Trama del film Horizon: an american saga - capitolo 1
Una cronaca di 15 anni dell'espansione e dell'insediamento pre e post guerra civile del West americano - un viaggio irto di pericoli e intrighi dalle lotte con gli elementi naturali, alle interazioni con le popolazioni indigene che vivevano sulla terra, e la determinazione e molte volte la spietatezza di coloro che hanno cercato di stabilirlo.
Film collegati a HORIZON: AN AMERICAN SAGA - CAPITOLO 1
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Ho aspettato di vederlo prima di leggere le recensioni dei moltossimi detrattori che questo film si porta dietro, ma una cosa mi era ben chiara ancora prima che venisse proiettato per la prima volta a Cannes: mai visto tanto accanimento verso un singolo progetto. Dei temi ricorrenti sulla stampa specializzata non ne condivido neanche mezzo:
- "TROPPO AMBIZIOSO"…come se l'ambizione di un'artista sia mai stata fonte di problemi per chi poi effettivamente deve fruire del prodotto finale. Anche perché secondo questa logica va bene solo il compitino che rientra in certi canoni, guai a pensare in grande.
- "3 ORE, TROPPO LUNGO"…non vedo problemi, se il film scorre, è vivo, è scritto bene e tratteggia perfettamente un cast corale di figure ben costruite, la lunghezza è relativa. Posso annoiarmi in un'ora e mezza di una qualsiasi porcata portata in sala tanto per, o slogarmi la mascella di fronte a una meraviglia come Horizon in cui il tempo, letteralmente, vola.
- "IL WESTERN È UN GENERE MORTO"…qui mi è difficile controbattere perché i risultati al botteghino sono impietosi, probabilmente i temi trattati in Horizon sono invecchiati e la gente non ne vuole più sapere, ma al di là di tutto questo è un ritornello che ciclicamente viene affibbiato anche ad altri generi cinematografici e per me è una grandissima *******ta. Non esiste "un genere morto". Esiste un buon film e un film di *****.
- "POTEVI FARCI UNA SERIE TV"….e invece no. Perché proprio grazie a quell'ambizione che gli si contesta senza motivo, Costner è uomo di Cinema e probabilmente la televisione l'ha sfruttata solo per tornare sui grandi schermi come voleva lui. Dispiace anche a me per Taylor e per Yellowstone e non entro nel lato umano della cosa, ma come scrive un bravo giornalista che di solito amo leggere: il cinema è cinema solo al cinema.
Detto questo, ho amato ogni singolo secondo di questo grandissimo film. Non esistono tempi morti come ho letto, è scritto benissimo, funziona egregiamente da entry point con una presentazione di tutte le varie storyline che inevitabilmente andranno a convergere verso un'unica direzione. Un'epopea che spero possa concludersi in sala perché l'unico limite può essere solo quello di non vedere le altre nove ore mancanti al cinema (o, peggio, di non vedere affatto una conclusione).