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Sceneggiatura molto debole,buonista,leggera per l'argomento trattato e troppo accondiscendente . Per tutta la durata persiste un'aria di frivolezza che difficilmente inquadro nel contesto e i pochi momenti di tensione sembrano un'eccezzione al momento quando invece dovrebbero essere consuetudine . Accorsi si intuisce già che possa essere una star , bravo e carismatico , gli altri niente di che . Dimenticabile
Dal punto di vista della realizzazione il film è molto scontato, al limite dell'ingenuo, ci possiamo tranquillamente immaginare i risvolti di un sacco di scene
(vedi l'inquadratura del bambino con il suo cappello che poi si rivede sulla bara, oppure il finale che si chiude con la battuta "5 giorni a pane e acqua")
per non parlare dell'inizio in cui i ragazzi che decidono di fare i partigiani vengono dipinti quasi come dei rin********ti. Anche le interpretazioni di Accorsi e Pasotti non mi hanno convinto (ho trovato quasi meglio le parti in cui c'erano dei ragazzi che parlavano davvero in veneto). Eppure,nella sua semplicità e nonostante alcuni strafalcioni, il film mi è piaciuto. E si può apprezzare forse proprio per il suo essere genuino, una genuinità che si riflette anche nel gruppo di ragazzi che dapprima sono un pò imbranati e disorganizzati e poi diventano uomini. Perchè passare dai banchi dell'università alla guerra li ha cambiati profondamente, hanno visto amici morire, hanno visto la morte in faccia e le atrocità che l'uomo può commettere, eppure non si sono arresi nè nascosti, hanno continuato a combattere perchè credevano fermamente di avere diritto alla libertà, una libertà che era stata loro sottratta e che volevano disperatamente riprendersi. Mi ha colpito la frase finale di Mario che piange dicendo che tempi così non sarebbero più tornati, quel fervore, quella voglia di riscatto, quella determinazione e quel coraggio si sono poi perduti col passare delle generazioni e ci siamo abituati a dare per scontati anche i diritti più semplici. Commovente il discorso di Marco Paolino all'arrivo dei ragazzi in montagna.
''I piccoli maestri'' non mi è dispiaciuto affatto,anzi l' ho trovato un prodotto originale ed interessante,pur con qualche difetto. Parla di un gruppo di partigiani durante l'occupazione nazi-fascista : giovani di ogni età,provenienti da ceti medi, che hanno da poco finito gli studi, lottano per difendere la patria in nome di un valore chiamato ''patriottismo''. E non solo, i valori risorgimentali come la ricerca della libertà e l'uguaglianza riaffiorano inesorabilmente, fiumi di sangue si susseguono : è il sangue di chi offre il proprio corpo in difesa dell'insieme collettivo,del popolo italiano. Noi non ci stupiamo di niente,ma se abbiamo oggi la libertà è proprio grazie al partito dei partigiani,è grazie a quei giovani che hanno buttato la loro vita, quando potevano benissimo farne a meno e ''servire la patria'' con la tessera fascista. Appartengo alla ''new generation'' e quei fatti della resistenza mi appaiono lontani, un retaggio del passato che ormai in pochi possono testimoniare da vicino.Eppure vedere a scuola questo film mi ha dato una sensazione assai piacevole e gradevole,sono stato assalito da un senso di realismo ed i valori di quel mondo mi hanno trasportato emotivamente, coinvolto e maturato. In sostanza vale la pena vederlo. Perché 7 e non 8,9,10? Parto subito col dire che le mie valutazioni sono piuttosto severe (ed in passato lo erano di più).Non metto un voto altissimo perché comunque la realizzazione della pellicola si è dimostrata un po' amatoriale (con questo non voglio dire che sia un film di cattiva fattura), solo si poteva investire meglio in alcuni aspetti della sceneggiatura ed in alcuni momenti narrativi.
Sarà perché mi piace il genere, ma vado controcorrente, a me è piaciuto. E' vero che il film tratta la guerra combattuta dai partigiani con molta leggerezza, ma essa è ben giustificata dalla giovane età dei personaggi. Ottimo il sobrio e malinconico finale, che rischiava di cadere nel miele. Recupererò anche il libro.
visto a scuola..ridicolo tentativo di realizzare un prodotto didattico..è un film senze nè capo nè coda..fa sembrare i partigiani delle emerite teste di caz.zo..
Che voti bassi....Si è vero è un film che rende un po' troppo semplice la resistenza partigiana ma è una ben fatta e commovente storia di amicizia, di ideali diretto in maniere eccelsa da Luchetti, con attori giovani ma già capaci di far provare emozioni...per me 8,5 è giusto per il grande messaggio che lascia...
E' un po' ingenuo in diversi punti, però anche abbastanza realistico e mai troppo pesante. La recitazione di alcuni interpreti lascia un po' a desiderare ed è in certi punti un po' forzata, però dall'altro lato conferisce una vago senso di naturalezza allo svolgersi delle vicende. Bravi Stefano Accorsi e Marco Paolini. Non è proprio un capolavoro, ma tutto sommato è gradevole, si può vedere.
Film tratto da un bel romamzo, cosa rimane.. pochissimo. C'è un'aria leggera fra gli attori, che forse è la cosa che più convincente nell'operazione al complessivo, in contrasto con una scneggiatura molto più severa. Realizzazione non all'altezza, specialmente nelle scene di massa; la parte che più mi ha colpito è quella finale, ben costruita e ben recitata, senza melodrammatiche visioni, che avrebbero appesantito. Lucchetti. Ha fatto delll cose belle ed interessanti, ma da qui in poi ha sempre sbagliato. Giorgio Pasotti. Esordio di questo attore, che oggi promette più che bene Stefano Accorsi.Se la cava bene ed è il ruolio che lo ha messo definitivamente in mostra
Luchetti è la riprova che la Sinistra fa male soprattutto alla Sinistra. "I piccoli maestri" è un mostruoso esempio di film "didattico-reducista" che vorrebbe insegnare cos'è la Resistenza ai giovani idioti che si masturbano con la playstation e guardano maria de filippi. Si puo' anche apprezzare il tentativo (lodevole fino a un certo punto) di esprimere con semplicità il pathos (beh...) di quei mesi appassionanti e rivoluzionari, ma è inaccettabile banalizzare ogni concetto ogni sfumatura oltre misura. Il film è un fallimento su tutta la linea, e i momenti piu' gravi sono proprio quelli che tentano irrimediabilmente di porre rimedio, di attraversare la storia con una lucidità meno ingenua e un messaggio piu' profondo, specialmente quando un partigiano è costretto ad uccidere "un nemico", e vedere la sua morte in faccia... Gli attori, dicono, si sono divertiti moltissimo a "giocare ai partigiani", e questo fa pensare: pensiamo a quante vuote zucche potremmo scoprire negli atenei, tutti idealisti senza sapere di cosa parlano... Sembrano i ragazzi della via Paal, e Luchetti ci informa di aver lasciato volutamente i dialetti per "esprimere l'autenticità della storia". Ma guarda un po' che strano: paradossalmente questo brutto film mantiene una sorte di ludicità interiore, una certa genuinità, e si guarda con lo stesso passivo piacere dei filmini su Don Bosco proiettati dai preti nelle sale parrocchiali. E quel che è peggio, è che la fonte sembra proprio quella catechista Si salva, comunque, il personaggio di Marco Paolini
Rimosso, o quasi. Ricordo solo che era un film di me.rda, rasente il revisionismo. Un gruppetto di borghesucci con le facce da pubblicità del Maxibon anni '90 inserite nel contesto bellico dei '40 che decidono di fare la guerra da partigiani.