il caso paradine regia di Alfred Hitchcock USA 1947
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il caso paradine (1947)

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locandina del film IL CASO PARADINE

Titolo Originale: THE PARADINE CASE

RegiaAlfred Hitchcock

InterpretiGregory Peck, Alida Valli, Charles Laughton, Ann Todd, Charles Coburn, Ethel Barrymore, Louis Jourdain, Leo G. Carroll, Joan Terzel

Durata: h 1.56
NazionalitàUSA 1947
Generegiallo
Al cinema nel Maggio 1947

•  Altri film di Alfred Hitchcock

Trama del film Il caso paradine

Il colonnello Paradine, valoroso e facoltoso ufficiale, viene trovato morto nel suo letto. La vedova è la prima a essere accusata. Nel corso dei ripetuti colloqui con l'imputata, l'avvocato difensore si innamora di lei trascurando la giovane moglie. Studiando il caso, il legale si imbatte in uno strano personaggio, il cameriere del colonnello, rimasto fino allora nell'ombra...

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Voto Visitatori:   7,32 / 10 (31 voti)7,32Grafico
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Voti e commenti su Il caso paradine, 31 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  08/09/2024 11:02:59
   6½ / 10
Storia molto lineare e senza guizzi, probabilmente risente pure delle vicissitudini patite in fase di produzione/scrittura, fatto sta che lo stesso Hitchcock non è rimasto soddisfatto del risultato finale. A risollevare le sorti de "Il Caso Paradine" ci pensano Gregory Peck e Alida Valli con delle interpretazioni convincenti (nonostante paia che Hitch non fosse contento nemmeno del cast) e un'ottima resa del rapporto tra i due. Bravissimo anche Charles Laughton nella parte del giudice.
Comunque a fine visione non c'è una sola scena che possa definirsi veramente memorabile (a parte, forse, il finale), e già questa è un'anomalia nella filmografia di Hitchcock.

Opinione personale onesta: "Il Caso Paradine" è un bel film ma non mi ha né entusiasmato né coinvolto in maniera particolare, oltre a non averci trovato spunti di particolare interesse.

Godbluff2  @  21/09/2022 20:00:00
   5½ / 10
Mi piange il cuore nello scriverlo ma "Il caso Paradine" è il primo film di Hitchcock che abbia mai visto a non essermi proprio piaciuto. Non mi è piaciuto un film di Hitchcock. Aiuto.
Di solito anche nei film meno riusciti di Hitchcock trovo qualcosa di valido che li rende almeno in parte piacevoli, c'è sempre un'invenzione oppure un paio di sequenze che valgono "il prezzo del biglietto"; qui, purtroppo, proprio non ce l'ho fatta. I difetti per la prima volta superano fin troppo i pregi.
Un film anche pensato bene ma sviluppato e completato come peggio non si poteva.
Erano i rischi dell'era dei Produttori-Padroni a Hollywood, quando il loro ego e le loro imposizioni rischiavano di mandare in confusione l'intera macchina realizzativa, regista in primis.
Hitchcock e la moglie Alma avevano iniziato a lavorare sulla sceneggiatura, poi il passaggio attraverso altre, troppe mani (Ben Hecht, James Bridie) fino a che lo stesso Selznick non decise dall'alto della sua, ehm, saggezza, di prendere in mano personalmente la sceneggiatura, stravolgendo, modificando, cancellando. Il risultato finale è ovviamente un lavoro pessimo, confuso e che lascia in ombra tutti i possibili punti di forza che avrebbero potuto far risaltare la storia e le caratterizzazioni dei personaggi, se Hitchcock avesse potuto lavorarci sopra con più cura e tranquillità.
Perché "Il caso Paradine" non è un bel film ma al suo interno si intuiscono i semi di quello che avrebbe potuto esserlo, un bel film: il personaggio esternamente gelido, segretamente tormentato, rinchiuso nella sua fatale solitudine, della Maddalena di Alida Valli; quello del protagonista, avvocato rampante e talentuoso che si fa trascinare in un vortice di passione perdendo presto la bussola professionale e quella morale, finendo per egoismo e gelosia per rovinare con le sue stesse mani non solo se stesso e la donna della quale si è infatuato ma soprattutto la vita di un innocente, da lui trascinato arbitrariamente nel fango. I personaggi di questo film sono macchie di fango sul pavimento, potenzialmente ottimi nella loro fallibilità, nella loro sporcizia e meschinità; purtroppo, la pessima, davvero pessima scrittura ha permesso pochissimo a questi aspetti di mettersi in risalto, senza contare il disastro fatto con molti dialoghi e la caratterizzazione della maggior parte dei personaggi.
Poteva essere, ad esempio, anche una pungente critica sulla situazione di forte sottomissione femminile in un contesto ossessivamente patriarcale-maschilista (le donne devono tacere, sono palesemente trattate come inferiori e arrivano ad accettarlo quasi automaticamente, l'unica eccezione importante è Maddalena, che ovviamente è vista come qualcosa di totalmente deleterio per la "morale") ma per come è stato scritto e messo in scena, tutte quelle sequenze finiscono con il sembrare più che altro giustificate dal film.
Ma è il risultato generale ad essere molto confuso: i personaggi hanno sempre reazioni o motivazioni poco credibili, cambiano repentinamente idea o atteggiamento, quasi già all'interno di uno stesso dialogo, gli attori non riescono mai ad entrare nella parte, lo sviluppo dell'intreccio è decisamente debole e risente anche di molti tagli fatti per arrivare alla versione definitiva, si fa molta fatica a seguire ogni dialogo, perché spesso mancano di coerenza, oltre che di forza. Inoltre, tutto lo sviluppo sembra affrettato, tagliato con l'accetta e di fatto tutto quanto si basa sul fatto che questo rampante avvocato sia un emerito imbècille morto di fìca che dopo trenta secondi si è rivoltato come una frittata perdendo completamente la testa, senza mezza transizione, un momento di passaggio, no.
Quello che di buono avrebbero potuto avere questi personaggi viene cancellato da una resa davvero pessima.
Si salva particolarmente il viscidissimo giudice di Charles Laughton, unico esempio di personaggio solido che riesce a comunicare bene ciò che deve comunicare: repulsione. Bravissimo Laughton.
Nemmeno la maestria filmica di Hitchcock può fare molto questa volta: muove in modo raffinato la mdp nell'aula di tribunale, utilizza movimenti di macchina e montaggio per cercare di evidenziare le sfumature più profonde delle personalità e dei rapporti di e tra i personaggi di Valle, Peck e Louis Jourdain, ma ci riesce poco perché il materiale che ha in mano gli si sgretola tra le dita. Anche la regia poi, quando si concentra su quei primi piani così "finti" e forzati, i volti degli attori perennemente rivolti verso la macchina e lo spettatore anche se dovrebbe essere un dialogo tra loro in campo-controcampo, una soluzione che sa di finto, di terribilmente artificioso.
Tutte le sequenze "legal" sono tra le peggiori di questo genere che io abbia mai visto, soprattutto in film di registi di così alto livello.
Un film poco sentito alla fine dallo stesso Hitchcock, sviluppatosi con le premesse sbagliate. Peccato che la prima importante esperienza americana di un'ottima attrice come Alida Valli sia stata tanto sfortunata.
Credo ci siano altri film, alcuni minori del periodo inglese, di Hitchcock che non sono buoni film, per quanto non li abbia ancora mai visti, per ora questo film rimane uno dei rarissimi casi di un Hitchcock fuori fuoco; naturalmente non è un pessimo film, ma si salva un poco più per le intenzioni e il "sarebbe potuto..." che si intravedono tra le righe di una scrittura raffazzonata; si salvano anche, in parte, certe scelte di regia e certe inquadrature costruite da Hitchcock e si salva Laughton. E si salva, in parte anche lui, il finale amaro, la presa di coscienza di Peck di quanto male abbia fatto la sua imbecillità.
Un po' poco per uno come Alfred Hitchcock.

topsecret  @  01/05/2021 18:50:28
   7 / 10
Per ammissione dello stesso Hitchcock la sceneggiatura del film (per la verità molto travagliata) appare confusa e questo si può avvertire soprattutto nelle scene del processo che appaiono, narrativamente, un po' oscure e spiazzanti.
Nonostante tutto, IL CASO PARADINE può vantare una regia ottima e un cast di tutto rispetto che offre una prova discretamente riuscita.

Dom Cobb  @  09/02/2019 20:42:10
   6½ / 10
La vedova del ricco e cieco colonnello Paradine viene arrestata con l'accusa di aver avvelenato, o quanto meno organizzato l'avvelenamento del defunto marito. Il suo legale contatta uno dei migliori difensori sulla piazza in vista del processo, Tony Kane; questi però s'innamora fin da subito della vedova, e la sua ossessione per lei finirà per incrinare l'altrimenti felice rapporto con la propria devota moglie...
Sul finire degli anni quaranta, Alfred Hitchcock non è ancora diventato il maestro della suspense che tutti conoscono, e il suo nome è legato per lo più a thriller buoni ma non grandiosi o a melodrammi romantici a sfondo gotico; per cui, anche col senno di poi, è affascinante scoprire nella sua filmografia niente meno che un dramma giudiziario, unico esempio di questo genere fra le produzioni del grande cineasta. Dopo averlo visionato, e anche dopo aver curiosato un po' nei dietro le quinte della sua realizzazione, posso anche capire perché sia stato l'unico.
Il film guadagna la sufficienza grazie all'enorme professionalità con cui è girato, fra scenografie (a tratti anche troppo) imponenti, uno splendido bianco e nero ricco di contrasti e innovativi utilizzi della macchina da presa,


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il budget speso, per lo più cortesia del magnate David O. Selznick, si vede tutto; inoltre, il cast è stellare e comprende oltre a divi già affermati come Gregory Peck e Charles Laughton anche future celebrità come Alida Valli e Louis Jourdan. Tutti loro danno del loro meglio, soprattutto i sopracitati nuovi volti, alla loro prima apparizione in un film americano. E se la vicenda rimane credibile e interessante dall'inizio alla fine è soprattutto per merito loro.
Questo perché, diciamoci la verità, sul lato della sceneggiatura il film è una totale confusione: si tratta della commistione da un lato di un mistero dalla prevedibilità disarmante,


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dall'altra di una storia d'amore che non ha assolutamente senso. I personaggi si comportano in modo insensato solo per continuare a fabbricare conflitto fra di loro e le motivazioni che danno per giustificare le loro scelte sono una vagonata di assurdità prive della benché minima logica.


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La stessa cosa si può dire per altri aspetti della trama, dove in mancanza di un qualsiasi conflitto ci si inventano di sana pianta discorsi che non stanno in cielo né in terra per il puro gusto di inscenare siparietti da melodramma da quattro soldi.


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Insomma, a cose fatte permane un senso non di delusione, né tanto meno di rabbia o offesa, perché in fin dei conti non stiamo parlando di un disastro totale; è soltanto un film confuso, senza un'idea precisa in testa di cosa vorrebbe essere e di come esserlo al meglio. E viste le interferenze del produttore Selznick, che ha letteralmente tolto di mano il film ad Hitchcock in fase di montaggio per cambiarlo a suo piacimento, e il disinteresse dello stesso regista, che l'ha realizzato solo per dovere di contratto, la cosa non mi stupisce. Un tassello minore nel mosaico del maestro della suspense, e a ragion veduta.

DitaAppiccicose  @  30/10/2018 21:28:14
   7 / 10
Film naturalmente ben diretto, con anche alcuni virtuosismi, sorretto dalla bravura di Gregory Peck e dalla bellezza di Alida Valli. Tra gli attori protagonisti, invece, mi ha convinto poco Ann Todd… Quello che piace meno però, ne "Il caso Paradine", è il ritmo: tutto ruota attorno alle vicende giudiziarie della vedova Paradine e parallelamente allo struggimento dell'avvocato, diviso tra l'amore per la moglie e l'infatuazione per la vedova, e questo fa si che la tensione sia sempre piuttosto bassa. C'è quindi non poca noia, a tratti, ma nonostante questo il film si fa guardare abbastanza volentieri.

Filman  @  26/06/2017 14:11:14
   7½ / 10
Forte dell'entrata in scena di una tempestiva figura, quella delle femme fatale, Alfred Hithcock continua a giocare con le polilinee passionali e con i conseguenti tormenti che ardono così veemente da portare avanti gli spiriti e le decisioni dei protagonisti, tra cui quelli di THE PARADINE CASE prima pellicola a tema giurisprudenziale del regista, il quale, padrone della soggettiva e manipolatore del pregiudizio, non riesce a sbagliare neanche questa nuova esperienza, che con gran classe dispone di un ottimo filtro narrativo, quello legale, che espande l'utilizzo del McGuffin e da dimostrazione della potenza che Hitchcock ha (anche) nel dirigere linee di dialogo e scene esclusivamente parlate.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento thohà  @  23/03/2016 01:25:51
   7½ / 10
Molto buono. Mi sono anche divertita ad aspettare la comparsa/cameo del buon maestro Hitch. Naturalmente c'è, col sigaro in bocca.
Ottima fotografia, buone recitazioni e quei tagli di luce che hanno fatto la storia del cinema che è seguìto.
Non mi è tanto piaciuto il personaggio della moglie, ma questo è un rifiuto del tutto personale. Come attrice la trovo un po' squalliduccia.
Perfetta l'interpretazione della bellissima Alida Valli, alias la Sig. Paradine.
E poi Gregory mi piace troppo. Insomma, tutto valido.

Il processo in tribunale avvincente e non mancante di frequenti battute ilari ed ironiche da parte di un pacioso giudice, interpretato dall'ineffabile Charles Laughton.
Sicuramente consigliato.

1 risposta al commento
Ultima risposta 23/03/2016 01.35.53
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william sczrbia  @  29/01/2015 00:07:28
   7½ / 10
Lory_noir  @  10/10/2013 17:03:38
   7½ / 10
Un film atipico per Hitchcock. Sicuramente non fra i suoi capolavori, ma i personaggi sono molto interessanti, profondi, e lasciano spunti di riflessione. Specialmente la moglie del protagonista.

Goldust  @  05/07/2013 09:46:15
   7½ / 10
Fortemente disturbato dal produttore David O. Selznick che volle mettere il becco su cast e sceneggiatura, Hitchcock non fu mai pienamente soddisfatto dal risultato finale di questa pellicola, che resta comunque un ammirevole trattato sulla "colpa" innestato su di un dramma giudiziario di grande spessore emotivo. Film diviso in due parti ben delineate, dove nella prima c'è la presentazione dei personaggi e delle loro relative debolezze, mentre nella seconda si passa all'aspro dibattimento in tribunale ( una novità nella filmografia del regista ). Lo script, va detto, è a tratti nebuloso, per fortuna viene riscattato dalla profondità psicologica dei personaggi in campo e dall'estro registico del Maestro, che confeziona alcune inquadrature d'antologia ( tra le tante, la subdola presentazione di Andre Latour, mai a fuoco nei primi incontri con l'avvocato Keane, oppure il partcolare della spalla nuda della Todd che infiamma i sensi di Charles Laughton, o ancora la sbalorditiva prospettiva circolare ideata in tribunale sulla Valli, che "sente" prima di vedere comparire Jourdan/Latour, realizzata grazie all'aiuto di uno sgabellino girevole).
Hitchcock non fece mai mistero che avrebbe preferito ben altri interpreti, eppure, a parte il troppo ingessato Gregory Peck, mi sono sembrati tutti ben calati nelle rispettive parti.
Comunque quando in pista c'è Charles Laughton la palma per il miglior interprete è già assegnata!

ZanoDenis  @  22/05/2013 13:48:27
   8 / 10
Uno dei più lenti e pesanti ( non che sia un fattore per forza negativo) di Hitchcock, gli elementi sono i soliti, ma la maggior parte del film ambientata in un tribunale è una novità, se seguito la storia coinvolge e rende alla perfezione, fino alla fine, bello davvero.

Leonardo76  @  24/06/2012 12:09:11
   8 / 10
Giallo non banale con personaggi ottimamente caratterizzati. Bello e ambiguo il personaggio interpretato dalla Valli.

guidox  @  22/01/2012 20:11:10
   7½ / 10
meno affascinante di tanti altri film del Maestro, per la trama un po' telefonata e in certi tratti un po' forzata; e poco brillante, nonostante il cast sia di prim'ordine.
però sprigiona una gran forza nonostante queste premesse, perchè come al solito l'aspetto psicologico emerge eccome e ci sono dei momenti nel processo che arrivano diretti allo spettatore.
in finale, un'ottima pellicola.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  08/11/2011 00:53:50
   8 / 10
Tra gli incompresi della filmografia del maestro, "Il caso Paradine" è un maestoso melodramma giudiziario attentissimo ai ritratti psicologici dei personaggi: l'avvocato è l'emblema dell'uomo hitchcockiano tipo, inizialmente sicuro nella professione e negli affetti, poi vittima della rete di una donna fatale che lo farà precipitare in un vortice di instabilità; c'è poi l'impercepibile dark lady piena di segreti; e la moglie fedele e virginale, piena di conflitti interiori e di insicurezze (forse la figura meno riuscita da un punto di vista sceneggiativo perché troppo 'complessata').
La storia è molto affascinante ma le sciagurate pressioni del produttore Selznik (che addirittura arrivò ad attribuirsi gran parte della sceneggiatura) smorzarono irrimediabilmente la vena morbosa che unisce difensore e accusata, rendendo a tratti verbose le scene in tribunale. Per fortuna Hitch ripara con una regia di altissimo livello: memorabile come presenta in scena in maniera analoga sia la Valli che Peck, stupefacente l'entrata in aula di Jourdain attraverso una lunga panoramica circolare che pone al centro il volto altero e sprezzante della Valli, geniale la ripresa angolare dall'alto di Peck nel momento in cui ammette alla corte il suo fallimento (noi lo giudichiamo dall'alto come perdente alla maniera di un giudice supremo, la stessa soluzione ritornerà in "Delitto perfetto").
Perfetti gli attori, su tutti la splendida Alida Valli, indimenticabile nella sua algida bellezza, fiera e lugubre come mai era riuscita ad essere nei lacrimosi polpettoni che le facevano fare in Italia (non a caso il ruolo fortemente negativo che interpretò in questo film fu per lungo tempo un onta che in patria non le venne perdonata).
Tuttavia Hitchcock lo terminò tra enormi difficoltà e sull'orlo della disperazione, scontento sia dei divismi del cast (la Valli pretese di non essere mai inquadrata a figura intera, e il regista non fece mai mistero di aver desiderato come protagonisti Laurence Olivier e Greta Garbo) che delle prepotenze di Selznik, col quale ruppe definitivamente ogni rapporto dopo il film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  26/02/2011 16:45:06
   7 / 10
Il caso Paradine è un film che promette molto ma che mantiene meno di quanto si era ripromesso. Sceneggiato dal produttore Selznick e diretto da Hitchcock, probabilmente il risultato finale è una specie di compromesso tra la visione del produttore (e sceneggiatore) con quella del regista.
Più che il plot di fondo o tutta la parte del tribunale utili alla tensione drammatica, è ciò che gravita intorno ad essere più interessante: i rapporti tra i personaggi e i personaggi stessi, divisi tra una tranquilla e per certi versi anche soddisfacente quotidianeità e il desiderio represso di cambiamento. Il personaggio della Valli con la sua sola presenza fa emergere questa contraddizione, evidente come nel personaggio di Peck. Tuttavia se Maddalena Paradine svolge in pieno la sua funzione simbolica, il personaggio rimane troppo nell'ombra, certamente per eccessiva sottrazione.

DizionarioFilm  @  01/05/2010 01:48:52
   5 / 10
un Hitchocock decisamente minore, che ha avuto anche la sfortuna di trovarsi immediatamente dopo un colosso come "Notorious". Si possono travare alcuni dei classici spunti Hitchocockiani, ma tutto sommato è poco coinvolgente e decisamente poco incisivo

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  14/04/2010 17:28:49
   7½ / 10
Convincente film,un vero e proprio legal-thriller di Hitchcock che,grazie ad una bravissima Alida Valli, riesce ad intrigare fino alla fine pur essendo spesso troppo verboso.
Poche le scene che si ricorderanno per la consueta maestria tecnica del regista,in realtà il film è ottimo specialmente sotto il punto di vista della psicologia dei personaggi,oltre che delle interpretazioni di Peck e quella splendida della Valli. E soddisfa anche nell'apparente happy ending che è in realtà,se ci si pensa,amarissimo.
Troppo macchinoso in più punti,ma sempre di gran classe.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  13/09/2009 16:49:29
   7 / 10
La seconda visione mi ha convinto di più della prima. Resta comunque un film sottotono rispetto agli altri del regista, peccato. Godibile comunque

Neu!  @  22/02/2009 20:37:16
   5 / 10
uno degli Hitchcock più mediocri e inutili

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  05/12/2008 23:20:54
   7 / 10
Nonostante ci siano tutti gli elementi dei film di successo del maestro, questo film non riesce a portarli a grandi risultati. Il fatto è che gli elementi che catturano l’attenzione e avvincono lo spettatore sono un po’ troppo forzati, non risultano naturali e spontanei. C’è un contrastro stridente fra il comportamento dei personaggi e ciò che la storia riesce a farci capire della loro personalità. In altre parole i personaggi agiscono in maniera coinvolgente ma non coerente, chiara o comprensibile.
L’elemento trainante del film è uno dei più tipici: il personaggio centrale del film (la Signora Paradine – un’algida Alida Valli) è o non è colpevole? Il dubbio attanaglia non solo lo spettatore ma anche l’altro protagonista del film, l’avvocato Keane (il solito mediocre Gregory Peck). Nell’altalena dell’incertezza, del mistero, del detto-non detto o fatto intuire, sta tutto il succo e il fascino del film. La signora Paradine è un personaggio positivo o negativo? Senz’altro è un personaggio molto affascinante e misterioso, troppo misterioso, tanto che nemmeno lo spettatore riesce a farsi una ragione di ciò che veramente vuole o ha voluto.
L’avvocato Keane sembra una copia maschile di Rebecca come carattere: convenzionale, modesto ma voglioso di successo, cerimonioso, a volte così candido e ingenuo da sfiorare il ridicolo. Anche lui è vittima del solito amore a colpo di fulmine, scarsamente esplicabile. Stavolta però l’infatuazione rischia di portarlo alla distruzione. L’amore è visto in maniera “americana”, come qualcosa di torbido, pericoloso, che nasconde morbosità. Del resto si tratta di un film ambientato in Inghilterra ma dal contenuto tipicamente americano. Ad aumentare la componente morbosa del film contribuisce anche la figura del domestico Latour. Si tratta di un giovane dalla bellezza maledetta, un po’ luciferina, pieno di reticenze e misteri. Era il servitore personale del Colonnello Paradine, praticamente inseparabile dai tempi della guerra, aveva la camera da letto accanto a quella del padrone. Lui “non serviva mai le donne” come da sua orgogliosa ammissione ed era rimasto interiormente distrutto alla notizia del suo licenziamento, tanto da prenderlo come qualcosa di più di un semplice licenziamento. Sembra un uomo “normale” ma come allontanare l’ombra morbosa dell’omosessualità da questa vicenda?
Altro tema “americano” che viene tirato in ballo nel film è anche quello della giustizia e della natura della pena. La seconda parte del film è occupata dal processo con i suoi riti e colpi di scena che appassionavano molto all’epoca il pubblico. Hitchcock però introduce la figura del giudice impersonato da Laughton che getta una grave ombra sulla serietà, sulla competenza e disinteresse con cui viene amministrata la giustizia. Il sospetto è che spesso ci si faccia prendere la mano dai ruoli e che si goda del proprio potere a prescindere dalle conseguenze che può avere (come ad esempio una condanna a morte). In questo film c’è una delle prime appassionate prese di posizione contro la pena di morte, pronunciate dalla moglie del giudice: “C’è già la vita che pensa a fare del male e a far soffrire le persone, perché devono meritare anche la morte?”. Frase accolta con malcelato disprezzo e mostra di cinismo da parte del marito-giudice.
La conclusione del film è stavolta in tutto e per tutto quella tipica del film americano dell’epoca, con l’uscita di scena dei personaggi “maledetti” (ma così affascinanti) e con la vittoria dell’onestà, del retto amore e della speranza, nonostante i pericolosi sbandamenti, le ingenuità e gli errori.
A parte le incongruenze, le troppe zone d’ombra, i troppi dialoghi, anche in questo film c’è sempre la grande capacità di Hitchcock di catturare l’emozione e di ammaliare con scene di grandissimo effetto tecnico e artistico. Non c’è male quindi.

Gruppo COLLABORATORI paul  @  22/05/2008 14:53:28
   9½ / 10
Interpretato magistralmente e diretto come sempre in maniera geniale dal grande Maestro. Un film da gustarsi tutto d'un fiato. Lo collocherei di mezzo punto sotto colossi hitchcockiani quali "Psycho" , "Il delitto perfetto" o "L'uomo che sapeva troppo", ma si tratta comunque di un imperdibile capolavoro.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  05/03/2008 13:12:07
   9 / 10
"Il caso Paradine" è una di quelle pellicole del maestro che collocherei in mezzo tra i suoi minori ed i più riusciti.
Io credo sia un film che fa da cerniera alla maturazione artistica di Alfred Hitchcock, per una sceneggiatura priva dei classici tocchi di genio, le trovate, ben isolate tra loro, che secondo me contraddistinguono i suoi "minori", e da una regia che mette suspance con le inquadrature, il montaggio, con un preciso uso della macchina da presa e la direzione degli attori.
Il film è tutto questo, è un film stupendo, con un tocco di noir che coinvolge fino in fondo lo spettatore.
Si sa Alfred non era un regista dei messaggi, ma da puro intrattenimento e questo film, nei suoi sapienti incastri ne è la prova lampante.
Tuttavia traspare quella che era una diffidenza, secondo me, nei confronti del sistema giudiziario, "vedrai che uomo, le giurie se innamorano subito", ed è l'unico motivo per cui mi spiego le continue inquadrature della particolare figura del giudice, ed i suoi ammiccamenti, non avendo quest'ultimo un ruolo decisivo ai fini della trama, se non mi è sfuggita..
Infine il compito ingrato degli avvocati, l'inseguimento di una verità irrazionale, giocata sulle apparenze, e in particolar modo sui sentimenti, un vero pericolo per la società.
Bellissima e perfetta per il ruolo Alida Valli, non amo invece Gregory Peck, mi dispiace non averlo apprezzato per la fotografia a causa di una pessima edizione del dvd (ERMITAGE Bologna).

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  @  25/11/2007 13:59:32
   8 / 10
Grande cura e buona atmosfera drammatica funzionale al gusto per lo spettacolo dell'epoca. Film lento, tutto costruito a tavolino nei minimi dettagli, recitazioni seriose e prive di umorismo tipiche del primo Hitchcock.

Tasselli che si incastrano a sorpresa lasciando soddisfatto il gusto per le soluzioni degli enigmi apparentemente impssibili.

Pink Floyd  @  20/11/2007 17:22:56
   9 / 10
Alida Valli.

Il film è lei.

Una pellicola incentrata sulla volontà di un individuo.
Un prodotto particolare, avulso dall'abituale thriller di stampo Hitch, che partorisce il suo personaggio più complesso e maledetto (forse alla stregua di La donna che visse due volte).
Alida Valli è la donna in grado di soggiogare a se chi desidera; Hitch ci dipinge il volto di una donna che, a modo suo ama con passione travolgente, eppure resta impassibile, conscia del suo peccato dinanzi alla legge.
Il giudizio è l'altro elemento, rappresentato da un lato dai volti della gente e dell'altro dal cinismo del magistrato -un biblico C.Laughton -

Non va ricercata la suspence, ne tantomeno l'azione.
Le scene sono lente, ma poco importa con un'analisi sulla protagonista così interiore e un sibolismo talmente fitto.

Da rilevare la passionale prova di Gregory Peck ma va resa giustizia: quanto di suo abbia messo in questa pellicola Alida Valli è un atto d'amore per l'arte.
Quanto poco sia stata considerata questa attrice nello scenario cinematografico internazionale lascia dubbi e perplessità.

2 risposte al commento
Ultima risposta 29/05/2008 22.23.33
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Dick  @  06/11/2007 16:22:36
   8½ / 10
Melodramma giudiziaro che attraverso la sua vicenda mette in mostra un gioco di passioni davvero ben orchestrato.

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  24/09/2007 22:16:42
   8½ / 10
Hitchcock prende a prestito dal noir la femme fatale e le costruisce attorno un giallo giudiziario atipico, detrutturandone la carica sensuale: Alida Valli - bellissima - seduce con la sola personalità, in maniera drasticamente lontana dalla lascivia di una Hayworth o dalla peccaminosa diabolicità di una Stanwyck. Nessuna occhiata maliziosa, nessuna sigaretta tra le dita, nessuna volontà di piegare gli uomini al proprio volere: semplicemente una carica centripeta innata, cui fa da necessario effetto un'ineluttabile potenza distruttrice.
Il vortice disegnato dalla Sig.ra Paradine non risparmia neppure Il "buono" Gregory Peck, in un ruolo che può considerarsi l'antesignano di quello che interpreterà ne Il buio oltre la siepe.
Fondamentale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  06/01/2007 16:15:13
   7 / 10
ci sono molte cose che mi sono piaciute,altre un po meno...comincio da quello che mi è piaciuto:
l'effetto "gabbia"...non so se avete notato le sbarre che caratterizzano alcune sequenze,in gabbia è il protagonista che ama una donna che non puo amare anche perche è ingabbiato dal suo lavoro e dal fatto che è una persona sposata...due scene su tutte:la prima dove peck parla in maniera morbosa della sua assistita e la moglie ascolta il discorso(proprio dietro alcune "sbarre")
poi quando il protagonista entra nella camera della donna abbiamo una sequenza in prima persona dove gli occhi di peck guardano il letto della donna assistita ma questa visione viene in parte ostacolata dalla presenza di queste sbarre!solo un sogno impossibile(sopra il letto abbiamo proprio un ritratto della donna desiderata)...
tutto il suo modo di fare durante il processo per salvare la donna anche quando tutto sembra compromesso è davvero enigmatico...
non per forza il maestro deve fare dei film thriller,perche da altri commenti vedo come tutti cercano la tensione...questo è un giallo ed è quasi perfetto...
dico quasi perche come finisce la storia mi ha un po deluso...

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Ultima risposta 05/03/2008 13.24.51
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Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  10/05/2006 18:47:37
   6 / 10
Probabilmente il peggiore di Hitchcock, con la tensione che rimane bassa per quasi tutto il film. Lo salva parzialmente la morale. Ho qualcosa da ridire anche sull'attore protagonista, non all'altezza (di solito gli attori dei film di Hitchcock sono bravissimi nei loro ruoli).

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Ultima risposta 05/03/2008 13.26.41
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Crimson  @  26/03/2006 11:11:02
   6½ / 10
"Il caso paradine" è uno dei film che apprezzo di meno di Hitchcock. Non è un film brutto, e sicuramente ha una morale di fondo interessante, ma non è proprio il massimo. Le scene in tribunale sono anche belle, ma ci sono parti poco coinvolgenti, su tutte la lunga visita alla casa del defunto, in cui l'avvocato conosce il misterioso cameriere.
Insomma è un Hitchcock un pò diverso. Oltretutto i film giudiziari di per sè mi attirano poco.
L'elemento migliore del film è Alida Valli: bellissima, e conferisce al proprio personaggio un fascino esemplare.

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Ultima risposta 05/03/2008 13.30.46
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Ch.Chaplin  @  21/03/2006 21:00:07
   7 / 10
tante belle parole ma secondo me resta il film meno riuscito del maestro della suspense, e - a parte i primissimi - li ho visti quasi tutti. le cs ke dici kowalsky sn assolutamente assodate, ma sn cs ke + o meno ci si aspetta qnd c si accinge a vedere una pellicola del grande genio del thriller..nn c'è nulla ke mi faccia dire note d alto gradimento, tt abbastanza nella norma..e, diciamola tutta, è anke parekkio noioso in alcuni punti, nn a caso si tratta d un dramma/giallo giudiziario..se nn c fosse gregory peck kissà ke dormite ke c sarebbero sate nelle parti del tribunale

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Ultima risposta 05/03/2008 13.32.38
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  06/05/2005 19:34:04
   8 / 10
(Londra... non molto tempo fa)
Uno dei film più incompresi di Hitchcock. E invece è un'opera di grande interesse visivo teologico psicologico e persino "spirituale". Con un sarcasmo senza precedenti, Hitch si beffa dell'alta società, mostrano - nell'arco di pochi minuti - prima la ricca protagonista nella sua fastosa dimora, e poco dopo consegnata alle maglie della giustizia mentre si aprono porte e serrature di un lugubre carcere. Hitch e il suo personalissimo
"giudizio universale" : tutto nel lasso di un breve tempo, fra l'altro filtrato da un prologo che sembra già aver sondato il tempo in precedenza. Ha un respiro classico, il film, da pamphlet giudiziario, ma in realta' è davvero ben poco tradizionale. Il tempo sonda un crimine già in atto, e Lady Paradine osserva il ritratto del marito scomparso come se tutto fosse già scritto. Hitch ha creato un dipinto apparentemente incompiuto, ma ha preteso di farlo così. La storia, dunque, inizia abbastanza insolitamente come se esistesse già un primo, inesistente film. Poi, è un film di donne (e mariti), anche contro chi lo accusa da sempre di misoginia. Donne che esibiscono gioielli, che parlano dei rispettivi consorti, lo status che ingloba l'eterea e dolce Ann Todd nella Grande Famiglia della Giustizia. Di cui fanno parte un giudice abbietto e laido come Laughton - magistrale emblema dell'assolutismo giuridico e della più indomita crudeltà - e la moglie tuttavia idealista ("sì ho pietà. E chi se lo merita più di una donna che ha peccato?") o delusa ("intelligente...anche mio marito lo è ma non è che mi diverta"). Ma presto il film prende una piega ben diversa: la requisitoria da trail-movie è un pretesto, fin quando che si racconta l'esplorazione di un moderno Adamo tentato dalla "sua" Eva. Frutto proibito di una femminilità altera e raggelante, un'Alida Valli d'oltreoceano nel suo breve esilio hollywoodiano (non infelice come si disse allora), che finalmente si prende la sua bella rivincita davanti alle tante lacrimose vittime designate dei film precedenti girati in Italia (quelli che "parlano al vostro cuore" coniava uno slogan). A modo suo è perfetta, non filtra altra emozione che l'abuso del fascino di sè come strumento tentatore. Ma non c'è moralismo in Hitch, ma la consapevolezza di un dramma comune a molti uomini tentati dalla bellezza altrui: l'imputata diventa ossessione e immagine perenne, davanti a cui l'integrità morale del brillante avvocato Peck subisce- per sua stessa ammissione -una discesa negli inferi e la caduta definitiva dei vivi sui morti, la fine ineluttabile del finto "paradiso terrestre" dell'innocenza presunta. Nonostante la vischiosa relazione del personaggio Lefevre - personaggio infelice del film di cui Hitch sembra volersi liberare - lo spettatore finisce per parteggiare per entrambi i "contendenti", strumenti di diverso ceto sociale e natura della stessa tentazione carnale (è abilissimo e spietato il modo in cui Hitch sa quanto le donne abbiano il potere di mettere l'uno contro l'altro soprattutto nei contesti previsti dalla storia) Insolito del resto è anche l'epilogo: Eva svanisce nel nulla e il suo destino è segnato, mentre Adamo è condannato a vivere e redimere quanto puo' la sua debolezza. Uno dei temi prediletti di Hitch: la colpa non è soltanto quella dei presunti rei ma anche di chi - presunibilmente - offende la sua dignità.
Forse solo Hugo nella letteratura è riuscito a dar vita a una giustizia implacabile e repellente quanto quella del giudice impersonato da un Laughton tanto inquietante quanto indimenticabile

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Ultima risposta 06/03/2008 09.37.39
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