Dutch Schultz è un boss degli anni ruggenti di New York. Dixie è un trombettista jazz. Dixie salva la vita a Dutch e per questo motivo diventa il suo pupillo. Dutch ha anche un'amante, la bella Vera... Presto Dixie emigra sulla West Coast e diventa famoso a Hollywood, poi ritorna. Tra lui e Vera accade l'inevitabile.
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Cotton Club trasuda magia, sfarzo e sontuosità ad ogni immagine. Gli anni '30, insaporiti da Swing, Tap Dance, Charleston, lustrini e frange, rivivono con grande veridicità e poesia. A questa cangiante e affasciante cornice si affiancano però personaggi privi di caratterizzazione, alquanto stereotipati e senza concretezza. La sceneggiatura, zoppicante e semplicistica, trova esigui momenti brillanti e si infossa su se stessa.
non dice niente di nuovo sui gangster... Coppola doveva limitarsi ai superbi primi 2 film della trilogia del Padrino, veri manifesti del genere. Qui sembra quasi che voglia fare una versione commedia rosa/musical del filone, con belloccio e stragn.occa, doppio siparietto sentimentale, balli e canti, giusto per portare a casa un po' di quattrini. ed è strano quando butta dentro dosi di violenza assolutamente spropositate e fuori luogo. Sarà che Gere e Cage non li ho mai potuti sopportare... ma l'unico che merita è l'attore che interpreta Frenchie, la spalla alla Frankenstein del proprietario del locale
Lo definirei un passo falso di Coppola, un film lento e a tratti noioso. Unico merito del film aver raccontato abbastanza verosimilmente la storia di qui mafiosi vissuti realmente insieme al loro locale.