happiness of the katakuris (2001)

Folle commedia grottesca, coloratissima, con inserti splatter e musicali,che non si fa neanche mancare momenti in stop motion in plastilina,il tutto incorniciato da una splendida atmosfera surreale.
Un Miike divertito che ci diverte e ci dà nuovamente una dimostrazione del suo genio, assolutamente imperdibile.

Una commedia nera che solo i giapponesi potevano concepire..
Parodia dell'autentica sfortuna di una FAMIGLIA FELICE. "La vita è così", tra umano e simil plastilina Swankmajer. Da non crederci che si possa ridere davvero. L'attesa, l'unione a tutti i costi, la speranza di amori possibili ed improbabili, il "non è possibile, perchè proprio qui?". Coincidenze fortuite e cronaca vera. Il sogno della Grande Strada sul giardino degli orrori ed il risveglio del vulcano, al centro, la pellicola. "Muori come hai vissuto". Non i giapponesi..il giapponese.

Presi singolarmente i componenti di questa famiglia sono i classici outsider di Miike, espulsi a loro modo da un contesto sociale. La famiglia quindi diventa l'unico rifugio possibile da cui iniziare un nuovo percorso. L'unione familiare è un tema già riscontrato in altre pellicole come Visitor Q ed anche in questo caso, malgrado certi piccoli grandi attriti interni, la famiglia katakouris riesce sempre a fare fronte comune per proteggersi.
C'è una grande mescolanza di generi, ben dosata, che comunque fa prevalere un tono da commedia nera arrivando anche a livelli di parodia specialmente negli inserti musicali. Non l'ho apprezzato tantissimo proprio per questo ultimo aspetto, ma è solo una questione puramente soggettiva e di gusti personali.

A suo modo geniale, quasi un musical più che un vero e proprio film. Trovate interessanti e inquadrature dinamiche per una trama che sembra quasi grottesca ma incisiva e funzionante per almeno un'ora. Particolare, per gli amanti del regista.

A meta' tra il musical e il grottesco Miike mette da parte la violenza gratuita , anche se non del tutto , raccontando le vicende di una famiglia che gestisce un piccolo albergo nella periferia Giapponese...
I clienti scarseggiano e quei pochi che arriveranno ci staranno ben poco...
Basta non prenderlo sul serio e allora risultera' molto divertente!

Amanti della commedia, del thriller, dell'horror, del musical, delle love-story unitevi, troverete tutto qui. Solo Miike poteva partorire un simile progetto. L'intro in stop-motion poi è un capolavoro, altro che Burton. Questo è un GENIO!

Un Miike leggero che si misura con una commedia,ma niente paura: tutto quello che può essere considerato convenzionale questo regista riesce sempre a tenerlo fuori dai suoi progetti. E così Happiness of the Katakuris diventa non solo una commedia ma un casino di generi mischiati tra loro come animazione,grottesco,musical e via dicendo...
Sta proprio in questa impronta impazzita il suo punto di forza più che nella storia narrata che,attraverso tutto ciò che in un film NON dovrebbe stare (insieme), rende i momenti più commoventi ed ottimisti fuori dalla retorica che qualunque altro film avrebbe avuto. Specie nel finale,di ottimo impatto.
Menzione a parte la merita l'incipit nonsense rispetto al resto,con l'utilizzo della claymotion (per motivi di budget) che sarà usata anche nei momenti più violenti.
Rispetto ad altro del regista nipponico,comunque,le dosi di violenza e scene esplicite sono quasi nulle ma non manca il macabro,e la black comedy è black fino in fondo. Simpaticissimi quasi tutti gli intermezzi musicali,qualcuno noioso (intelligente quello alla karaoke,ennesima uscita dagli schemi).
Registro grottesco ottimo,pecca di prevedibilità e di poca originalità in molti punti della trama. Registicamente ottimo, l'ennesima dimostrazione della poliedricità di Takashi in tutti i campi,dallo yakuza movie all'horror alla commedia.

Tanto per dire,Miike nel 2001 ha diretto tra l'altro Agitator,Visitor Q,DOA 3,Ichi the killer...
Mostruoso.

Il film mi è piaciuto,secondo me Miike ha trovato il giusto equilibrio tra parti cantate e non,da renderlo comunque apprezzabile anche a chi,come me,non è un amante dei musical.
Alcune sequenze simpatiche,prevalentemente caratterizzate dalla mimica degli attori.Nota negativa per il personaggio del militare che ho trovato parecchio noioso.
In complesso un buon film,anche se alcune scelte potrebbero far storcere il naso,come l'utilizzo del claymation,o la strana sequenza iniziale e finale (niente che un conoscitore di Miike non possa aspettarsi comunque).
Non avendo visto il film coreano da cui è tratto non posso fare paragoni e forse non è nemmeno giusto farli (d'altronde anche Dead or Alive avrebbe dovuto essere un remake di Heat-la sfida,eppure...).

Stavolta un Miike leggero e disimpegnato, macabro e spassoso allo stesso tempo, che come al solito straccia le convenzioni dei generi e li mescola come pare a lui.
L'inizio (e il finale) à la Svankmajer, ma con la tecnica della claymation che indica chiaramente la pochezza del budget, è talmente assurdo da far pensare che Miike sia ancora più fuori di melone delle altre volte.
Poi si riprende, e assistiamo alle grottesche vicende in musical di una famiglia (non ai livelli weird di Visitor Q, tranquilli) messa in difficoltà dalla fastidiosa tendenza dei clienti del loro albergo a morire. Carine alcune canzoni, inaspettato (ma forse no) il lieto fine non proprio lieto. Nulla di veramente geniale, ma simpatico Takashi.
P.S. in quell'anno oltre a questo film Miike girò Ichi the killer, Visitor Q e altri 4 film, rendiamoci conto.

la morte vista con leggerezza :D

geniale!

Sono abbastanza d’accordo con quanto detto dal buon Quadruplo… Anche io non sono assolutamente un’amante dei musical (ad eccezione di The Blues Brothers che comunque è molto più di un musical) ma Takashi Miike è uno dei miei registi preferiti in assoluto e quindi un’opportunità dovevo dargliela…
Una delle caratteristiche principali di Miike è la capacità di muoversi tra i generi con una facilità rara e di passare da yakuza movie profondi ad altri più tendenti all’azione, dallo splatter al trash, dal weird al j-horror… Ed è questa particolarità a salvare tutto sommato questo Happiness of the Katakuris che brilla molto quando Miike la butta sul weird (notevole l’intro che mi ha ricordato Svankmajer e che mostra come Miike ci sappia fare anche con lo stop motion) o quando ci inserisce un paio di genialate alla sua maniera, ma il livello qualitativo della pellicola non è costante e c’è qualche calo che pesa…
La trama è quella che è, il cast è simpatico ma non eccellente, delle canzoncine se ne salvano giuste due o tre e il film strappa sì qualche sorriso ma certo non è esaltante…
Non posso fare un confronto con l’originale ma questo Happiness of the Katakuris è una pellicola abbastanza particolare, tutto sommato guardabile e che brilla molto per alcuni singoli momenti anche se ho trovato la visione un po’ pesante… Comunque certo non è un film che può lasciare indifferenti: sette di stima, ma i capolavori di Miike sono ben altri…

bel film, mannaggia a me che perdo tempo a vedermi ******* come American Gangster!!!!!

Dato che Miike non si era cimentato in abbastanza generi, padorizzandoli e "violentandoli", ha sfornato pure un musical che dire fuori dai canoni è dire poco. A me ha divertito moltissimo e l'ho trovato pieno di spunti geniali, una vera sorpresa quando l'ho visto per la prima volta.

Anche se è girato da uno dei miei registi preferiti rimane pur sempre un musical...E io odio i musical!!!
La tematica principale del film non si discosta molto da quella presente in molti film di Miike (su tutti Visitor Q), cioè la ricostruzione del nucleo e della felicità familiare (qui estesa a quattro generazioni).
Nonostante alcune trovate risultino grottesche e interessanti (su tutte il claymation, non si sa se per essere in sintonia con la narrazione della storia da parte della bambina o perchè mancassero i soldi per scene con troppi effetti speciali..), la comicità del film è veramente di basso livello e i protagonisti non mi hanno entusiasmato.
Poi è un musical, con tutti i balletti e le canzoncine in giapponese...
Solo per fans di Miike o del genere.

SPOILER

film stupefacente, pieno di trovate geniali.

simpatica commedia cosparsa (come sempre) di sequenze pazze e inquietanti, che però rimangono sempre sul filo dell'ironia.

geniale l'utilizzo della plastilina e stop motion

Molto buona la sequenza iniziale, che poco ha a che fare con il resto del film. Molti anche i momenti memorabili, divertenti, originali. Purtroppo Miike riconferma uno dei suoi più grandi difetti: manca un po' la capacità di sintesi; soprattutto nella parte centrale il film zoppica un pochino. Ciò non toglie che quest'opera di Miike meriti di essere vista e che rimanga, nel complesso, uno dei suoi film più rilevanti.

Ma che dire...

Ma che pazzia...
Che si era "mangiato" miike quel giorno quando ci ha pensato?

remake simpatico ma che paragonato all'originale perde di brutto.
Qualche spunto geniale (in questo Miike non delude mai) ma deboluccio.
Fresco della retrospettiva di Miike posso dire che questo forse è il più brutto film che ho visto dei suoi. Intendiamoci: il brutto di Miike è superiore al carino di tanti altri registi.

si sa, miike non lo tiene a freno nessuno. e se decide di svarionare lo fa alla grande. c'è però da dire che il film è bello se preso come unità a se stante; confrontato con "the quiet family" fa abbastanza schifo.
meglio che miike faccia le sue cose e non si preoccupi troppo di fare remake, che ne abbiamo già in abbondanza.

Remake di Quiet Family di Kim Jee Woon, ma cmq Miike imprime il suo tocco originalissimo... realizzando un film eccessivo senza regole...

Anche nel fare commedie Takashi non risulta banale,anzi in questo film troviamo diverse stranezze che non si trovano in qualunque altra commedia,(mi ha colpita molto la scena del nonno che lancia il bastone colpendo l'uccello in volo). Questo film è anche un pò musical (io odio i musical ma qui devo dire che era perfetto e non mi ha annoiata). Insomma, pensavo che Miike fosse più portato a tutt'altro genere, e invece anche qui non mi ha affatto delusa.

Miike è un genio e non si discute, con questa commedia riconferma la sua originalità, riesce a fare sempre centro, perchè per Miike stupire lo spettatore non è un'eccezione è una regola!