Joker è noto per essere uno dei nemici storici di Batman. Ma la storia del suo alter ego Arthur Fleck rivela come un uomo trascurato dalla società possa riversare tutta la sua grinta in qualcosa che sarà di futuro monito per tutto il mondo.
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Premetto che questo film, in sè, non è brutto. Ma nella sua visione non ho potuto ignorare le fonti base da cui trae ispirazione (o per lo meno dovrebbe), che sono i fumetti. Immagino come a molti non interessino opere come The Killing Joke, scittta da Alan Moore sul finire degli anni 80, o che comunque accettino volentieri altre interpretazioni...non è il mio caso...
Questo Joker è di fatto una persona comune, disagiata come molti, che sopravvive giorno per giorno con un misero stipendio da comico; se la scrittura del personaggio sino a qui è coerente, qui si ferma. Difatti, il protagonista di questo film è afflitto da problemi mentali sin dall'inizio, non subisce un mutamento negativo che (da perfettamente lucido) lo porterà inevitabilmente oltre ogni limite della sopportazione. E' fondamentalmente già un pò matto, tanto da assumere diverse dosi di farmaci durante il giorno. Ciò che smuove le acque della storia nel corso del film, sono i suoi "raptus", rabbia mista a rivalsa personale, che lo porteranno a divenire un simbolo mediatico di ribellione per i più oppressi contro le classi più agiate. Ma lui, come persona mentalmente instabile, di fatto non cambia mai.
Per quanto riguarda i Wayne, un disastro interpretativo. Il padre Thomas, più che un benefattore nonché uno dei pochi intenzionati a combattere la corruzione, qui è parte solida di quella classe politica opulenta, falsa e sedicente che il personaggio avrebbe dovuto combattere. Bruce Wayne è un bambino (forse più legato al protagonista di quanto si pensi), ed è chiaro quindi che Batman non esista ancora. Questo è un nodo cruciale. In origine infatti, Arthur, a pezzi dopo aver perso lavoro e la moglie incinta, tenta disperatamente di guadagnare collaborando con la mafia di Gotham, squali in cerca di vittime da sfruttare per lavori sporchi. E proprio in uno di questi lavoretti, alla Ace Chemicals, Batman irrompe fermando gli sgherri ed Arthur, colto dalla paura più viva, precipita in una vasaca d'acido sfigurandosi per sempre. Quella sarà la goccia che farà traboccare il vaso della follia. Una folia che sarà però sempre accompagnata da una fredda lucidità ed un'intelligenza sorprendente. Non è quello che ho visto in questo film. Qui ho visto un personaggio allo sbando psicologico e che sempre nello sbando rimane, decidendo piuttosto di superare i limiti di quello che socialmente è riconosciuto. Un cane al guinzaglio che alla fine, esasperato, si libera dal guinzaglio dei medicinali.
Ciò che mi ha amareggiato è proprio il fatto che questo film si chiami "Joker". Si poteva intitolare benissimo in qualsiasi altro modo, e sarebbe stato un film molto più valido, con buona fotografia, analisi sociale molto attuale ed una grande prova attoriale di Phoenix, bravissimo. Ma il fatto di aver voluto realizzare una particolare re-interpretazione di un personaggio iconico dei fumetti Dc, con pochissima coerenza alle controparti cartacee, per me ha penalizzato troppo il risultato finale.
Un film quindi che, preso da solo è da 7,5 (un buon film sicuramente) ma che in merito al contesto di riferimento perde molto, troppo (1,5). E per i miei gusti la storia rappresentata nei fumetti è di un altro livello.