fantozzi alla riscossa (1990)

Senza dubbio siamo nella seconda fase dell'epopea fantozziana, con trame sempre più scialbe e divertenti tenute in piedi dal personaggio storico e dal magistrale interprete. Tuttavia è sempre piacevolissimo riguardarlo, ed anche qui non mancano momenti "storici" (la sequenza del "giudice popolare" su tutte) e siparietti divertenti.

Con questo scialbo e incolore episodio del 1990 (il 7° della saga) si avvia ufficialmente la fase calante di FANTOZZI.
Registicamente svogliato, pienamente televisivo e sfilacciato, la scrittura pare inizi a ricalcare le gags di Mediaset.. idem gli effetti sonori e i motivetti che si riciclano tra "Le Comiche" parentiane (dello stesso anno) e i siparietti di Paperissima.
Si salvano, come al solito, le prove attoriali della Vukotic, della Mazzamauro e di Gigi Reder; Villaggio comincia ad apparire stanco per la prima volta.
Sono sempre stato dell'opinione che la serie fantozziana si sarebbe più che degnamente conclusa nel 1988 con il bel "Fantozzi va in pensione". Questo rappresenta il primo tonfo; ma in seguito andrà addirittura peggio.

Siamo sempre dalla parte del film divertente ma ormai mediocre come il sesto.
Ci sono parti stradivertenti. Ad esempio, c'è lui che prima nasconde la bambina buttandola nella spazzatura, poi appena sente l'opportunità SUA (non della nipote) di poter fare successo la sfrutta come il peggior produttore con Judy Garland.
C'è ancora un pò di critica sociale, tipo i processi mafiosi o l'invito a far parte della dirigenza dell'azienda perché prova a rubare.
Però ci sono momenti di scoramento totale tipo il sig. Hooligan.
Il senso di angoscia che si prova nell'immedesimarsi nel fallimento e nello spirito di rivalsa continua è però azzeccatissimo.
Si sente l'assenza (parziale) di FIlini e della Silvani fino praticamente a fine pellicola.

Ultimo episodio della saga fantozziana che mi mancava.
Seppur questo sia il settimo capitolo della saga, a me ha fatto divertire.
Le idee nuove cominciano a scarseggiare ma ancora ci si difende con una ripetitività tutto sommato ancora molto gradita.
Villaggio, dopo Fantozzi va in pensione, torna a vestire i panni di un pensionato che ritrova il senso della vita continuando a lottare contro la s**** cronica che lo perseguita, in una società sempre più corrotta e opportunistica, Fantozzi cercherà (rigorosamente senza risultato alcuno) di adattarsi al sistema per emergere dallo status di "*****ccia", di "essere inferiore" dichiarato e confermato dallo psicanalista in persona.
La prima parte del film l'ho trovata più divertente e ritmata, la seconda meno, almeno fino all'arrivo di Reder e della Mazzamauro (le gag della casa in campagna e la serenata sono uniche).
Che altro aggiungere? un capitolo della saga fantozziana carino e spassoso, lontano dai primi tre capitoli, veri e propri pilastri della saga, che hanno reso Fantozzi un cult della commedia all'italiana.

A me ha ancora fatto un po' ridere, nonostante alcune scene viste e riviste, però un 6 politico ci può stare. Nella parte finale con la Silvani ingrezzisce un po' però comunque strappa qualche risata. Per la prima volta si vedono pure dei seni. Comunque non l'ho trovato peggiore di altri.

Molto probabilmente sono troppo di parte con questa saga e questo personaggio, ma personalmente in quasi tutti i Fantozzi trovo sempre più di un valido motivo per apprezzarli.
Lontano dalla qualità dei primi episodi, Fantozzi alla riscossa resta un prodotto convincente, un film dai numerosi momenti cult e dagli spunti spesso arguti. Strutturato come un insieme di sketch con protagonista il ragioniere più famoso del nostro cinema, la pellicola si concentra sui tentativi di riscatto, alquanto bizzarri, di un Fantozzi oramai in pensione e sempre più sconfitto dalla vita. Proprio il clima crepuscolare e rassegnato che permea storia e protagonista incide in particolar modo, non limitando la visione soltanto ad un susseguirsi di siparietti comici basati sulla sfortuna del personaggio creato da Villaggio.
Si ride, anche a crepapelle, e alcune sequenze spiccano notevolmente; nondimeno non mancano i momenti di vero dispiacere verso un Fantozzi sempre più oppresso dalla sua condizione. Certo, non tutto funziona e oggettivamente l'opera è derivativa, ma qui c'è ancora del genio e le scene dozzinali e riciclate sono ben poche.
In conclusione, Fantozzi alla riscossa è un episodio minore ma che ha ancora tanto da dire. I primordi di saturazione sono percettibili, ma non inficiano massicciamente sul risultato finale.

Fantastico non c'e' altro da aggiungere.

Vuoto! Senza un'idea geniale...IL NULLA! Ormai la saga è alla frutta, e sarebbe l'ora di smetterla, e questo film, lo fa capire bene. Goffo, stupido, inconsistente, noioso, pomposo, ripetitivo, inutile e privo privo...ripeto, VUOTO

L'inizio della fine. Ho amato particolarmente la saga di Fantozzi ma come tutte le belle cose, prima o poi finiscono.
In questo capitolo ci sono tante ripetizioni e si perde buona parte della componente satirica per lasciare spazio alla comicità da cinepanettone (Evidentemente Neri Parenti stava scaldando i motori); anche se nella prima parte ci sono alcune trovate divertenti, come quella del giudice popolare, andando avanti le gag diventano scialbe e poco credibili.
Si percepisce soprattutto la stanchezza dei personaggi e della regia, che non riesce a dare ritmo alla narrazione.
Sufficienza politica.


SPOILER

Da questo capitolo il lento e inesorabile declino di Fantozzi, poche risate

Qui parte la parabola discendente che porterà la saga del Ragionier Ugo Fantozzi al pessimo e terrificante ultimo capitolo. Tuttavia alcuni episodi, come quello del processo di mafia, salvano la pellicola in extremis. Non è un capolavoro ma qualche risata riesce ancora a strapparla. Nel cast c'è anche una Silvia Annicchiarico molto divertente e sopra le righe *

SPOILER

Con l'avvento degli anni '90 inizia il vero declino della saga. In questo film ancora ancora si ride e sorride, ma in futuro accadrà di peggio. Questo film non può essere criticato più di tanto in quanto sembra più un esperimento sul provare a fare un'analisi del cambiamento di costume, ma come esperimento è stato poco funzionale in ogni caso.

Il personaggio di Fantozzi ha sempre funzionato bene quando si muoveva all'interno di logiche lavorative, dove veniva vessato dai superiori e deriso dai colleghi. In quell'ambito ha sempre dato il massimo, sferzando dall'interno - con più o meno efficacia, a seconda degli episodi - un microcosmo sociale fatto di arrivismi, soprusi e meschinità. Fuori da quell'ottica le gesta del ragioniere più sfigàto del cinema tendono ad adagiarsi sul malinconico andante, relegando il personaggio ad un ruolo di macchietta, grigia e un pò pietosa. Tra gag riciclate e di grana grossa si salva come al solito Filini con le sue sgangherate iniziative.

Il terzo peggior film della saga.Sufficiente ma è forse il film più sottotono della saga.Troviamo battute e scene divertenti (in particolare quella quando Uga è sul set del film con la scimmia) ma non c'è un vero e proprio colpo di scena in questo settimo capitolo.

Episodio ancora divertente del mitico ragioniere. Simpatico per tutta la durata, esilarante a tratti. Peccato per la breve comparsata di Gigi Reder, si sente la sua mancanza.

Il primo vero film della saga di Fantozzi che subisce come non mai il peso di tutto quello che lo ha preceduto..eppure anche in questo settimo capitolo sono presenti alcuni dei momenti più memorabili..ma "l'aria che si respira" comincia un pò a farsi pesante e lo spirito non è più lo stesso...insomma si ride sempre meno
Paolo Villaggio rimane un mito

Settimo capitolo della saga Fantozziana, ci mostra alcuni momenti estremamente divertenti (Fantozzi giudice popolare) ed altri evitabili ( il divorzio di fantozzi)
Il mitico ragioniere comincia a sentire il peso degli anni e la sceneggiatura fa quello che può per spremere il personaggio ma i risultati non sono sempre soddisfacenti.

Solite gag che raccontano molto di più della semplice favoletta del Rag. Fantocci.
La scena dell'ospedale sarebbe perfetta anche oggi.

Sicuramente non l'episodio più divertente della saga del ragionier Fantozzi, comunque un film con alcune trovate piuttosto divertenti. Spassosa la parte iniziale così come quella in cui si ritrova a fare il giudice popolare.
Villaggio impeccabile.

Il fratellastro del film precedente, dallo stesso (un pelo meno sostenuto in realtà) tono dismesso e malinconico e con un Villaggio in formissima ormai stufo di recitare con l'autopilota come aveva fatto per più della metà del decennio precedente in una serie di prodotti usa e getta…

Film ad episodi, di fatto slegati tra loro, alterna genialate e momenti molto divertenti a cadute di stile e qualche gag riciclata francamente evitabile…
Tra citazioni a Monicelli e situazioni spassose si sviluppa il solito tormento del più famoso ragionerie italiano vessato e umiliato ma desideroso alla riscossa (come da titolo, anche se quello in lavorazione era Fantozzi Colpisce Ancora)…
Non mancano i momenti Cult compreso il rapporto con l'hooligan (nella realtà il figlio di Villaggio) e Fantozzi giudice popolare nel suo piccolo è entrato nella storia del cinema comico italiano malgrado pesci spada e piovre sessualmente attive (ma con una scena di stupro da SuperCult)…

Villaggio fa il suo alla grande, la Vukotic è come sempre di una professionalità rara, Reder esce poco ma è perfetto ed è brava pure la Mazzamauro a vestire i panni di un personaggio ormai involgarito rispetto agli esordi…
Nel cast anche Renato Cecchetto che avrà il top della carriera come doppiatore di Shrek, il buon vecchio Angelo Bernalucci assurto al Mito un paio di anni prima con Verdone che qui ritrova Luigi Petrucci indimenticato Postiglione sempre in Compagni di Scuola… C'è anche Silvia Annichiarico quando ormai l'eco di Quelli della Notte si era definitivamente spento e che chiude qui una breve carriera cinematografica!
Impossibile non citare Paul Muller direttore travestito e la scalata al potere di Fantozzi è puro Villaggio al 100%!

Lontano dai fasti dei primi episodi (ma si parla anche di prodotti nati con finalità diverse), però ancora soddisfacente! Ultimo Fantozzi che ancora regge botta come si suol dire!

questo e uno dei fantozzi che mi piace di piu, anche se in realta il film lo dividerei in 2 parti.. la prima e fenomenale con buone gag e tante risate poi la seconda purtroppo perde parecchio.. cmq una sola scena vale la visione (pe me e epica) vedi spoiler.. percio direi un 7 (8 la prima parte 6 la seconda)..

SPOILER

Sufficiente.

Un ripresa rispetto al precedente...divertente

Come comicità parte alla grande poi va un pò calando, ma resta sempre un bel film, epiche la scena del balletto di ughina e quando fa il giudice popolare, verso la fine si ride meno e il film diventa più serio.

Mentre il precedente chiudeva bene il ciclo fantozziano, questo sa già di annacquamento commerciale. Quache gag si può salvare ma permane quella vena malinconica che fino al precedente aveva motivo d'esistere mentre ora da fastidio e non convince. E' un film che fa da frontiera tra l'apprezzabile e la ciofecca, infatti nel seguito "Fantozzi in Paradiso" non si salva più niente e la satira politica è parecchio ingenua. Insomma se si apprezza il ragionier Ugo meglio fermarsi a Fantozzi va in Pensione, vera e degna conclusione, a mio avviso, del personaggio megasfigato.

Sarà che comincia a stancare ma non mi è sembrato il Fantozzi dei film precedenti. Comicità risaputa e monotona. Dimenticabile.

Uno de migliori della serie! Il massimo delle umiliazoni per Fantozzi...

SPOILER

Sufficente solo perche` ha qualche gag piacevole , per il resto un filmetto. Dopo Fantozzi contro tutti, una continua discesa verso la banalita`.

SPOILER

Dopo il risollevamento del precedente Capitolo, si ritorna a sguazzare nel solito Brodo!. Rimane comunque Carino, e la Macchina blindata e' stupenda! (Altro che quella di Batman! Quella di Fanty batte tutti ;)

Perde qualche punto... Ma diciamo che potrei fare sempre un bel copia e incolla da un commento all altro! Fantozzi è sempre Fantozzi...

Qui però c'è la bianchina blindata che è uno spettacolo!

Ennesimo capitolo sul rag. Fantozzi,si perde punti rispetto ai primi ma è normale,comunque altro film da vedere

SPOILER

grandi risate!

Non riesco a dargli di meno, è un personaggio che ho sempre amato troppo. E anche se ripetitivo fino alla nausea, riesce a far ridere comunque. Magari non di gran gusto, ma si ride. Lo sketch con l'Hooligan (figlio di Villaggio tra l'altro) è cult.

Tu ha paura? Beve birra, che ti da carica!

Tu ha comprato? tu ha comprato stereo? Tu adesso mangia pile!

Appena sufficente.Villaggio molto svogliato in questo ottavo film

è carinissimo guardatelo ve lo assicuro che vi farà ridere fino alla fine del film

Un Fantozzi per ridere che fa poco ridere. Qualche risata, in effetti la fa fare, ma non certo come nei “tempi d’oro”, dove ogni minuto ti veniva da ridere. Questo film, a dire la verità, mostra di più le umiliazioni del ragioniere, rispetto a quando invece quest’ultimo era un personaggio per ridere.

-ma allora è la sua???
-eh noo
-guardi che l'ha chiamata nonno
- no, ha detto NO NO!

Tra i più divertenti in assoluto della saga.

E' sempre Ugo Fantozzi e non riesco a dare un insufficenza ma questo capitolo segna l'inizio della fine delle avventure di uno dei più mitici personaggi del cinema italiano! IL CARTAIO

Questo episodio manda dei richiami ai primi episodi con alcune gag gia' viste...Ma l mio consiglio e' riprendersi quelli vecchi piu' che vedere questo!
Qualche sorriso ma nulla di piu'...

Sempre Fantozzi, un po' sottotono.

Commedia frizzante e divertente con un personaggio amato da tutti (o quasi)che ha il merito di sapersi rinnovare restando sempre edele a se stesso e non tradendo le aspettative del pubblico. Fantozzi lo si apprezza a prescindere.

Sempre più in discesa...gli episodi precedenti potevano bastare

Film che ha il grande merito di aver mostrato al grande pubblico la Signorina Silvani nella sua nuova veste di finta vamp decaduta che sa solo esprimersi in un esilerante dialetto romanesco.
Passo alla valutazione delle sequenze.
Ughina attrice: Molto divertente, con un Plinio Fernando nella doppia veste di madre e figlia, veramente bravo e originalissimo doppiatore di sè stesso.
Giudici di pace: un po' retorica, ma si apprezza lo sforzo,molto comica la scena del tentato stupro a Mariangela grazie di nuovo a Plinio Fernando. Nella scena immediatamente successiva c'è un pesante errore di script :Paolo Villaggio in qualità di narratore cita le Catacombe di Cecilia Metella che non esistono, bensì esiste una famosa Tomba a Roma, che però non è nel tratto della Via Appia Antica ripreso.
Psicologo della USL: sempre un po' retorica, e anche eccessiva.
Skin Head: il figlio di Paolo Villaggio ben interpreta il ruolo ma la sequenza non fa ridere.
Libro scritto da Pina: meglio evitare e saltare alla prossima.
Corteggiamento della Silvani: Filini,Fantozzi e la Silvani sono a mio avviso il trio più comico della comicità italiana. Grandiosa la Mazzamauro che sputa sui trucchi, o che manda a quel paese la serenata. La signorina Silvani in preda al decadimento oramai avanzato tira fuori la parte più grottesca e popolare,che poi darà vita all'omonimo personaggio di una fortunata commedia tetrale.
Villa in campagna: scena esilerante ,da non perdere!!

non fa ridere come i primi, ma comunque un buon Fantozzi!!!

Dopo 30 anni le battute incominciano a puzzare di soffitta, lasciatele li'...

Più divertente del capitolo precedente,ma non come i primissimi capitoli della saga del ragioniere più sfortunato d'Italia!

indescivibilmente ributtante

-lei è nonno?
fan: 'si'
-quale è la sua?
fan: quella con il fiocco bianco
- ma che dice? quella è mia nipote!!!
fan: aahh sa, perchè così con il tutu si assomigliano tutte...
-bè tutte, guardi quel rospo!!!
fan:(...................)
mariangela: ciao nonno!
- ma allora è la sua???
fan: eh noo
-l'ha chiamata nonno.....
fan: no, ha detto NO NO! ( con pedata che fa ruzzolare mariangela dalle scale.................................................................................................)
6.24 di media... c'è gente proprio che di cinema non ci capisce niente................

Tentativo, ovviamente vano, di recuperare la fine analisi di costume che contraddistingueva i primi due film. Ma, seppur sguaiatamente, si ride ancora.

gli ultimi tre fantozzi sono proprio da dimenticare, questo è forse quello che si salva di piu

Basato su otto-nove episodi non tutti ben legati tra loro(ma questa ormai e'una costante di tutte le pellicole del ragioniere),Fantozzi Alla Riscossa e'un mix di situazioni e gag gia'viste e non del tutto riuscite...triste e amara,la comicita'del film segue le orme del precedente capitolo(quello dedicato alla pensione...),ma ormai il fortunato personaggio ha imboccato la definitiva parabola discendente,pur riscuotendo continui successi.

Divertente...

immortale

Inutile come tutti gli ultimi film del famoso personaggio creato da Villaggio.

è l' inizio del declino per la saga di fantozzi (anke se fantozzi in paradiso ke viene dopo è decisamente più ridicolo)...nn ci sno più situazioni originali....cmunque nn è da buttare....le risate le strappe sempre

Diciamo che la prima parte è decisamente da promuovere
"Mi violentino una volta, due volte, tre volte,..."
poi c'è un evidente calo, con la scena finale con la Silvani che rovina un pò il film. Un 7 complessivo è per me il suo voto.

che barba basta sono sempre le solite 4 battute...

Trovate simpatiche, ma lo splendore di Fantozzi è lontano.

la commedia di fantozzi ormai va verso il tramonto

da questo fantozzi in poi,villaggio non riesce più ad essere originale,la saga di fantozzi finisce con superfantozzi,tutti gli altri non meritano una pippa

Bell'episodio, molto divertentee in risalita rispetto al precedente.

Fantastica la scena del sesso con la piovra!!!

Niente di eclatante...

Nonostante la pensione Fantozzi torna, ma questa è proprio una faraaccia con pochissimi momenti divertenti.

POVERO DI IDEE

Questo "Fantozzi" è piuttosto spassoso. L'episodio del giudice popolare (quello della famossisima gag del pesce spada) mi fa ricordare gli anni migliori.

un capitolo che nn va oltre il 6/5 giusto per il provino di mariangela

niente di che