la ragazza del bagno pubblico (1970)

Un bel film che va un po' in controtendenza rispetto alla Swinging Lonodon dell'epoca. La capitale inglese fornisce lo sfondo grigio di una vicenda amorosa caratterizzata dai primi turbamenti emotivi di un giovane nei confronti della sua più matura collega di lavoro, che "gioca" con l'infatuazione del giovane, ma finisce anch'essa vittima delle reazioni imprevedbili di un ragazzo pressoche accecato dalla passione. Un film ben equilibrato tra toni leggeri, a volte anche grotteschi, fino al bello e tragico finale.

Visto per caso qualche sera fa. Una storia di formazione, un amore immaturo, morboso, torbido in una realtà sociale che si fa via via più degradata e squallida...

SPOILER
Per l'epoca deve essere stato un film molto coraggioso: nonostante sia del '70 e, indubbiamente, risenta molto degli anni, ancora adesso lascia di stucco.

Grande film dell'ottimo Skolimowski. Finale tragico ma molto suggestivo

Non mi ha coinvolto molto

Buon film ma non un capolavoro, scoperto grazie al mitico Ghezzi.
La regia è buona anche se il film è impostato in modo molto semplice dallo svolgimento della trama alla recitazione dei personaggi mai troppo sopra le righe.
Il finale anche se un po' forzato è veramente bello

SPOILER con un accompagnamento musicale veramente sublime.

I racconti di formazione adolescenziale, specie cinematografici, non mi hanno mai colpito davvero che io ricordi. Certo, in questo piccolo capolavoro del sottovalutatissimo Skolimowski c'è una scena con una sorta di matrona che in un certo senso "anticipa" una tabaccaia enorme nel più famoso Amarcord felliniano. Ma non sono mai riuscito a vederlo come un racconto adolescenziale.
Deep End invece lo è. E mi ha fatto capire perché non ho amato cosi tanto altri film del genere: pur essendo crudeli epopee su un'età che idealizzare è perverso, manca una cattiveria masochista propria di tutti gli adolescenti testi verso l'istinto di vivere pienamente la vita e contemporaneamente di autodistruggersi.
Skolimowski cattura non solo questo spirito ma anche uno stile cinematografico essenziale, sobrio, esplicito e che oscilla tra humor e tragedia. Se sembra di intravedere, nel rapporto tra il giovane protagonista e l'ammaliante Susan, una reminiscenza del sadismo polanskiano, non deve sorprendere: Skolimowski è un connazionale del più famoso Roman e ha scritto la sceneggiatura del "Coltello nell'acqua", il lungometraggio d'esordio di Polanski.

(crudeltà è la parola che mi viene in mente quando penso e penserò a Deep end)

Crudele è stato anche il tempo con il film: presentato al festival di Venezia proprio nei pochi anni in cui i premi non si davano, pare proprio avrebbe potuto vincere il leone d'oro visto che fu lodato dalla critica. Poi per anni non se ne seppe più nulla, tanto che si credette fosse andato perduto, salvo poi venire recuperato e oggi, almeno in Inghilterra, ne è uscita una versione blu ray restaurata.
Apprezzato da registi insospettabili (anche un certo David Lynch, lontanissimo per stile e tematiche), oggi colpisce per la freschezza stilistica; potrebbe girarlo un Gus Van Sant e non ce ne stupiremmo.
Il finale è qualcosa di inesprimibile a parole...



Ho un solo consiglio per chiunque sia titubante a causa dell'orribile e squallido titolo italiano: affrettatevi a procurarvelo. Si trova in rete una versione passata su FuoriOrario del grandissimo Ghezzi. Per ora bisogna accontentarsi ma ne vale la pena.
Sono stupito della bellezza e del coinvolgimento emotivo di un film tanto sensibile e troppo crudele.

Tutta la prima parte è davvero notevole, un ritratto d'adolescente degno di un film di Truffaut. L'innocenza che si alterna alla carnalità, il viso candido del protagonista e le sue corse in bicicletta, le avances delle madames e l'amore fatale, totalizzante dei quindici anni. Da sfondo una Londra periferica, una città quanto mai decadente. Poi qualcosa si rompe e, idea mia, il film cavalca troppo una certa vena di misoginia (un po' scontata). Il che rende il finale, splendidamente tragico e visivamente pregevole, piuttosto prevedibile ed emotivamente meno incisivo. Una delusione che mi ha irritato parecchio subito dopo la visione. Il voto di pancia è 7. Ma ho contato fino a dieci come si dice, c'ho dormito su. Do un 8, soprattutto per un regista che meriterebbe più attenzione.

giovane ragazzo londinese decide di lasciare la scuola per poi lavorare in un bagno pubblico dove incontra l inserviente susan di cui si innamora..uno dei più belli che abbia mai visto..mi ha colpito da subito..i personaggi,l ambientazione,la musica.. ma sopratutto il bello sta nella semplicità di questo film... semplice e VERO...il finale mi ha lasciato senza parole....film commovente! consigliatissimo..

Film che si mantiene buono costante durante la visione, e ha un picco notevole sul filnale. Suggestivo, disperato e poetico.

PS: come certe ragazzine che danno 10 a radiofeccia dello schifoso Ligabue arrivino a questo film è il prossimo segreto di Fatima. Ritiratevi.

BEH,IL film è 1pò strano,angoscioso,morboso,una Londra dei bassifondi,dove le persone sembrano interessate solo al sesso,il finale,beh è bello ma io ho visto il film perchè ero depressa,,non lo rivedrei mi mette angoscia...fa venire un senso di sporco,i bagni pubblici,lo squallore delle donne che pensano solo a qllo..l'unika kosa bella è il ragazzino kosì ingenuo e timido..puro..in qsto il regista è stato bravo..

Londra - Swingin' London Era - Un ragazzo antipaticissimo (op. personale) della "working class" londinese decide di lasciare gli studi per fare l'addetto ai bagni pubblici di una piscina. Ivi si innamora di una disinibita collega

SPOILER di qualche anno più grande, che accortasi dei sentimenti del ragazzo si diverte a "stuzzicarlo" in tutti i modi in situazioni ai limiti del surreale ( descritte dal regista con humour tagliente e cinico). Tutto ciò scatenerà in lui un senso di morbosa gelosia che accrescerà in modo deleterio le sue frustrazioni sessuali. Insomma, antipatico(op. personale) ed anche sf1gato. Di tutto rispetto la colonna sonora che vede la partecipazione di cat yussuf stevens e i cruccorocchettari The Can.


SPOILER