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Dal romanzo di Scerbanenco,un giallo su un trio di improvvisati detective a caccia di un maniaco ( un Adorf una spanna sopra il resto del cast). Nulla di particolarmente esaltante,sono ben pochi i momenti che si lasciano ricordare ( forse giusto il prologo sadomaso con la Carrà), la regia sembra di mancare di personalità,inoltre ogni volta che la pellicola prende strade diverse dal libro toppa in modo clamoroso ( il finale edulcorato)... Ambientazioni, costumi e colonna sonora che faranno la felicità dei nostalgici dell' epoca. Tranquillamente tralasciabile.
Non ho letto il libro di Scerbanenco da cui è tratto. E' il primo caso dell'investigatore improvvisato Duca Lamberti, qui interpretato dall'attore francese Bruno Cremer (ma tutta la pellicola è una produzione d'oltralpe). Chi cerca il thriller od il giallo in senso stretto in questo film rimarrà leggermente deluso, tuttavia lo sviluppo è quello di una buona indagine e nel complesso si lascia seguire pur privo di particolari picchi. In sostanza è una storia più drammatica che poliziesca, il difetto principale è che alla fine non viene data alcuna spiegazione circa il movente di ciò che ha innescato la caccia all'uomo e sinceramente ci sono un pò troppe coincidenze per una città enorme come Milano. Lo salvano le fattezze tecniche e la prova degli attori ma è un film tutt'altro che memorabile.
non appassiona più di tanto e non ci sono scene che meritano d'essere ricordate (violenza e azione quasi assenti); da guardare solo per completezza e per la Carrà.
Un film di Yves Boisset, regista francese di ottimo talento, noto per la sua asprezza filmica (cineasta che ho apprezzato moltissimo per un altro splendido film che è "L'uomo venuto da Chicago"), indubbiamente godibile e ben realizzato, che intrattiene in tutta la durata in modo fluido e lineare. Bruno Crémer interpreta molto egregiamente e con carisma il personaggio scerbanenchiano di Duca Lamberti, dandodgli un pizzico di ironia niente male; il film non regge ovviamente, sia a livello di regia che di interpretazioni, il paragone col precedente "I ragazzi del massacro" (1969) dove Di Leo aveva dato il meglio di sè, assicurandosi tra le sue file uno strepitoso Pier Paolo Capponi nelle vesti di Duca, ma risulta comunque essere un gran film secondo me. Le ambientazioni sono intriganti e suggestive; la regia di Boisset c'è e si sente; gli attori non sono niente male: c'è Verley che è bravo nel ruolo del figlio dell'Ing. Auseri + due ottimi Marianne Comtell (Livia) e Mario Adorf (il fotografo). In conclusione, da vedere senza dubbio. Nonostante siano tre film diversi, con produzioni, registi e interpreti di Duca differenti, questo, "I ragazzi del massacro" (1969) e "La morte risale a ieri sera" (1970) formano un'ottima trilogia sul personaggio di Duca Lamberti, tratta da i romanzi di Giorgio Scerbanenco.
Dal regista di Un taxi color malva (1977), un dramma/giallo per i tempi molto forte e scandaloso (fa vedere nuda pure una giovane Carrà)
Non avendone un ricordo particolarmente nitido, seppur l'abbia visto di recente, lodo interpretazioni ed atmosfere, pur non ricordando tantissimo la storia, tratta da un libro.
Lo consiglio soprattutto agli amanti del genere, seppur oggi non penso colpirà nessuno per le scene forti.
Dallamano credo realizzerà un film caratterizzato da un titolo simile.