la terra regia di Sergio Rubini Italia 2005
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la terra (2005)

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locandina del film LA TERRA

Titolo Originale: LA TERRA

RegiaSergio Rubini

InterpretiFabrizio Bentivoglio, Claudia Gerini, Sergio Rubini, Massimo Venturiello, Paolo Briguglia, Emilio Solfrizzi

Durata: h 1.52
NazionalitàItalia 2005
Generedrammatico
Al cinema nel Febbraio 2006

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Trama del film La terra

Dopo la morte del padre, i rapporti tra quattro fratelli divennero molto tesi e contrastanti, a causa di alcune questioni riguardanti l'eredità. Quando diversi anni dopo, si ritrovano nel paese natale le vecchie ferite ed i vecchi rancori tornano a galla rianimando le discussioni...

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Voto Visitatori:   6,92 / 10 (58 voti)6,92Grafico
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Voti e commenti su La terra, 58 opinioni inserite

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kalixoo  @  06/03/2006 22:04:36
   5 / 10
Riporto testualmente da una intervista di Sergio Rubini, pubblicata sul sito internet della RAI:

"Il film cerca di raccontare l'impossibilità di affrancarsi dalla propria terra d'origine" ...

"Sono andato via dalla Puglia a 18 anni, non sono in grado di esprimere un parere su cosa è diventata oggi, per me è solo un luogo della memoria"

"C'è un delitto senza castigo, Luigi deve fare i conti con una giustizia molto ambigua che si basa sulla legge degli uomini e non su quella dello Stato. Avvicinandosi alla terra, deve misurarsi con i costumi di quel luogo primitivo e della tribù. L'identificazione di quel modo di farsi giustizia con il modo del sud un po' c'è e, sulla carta, è una provocazione"

Ecco ora il mio commento:

avrei tante cose da dire che neppure so da dove cominciare. Prima di tutto devo dire che, non solo sono un pugliese, ma che si dà il caso che io viva più o meno negli stessi luoghi in cui il film è stato ambientato.

Le critiche principali che ho letto su questo film possono riassumersi in tre parole:
1) folcloristico
2) meridionalista
3) superficiale

Credo che Rubini avrebbe potuto evitarsi molte critiche ambientando il film una quarantina di anni fa. Lui stesso dice che è emigrato dalla Puglia tanti anni fa. Penso che la sua memoria di questi luoghi sia troppo remota per poter dare una descrizione realistica di quanto sia cambiata in questi anni.
Oltretutto Rubini è originario di un altro luogo della Puglia. Sì perché secondo le regole di questa mentalità (tipica dell'emigrande incolto della grande migrazione di anni passati) i luoghi non hanno una loro precisa identità ma viene tutti riversato in un calderone generico chiamato SUD. Come se all'interno di questo non ci fossero differenze che vale la pena sottolineare. In realtà ci sono spesso differenze anche profonde. Ma tant'è, dobbiamo rassegnarci all'idea di essere "meridionali" e non di Mesagne o di Manduria, Andria, Corato, Lecce, ecc. Ma di contro, i posti che godono di maggiore prestigio hanno tutti una loro ben precisa identità, non importa quanto piccoli essi siano: Bardonecchia, Bassano del Grappa, Merano ecc.

Rubini sbaglia fin dalla primissima scena: stazione desolata, paesaggio quasi da film di Sergio Leone, canicola (il film è ambientato in primavera ma girato in estate). Il film è ambientato nel 2005, ma stranamente il personaggio (professore universitario) arriva in treno (i treni della memoria di emigrante di Rubini), mancava solo la valigia con lo spago per completare il quadretto. Per chi non lo sapesse, l'aeroporto dista appena 10 minuti da Mesagne e guarda caso (potete controllare) ha ben 9 voli giornalieri proprio con Milano (la città da cui proveniva il nostro protagonista). Ma certo, Rubini doveva rappresentare la solita immagine del sud.

Aspetto linguistico:
Lo sapevate? I posti che non hanno un loro idendità, non hanno neppure una loro lingua. Così come si usa il termine generico di "marocchino" per indicare tutti quelli che provengono dal nord africa, ma anche da altre zone dell'africa, perché anche in questo caso si tratta di luoghi di scarso prestigio (agli occhi dei più, non miei), anche nel caso dei personaggi del film, il nostro regista non si è preso la briga di far recitare gli attori con l'accento del luogo. Sembrava la parodia povera della babele. La lingua prevalente era il barese (inteso come provincia), ma ho sentito anche il campano e qualche altro accento non identificabile. Nessun accento brindisino. Nessuno. Ma tanto il luogo non ha identità, non ha importanza.

Il film sembra il racconto che del sud fa l'emigrante incolto di 50 anni addietro.

La storia in sé non era male, ecco perché il mio giudizio e sulla quasi sufficienza, ma erano troppo irritanti gli altri aspetti per poter apprezzare il resto.

Ah Rubini....sappia che a Mesagne, in ogni periodo dell'anno, le strade brulicano di gente (le sue erano desolate) e soprattutto, anche in questi centri piccoli (non troppo) della provincia, il traffico a volte ci impedisce di trovare parcheggi e spesso si resta invischiati nel traffico. Nella sua immagine stantia del SUD, sembra quasi che i mezzi di locomozione non esistano. Lei ha raffigurato una realtà falsa. Ha ragione lei quando dice che ha ripescato nella memoria, ma allora lo doveva ambientare 40 o 50 addietro. e la prossima volta non confonda i dialetti e le lingue, che sono diversissimi. Un buon film va anche studiato. Lei non lo ha fatto, mi spiace.

Aspetto il suo prossimo film nella speranza che possa riflettere se mai leggerà queste righe

14 risposte al commento
Ultima risposta 20/12/2008 02.15.10
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