tirate sul pianista regia di Francois Truffaut Francia 1960
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tirate sul pianista (1960)

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locandina del film TIRATE SUL PIANISTA

Titolo Originale: TIREZ SUR LE PIANISTE

RegiaFrancois Truffaut

InterpretiCharles Aznavour, Marie Dubois, Albert Rémy, Nicole Berger

Durata: h 1.25
NazionalitàFrancia 1960
Generenoir
Al cinema nell'Aprile 1960

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Trama del film Tirate sul pianista

L'umile pianista di un bistrot, Charlie, si trova casualmente coinvolto in un regolamento di conti di gangster ed è costretto a scappare. Decide di figgire insieme all'amica Lena ma il destino è in agguato.

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Voto Visitatori:   7,06 / 10 (17 voti)7,06Grafico
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Voti e commenti su Tirate sul pianista, 17 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Thorondir  @  23/03/2023 11:27:22
   7 / 10
Siamo nell'ambito della purissima nouvelle vague: tempi dell'inquadratura che aumentano rispetto al cinema classico, bruschi stacchi di montaggio, camera a mano, esposizione di nudi inusuali per l'epoca. L'impianto stilistico è quindi quello che muoveva i suoi primi passi nella rivoluzionaria Francia cinematografica dei sixties: a ciò si aggiunge la volontà di Truffaut di giocare con i generi e tra i generi; dal noir alla commedia, dal dramma sentimentale a quel finale puramente western (e Truffaut disse di aver voluto girare questo film solo per fare l'inquadratura della macchina che silenziosamente scivola sulla neve in una delle scene finali). E però, nonostante tale commistione e il suo sperimentalismo (o forse proprio per questo), il film è un po' raffazzonato, poco pregnante nell'utilizzo di un flashback che spiega forse fin troppo e con i temi principali che non vengono mai sviscerati, causa un film che è appunto quasi un gioco, un divertissement interessante ma anche incompiuto.

7219415  @  01/05/2021 22:02:12
   7 / 10
Strano ma carino

Oskarsson88  @  01/05/2021 12:25:31
   7 / 10
Buon breve Noir un po' confusionario e un po' diverso dai classici nel genere, molto incentrato sulla componente psicologica del protagonista pianista e delle sue sventure e avventure femminili con attorno elementi del crimine che fanno da contorno.

libero1975  @  06/05/2017 00:06:44
   6 / 10
Recitato bene però niente di speciale.

Light-Alex  @  09/07/2015 21:45:01
   6½ / 10
Film dominato dalla figura del pianista Charlie, interpretato da Charles Aznavour, figura malinconica, timida, vittima della sorte contro la quale il suo animo nobile ma modesto non riesce ad opporsi.

La trama del film è noir ma imprevedibilmente in realtà tutta l'attenzione è volta verso l'animo del protagonista, verso le sue fragilità a tratti quasi adolescenziali. Verso la sua musica (colonna sonora molto carina).

Belle anche alcune trovate della regia, come l'ultima sparatoria sulla neve.

Una storia delicata e gradevole nascosta dentro un contorno più ruvido. L'idea non è male e nemmeno la realizzazione, anche se non è nulla di indimenticabile. Lo penalizza un po' una prima parte con dei momenti grotteschi che stonano, l'intensità giusta la raggiuge negli ultimi 40 minuti.

Invia una mail all'autore del commento anthonyf  @  10/04/2012 20:41:51
   9 / 10
Originale ed intenso film di Truffaut: una vera e propria piccola perla, rimasta sepolta per anni e riscoperta soltanto oggi da alcuni critici.
Partendo da un romanzo di David Goodis, il nostro François scrive e dirige una pellicola davvero sublime, che mescola elegantemente in tutta la sua breve ma incisiva durata ingredienti, talvolta rosa, talvolta fortemente noir, lasciando libero spazio alle emozioni e ad un cast piuttosto sconosciuto, ma efficace: il novello-musicista Charles Aznavour, perfetto nel ruolo del protagonista Charly/Edouard, affiancato da una bellissima Marie Dubois.
Molto calibrata è la regia di Truffaut, con ottime riprese e un uso interessante di primi piani; gradevoli sono le ambientazioni del film, piuttosto cupe e nevose; e molto suggestiva è la colonna sonora di Georges Delerue, suonata spesso da Aznavour. Epilogo inevitabile, ma che riesce a risultare, nella sua tragedia, molto poetico.
Da vedere e da riscoprire.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  15/01/2012 23:41:57
   7 / 10
Tra "i 400 colpi" e "jules e Jim" c'è anche questo "piccolo" film meno conosciuto ma altrettanto interessante...
Innovativo nello stile e nel mescolare vari generi sullo sfondo del noir che rimane il genere principale!
Un film sui casi della vita,sull'amicizia e ovviamente sull'amore,il tema piu' caro al regista Francese.
Una delle critiche che posso fare a questo film vale anche per molti altri lavori di Truffaut...la direzione artistica degli attori,sembra quasi che sia sempre "buona la prima".

Goldust  @  27/06/2011 12:26:48
   6 / 10
Nonostante la forma come al solito impeccabile di Truffaut è un film che mi ha lasciato poco, una commistione di generi ( noir, drammatico, con qualche puntata nella commedia ) che tende a distrarre lo spettatore dal fulcro dal racconto. Si lascia vedere, comunque, ed è abbastanza breve.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  19/06/2011 14:30:18
   7½ / 10
E' un film che a me è piaciuto. La sua forza sta nell'originale mescolanza di stili, nell'elegante trattamento "attualizzante" delle situazioni tipiche della cinematografia classica, nei delicati temi esistenziali e caratteriali tratteggiati in maniera molto umana.
Il film non piacque all'epoca (l'originalità non fu capita), mentre oggi è diventato un piccolo oggetto di culto, in quanto anticipatore di soluzioni stilistiche tipiche del cinema di Tarantino e di Almodovar. Oggi lo capiamo e lo apprezziamo meglio di quanto fece il pubblico dell'epoca.
L'originalità e la mescolanza di stili si notano fin dalle immagini iniziali, che vedono un tipico inseguimento da film noir (notte, strade bagnate). Solo che le immagini sono mosse, poco chiare, comunque decisamente più realistiche e in presa diretta di quello che era la stilizzazione del genere noir. L'inseguito poi sbatte contro un lampione (intervento del comico) e si mette a chiacchierare amabilmente con un passante che lo assiste.
Il film continua poi su questa falariga, con situazioni e personaggi da cinema americano di genere, che parlano e si comportano come un comune parigino dei primi anni '60. Comico, tragico, serio, faceto, si mescolano in maniera molto equilibrata e perfetta, creando un divertimento molto stimolante e intelligente. La differenza con i film di Tarantino sta nel tenore delle conversazioni spicciole. Qui si parla soprattutto della propria vita (sposati, rapporto con la moglie) o di amore (il proprio rapporto con le donne). I discorsi quindi si riferiscono tutti alla vita vissuta, a differenza di quelli di Tarantino che si riferiscono alla vita rappresentata o filtrata dagli stereotipi. Qui si dicono anche le parolacce, ma non sono l'unico modi di esprimersi e oltre a quelle ci sono sentimenti, riflessioni, problemi (vedi la solitudine del protagonista e i suoi continui soliloqui).
I personaggi sono tutti trattati in maniera molto umana e molto amabile, sono comunque persone vive, reali, a differenze delle figurine quasi astratte di Tarantino. I personaggi di Almodovar si avvicinano moltissimo di più ai caratteri di questo film. Tanto più che il protagonista rivela a metà film, tramite un articolato flashback, una storia parallela insospettata, che lo rende ancora più amabile e simpatico.
Rientra in questo film il tema dei "400 colpi", quello dell'inadeguatezza alla vita, la timidezza, l'introversione, la brama di felicità, l'accanirsi del destino.
Il finale è tragico e melodrammatico allo stesso tempo, comunque trasmette molto dolore e dispiacere e ci rende un piccolo quadro umano che rimane impresso.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  09/06/2011 23:33:47
   8½ / 10
Truffaut è un regista dalla classe imprescindibile.
E questa meravigliosa pellicola ne è la riprova.
Tutto in questo film grida al capolavoro, dal bianco e nero, alla musica, che passa dal sublime all'elegiaco senza mai scadere nel banale, con il solo filo conduttore della malinconia. Poichè questo non è un noir, è un blue. Charles Aznavour, mono espressione, sembra l'Humphrey Bogart dei poveri, e il suo angelo Lauren Bacall. Film assolutamente imprevedibile per certi aspetti, e convenzionale sotto altri. Il tocco vagamente surreale dell'opera è una marca distintiva del magico cinema popolare di Truffaut. Alcune scene, alcuni gesti, alcuni sguardi, alcuni dialoghi sciolgono il cuore per la profondità e la sensibilità. La scena sulla neve è straziante, ma delicatissimo il gesto di chiudere le palpebre e pulire quel po' di sangue dalla bocca.. Charlie/Edouard è personaggio dalla serafica e rassegnata disillusione, quella delle persone vere e complesse, che della Vita hanno pagato il prezzo della Consapevolezza.
Da vedere e rivedere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  01/05/2010 15:10:04
   5 / 10
Niente. Ci ho riprovato con Truffaut dopo la delusione de I 400 colpi,ma alla fine il risultato è pure peggiore. Non mi attira nè mi piace per niente questa commistione di dramma e umorismo,meno ancora i personaggi e la storia che ho seguito con una fatica enorme.
Mi fermo sul 5. Ma se devo dirla tutta,non mi ha lasciato proprio niente.

2 risposte al commento
Ultima risposta 09/06/2011 22.09.45
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acompagn  @  05/11/2009 00:53:04
   10 / 10
Motivo il voto solo per una scena:

il pianista si reca a fare un prvino, la telecamera lo segue discreta fino alla stanza, dalla quale esce un suono di violino; quando il rumore cessa, si apre la porta e il protagonista incrocia lo sguardo per un istante con la donna che ha appena terminato la prova. Imprevedibilmente la telecamera, invece di seguire Aznavour, inquadra la donna la quale, appena sente l'attacco del pianoforte si ferma un attimo, per poi riprendere la sua strada, la sua vita.

E' l'incontro mancato tra un pianoforte e un violino, tra un uomo e una donna.

E' lo scacco della vita, rappresentato dal Maestro in una delle scene più evocative e riuscite della storia del Cinema.

Indimenticabile Trufo

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  25/08/2009 20:04:09
   5½ / 10
Tra i film che ho visto ve n'è uno in particolare che m’è rimasto sperduto nella mente.
Questo non direbbe nulla, se restasse lì, mischiato a tanti altri. Infondo ne ho visti tanti, e tanti li ho dimenticati. Eppure questo ha qualcosa di speciale, perché è di Truffaut, un regista che ho sempre stimato. Ricordo però che mi deluse molto, era una specie di misto tra noir e commedia, confuso e strampalato. Forse non è stato poi così grave l’averlo quasi scordato.

harold  @  11/06/2008 16:17:36
   10 / 10
Splendido noir diretto da un Truffaut al massimo della forma.Ben scritto,con
una descrizione efficace degli ambienti e della psicologia dei personaggi,si
avvale di una sagace miscela di dramma e umorismo e di una fotografia in
bianco e nero indovinata.Ottimo il cast,capeggiato da un Charles Aznavour,
prima di tutto grande chansonnier e poi ottimo attore,qui in quella che rimane
la sua prova piu' bella e convincente.Splendida colonna sonora.

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  19/07/2007 15:37:36
   5½ / 10
Truffaut cerca di distaccarsi dal libro e dare un''impronta personale, ma ci riesce solo in parte tanto che la pellicola in alcuni tratti appare contraddittoria; interi dialoghi vengono trascinati dalle pagine al film risultando del tutto fuori contesto.
La non troppo convincente prova degli attori, inoltre, fa la sua parte nella mancanza di spessore e a conti fatti questo noir alla nouvelle vague risulta, purtroppo, decisamente noioso.

"Sparate sul Pianista" di Goodis David è un capolavoro nel suo genere. Leggetelo prima di vedere il film.

margò  @  15/05/2006 22:50:37
   6½ / 10
non certo il migliore di Truffault: bello, ma fatta eccezione del finale!

Crimson  @  25/04/2006 23:05:45
   6 / 10
Tra i noir del regista è quello che m'è piaciuto meno. Poco coinvolgente nel complesso, specie per quanto riguarda lo svolgimento dei fatti al presente.
Alla fine probabilmente la vicenda legata ai due rapinatori non è neanche l'aspetto più importante. E' un film sul destino beffardo e sul fatto che per ripartire nella vita l'uomo deve affidarsi sempre sulle proprie certezze che lo caratterizzano. E in questo caso il talento musicale del protagonista costituisce la molla per ricominciare ogni volta.
Gli aspetti che mi sono piaciuti di più sono quelli grotteschi (i due rapinatori son davvero maldestri!) e il ricorrente pensiero 'ad alta voce' del protagonista, spesso discordante dalle azioni effettive.

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