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Non credo si possa stigmatizzare questo capolavoro dicendo che 3/4 del fascino dipenda semplicemente dalla straordinaria interpretazione di Daniel Day-Lewis. E' tutto il film a trasmettere un messaggio fortissimo, anzi più che altro a disegnare (esimendosi dal giudizio) una vicenda dal forte impatto e che ne può simboleggiare cento in realtà. Sono sinceramente rimasto incantato: sono ambientazioni che amo, quei silenzi col fruscio del vento nel deserto che valgono più di mille parole (ad esempio
quando Daniel capisce che il fratellastro è in realtà un truffatore
, immagini grandiose e spettacolari (incendio della torre petrolifera), istrionico protagonista solista senza Dio (anzi gli <piacciono un pò tutte le religioni>, soprattutto il Dio-Dollaro/Petrolio) e che focalizza l'attenzione, contornato peraltro da abili vassalli (Paul Dano). Per quel che mi riguarda, non mi piace allinearmi con l'Accademy per passare da pseudo-intenditore, ma non posso non essere d'accordo per l'Oscar a Day-Lewis e la nomination contesa al gran "Non è un Paese per vecchi". Saluti