perchè abbiano scelto una vita ritenuta onesta rispetto ad una di strada.
Dal film si evince solo che L'italia intera è in dissaccordo con la legge Merlin che ha fatto chiudere le note case di tolleranza.
All'interno del documentario oltre a un Moravia lucido e mai stupito dalle domande o dalle risposte, appare anche un anziano Ungaretti, che in quanto poeta si dichiara in disaccordo con qualsiasi luogo comune e tradizione, ma che purtroppo è costretto a rispettare le leggi della vecchiaia!
Una delle prime prove del "cinema diretto" per l'Italia, un Pasolini, curioso, mite e quasi violento nella semplicità e schiettezza delle domande.

Vedi recensione

turbogio  @  05/03/2006 02:14:15
   9 / 10
Film documentario sull'Italia e le sue infinite contraddizioni. Indagine e realismo su retaggi cato-culturali ed embrioni di modernità nel paese dell'epoca pre-divorzile e della legge merlin. "Il problema del sesso" nell'Italia di Pasolini e il conformismo come "testarda certezza degli incerti". Una parentesi di storia che, nel bene o nel male, fa parte di ognuno di noi. Indimenticabili le immagini di apertura: rappresentazione immortale del fascino ingenuo dell'infanzia. Il tutto sapientemente decifrato dai preziosi contributi di Moravia e Musatti. Assolutamente da vedere.

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